Come rafforzare il sistema immunitario del gatto con l’alimentazione
Il sistema immunitario del gatto è un sistema molto complesso, che può subire diversi attacchi nel corso della vita e che è importante mantenere sano e forte. In questo articolo approfondiamo come funziona il sistema immunitario di un gatto, quando si forma e come si evolve. Parleremo anche di come rafforzarlo con l’alimentazione e alcuni nutraceutici.
Per quanto si dica che un gatto “ha sette vite”, sta a noi aiutarlo a viverle tutte al meglio, rafforzando il suo sistema immunitario. Fondamentale infatti per garantire una lunga vita in salute, il sistema immunitario è deputato alla protezione del nostro gatto, sia da agenti nocivi esterni che da cause di malattia interne, come tumori.
Poiché il 70% delle cellule del sistema immunitario si trova nell’intestino, una alimentazione sana e magari alcuni nutraceutici, perché no, possono davvero fare la differenza.
Il sistema immunitario del gatto: come funziona e come si evolve
Come immagino tutti i lettori sappiano, il sistema immunitario è quell’insieme di cellule e tessuti del gatto deputata alla difesa dell’organismo.
Il sistema immunitario è come se fosse un organo unico, anche se è composto da una complessa rete di strutture, elementi cellulari e mediatori chimici, distribuiti in diversi distretti dell’organismo.
Queste cellule sono in continua comunicazione fra loro, tramite segnali biochimici e la salute del nostro gatto è legata al suo corretto bilanciamento.
In caso infatti di un funzionamento diminuito o difettoso, potrebbe andare incontro a patologie legate ad attacchi di microrganismi, ma anche ad altre come il cancro. Esistono però anche le patologie da iper-funzionamento, dove il sistema immunitario attacca gli obiettivi sbagliati (allergie, patologie auto-immuni).
Il sistema immunitario si comincia a sviluppare fin da dopo la nascita.
Assumendo il colostro, il gattino ingerisce anticorpi preformati dalla mamma, che lo difenderanno durante il periodo necessario a formare i propri.
Anche nei giorni successivi alla nascita, quando il colostro già non viene più prodotto, il latte materno ha lo scopo non solo di nutrire il nostro gattino, ma anche di continuare a trasmettere fattori che aiutano a comporre il suo microbiota intestinale. Che come vedremo più avanti avrà un ruolo importantissimo per tutta la vita del nostro gatto.
Alimentazione e sistema immunitario: cosa c’entrano?
Quando si pensa alla frase di Ippocrate “fai del tuo cibo, la tua medicina”, se la si vuole tradurre in termini moderni, potremmo farlo a questo modo: utilizza i principi nutritivi presenti negli alimenti per rafforzare il sistema immunitario del tuo gatto.
Se avessimo una lente di ingrandimento adatta infatti, potremmo vedere come a livello intestinale il nostro gatto presenta una meraviglioso microcosmo, in grado di regolare la sua salute. Nell’intestino infatti risiedono gran parte delle cellule del sistema immunitario (circa il 70%, come abbiamo detto sopra), in costante e continua interazione con batteri e altri microbi presenti.
Questi batteri non devono essere visti come nocivi, ma anzi, se sono in salute loro, produrranno una serie di metaboliti che aiuteranno il nostro gatto, fra l’altro ad esempio regolando il suo sistema immunitario.
Tramite queste sostanze e le loro interazioni con l’organismo, il sistema immunitario del gatto infatti apprende ad essere tollerante verso le molecole non nocive, come quelle del cibo, mentre attacca gli elementi estranei e pericolosi.
Questo fenomeno di apprendimento, legato anche al cibo che il nostro gatto, si verifica una sola volta nella vita, durante i primi mesi di vita. Studiata dagli scienziati come tolleranza alimentare, sembra rivestire un ruolo unico
L’alimentazione quindi può servire in due modi per rafforzare il sistema immunitario del gatto:
- Apportando molecole utili all’organismo, come antinfiammatori, antiossidanti etc. come vedremo più avanti in questo articolo
- Regolando la flora microbica locale, che poi a sua volta produce altre molecole utili per il benessere del gatto e per modulare il suo sistema immunitario.
