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Cani e celiachia

mercoledì, 22 Febbraio 2023 da Gruppo Nutravet
Cani e celiachia

In questo articolo approfondiremo la questione cani e celiachia.
Andremo quindi a rispondere alle fatidiche domande: “il cane può essere celiaco? Esiste l’intolleranza al glutine nel cane?”.
Vedremo che cos’è la celiachia e come si manifesta la reazione avversa ad una particolare proteina, il glutine.

Cani e celiachia. Che cos’è il glutine?

Il glutine è una grandissima proteina formata da proteine di dimensioni più piccole che sono la gluteina e la gliadina. Il glutine è presente in molti cereali, compreso il frumento, ed è un ingrediente essenziale in moltissime varietà di pane, pasta e altri prodotti da forno. 

Il motivo per cui è così presente è che ha una struttura a rete che risulta ideale per la produzione del pane: il glutine infatti è una sostanza gommosa ed elastica che si forma quando le molecole di glutenina e gliadina si mescolano all’acqua (per esempio appunto quando si prepara l’impasto per il pane).

Sensibilità al glutine

In medicina umana, l’intolleranza al glutine, è un disturbo piuttosto comune infatti un numero significativo di persone non lo tollera. Uno dei disturbi correlati a questa intolleranza è la celiachia che è dovuta ad una reazione anomala del sistema immunitario: si parla di patologia autoimmune.

Nei soggetti celiaci mangiare glutine scatena una risposta immunitaria che colpisce l’intestino, lo infiamma e lo danneggia riducendo la sua capacità di assorbire le sostanze nutritive.

Quali sono gli alimenti senza glutine?

Esistono molti alimenti privi di glutine tra cui alcuni tipi di cereali, frutta, verdura, latticini, patate, riso, legumi, carne e pesce. 

La celiachia, in medicina umana, è una patologia autoimmune che causa una reazione anomala del sistema immunitario nei confronti del glutine

Cani e celiachia. Ma possiamo davvero parlare di celiachia nel cane?

La riposta è no. 
Abbiamo detto che la celiachia è una patologia dell’uomo, ereditaria e autoimmune; nel cane però questa particolare patologia non è stata riscontrata, al contrario è stata evidenziato un disturbo chiamato enteropatia da glutine. 

Questo disturbo che causa malassorbimento, analogamente alla celiachia dell’uomo, sembra avere una forte base genetica ed è stata riscontrata principalmente nei Setter puri Irlandesi.
È stata riscontrata anche nei Border Terrier dove il glutine causa una forma di patologia simil-epilettica e nel Soft Coated Wheaten Terrier.

Purtroppo in Medicina Veterinaria gli studi scientifici sono spesso inconclusi o coinvolgono pochi cani. Quindi non ci permettono di avere certezze sul meccanismo che sta alla base di questa enteropatia da glutine.

Infatti, la prevalenza di questa enteropatia da glutine non è conosciuta e non è ben conosciuta neanche la patogenesi della malattia, per questo motivo non sappiamo se possiamo definirla una vera e propria celiachia. Nelle diete per cani fortemente allergici è comunque consigliato non inserire fonti di glutine perché può essere causa di intolleranze/allergie come qualsiasi altra proteina.

Va sottolineato anche che il glutine è in grado di acidificare il pH urinario. Attenzione quindi ad utilizzarlo quando l’animale soffre di patologie delle basse vie urinarie come qualche urolitiasi.

In conclusione

Che cosa fare quindi se sospetto che il mio cane sia intollerante al glutine?
La regola principale e più importante quando si decide di cambiare dieta al proprio animale è di farlo sotto controllo e sotto consiglio del Veterinario Nutrizionista. 

Articolo della dott.ssa Alice Chierichetti, DMV

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  • Pubblicato il Alice Chierichetti
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Calcoli di struvite e alimentazione

mercoledì, 02 Novembre 2022 da Gruppo Nutravet
Calcoli di struvite e alimentazione

I calcoli o uroliti sono fra le patologie più comuni in cani e gatti, in particolar modo di struvite. Dato che si tratta di una malattia ricorrente, che può essere frustrante, in questo articolo parliamo della corretta gestione nutrizionale dei calcoli da struvite nel cane e nel gatto. Semplici azioni per un problema complesso!

