Premietti fatti in casa: come premiare in maniera sana e golosa i nostri pet
I premietti fatti in casa a cosa servono? Chi possiede un cane sa quanto sia bello premiarlo, quanto sia appagante creare questo momento di condivisione delle risorse. A proposito di premio o di gratificazione vi siete mai chiesti come si può premiare un cane?
Il quadrifoglio della gratificazione
Ci sono diversi modi per farlo: con il cibo, con il gioco, con la carezza o con una frase carina, infatti si parla del quadrifoglio della gratificazione. Ogni petalo del quadrifoglio va utilizzato con dovizia, nel momento giusto e con criterio in particolare nelle prime fasi della vita e dell’apprendimento. Ogni cane ha le sue preferenze. Per molti cani il gioco è il jackpot, per altri lo è il cibo, dobbiamo quindi imparare ad osservare e a capire il nostro cane.
Premietti fatti in casa: a cosa servono?
Il premio, qualunque esso sia, serve per fissare un comportamento richiesto o serve a far capire al cane, in fase di apprendimento, che sta lavorando nel modo corretto. Tutte le ricompense sono da utilizzare con sapienza in modo da capire l’ordine di importanza che avranno per quel cane.
Quindi non solo il cibo gratifica ma, il cibo è per la maggior parte dei cani una vera delizia, comoda per il proprietario da
portare in tasca e reperibile in qualsiasi supermercato o negozio specializzato.
Durante il mio lavoro di medico veterinario nutrizionista chiedo sempre ai proprietari se somministrano premietti industriali ai cani, questo perché prima di tutto
apportano parecchie calorie e secondo potrebbero contenere ingredienti magari non indicati per quel soggetto. Ad esempio i wurstel, che ai cani piacciono tantissimo e che sono usatissimi, sarebbero assolutamente da evitare sia per gli ingredienti diciamo poco nobili e sia per le possibili implicazioni sanitarie in particolare se dati crudi.
Oggi vorrei con voi approfondire questo discorso perché lo ritengo importante e inoltre vi vorrei
condurre verso la scelta di questi alimenti gratificanti aiutandoli ad acquistarli o meglio ancora
vorrei dirvi come produrli in casa.
Premietti fatti in casa: come sceglierli
Per quello che riguarda i prodotti industriali il primo consiglio è quello di leggere bene l’etichetta e
di non soffermarsi al solo packaging frontale che spesso può trarre in inganno. Pensate che se
trovate scritto “con anatra”, la legge permette di inserirne solo il 4%, viene da se che i restanti
ingredienti siano da ricercare nell’etichetta sul retro della confezione. Questi prodotti inoltre
contengono molti cereali e zuccheri nascosti che possono non essere indicati.
Detto questo credo che la carne essiccata pura al 100% sia in assoluto la migliore opzione, la si trova di tanti tipi diversi in particolare nei negozi specializzati. Questa tipologia di premio consente anche ai cani che fanno diete ad eliminazione o simil-chetogeniche di sgranocchiare qualcosa di sicuro, nutriente, che si può spezzettare in piccoli pezzi ed è inoltre facile da trasportare. Il processo di essiccazione è un metodo molto antico di conservazione della carne che consiste nell’eliminazione della maggior parte dell’acqua libera, quindi nel blocco dell’attività enzimatica, vien da se che non è quindi una cottura.
Possiamo produrre in casa la carne essiccata?
Certamente! La cosa migliore è munirsi di un essiccatore, ma non è l’unico metodo vediamo come fare:
Premietti fatti in casa: Metodo con l’essiccatore
Prima di tutto servono tagli di carne magra o comunque carne privata dal grasso perché il grasso trattiene acqua e non si secca. Acquistate carne di buona qualità e lavoratela velocemente in modo da ridurre al minimo la contaminazione e la proliferazione batterica.
La carne va tagliata a cubetti o a striscioline larghe circa 1 centimetro e spesse mezzo centimetro, vanno disposte distanziate, meglio su carta forno, nei cestelli dell’essiccatore in modo che l’essiccazione sia uniforme.
Si imposta un ciclo a 68 gradi per circa 8 ore. Una volta che si sono raffreddate e ben asciugate queste striscioline si possono conservare in un vaso di vetro per circa 30 giorni al riparo dalla luce e, cosa importante, NON in frigorifero perché si potrebbero ammorbidire e ammuffire.
Per una migliore conservazione possiamo metterle sottovuoto e in freezer. Vi ricordo che questa carne non è cotta ma è solo privata dell’acqua e che, per una migliore sanificazione, la si può mettere dopo averla essiccata qualche minuto nel forno a 100 gradi. Si possono essiccare anche i pesci di piccole dimensioni dopo averli eviscerati, vanno acquistati freschissimi in modo che il contenuto di istamina sia molto basso, disposti nell’essiccatore sopra la carta forno, impostando la funzione pesce o avviando un ciclo a 60 gradi per 10 ore.
