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I masticativi fanno bene al cane? Scopriamo i benefici e i rischi

giovedì, 27 Marzo 2025 by Gruppo Nutravet
I masticativi fanno bene al cane?

I masticativi sono tra gli snack più comunemente offerti al cane, ma sono davvero benefici? La risposta non è così semplice, poiché esistono diverse tipologie di masticativi, alcuni sicuri e salutari, altri che invece possono rappresentare un rischio. In questo articolo vediamo cosa sono i masticativi, quali scegliere e quali evitare.

Cosa sono i masticativi per cani

I masticativi sono snack pensati per essere masticati a lungo dal cane, favorendo il rilassamento e contribuendo, in alcuni casi, all’igiene orale. Tra i più diffusi troviamo:

  • Pelle essiccata di animali (bovini, pesci, ecc.)
  • Corna di cervo, bufalo o daino
  • Radici di alberi, come quella dell’albero del caffè
  • Ossa di pelle di bufalo, una delle scelte più popolari ma anche più discusse

Masticare è un’attività naturale per il cane e ha un effetto calmante. Tuttavia, non tutti i masticativi sono uguali: alcuni possono essere dannosi per la salute.

L’osso di pelle di bufalo: fa bene o fa male?

I masticativi fanno bene al cane? Scopriamo i benefici e i rischi

L’osso di pelle di bufalo è un masticativo molto diffuso, ma in realtà non ha nulla a che fare con un vero osso. Questi snack derivano dall’industria conciaria, subendo numerosi trattamenti chimici per essere conservati e resi appetibili. Durante la lavorazione:

  • Le pelli vengono trattate con sostanze chimiche per evitare la putrefazione
  • Vengono sbiancate con candeggina o acqua ossigenata
  • Sono addizionate con coloranti e appetizzanti artificiali
  • Spesso vengono incollate con adesivi per mantenere la forma

A causa di questi trattamenti, l’osso di pelle di bufalo dura a lungo, non si deteriora e il cane impiega molto tempo a finirlo. Tuttavia, i residui chimici e la colla presente lo rendono poco sicuro. Per questo motivo, è meglio evitarlo.

Rischi connessi con i masticativi

I masticativi possono essere un’ottima soluzione per il benessere del cane, ma bisogna fare attenzione ad alcuni rischi:

🔴 Soffocamento: qualsiasi masticativo può rompersi in pezzi di dimensioni pericolose, che il cane potrebbe ingerire interi. Questo può portare a soffocamento o blocchi intestinali. Per questo motivo, è importante dare i masticativi al cane solo quando è sotto supervisione.

🔴 Problemi digestivi: se somministrati in grandi quantità, anche i migliori masticativi possono causare disturbi digestivi e infiammazioni intestinali. Moderazione è la parola chiave!

🟢 Sicurezza alimentare: la maggior parte dei masticativi è trattata per prevenire contaminazioni batteriche, quindi il rischio di infezioni è basso. Tuttavia, scegliere prodotti di qualità riduce ulteriormente i pericoli.

Quali sono i masticativi più sicuri?

Selezionare il masticativo giusto è fondamentale per la salute del cane. Ecco alcune opzioni sicure:

✅ Pezzi di pelle bovina o di pesce: naturali, privi di additivi e difficilmente si rompono in pezzi pericolosi. La pelle di pesce, in particolare, è ricca di Omega-3, benefici per la salute.

✅ Corna di cervo o radici di alberi: resistenti e durevoli, molto apprezzate dai cani. Hanno un basso rischio di scheggiarsi e non contengono sostanze chimiche nocive.

🚫 Da evitare:

  • Ossa di pelle di bufalo, per i motivi già elencati
  • Ossa di ginocchio bovino fresche, che possono causare costipazione o frammentarsi in schegge pericolose

Conclusione

I masticativi possono essere un ottimo strumento per arricchire la vita del cane, fornendo un’attività appagante e rilassante. Tuttavia, è fondamentale scegliere prodotti di qualità, evitando quelli che possono essere pericolosi. Supervisionare il cane mentre mastica e offrire questi snack con moderazione garantirà il massimo beneficio in totale sicurezza.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Influenza aviaria: un rischio per cani e gatti che seguono la dieta BARF?

lunedì, 24 Marzo 2025 by Gruppo Nutravet
Influenza aviaria

Introduzione

Negli ultimi giorni si stanno diffondendo articoli allarmanti riguardo la trasmissione del virus dell’influenza aviaria H5N1 ai gatti attraverso carne cruda infetta. Questo è un tema che preoccupa in particolare i proprietari di animali che seguono la dieta BARF. Proviamo a fare chiarezza.