Che cos’è l’urolitiasi?
L’urolitiasi è una patologia caratterizzata dalla presenza nel tratto urinario di uroliti (i cosiddetti calcoli).

Le urine contengono in generale dei Sali minerali che, se raggiungono alti livelli di saturazione, possono precipitare e formare degli aggregati di forma e consistenza variabile.

Questa condizione viene favorita quando la concentrazione di questa Sali minerali aumenta o quando c’è una riduzione del volume urinario (che poi, è la stessa cosa: aumentano i soluti o diminuisce il solvente). 

Tra le urolitiasi più comuni nel cane e nel gatto troviamo la struvite (magnesio ammonio fosfato), dovuta appunto dall’aggregazione tra magnesio, ammonio e fosfato.

Struvite nel cane e nel gatto

Nel cane la presenza dei calcoli di struvite è spesso correlata alla presenza di un’infezione delle vie urinarie, dovuta per lo più a batteri ureasi produttori (quali stafilococchi, pseudomonas, proteus e klebsiella) che scindono l’urea in ammonio e bicarbonato.

Lo ione ammonio così si può aggregare al magnesio e al fosforo per formare la struvite, mentre il bicarbonato che induce un aumento del pH urinario, rende anche meno solubile la struvite che tende quindi a precipitare. 

Nel gatto, invece, la struvite si associa più spesso ad urine sterili, quindi senza batteri, ma pur sempre alcaline (ovvero con pH alto). 

Quindi quali sono le cause predisponenti quindi alla formazione dei cristalli di struvite?

  • La sovrasaturazione delle urine da parte di magnesio, ammonio e fosfato
  • Infezioni batteriche urinarie
  • pH urinario basico
  • diete non idonee, in particolare alimenti secchi e contenenti alte quantità di magnesio o comunque alcalinizzanti
  • scarso consumo di acqua
L’urolitiasi è una patologia caratterizzata dalla presenza di calcoli nelle basse vie urinarie.
Con l’alimentazione possiamo fare molto sia in fase di cura che in fase di prevenzione

Calcoli di struvite e alimentazione. Come possiamo agire con l’alimentazione fresca?

L’alimentazione, in corso di urolitiasi può fare la differenza.
Possiamo, in particolare, agire su diversi punti:

  • aumentare l’introito di acqua giornaliero – se vuoi sapere come fare per fare sì che il tuo cane o gatto beva di più, leggi questo articolo!
  • limitare l’escrezione urinaria dei precursori, tramite una dieta appositamente formulata
  • ridurre il pH urinario, aggiungendo integratori blandamente acidificanti (ad esempio la rosa canina che contiene vitamina C naturale)
  • lavorare in dissoluzione del calcolo, ma anche in prevenzione ovvero mai abbassare la guardia! Se il tuo cane o il tuo gatto ha avuto calcoli in passato, potrebbe averli anche in futuro ed è quindi fondamentale proseguire con un’alimentazione dedicata!
  • aiutare, tramite una dieta ricca di pre e probiotici, il microbiota intestinale, in modo da ridurre la colonizzazione della vescica da parte di batteri provenienti dal tratto intestinale.
  • utilizzare integrazioni ad azione antinfiammatoria, come gli Omega-3 o alcuni fitoterapici come il Ribes nigrum gemmoderivato, per ridurre l’infiammazione della vescica e quindi il dolore creato dalla cistite.
  •  creare diete appetibili (rispetto alle diete commerciali poco appetibili che esistono in commercio).

E’ importantissimo creare una dieta specifica e altamente individualizzata nel corso delle urolitiasi per personalizzare il tenore proteico, la quantità di minerali e la quantità di acqua della dieta per far sì che sia una dieta corretta, che rispetti i fabbisogni dell’animale e che sia sostenibile nel lungo periodo. 

Possiamo, inoltre, attraverso integrazioni funzionali lavorare sul pH urinario e sul microbiota dei cani e dei gatti perché la disbiosi viene spesso collegata alle urolitiasi. 