Premietti fatti in casa: Metodo con il forno
Se non abbiamo un essiccatore possiamo tagliare la carne e disporla nel forno di casa sulla carta forno. Se si possiede un forno statico impostarlo a 100 gradi per 2 ore girando i pezzi a metà cottura e tenendo leggermente aperto lo sportello, se si possiede quello ventilato si imposta a 60 gradi per 6-8 ore sempre tenendo leggermente aperto lo sportello.
Consigli generali
Offriamo al nostro pet la carne essiccata senza esagerare perché ha una notevole densità calorica cioè contiene dalle 300 alle 400 kcal per 100 grammi. Nei cani in sovrappeso o di piccola taglia, soprattutto, dobbiamo considerarla e dosarla quando si formula una dieta. È un ottimo alimento utilizzabile come premietto gratificante, come snack, per i cani da lavoro, per gli sportivi e anche nei cuccioli.
Articolo della dott.ssa Monica Serenari, DVM
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Il primo vero alimento dei cuccioli è il colostro?
Sembra una domanda banale ma non lo è, certamente il colostro è fondamentale per la sopravvivenza del neonato ma andiamo con ordine.
Cos’è il colostro?
Iniziamo questo viaggio dai primi momenti di vita e parliamo dell’alimento COLOSTRO. Il colostro è prodotto dalle ghiandole mammarie negli ultimi giorni di gravidanza fino ai primi 2 giorni dopo il parto. Apporta nutrienti importantissimi come: acqua, lipidi, carboidrati (lattosio e altri oligosaccaridi), proteine (caseine), enzimi digestivi, immunoglobuline materne e fattori di crescita che, pensate, fanno raddoppiare di peso l’intestino tenue del cucciolo nelle prime 24 ore di vita. La composizione esatta del colostro non è ancora del tutto conosciuta e nei vari studi mostra una certa variabilità. Questo importante alimento contiene inoltre una notevole quantità di vitamina E, A e D.
Le immunoglobuline contenute in questo importante alimento sono prevalentemente IgA, IgM, IgG e vengono assorbite passivamente dall’intestino del cucciolo solo per poche ore dopo la nascita. Nel cane il massimo assorbimento si ha nelle prime 15 ore, nel gatto è invece importantissimo che venga assunto nelle prime 12 ore perché le immunoglobuline colostrali successivamente diminuiscono molto.
La natura ha escogitato questo sistema per immunizzare passivamente i neonati visto che il passaggio delle immunoglobuline dal sangue materno al feto nei carnivori è molto scarso.
Altra funzione importantissima del colostro è la funzione blandamente lassativa utile all’emissione del meconio (prime feci del neonato), aiuta l’escrezione della bilirubina e previene l’ittero neonatale.
Il lattosio presente nel colostro è in assoluto la fonte di energia più importante per il neonato anche perché questo è l’unico carboidrato che riesce a digerire, gli altri oligosaccaridi presenti inoltre nel colostro servono per modulare il microbiota intestinale, impediscono la crescita dei patogeni e favoriscono lo sviluppo dei bifido batteri.
La barriera intestinale del neonato è incompleta e permeabile, questo consente l’assorbimento di tutti i nutrienti e dei fattori di crescita per i vari tessuti dell’organismo.
Il colostro è sempre presente?
Il colostro può mancare per problemi materni come può succedere nelle cagne primipare stressate, nelle cagne con patologie sistemiche, in caso di distocia e nelle infiammazioni del tessuto mammario. I fattori legati ai cuccioli sono invece dovute a malformazioni che impediscono la normale suzione come la palatoschisi.
I neonati che non assumono colostro perdono calore e peso rapidamente, si indeboliscono, si disidratano, sono ipoglicemici, vanno incontro rapidamente ad infezioni, ad insufficienza cardiaca e a morte.
Il colostro quindi è un prodotto non sostituibile se non somministrando il colostro di una cagna donatrice, in poche parole il latte artificiale non è assolutamente sufficiente in queste prime fasi della vita. L’assunzione o meno di questo importante nutriente ha un impatto significativo sullo sviluppo a lungo termine e sulla sopravvivenza del neonato anche dopo lo svezzamento perché stimola lo sviluppo di molti organi oltre del tratto gastroenterico.
Conclusioni: il colostro è il primo alimento del cucciolo?
La risposta è no: il primo alimento è il LIQUIDO AMNIOTICO.
Il liquido amniotico circonda e protegge il feto durante la gestazione, permette il normale sviluppo degli arti del feto consentendone i movimenti, permette lo sviluppo del polmone, garantisce al feto una temperatura costante, protegge il cordone ombelicale e ha proprietà antinfettive. Ma come dicevamo prima, è anche il primo alimento del feto. Appena il feto completa l’organogenesi dell’apparato digerente e inizia a deglutire, inghiotte il liquido amniotico che va a controbilanciarne la produzione, pensate che un feto umano ne ingerisce 500 ml al giorno.