Cos’è il virus H5N1?

Il virus H5N1 è un virus influenzale di tipo A che ha una predilezione per gli uccelli, ma può occasionalmente infettare altre specie, come cani, gatti e persino esseri umani. Tuttavia, come abbiamo tristemente imparato con il COVID-19, il salto di specie, noto come spillover, non è un evento comune e richiede particolari circostanze, come sovraffollamento, scarsa igiene e stretta vicinanza tra un animale infetto e un altro di una specie diversa.

Gli animali domestici più recettivi al virus H5N1 sono ovviamente tutti i volatili (es. pappagalli), a seguire furetti, quindi gatti e, per ultimi, i cani. Nel cane, per via di recettori cellulari diversi e più simili a quelli dell’uomo, il salto di specie è particolarmente improbabile, ma non impossibile.

Ogni virus ha specifiche modalità di trasmissione. Nel caso dell’H5N1, la trasmissione avviene principalmente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva o secrezioni respiratorie di animali infetti. Si può trasmettere anche tramite contatto indiretto con superfici o mani contaminate, successivamente portate a contatto con le mucose (es. occhi).

Trasmissione all’uomo

Attualmente, la trasmissione del virus H5N1 dagli animali all’uomo attraverso l’ingestione di cibo contaminato è considerata improbabile. Ad oggi, non esistono casi documentati di infezione da H5N1 all’uomo per via orale tramite cibo, e le agenzie sanitarie internazionali (EFSA e OMS) confermano che la trasmissione avviene principalmente tramite contatto diretto con animali infetti o ambienti contaminati.

Il caso della carne cruda e i gatti

A partire dal 2023, alcune notizie hanno destato preoccupazione: uno studio polacco ha suggerito che alcuni casi di influenza aviaria in gatti domestici potessero essere ricondotti al consumo di carne di pollo cruda contaminata da H5N1. Tuttavia, questo studio presenta molte limitazioni importanti. Il virus è stato trovato in un campione di carne di pollo prelevato da un frigorifero domestico, ma la sua origine non è stata confermata. Potrebbe essere stato contaminato dopo la macellazione, durante il trasporto, o addirittura in casa. Inoltre, i gatti malati non sono stati definitivamente identificati come infetti da H5N1, e la carne analizzata non era necessariamente l’unica consumata.

Dunque, nonostante lo studio abbia rilevato la presenza di H5N1 in campioni di carne, non c’è certezza che sia stata questa a provocare la malattia nei gatti. Infatti, anche se il virus è stato isolato e coltivato in laboratorio, la correlazione tra carne cruda e malattia nei gatti rimane incerta.

I casi recenti negli Stati Uniti

A dicembre 2024, un nuovo report dell’EFSA ha evidenziato ulteriori casi sospetti di infezione nei gatti. Negli Stati Uniti, è stato addirittura ritirato dal mercato un lotto di cibo crudo per gatti dopo che due animali si erano ammalati. Uno di questi gatti, in Colorado, è risultato negativo all’influenza aviaria, mentre il secondo, a New York, è risultato positivo al virus H5N1. Quest’ultimo gatto è sopravvissuto, ma sembra aver infettato un altro gatto, Valentino, durante la sua permanenza in una clinica veterinaria. Valentino, già affetto da altre patologie come FIP e diabete, purtroppo non ce l’ha fatta. Nonostante la positività al virus, non è stato possibile confermare se la causa della morte fosse effettivamente l’influenza aviaria, dato il suo quadro clinico preesistente.