Mi raccomando, attenzione al fai-da-te, consigliamo sempre di chiedere consiglio al Medico Veterinario Nutrizionista

Articolo della dott.ssa Alice Chierichetti, DMV

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  • Pubblicato il Alice Chierichetti
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Alimentazione per cani e gatti con problemi gastrointestinali. Cosa fare?

mercoledì, 06 Luglio 2022 da Gruppo Nutravet
Alimentazione del cane

Nei nostri cani e nei nostri gatti le patologie gastrointestinali sono dei disturbi piuttosto frequenti.

I sintomi che danno queste patologie sono spesso aspecifici e molto simili tra loro.

Tipicamente il nostro cane o gatto manifesterà: diarrea (sia acuta che cronica), stitichezza, dolore alla palpazione addominale, vomito, debolezza e poco appetito. 

Alimentazione per cani e gatti con problemi gastrointestinali

Per fare diagnosi il Medico Veterinario, in questi casi, si affida ad una accurata visita clinica. Con la quale raccoglie indicazioni utili sull’organo del tratto gastrointestinale maggiormente coinvolto. 

La dieta è uno strumento di fondamentale importanza quando si parla di apparato gastroenterico.
Una corretta dieta infatti può essere una vera e propria cura, ma ci aiuta anche moltissimo in prevenzione. 
Purtroppo non esiste una dieta universale che vada bene per tutti i soggetti e per tutte le patologie gastrointestinali.

L’alimentazione nel corso delle patologie gastrointestinali è fondamentale e ci aiuta molto come cura e come prevenzione

Cosa intendiamo con “dieta”?

Quando parliamo di dieta non ci riferiamo “solamente” al cibo, ma anche a:

  • nutrienti specifici
  • approcci nutrizionali personalizzati
  • integrazioni funzionali
  • gestione pratica dell’alimentazione

Quindi come si imposta un piano nutrizionale in questi casi?

Nella preparazione di un piano nutrizionale adeguato è necessario considerare diversi aspetti tra cui: la specie, la razza, l’età dell’animale. Ma anche se ci sono patologie concomitanti, l’ambiente in cui vive, l’attività fisica che svolge Senza dimenticare il BCS (Body Condition Score), il peso corporeo, il tono muscolare.
Ma anche tutta la sua storia dei primi mesi di vita (da dove arriva, se ha avuto qualche patologia, qualche parassita e così via…).

Una cosa molto importante è quella di fare una lista di alimenti che l’animale può o non può mangiare. Quelli che più gradisce e quelli che il proprietario preferisce cucinare. 

I nutrienti di interesse variano a seconda delle condizioni cliniche del paziente, della valutazione nutrizionale, dei sintomi, delle caratteristiche della malattia gastrointestinale.

Le opzioni nutrizionali per le malattie gastrointestinali sono numerose, in quanto pazienti diversi, pur con patologie simili, possono trarre vantaggio da alimentazioni differenti.

Proprio per questo motivo è importantissimo affidarsi ad un professionista (ad un Medico Veterinario esperto in nutrizione), per garantire all’animale una dieta bilanciata e personalizzata per la sua patologia. 

Attenzione quindi al “fai-da-te”, l’alimentazione è una medicina potentissima che abbiamo a nostra disposizione!

Articolo della dott.ssa Alice Chierichetti, DMV

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  • Pubblicato il Alice Chierichetti
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Cani e gatti possono mangiare i legumi?

mercoledì, 27 Aprile 2022 da Gruppo Nutravet
Legumi

I legumi non sono certamente fra gli alimenti che più facilmente ci viene in mente di dare al nostro cane o al nostro gatto, ma se volessimo.. si potrebbe?

Ne parliamo in questo articolo dove approfondiamo cosa sono i legumi e quali possiamo trovare in commercio, quali sono i possibili effetti sull’apparato gastroenterico e come vanno cucinati per cani e gatti. 