Quando è necessario rafforzare il sistema immunitario del nostro gatto
Dobbiamo pensare di rafforzare il sistema immunitario del nostro gatto in tante e diverse situazioni. Un elenco, sicuramente non completo, comprende:
- Gattini che non hanno ricevuto allattamento materno
- Gatti con l’immunodeficienza felina (FIV)
- Gatti che soffrano di infezioni frequenti da batteri, virus, parassiti o funghi (fra cui soprattutto i gatti che soffrono di infezione latente da herpes virus felino).
- Gatti anziani, poiché il sistema immunitario invecchia con loro (fenomeno chiamato immunosenescenza)
- Gatti con patologie oncologiche (tumori anche benigni, cancro)
- Gatti stressati in modo cronico, dato l’influenza della psiche sul sistema immunitario.
Alimentazione e nutraceutici per rafforzare il sistema immunitario felino
Per aiutare il sistema immunitario del nostro gatto ad essere più forte, la base da cui partire è senza dubbio una alimentazione sana. Alimenti di buona qualità, possibilmente freschi e variati, sono la base per un organismo sano, gatto incluso.
Per mantenere un gatto sano, la sua alimentazione deve essere prima di tutto ricca di proteine animali. La malnutrizione proteica infatti, molto comune nei gatti essendo iper-carnivori, riduce la risposta immunitaria. Un gatto che non mangia una sufficiente quantità di proteine animali avrà quindi un sistema immunitario più debole e potrebbe persino avere una risposta minore alle vaccinazioni.
Fra i componenti delle proteine, gli aminoacidi glutamina, arginina e taurina sono fondamentali per mantenere il sistema immunitario del gatto in salute. Non a caso, questi nutrienti si trovano in grandi quantità nel cibo di origine animale.
Fra le integrazioni e i nutraceutici utili per rafforzare il sistema immunitario del nostro gatto, possiamo citare senza dubbio:
- Antiossidanti, come vitamina C e vitamina E. Vanno utilizzati con attenzione, dietro controllo medico veterinario, ma rappresentano un aiuto essenziale per il sistema immunitario del gatto.
- Zinco e selenio, sono due oligoelementi che sostengono il sistema immunitario del gatto, possono essere integrati ma con moderazione, avendo anche degli eccessi.
- Co-enzima Q10 (CoQ10), è un antiossidante che concorre in particolare a rafforzare il sistema immunitario in condizioni di malattia anche gravi, come il cancro.
Un discorso a parte lo merita invece la lisina. Molto utilizzata in ambito umano, soprattutto per le infezioni latenti da herpes virus, questo aminoacido sembra non avere la stessa potenza di azione sui nostri gatti. Gli studi in questo senso sono contradditori e l’utilizzo di integratori a base di lisina per il vostro gatto è sempre meglio che sia valutata dal vostro medico veterinario di fiducia.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM per Kodami
- Pubblicato il Maria Mayer
Dieta BARF per gatti
La dieta BARF è un tipo di alimentazione a crudo, basata su cibi di origine animale, perfettamente adatta alla salute del gatto. In questo articolo approndiamo la dieta BARF per gatti, scoprendo i suoi vantaggi e suoi svantaggi, punti di forza e difficoltà.
La dieta BARF è certamente uno dei sistemi alimentari “alternativi” al cibo commerciale per gatti più diffuso al mondo. Il termine BARF, dall’inglese Bones And Raw Food (Ossa e Cibo Crudi), oppure Biologically Appropriate Raw Food (Cibo Crudo Biologicamente Appropriato) rappresenta un metodo di dieta codificato dal dr. Ian Billinghurst. Il medico veterinario australiano che per primo ne ha parlato diffusamente nei suoi libri.
Anche se spesso osteggiato da alcuni medici veterinari, la dieta BARF rappresenta una valida alternativa nutrizionale, soprattutto per il gatto, che viene definito un animale iper-carnivoro.
Vediamo in questo articolo di cosa si tratta esattamente.
Che cosa è la dieta BARF per gatti?