Questi casi rappresentano un’eccezione alla regola, dato che i salti di specie (da una specie all’altra) solitamente rappresentano un “fondo cieco” per il virus, che non riesce a diffondersi ulteriormente. Tuttavia, qui si è assistito a un possibile contagio tra gatti, anche senza le classiche condizioni di sovraffollamento o stretto contatto.

La Situazione in Italia

Influenza aviaria

Fortunatamente, in Italia i controlli veterinari e di sicurezza alimentare sono estremamente rigorosi. Secondo quanto riportato da colleghi ispettori veterinari (grazie soprattutto al dr. Valerio Guiggi: è sempre un piacere parlare con te!), è altamente improbabile che carne di animali malati finisca sul mercato. Nel caso in cui si rilevi un focolaio di influenza aviaria, gli animali vengono immediatamente abbattuti e i prodotti derivati, come carne e latte, vengono distrutti per legge. Questo rende improbabile che carne contaminata possa essere utilizzata anche per l’alimentazione di cani e gatti, come accaduto negli Stati Uniti.

L’influenza aviaria è una patologia ad insorgenza e decorso molto rapido negli uccelli, che permette di individuare eventuali focolai già due-tre giorni dopo l’inizio dell’infezione. L’individuazione è molto precoce fa sì che se uccelli dello stesso allevamento fossero stati avviati alla macellazione qualche giorno prima della scoperta del focolaio, anche se già macellati non avrebbero la possibilità di raggiungere la commercializzazione: anche uccelli già macellati sarebbero quindi bloccati e non avviati al consumo umano. Questi animali non possono finire nemmeno nel circuito dei negozi BARF: non vengono infatti smaltiti come Sottoprodotti di Origine Animale di Categoria 3, unica categoria che può essere destinata alla produzione di alimenti per cani e gatti. Uccelli provenienti da allevamenti risultati positivi sarebbero smaltiti e avrebbero altre destinazioni, come la distruzione per incenerimento. Questo rende remota sia la possibilità di trasmissione a partire da carne ad uso umano, sia la possibilità di trasmissione a partire da carne venduta per l’alimentazione animale.

Ma cosa sappiamo veramente?

Gli spillover da uccelli a mammiferi, come gatti e cani, sono rari, ma non impossibili. Tuttavia, come confermato da vari studi, non ci sono ancora prove conclusive che l’influenza aviaria possa essere trasmessa attraverso il consumo di carne cruda o prodotti derivati (come il latte). Anche se i virus influenzali resistono bene al freddo, la trasmissione tramite carne congelata rimane solo un’ipotesi non dimostrata.

Prevenzione per proprietari di cani e gatti

Secondo l’EFSA, il rischio di trasmissione all’uomo attraverso il consumo di cibo contaminato è estremamente basso. Tuttavia, per minimizzare ogni possibilità di contagio per i nostri animali, è fondamentale adottare alcune misure preventive:

  1. Cottura della carne: Cuocere la carne cruda a una temperatura superiore a 60°C al cuore per almeno tre minuti garantisce la distruzione del virus.
  2. Igiene nella manipolazione del cibo: Usare guanti e lavarsi accuratamente le mani e gli utensili da cucina dopo la manipolazione della carne cruda.
  3. Scegliere carne da fonti sicure: Preferire carne proveniente da allevamenti italiani certificati, dove le misure di controllo sono particolarmente rigorose.
  4. Snack: attenzione, anche gli snack possono risultare contaminati. L’unico caso riportato nel cane in effetti riguarda proprio il consumo di uno snack a base di anatra essiccata. Anche in questo caso, preferire realtà locali e artigiane, che garantiscano sulla provenienza delle carni, è fondamentale.

Per chi segue una dieta BARF, la carne di avicoli italiani è considerata sicura, grazie ai severi controlli. La carne che ha cambiato completamente colore all’interno, che ha raggiunto una temperatura di 70-75°, può essere considerata completamente sicura. In alternativa, si può optare per carne di altre specie, come il coniglio, per ridurre ulteriormente i rischi.