Che cosa sono i legumi

I legumi sono i semi contenuti all’interno dei baccelli (dei frutti) delle piante leguminose.
Sebbene contengano anche carboidrati vengono considerati un’importante fonte di proteine vegetali.
Sono ricchi anche di fibre, vitamine e sali minerali.  

Quali sono?

  • Ceci
  • Fagioli
  • Lenticchie
  • Fave
  • Edamame
  • Piselli
  • Soia
  • Cicerchie
  • Lupini

I legumi come prebiotici

I legumi vengono considerati degli ottimi prebiotici, perché contengono un’elevata percentuale di fibra sia solubile che insolubile. La fibra nutre i batteri buoni dell’intestino, un’enorme popolazione che vive nell’apparato digerente del cane e del gatto. 

La fibra agisce anche regolarizzando la motilità intestinale e la digestione. 

Il problema del valore biologico delle proteine

Il valore biologico è una valutazione delle proteine che vengono assunte dall’organismo tramite l’alimentazione.
Un alimento è detto ad elevato valore biologico se contiene tutti gli amminoacidi essenziali e nelle giuste quantità (come le proteine di origine animale), mentre un basso valore biologico indica un alimento che non contiene gli amminoacidi essenziali o non li contiene nelle giuste quantità (come le proteine di origine vegetale). 

Questo significa che le proteine dei legumi non contengono nelle giuste quantità gli amminoacidi essenziali ovvero gli amminoacidi che il corpo animale non riesce a sintetizzare, ma che deve per forza assumere con la dieta.
Gli amminoacidi essenziali sono fondamentali perché la carenza anche di uno solo può mettere in crisi il delicato equilibrio di sintesi proteica di tutto il corpo. E di conseguenza il ripristino e il mantenimento del tono e della massa muscolare, le funzioni cognitive dell’animale, le difese immunitarie e tantissimi altri processi che avvengono nel corpo grazie alle proteine. 

Scopriamo insieme se possiamo dare i legumi ai nostri amici a quattro zampe

Quindi possiamo dare sì o no i legumi a cani e gatti?

Sì, possiamo dare i legumi ai nostri amici a quattro zampe, ma solo sotto controllo medico.
Per quanto detto prima risulta chiaro che possiamo solo se questi rientrano all’interno di un’alimentazione bilanciata e varia, composta principalmente da proteine di origine animale (carne e pesce). 

Come vanno cucinati i legumi?

I legumi freschi

I legumi freschi vanno sempre messi in ammollo per il tempo indicato sulla confezione. Successivamente vanno sciacquati e poi cotti in abbondante acqua bollente. Si può aggiungere nell’acqua di cottura un pezzo di alga kombu che aiuterà a renderli più digeribili.

I legumi in scatola

Sono già pronti all’uso ma mi raccomando, sciacquateli bene prima di somministrarli al vostro pet per eliminare il sale e altre sostanze di conservazione.

Come vanno somministrati?

Iniziamo a somministrare i legumi in piccole quantità e iniziamo da quelli decorticati (suggerisco di iniziare da lenticchie e piselli) per poi passare agli altri. 
Il consiglio è di schiacciarli e frullarli una volta cotti. 

Possiamo usarli come snack, merende o come aggiunta alla loro pappa!

Articolo della dott.ssa Alice Chierichetti, DMV

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  • Pubblicato il Alice Chierichetti
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Il cane anziano. Come farlo vivere al meglio?

sabato, 06 Novembre 2021 da Gruppo Nutravet
Cane anziano

Ebbene sì, anche i nostri cani invecchiano, nessun cane rimarrà per sempre un cucciolo scatenato.

In questo articolo parleremo dell’anzianità, una fase di vita del nostro cane tanto importante quanto delicata.

Parleremo anche dei cambiamenti che avvengono e di come sostenere al meglio il nostro amico a quattro zampe.

Quando possiamo definire un cane “anziano”?

L’anzianità non è una patologia, ma è uno stadio della vita.

L’età in cui un cane diventa anziano dipende da diversi fattori tra cui la razza, ma soprattutto la taglia.
Infatti un cane di taglia piccola o media viene considerato anziano circa all’età di 7-10 anni, mentre un cane di taglia grande o gigante attorno ai 6-8 anni. 