La dieta BARF, come suggerisce l’acronimo, è composta da cibo crudo, di origine animale composto in modo da soddisfare i fabbisogni nutrizionali del nostro gatto. Saranno inclusi quindi le Ossa Polpose (OP), ricche di calcio e fosforo, la Carne Senza Osso (CSO), organi di vario tipo (fegato, cuore e milza i più importanti), una piccolissima quota di fibre vegetali e grassi. Alcuni alimenti extra molto importanti sono anche pesce e uova.
La corretta composizione di una dieta BARF per gatti deve essere studiata con attenzione. Se è vero infatti che i gatti sono carnivori, capaci in natura di scegliere quali prede cacciare in base ai loro fabbisogni, questa possibilità di scelta viene a mancare in casa.
I gatti però a differenza del cane non hanno dei grandi “paracadute” nutrizionali e rischiano di andare in carenze o eccessi alimentari con molta più facilità.
Per questo attenzione: una dieta composta da sola carne cruda, magari senza organi, o con eccessive quantità di organi al contrario, può rappresentare un rischio reale per il vostro gatto. Studiare molto e/o farsi aiutare da un professionista è assolutamente consigliato.
Vantaggi della dieta BARF per gatti
La dieta BARF ha diversi vantaggi e svantaggi per i gatti da valutare. La scelta del regime alimentare, come in altri casi, deve essere basato su valutazioni individualizzate, legate sia al singolo gatto che alla famiglia convivente.
Per questo è importante sapere quali possono essere i punti di forza di una BARF per gatti e quali invece le difficoltà che potremmo incontrare.
Per quel riguarda i vantaggi, dobbiamo citare certamente la scarsa necessità di integrazioni della dieta BARF. Si tratta infatti di un regime dietetico molto vicino ai fabbisogni nutrizionali del gatto.
Se ben fatta e se il nostro gatto collabora con i suoi gusti, mangiando ciò che gli forniamo, non sarà necessario aggiungere quasi nulla.
Uniche due eccezioni sono la taurina e gli acidi grassi essenziali Omega-3.
La taurina infatti potrebbe essere necessario integrarla nel caso in cui il nostro gatto mangi cibo che è stato in precedenza congelato. Potremo evitare invece di integrare taurina se il nostro gatto mangia sufficienti quantità di cuore fresco, ricco di questo amminoacido essenziale.
Gli Omega-3, in particolare EPA e DHA di origine marina, dovrebbero essere forniti a parte, come integrazione, a tutti i gatti BARFer. Anche mangiando una parte di pesce fresco infatti, questi acidi grassi non saranno presenti nella dieta del nostro gatto. A meno di non li integriamo correttamente in quantità tali da garantire il loro effetto di prevenzione di patologie. Diabete, cancro, epilessia, malattie intestinali croniche, e tantissime altre malattie del nostro gatto possono essere curati o prevenuti con l’aggiunta di Omega-3 alla dieta!
Svantaggi e difficoltà della dieta BARF per gatti
Fra le difficoltà della dieta BARF devo ricordare come questo regime alimentare non sia accettato spesso da gatti troppo abituati all’alimento commerciale. Come tutte le famiglie che ospitano un gatto sanno far cambiare i gusti ai nostri piccoli felini ha una gradazione che va dal difficile all’impossibile. I gusti del singolo gatto in questo senso possono rappresentare una limitante difficile, anche se con il tempo e tanta pazienza e a volte possibile “convincerli”, almeno in parte.
In generale altri svantaggi o difficoltà della dieta BARF per gatti, risiedono in problemi intestinali cronici e/o sensibilità individuali. In questo caso però il gatto malato, a differenza del cane, difficilmente mangerà alimenti che considera dannosi per sé stesso/a. L’avversione naturale del gatto per cibi che in precedenza lo hanno fatto sentire male, chiamata avversione gustativa appresa o effetto Garcia, può essere di aiuto in alcune occasioni, ma un ostacolo insormontabile in altre. Mi è capitato più di una volta infatti di trovare gatti con gusti ormai così radicati contro alcuni specifici alimenti che comporre una dieta fresca bilanciata era davvero difficile.