Conclusioni

In sintesi, il rischio di trasmissione dell’influenza aviaria H5N1 attraverso carne cruda o prodotti derivati, come il latte, non è affatto certo dal punto di vista scientifico. Sebbene i casi di contagio tra gatti tramite carne cruda siano stati riportati, non esiste una prova definitiva che questa sia la causa principale delle infezioni. La cosa più importante è continuare a monitorare la situazione, seguendo le raccomandazioni degli enti sanitari e adottando tutte le misure igieniche necessarie. Per chi desidera minimizzare il rischio, la cottura della carne rimane una misura semplice ma efficace.

Bibliografia:

  • https://www.izslt.it/influenza-aviaria/descrizione-malattia/
  • https://www.efsa.europa.eu/en/topics/topic/avian-influenza
  • Owusu, H., & Sanad, Y. M. (2025). Comprehensive Insights into Highly Pathogenic Avian Influenza H5N1 in Dairy Cattle: Transmission Dynamics, Milk-Borne Risks, Public Health Implications, Biosecurity Recommendations, and One Health Strategies for Outbreak Control. Pathogens, 14(3), 278. https://doi.org/10.3390/pathogens14030278
  • Mostafa, A., Naguib, M. M., Nogales, A., Barre, R. S., Stewart, J. P., García-Sastre, A., & Martinez-Sobrido, L. (2024). Avian influenza A (H5N1) virus in dairy cattle: origin, evolution, and cross-species transmission. Mbio, 15(12), e02542-24.
  • Rabalski L, Milewska A, Pohlmann A, Gackowska K, Lepionka T, Szczepaniak K, Swiatalska A, Sieminska I, Arent Z, Beer M, Koopmans M, Grzybek M, Pyrc K. Emergence and potential transmission route of avian influenza A (H5N1) virus in domestic cats in Poland, June 2023. Euro Surveill. 2023 Aug;28(31):2300390. doi: 10.2807/1560-7917.ES.2023.28.31.2300390. PMID: 37535471; PMCID: PMC10401914.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM scritto in collaborazione con il dottor Valerio Guiggi, medico veterinario specialista in ispezione degli alimenti.

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Cibo umano per cani: cosa si può dare e cosa no

giovedì, 20 Marzo 2025 by Gruppo Nutravet
Cibo umano per cani: cosa si può dare e cosa no

Condividere il cibo con il nostro cane è un gesto d’affetto spontaneo, ma non tutto ciò che mettiamo a tavola è adatto alla sua salute. In questo articolo vedremo quali alimenti possono essere dati con serenità, quali richiedono precauzioni e quali sono assolutamente da evitare.

L’evoluzione del cane e il cibo umano

L’uomo e il cane convivono da migliaia di anni, influenzandosi a vicenda anche dal punto di vista alimentare. Seppur discendente dal lupo, il cane si è evoluto come carnivoro opportunista, sviluppando una maggiore capacità di digerire alcuni amidi e adattandosi al cibo umano. Tuttavia, ciò non significa che tutto ciò che mangiamo sia adatto alla sua dieta.

Cibo umano per cani: Attenzione prima di iniziare!

Prima di elencare i cibi consentiti e quelli vietati, è importante chiarire alcuni punti:

  • Il cibo umano non deve sostituire una dieta bilanciata per il cane.
  • Alcuni alimenti possono essere adatti a un cane, ma non a un altro, in base a patologie o intolleranze.
  • Per qualsiasi dubbio, è sempre meglio consultare un veterinario prima di introdurre nuovi alimenti.

Quale cibo umano si può dare al cane?

Cibo umano per cani: cosa si può dare e cosa no

Ci sono alcuni alimenti che possiamo dare con maggiore tranquillità al nostro cane, ovviamente nelle giuste quantità e senza eccessi:

  • Carne cotta: pollo, tacchino, manzo e maiale senza ossa e senza condimenti eccessivi.
  • Pesce cotto: ricco di Omega 3, ma deve essere ben deliscato.
  • Uova: ottima fonte di proteine, meglio cotte per evitare problemi batterici.
  • Riso, pasta e patate: ben cotti e senza condimenti pesanti, possono essere un’ottima fonte di carboidrati.
  • Formaggi freschi e yogurt: in piccole quantità e solo se il cane li tollera.
  • Verdure: carote, zucchine, zucca e altre verdure cotte possono essere un’aggiunta salutare alla dieta.