Perché ci interessa stabilire quando un animale diventa anziano?

Ci interessa stabilire quando il nostro cane diventa anziano per riuscire a sostenerlo al meglio, per dargli tutte le attenzioni di cui ha bisogno.

Come i nostri nonni, anche il nostro cane avrà bisogno di diverse cure e di un amore da parte nostra ancora più grande!  


È importante mantenere in forma il cane anziano, anche per facilitare i suoi movimenti

Da che cosa ci accorgiamo che il nostro cane sta diventando anziano?

Ci sono diversi cambiamenti che possiamo notare nel nostro cane, cambiamenti del tutto normali:

  • Il pelo inizia a diventare grigio o bianco
  • La pelle diventa meno elastica
  • Insonnia o sonni prolungati
  • Dolore alle articolazioni
  • Difficoltà nella corsa o nel saltare sul divano
  • Diminuzione dell’udito e della vista
  • Tartaro e perdita dei denti
  • Aumento o perdita del peso

    Durante questo periodo l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale perché i fabbisogni nutrizionali di un cane anziano cambiano radicalmente. 

Come possiamo alimentare il nostro cane anziano al meglio?

Per sapere come alimentare il nostro cane anziano al meglio dobbiamo capire come sta invecchiando: potremmo avere davanti un “anziano giovincello” in gran forma, un cane con patologie concomitanti da tenere sotto controllo, un cane che tende ad ingrassare oppure a perdere peso; capire il soggetto che abbiamo davanti ci aiuterà a scegliere l’alimentazione migliore.  

Partiamo dalle proteine: a meno che il nostro cane non soffra di qualche particolare patologia, le proteine non devono spaventarci.
Il cane è un carnivoro e come tale ha bisogno di assumerle; l’unica accortezza che dovremmo avere è di somministrare proteine della carne e del pesce e non proteine dei legumi (perché sono proteine che il nostro cane digerisce con più difficoltà). 

Per quanto riguarda i grassi, il nostro cane anziano potrebbe avere difficoltà a digerirli, per questo motivo sarebbe meglio prediligere grassi a media e corta catena (come l’olio di cocco), a discapito di grassi a lunga catena come il burro, lo strutto e il lardo.
Via libera per i grassi insaturi, i grassi che vengono chiamati grassi “buoni”. 

La fibra, nell’animale anziano, ha una funzione prebiotica (mantiene in salute i batteri buoni dell’intestino) e aiuta a mantenere l’intestino regolare.
Solitamente gli anziani sono più stitici rispetto ai cani giovani, per questo motivo sarebbe bene aumentare la fibra all’interno del pasto (da prediligere verdure quali zucchine, carote e finocchi). 

E gli integratori? Somministrare al nostro cane anziano degli integratori può essere molto utile. 

Primi fra tutti gli omega 3, ovvero acidi grassi essenziali che svolgono tantissime funzioni all’interno dell’organismo.
Come l’azione antinfiammatoria che aiuta l’organismo ad affrontare al meglio l’invecchiamento.
Le fonti di omega 3 sono i pesci grassi (come il salmone, lo sgombro e l’orata), ma si trovano anche in capsule o sotto forma di olio.  

Altre integrazioni molto utili sono la vitamina C e la vitamina E, potenti antiossidanti; la vitamina C si trova facilmente in farmacia sotto forma di polvere da mettere direttamente nella pappa, mentre la vitamina E si trova in capsule. 

Per quanto riguarda il dolore alle articolazioni si possono utilizzare antinfiammatori fitoterapici quali la boswellia e la curcuma. 

Proprio perché gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta sana, varia ed equilibrata, prima di decidere di iniziare a somministrarli al tuo cane chiedi sempre consiglio al tuo Medico Veterinario oppure ad un Nutrizionista Nutravet.
Esistono appunto dei casi specifici che richiedono uno studio più dettagliato sull’individuo perché ogni cane è unico e il nostro compito è conoscerlo, sostenerlo e amarlo per far sì che rimanga con noi per più tempo possibile. 

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  • Pubblicato il Alice Chierichetti
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