L’ingestione del liquido amniotico attiva l’apparato digerente del cucciolo, apporta nutrienti in particolare sali minerali, acidi grassi e proteine consente l’idratazione e la produzione di urine.
Articolo del Dr.ssa Monica Serenari, DMV
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Cardiomiopatia dilatativa nel cane e alimenti grain free: il caso clinico di Lucky
Nel 2018, la Food and Drug Administration statunitense (FDA) lancia un allarme ventilando una correlazione tra cardiomiopatia dilatativa nel cane e alimenti grain free, contenente legumi, in cani di razze non predisposte geneticamente a svilupparla.
La miocardiopatia dilatativa (DCM) è una patologia che compromette la funzione sistolica a causa della dilatazione delle camere cardiache con assottigliamento della parete ventricolare, mettendo a repentaglio la vita dell’animale.
Le razze di cane che sono geneticamente predisposte a sviluppare la DCM sono: dobermann, alano, boxer, terranova, cane da acqua portoghese, dalmata, levriero irlandese e cocker spaniel.
I sintomi della DCM nel cane dipendono dalla razza, dallo stadio di malattia e quelli più frequenti sono: perdita di appetito, abbattimento, riluttanza al movimento, mucose pallide, aumento della frequenza cardiaca, aumento della frequenza respiratoria, tosse, difficoltà respiratoria, collasso e svenimenti per aritmie. Nei casi avanzati è possibile l’edema polmonare, accumulo di liquidi in torace (versamento pleurico) e in addome (ascite).
Cardiomiopatia dilatativa nel cane e alimenti grain free: Il caso di Lucky
Lucky è un bouledogue francese maschio intero, caille, di 7 anni.
Anamnesi: Lucky ha sofferto di dermatiti, otiti e pododermatiti che si sono risolte da circa 1 anno con la somministrazione di un mangime commerciale grain free.
Nel settembre 2023 Lucky viene portato in urgenza in clinica per un grave scompenso cardiaco, viene stabilizzato in terapia intensiva e sottoposto alle indagini del caso: RX, ecocardio, Holter ed esami ematologici e biochimici.
La diagnosi cardiologica: scompenso cardiaco con quadro ipocinetico dilatativo con lievi rigurgiti centrali funzionali delle valvole a/v, dilatazione atriale sinistra e delle vene polmonari con indici sistolici ridotti. L’esame Holter evidenzia un ritmo sinusale con sporadiche ectopie ventricolari, rare sopraventricolari, no aritmie organizzate e non necessita di terapia antiartmica.
Cardiomiopatia ipocinetica-dilatativa significa che il cuore di Lucky ha una contrattilità diminuita, ha una parete sottile, è dilatato. Questa situazione è in prima ipotesi di natura nutrizionale/carenziale, infiammatoria, meno probabilmente genetica, tachiaritmica o ischemica. Oltre agli esami ematici è stata valutata la troponina che è aumentata (0.43 ng/ml con valori normali di 0.03-0.013) ed è indicativa di danno miocardico, mentre la funzionalità tiroidea è normale. Lucky è stato dimesso con una serie di farmaci da assumere: pimobendan, furosemide, spironolattone e taurina.
Visita nutrizionale richiesta per cardiomiopatia dilatativa dalla clinica veterinaria
Il personale della clinica veterinaria curante richiede una mia consulenza nutrizionale.
La visita nutrizionale: Lucky pesa 10 Kg con un peso ideale 13 kg, ha un BCS (body condition score) di 3/9 e una muscolatura molto scarsa. Nonostante tutto Lucky ha un buon appetito, ha rari episodi di vomito, cerca di mangiare erba quando esce, le feci sono formate anche se abbondanti a volte ha borborigmi intestinali e flatulenza. Non presenta pica o coprofagia ha qualche episodio di reflusso, ultimamente ha perso peso. Mangia da circa un anno un commerciale a base di piselli (63%) e proteine di insetto non bene specificate (22%) .
Imposto per Lucky una dieta casalinga a basso tenore di carboidrati con diverse proteine (pollo, manzo, tacchino, coniglio, trota, pesce bianco, cavallo e maiale), riso basmati, verdure, olio di girasole e olio di cocco. Come integrazioni funzionali prescrivo 1000 mg/al giorno di taurina, EPA, DHA, vitamine del gruppo B, vitamina E ed un integratore minerale e vitaminico per diete casalinghe.