Precauzioni da adottare

Anche quando diamo alimenti sicuri, ci sono alcune regole fondamentali da rispettare:

  • Evitare ossa cotte: possono scheggiarsi e causare danni interni.
  • Attenzione al sale e ai condimenti: niente cibi troppo salati, speziati o grassi.
  • Limitare la frutta troppo matura: può fermentare e causare problemi intestinali.
  • Adattare le porzioni alla taglia del cane: troppi extra possono sbilanciare la dieta e favorire il sovrappeso.

Cibi umani da evitare assolutamente

Alcuni alimenti che per noi sono innocui possono essere molto pericolosi per il cane. Ecco i principali cibi da non dare mai:

  • Cipolla e aglio: possono causare anemia emolitica.
  • Cioccolato: contiene teobromina, tossica per il cane.
  • Uva e uvetta: possono provocare danni ai reni.
  • Avocado: la buccia e il seme contengono sostanze tossiche.
  • Alimenti zuccherati e dolci industriali: possono favorire il diabete e l’obesità.
  • Cibi fritti e troppo grassi: possono causare pancreatite.

Conclusioni

Dare occasionalmente un boccone al proprio cane può essere un gesto d’affetto, ma deve essere fatto con consapevolezza. Meglio evitare di condividere cibo a caso e, se si vuole premiare il cane con qualcosa di speciale, scegliere tra gli alimenti sicuri o optare per snack specifici per cani. La sua salute è nelle nostre mani!

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Patologie della pelle e nutrizione: la storia di Amerigo detto “Rigo”

giovedì, 13 Marzo 2025 by Gruppo Nutravet

Amerigo è un Labrador Retriever color cioccolato, maschio intero, nato a Siracusa il 10/06/2019. Proviene da un allevamento riconosciuto con pedigree. Il cane è stato adottato a 13 mesi perché, una volta eseguite le lastre ufficiali, presentava displasia di secondo grado al gomito sinistro.

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Arriva in famiglia a Ravenna nel 2020 già con mantello in brutte condizioni secco, schiarito, con forfora generalizzata che peggiorava dopo le passeggiate. Amerigo aveva anche sintomi gastroenterici e, dall’esame coprologico per flottazione, risultava affetto da anchilostomi, tricuridi e ascaridi. La terapia per questi parassiti dura 2 anni e sono stati fatti diversi trattamenti con farmaci antielmintici dalla collega curante perché non riusciva a negativizzarsi.

Patologie della pelle e nutrizione: cosa possiamo fare

A Maggio 2023, a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, la famiglia si è trovata in grandi difficoltà e Amerigo ha iniziato ad avere alopecia parziale a livello del collo e nelle zampe anteriori. Ha sviluppato delle cisti interdigitali con un importante eritema a causa di infezioni secondarie.

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Il cane si lecca insistentemente i piedi, il pelo sul dorso è parecchio untuoso, cade a ciuffi e presenta forfora.

La curante prescrive shampoo terapia con diversi prodotti sebolitici e antimicotici e prescrive oclacitinib che porta ad un miglioramento del quadro dermatologico, purtroppo però se sospeso, il cane ricadeva.

La pododermatite e le cisti interdigitali sono patologie cutanee molto dolorose che, associate alla displasia del gomito, peggiorarono molto la qualità di vita di Amerigo, il cane infatti si sottraeva alle passeggiate, stava steso per lungo tempo e camminava solo se invogliato con biscottini e premietti.

Patologie della pelle e nutrizione: Anamnesi nutrizionale

All’adozione nel 2020 mangiava un cibo industriale di marca tedesca, successivamente inseriscono un monoproteico ma il cane prende peso e decidono di somministrargli una crocchetta per cani sovrappeso con problemi articolari, ma il cane presenta problemi intestinali. Una volta la settimana mangiava macinato di tacchino o maiale. Inoltre, la cute non migliorava e quindi il curante decide di prescrivere un commerciale a base di uova per problemi dermatologici che sta mangiando anche al momento della consulenza nutrizionale. 