Anche la famiglia che ospita il gatto fa la differenza: la dieta BARF non è a mio parere adatta a sistemi famiglia con soggetti immuno-compromessi, come donne in gravidanza, bambini molto piccoli o persone che stanno seguendo una chemioterapia. Anche gatti malati, che debbano utilizzare terapie con farmaci immunosoppressori, come cortisonici o chemioterapici, dovrebbero valutare molto attentamente con il proprio medico veterinario se proseguire con la dieta BARF o meno.
Altri rischi di cui abbiamo parlato anche nell’articolo riguardo la dieta BARF per cani (LINK), sono meno comuni per il gatto che fa BARF. Ad esempio, i danni fisici (fratture dentarie, perforazioni intestinali) che le ossa intere possono provocare. Non frequenti nel cane, sono possibilità ancora più remote nel gatto che fa BARF. I gatti sono infatti esseri superiori, come mi piace dire, molto cauti al momento di alimentarsi e perfettamente capaci, in genere e eccetto problemi comportamentali particolari, di auto-regolarsi, evitando problemi di questo tipo.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM per Kodami
- Pubblicato il Maria Mayer
Dieta del cucciolo. Ecco gli errori da non commettere.
Perché la dieta del cucciolo è così importante? Il momento della crescita è una fase fondamentale che condizionerà tutta la vita futura. Per questo motivo è anche la fase più delicata dal punto di vista nutrizionale.
Le esigenze nutrizionali di un cucciolo e di un soggetto adulto sono diverse soprattutto per quanto riguarda i fabbisogni calorico, proteico e il rapporto Calcio/Fosforo.
E’ quindi fondamentale scegliere l’alimentazione corretta e fare attenzione a non commettere alcuni errori.
Dieta del cucciolo e fabbisogno calorico
Una dieta ipocalorica in un cucciolo può portare a una riduzione dell’accrescimento, crisi ipoglicemiche, alterazioni del pelo e non solo.
Un eccesso di calorie, d’altro canto, può causare una maggior incidenza di patologie ortopediche.
Una sottostante condizione di displasia di anca o di gomito, ad esempio, può peggiorare se il cucciolo è in sovrappeso durante la crescita.
Questo può accadere con più facilità nei cuccioli alimentati ad libitum. Cioè con il cibo sempre a disposizione durante la giornata.
Proteine
Il fabbisogno di proteine di cuccioli e gattini in crescita è maggiore rispetto all’adulto.
Oltre alle proteine che servono per mantenere l’organismo i cuccioli hanno bisogno di una quota aggiuntiva di proteine per la costruzione di nuovi tessuti.
E’ importante tenere in considerazione questa quota “extra” per la crescita.
Vitamina D e rapporto Calcio/Fosforo
Sia la carenza che l’eccesso di vitamina D, oppure un alterato rapporto Calcio/Fosforo interferiscono nella mineralizzazione delle ossa. Possono quindi causare gravi patologie dell’accrescimento (ad esempio rachitismo o fratture patologiche).
Altre carenze
Rispetto all’adulto il cucciolo in generale è più sensibile alla carenza di alcune vitamine e minerali.
Tra le principali rame, zinco, iodio , manganese, vitamina A.
Come evitare errori nell’alimentazione del cucciolo
Per evitare il sovrappeso o il sottopeso e favorire al tempo stesso una corretta digestione sono consigliabili almeno tre pasti al giorno nel cucciolo. E almeno 5 pasti al giorno nel gattino, pesando scrupolosamente gli ingredienti della dieta, sia che si tratti di dieta fresca che commerciale.
Sarà compito del veterinario dare indicazioni sulle quantità indicate per il vostro cucciolo in base ad una serie di fattori come razza, mesi di età, attività, peso previsto da adulto, ecc.
Proprio perché, come abbiamo visto, sia l’eccesso che la carenza di alcuni nutrienti possono avere effetti anche gravi su cucciolo e gattino la maggior parte degli alimenti “puppy” e “kitten” sono formulati tenendo conto di queste esigenze.
MAI integrare quindi calcio o vitamina D in un cucciolo che sta mangiando una dieta commerciale, se non prescritto da un Medico Veterinario.
E nel caso di dieta fresca?
Mai affidarsi al “fai da te”!