Amerigo mangia 3 volte al giorno circa 400 grammi di crocchette così suddivise: 100 grammi a pasto e gli ultimi 100 grammi vengono dati per convincerlo a camminare durante le passeggiate. Durante la giornata inoltre gli danno una decina di biscotti fatti in casa e un po’ di tutto dalla tavola. Con questo mangime l’intestino di Amerigo migliora ma lui prende peso, inoltre il quadro dermatologico continua a non migliorare.

Prima visita nutrizionale

Amerigo è sovrappeso alla prima visita è circa 46 kg ha un BCS di 6, un medio MCS e un peso forma di 43 kg non fosse altro per la sua malattia ortopedica. Ha un buon appetito, non ha episodi di vomito, ogni tanto mangia erba, carta, cartone e le feci del gatto. Le feci con le crocchette specifiche per la cute non sono più diarroiche anche se a volte è stitico. Amerigo mi è sembrato un cane sofferente, poco vitale, presentava numerose lesioni podali che gli alteravano l’andatura. Il gomito sinistro affetto da displasia, è aumentato di volume per la patologia articolare cronica che gli causa zoppia.

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Questo è il quadro dermatologico:a livello delle zampe anteriori sono presenti cisti interdigitali arrossate e umide per il continuo leccamento, la cute tra i polpastrelli è umida ed eritematosa per le infezioni secondarie.

Amerigo ha anche diverse lesioni di piodermite superficiale localizzate in vari punti del muso, collo e nel dorso.

Terapia 

In accordo con la famiglia di Amerigo iniziamo una dieta fresca low carb.  La dieta prevede l’utilizzo di proteine come: pollo, tacchino, maiale, manzo e pesce bianco. L’inserimento delle proteine deve essere graduale inserendone una alla volta per capire se qualcuna non fosse ben tollerata. Come fonte di carboidrati ho utilizzato le patate e, come grassi, olio di girasole bio e olio di cocco. Le integrazioni funzionali prescritte sono: omega 3, vitamina E, PEA e fermenti lattici.

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Al controllo dopo 1 mese Amerigo gradisce la nuova pappa, mangia con gusto, le feci sono formate, sono state inserite parte delle proteine prescritte e tutte sono state ben tollerate, la cute è migliorata il pelo è più lucido, meno secco, le varie lesioni cutanee sono migliorate ma la pododermatite continua ad essere sintomatica, il cane si lecca ed è ancora presente l’eritema.

La famiglia di Amerigo, pensando di far cosa gradita al cane, gli preparava dei biscottini con farina di ceci e mela che ho immediatamente sospeso inserendo carne essiccata in piccole quantità.

Al controllo a 3 mesi il cane è nettamente migliorato dal punto di vista dermatologico, unico neo da buon labrador, il controllo del peso risulta difficoltoso perché comunque la famiglia elargisce parecchi pezzetti di carne essiccata che ho lasciato riducendo le calorie della dieta. 

Articolo della dott.ssa Monica Serenari, DVM

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L’Asse Intestino-Cervello nel Cane e nel Gatto: Un Approccio Nutrizionale

giovedì, 06 Marzo 2025 by Gruppo Nutravet
Asse Intestino-Cervello

Negli ultimi anni, il legame tra intestino e cervello ha attirato sempre più attenzione nel mondo scientifico, non solo per gli esseri umani, ma anche per i nostri cani e gatti. Questo legame, conosciuto come “Asse Intestino-Cervello” (GBA, Gut-Brain Axis), evidenzia come la salute intestinale possa influenzare il cervello e viceversa. In questo articolo esploreremo il ruolo della nutrizione nel mantenere questo delicato equilibrio nei nostri animali domestici.

Che cos’è l’Asse Intestino-Cervello?

L’Asse Intestino-Cervello è un sistema di comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale (SNC) e il sistema nervoso enterico (SNE) presente nell’intestino. Questo significa che il cervello e l’intestino “parlano” costantemente tra loro, influenzando non solo il benessere fisico, ma anche il comportamento e l’umore. Ad esempio, uno stress emotivo può causare problemi gastrointestinali e, allo stesso modo, una disbiosi intestinale (alterazione del microbiota) può avere effetti negativi sul comportamento e sulle funzioni cognitive.

Il Ruolo del Microbiota

Il microbiota intestinale è composto da trilioni di microrganismi che abitano l’intestino. Questi microrganismi svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute generale del cane e del gatto, inclusa la salute mentale. Quando il microbiota è in equilibrio, aiuta a prevenire l’infiammazione, regola il sistema immunitario e contribuisce alla produzione di neurotrasmettitori che influenzano l’umore, come la serotonina e il GABA.

Uno squilibrio nel microbiota intestinale, noto come disbiosi, può portare a una serie di problemi, tra cui infiammazione cronica, sindrome dell’intestino irritabile e disturbi comportamentali. La nutrizione gioca un ruolo cruciale nel mantenimento di questo equilibrio, influenzando direttamente la composizione del microbiota.

L’Influenza della Nutrizione sull’Asse Intestino-Cervello

Asse Intestino-Cervello

La dieta è uno dei principali fattori che possono influenzare la salute intestinale e, di conseguenza, l’Asse Intestino-Cervello. Una dieta ricca di nutrienti specifici può favorire un microbiota equilibrato, ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere mentale. Ecco alcuni elementi chiave da considerare:

  1. Grassi Essenziali (EPA e DHA): Gli acidi grassi omega-3, come l’EPA e il DHA, non solo hanno un’azione antinfiammatoria, ma nutrono anche la mucosa intestinale e favoriscono la diversità batterica. Inoltre, possono aumentare la produzione di batteri benefici come i Bifidobatteri e i Lattobacilli.
  2. Prebiotici e Probiotici: I prebiotici sono fibre che nutrono i batteri buoni presenti nell’intestino, mentre i probiotici sono microrganismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, possono migliorare la salute intestinale e mentale. È stato dimostrato che alcuni ceppi di probiotici possono ridurre l’ansia e migliorare i sintomi depressivi nei cani e gatti con problemi comportamentali.
  3. Carboidrati e Fibre: Una dieta povera di carboidrati o che includa fibre vegetali può avere effetti benefici sul microbiota. Tuttavia, è importante scegliere attentamente le fibre, poiché alcune, come l’inulina, possono causare problemi digestivi se non gestite correttamente. Le fibre dovrebbero essere introdotte gradualmente e preferibilmente tritate, per facilitarne la digestione.
  4. Proteine: Anche le proteine giocano un ruolo cruciale. Le fonti proteiche di alta qualità, come carni bianche e pesce, possono avere un impatto positivo sulla salute intestinale. Inoltre, le diete monoproteiche, sebbene utili in caso di patologie specifiche come le enteropatie, dovrebbero essere somministrate solo per brevi periodi, per evitare un impoverimento del microbiota.

Strategie Nutrizionali per il Benessere Mentale

Quando si tratta di supportare l’Asse Intestino-Cervello nei cani e nei gatti, non esiste una soluzione universale. Ogni animale è unico e richiede un approccio personalizzato. Tuttavia, alcune strategie possono essere particolarmente utili:

  • Dieta Variata: Offrire una dieta varia è essenziale per promuovere un microbiota sano e diversificato. Più varia è l’alimentazione, maggiore è la probabilità di mantenere un microbiota equilibrato, capace di supportare la salute mentale e fisica del cane e del gatto.
  • Omega-3: Integrare la dieta con acidi grassi omega-3, come l’EPA e il DHA, può aiutare a ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere mentale. Questi grassi essenziali sono particolarmente utili nei cani e gatti che presentano disturbi comportamentali o neurologici.
  • Psicobiotici: Alcuni ceppi di probiotici, noti come psicobiotici, possono avere effetti benefici sul comportamento e sull’umore. Ad esempio, il Lactobacillus rhamnosus è stato associato a una riduzione dell’ansia nei cani.

Conclusione

L’Asse Intestino-Cervello rappresenta un’area affascinante e complessa della medicina veterinaria, che evidenzia quanto sia importante prendersi cura della salute intestinale per migliorare il benessere complessivo del cane e del gatto. Attraverso una dieta equilibrata e strategie nutrizionali mirate, possiamo supportare la salute mentale dei nostri animali e prevenire problemi comportamentali e gastrointestinali.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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