Sia le diete casalinghe che BARF per cuccioli correttamente formulate da un medico veterinario esperto in nutrizione prevederanno delle integrazioni o una particolare combinazione di ingredienti adatta a soddisfare i fabbisogni del cucciolo.
Fondamentale è quindi segnalare per tempo a chi vi ha prescritto la dieta se il cucciolo dovesse scartare qualche ingrediente o integratore, in modo da valutare tempestivamente alternative che non compromettano il suo sviluppo.
Articolo della dott.ssa Denise Pinotti, DMV
- Pubblicato il Denise Pinotti
Colite del cane. Cos’è, come riconoscerla e cosa fare
In questo articolo parliamo della colite del cane. Quali sono i sintomi e cosa fare dal punto di vista nutrizionale se il vostro cane ne è affetto.
Infatti, la dieta in corso di colite ha un ruolo fondamentale e deve sempre accompagnare la terapia medica.
Vi è mai capitato di vedere del muco nelle feci del vostro cane?
Quel muco è sintomo di colite appunto.
La colite può avere diverse cause: alimentare, batterica, infiammatoria, comportamentale e altre ancora.
È fondamentale individuare l’eziologia di questa patologia per curarla al meglio.
Anche se la causa della colite non è primariamente alimentare una corretta gestione nutrizionale è importantissima per aiutare il vostro cane a superare questa patologia che in alcuni casi può portare a importanti condizioni di malessere.
Colite del cane, di cosa si tratta?
Con il termine “colite” si intende un processo infiammatorio a carico del colon.
Il colon è l’ultima parte dell’intestino crasso ed è deputato al riassorbimento di acqua e sali minerali.
La mucosa del colon è costituita da cellule mucipare che hanno il compito di produrre muco, una sostanza viscida e gelatinosa che ha funzione di facilitare il passaggio delle feci e la loro espulsione.
In caso di colite le cellule mucipare mettono in atto un meccanismo difensivo per cui producono maggiori quantità di muco che poi ritroviamo nelle feci.
La quantità di muco è variabile. Possono esser presenti pochi filamenti oppure possiamo avere delle feci completamente ricoperte di muco.
Le cause di colite possono essere veramente tante: batteriche, virali, autoimmuni, alimentari, comportamentali e molte altre ancora.
Gli accertamenti per individuare la causa possono essere diversi a seconda del sospetto diagnostico del medico veterinario.
In generale potrebbe essere utile effettuare un esame delle feci, una valutazione della dieta attuale, esami del sangue, ecografia addominale fino a arrivare all’endoscopia con biopsia.
Una volta individuata la causa ovviamente questa va trattata con la terapia mirata. L’aiuto del veterinario nutrizionista è molto importante per elaborare una dieta ad hoc per supportare il colon del nostro cane che sta attraversando un periodo di forte stress.
Cosa possiamo mettere nella ciotola e cosa no in caso di colite?
- Fermenti lattici: sono sempre ottimi alleati per l’intestino, seguite i consigli del vostro veterinario per la scelta del prodotto migliore per il vostro cane
- Fibra: in alcuni casi è consigliabile sospendere le fonti di fibra per 24 ore o più per facilitare il lavoro del colon
- Alimenti altamente digeribili
- Acido butirrico: è un nutriente importantissimo per i colonociti. Lo troviamo ad esempio nel burro nel ghee.
Se il ritrovamento di qualche filamento di muco nelle feci è un evento saltuario e autolimitante non dobbiamo allarmarci.
È frequente ritrovare tracce di muco nelle feci dopo eventi stressanti o emozioni intense, sia positive che negative. Questo avviene per la stretta correlazione tra intestino e cervello.
Per esempio dopo un forte spavento o dopo un lungo viaggio è frequente che si verifichino episodi di colite che possono essere più o meno autolimitanti.
Se il vostro cane presenta questa sintomatologia in modo persistente (cronico) non va assolutamente sottovalutata.
È sempre il caso di andare a fondo per cercare di individuare la causa.
Anche nel caso della colite, dieta e terapia medica devono camminare insieme per agire su più fronti e curare al meglio la patologia.
Articolo della dott.ssa Giulia Moglianesi, DMV
- Pubblicato il Giulia Moglianesi