Controllo dopo aver iniziato la dieta casalinga specifica
Primo controllo: 07/11/2023 Lucky inizia a prendere peso ora è 11.5 kg
Referto cardiologico: Evidente miglioramento della funzione sistolica. Scomparsa dei rigurgiti valvolari secondari, funzionali (permane minimo rigurgito mitralico). Normali i flussi anterogradi; normali pressioni atriali sx. Conclusioni: quadro di rimodellamento inverso parziale ma sostanziale. Continuare tutte le terapie in atto inalterate.
Secondo controllo dopo aver iniziato la dieta casalinga specifica
Secondo controllo 16/02/2024 Lucky pesa 12.5 kg.
Si evidenzia completo rimodellamento inverso con funzione sistolica ancora ai limiti inferiori ma prossima alla normalità. TVI aortico adeguato. Flussi mitralici anterogradi a normale profilo e velocita’. Completa scomparsa del rigurgito mitralico secondario. Si sospende Furosemide e Spironolattone. Continua Pimobendan inalterato. Prossima rivalutazione ecocardiografica tra 4 mesi nel Giugno 2024 (in previsione sospensione Pimobendan).
I piselli nella dieta del cane
I piselli sono legumi provenienti da una pianta erbacea, Pisum sativum appartenente alla famiglia delle Fabacee o Leguminose. Ne esistono diverse varietà, lisci, rugosi, rampicanti, nani e medi. Molto versatili in cucina, sono gustosi, molto pratici da preparare, si trovano tutto l’anno, sono utilizzati per la preparazione di primi e secondi piatti e cosa non di poco conto, sono molto economici.
I piselli sono molto utilizzati nell’alimentazione umana per le proprietà diuretiche, disintossicanti, antipertensive, abbassano il colesterolo, hanno un basso indice glicemico, sono molto più digeribili rispetto ad altri legumi e sono molto ricchi di fibre e di acido folico.
Valori nutrizionali: 100 grammi di piselli apportano 81 kcal, contengono 5.62 gr di proteine, 13.48 gr di carboidrati, 0.3 gr di grassi e 4.5 gr di fibra.
Le proteine vegetali per un cane hanno le stesse caratteristiche di quelle animali?
Negli ultimi 20 anni i piselli sono entrati anche a far parte del pet food per la loro economicità, per il loro contenuto di proteine (circa il doppio dei cereali) e di fibre, per il loro basso indice glicemico e per il senso di sazietà che ne deriva. Nel pet food le proteine dei piselli, quindi, andranno nel conteggio delle proteine totali (proteine gregge) aumentandolo con costi molto bassi. Ma le proteine vegetali per un cane hanno le stesse caratteristiche di quelle animali? La risposta è no.
Le proteine presenti nei piselli mancano di taurina e contengono una quantità limitata di cistina/cisteina e metionina oltre ad essere scarsamente digeribili. La scarsa digeribilità dei piselli è causata dalla presenza di raffinosio, un oligosaccaride che non riesce ad essere metabolizzato in zuccheri semplici nei carnivori domestici e che sembra essere implicato nello scarso assorbimento degli aminoacidi presenti. Come sappiamo, i cani sono in grado di produrre autonomamente la taurina partendo da altri aminoacidi contenenti zolfo come la cisteina e la metionina che, come abbiamo detto, nei piselli sono carenti.
La mancata assunzione o la scarsa produzione endogena di taurina causa rapidamente problemi a livello del muscolo cardiaco (circa un mese), inoltre questi cani hanno una perdita di acidi biliari primari che non vengono correttamente coniugati con la taurina, quindi non diventano secondari (acido taurocolico) e per questo motivo non vengono riassorbiti a livello intestinale, causando disbiosi e sintomi gastroenterici. La taurina è inoltre un aminoacido molto delicato, viene danneggiato sia con le alte che con le basse temperature.
La prevenzione è fondamentale
Essendo i sintomi della miocardiopatia dilatativa piuttosto tardivi, come possiamo capire se la malattia si sta sviluppando nei nostri cani in particolare se mangiano commerciali grain free contenenti grandi quantità di legumi in particolare di piselli?
Oggi abbiamo a disposizione diversi esami: il primo è la valutazione dell’ NT-ProBNP plasmatico, un suo aumento è un indice precoce di DCM nel cane importante quando la malattia è ancora asintomatica. Inoltre la valutazione della troponina (indice di danno miocardico) e l’esame Holter che ricerca di pericolose aritmie. Consiglio inoltre di integrare la dieta con taurina se sono utilizzati questi tipi di cibo commerciale anche in assenza di problematiche cardiache.
Ringraziamenti:
ringrazio tutto il GRUPPO NUTRAVET in particolare la Dott.ssa MARIA MAYER, il personale delle CLINICA VETERINARIA CITTÀ DI FORLÌ e la Dott.ssa CINI ILARIA per il materiale e l’aiuto.
Bibliografia:
Bokshowan E, Olver TD, Costa MO, Weber LP. Oligosaccharides and diet-related dilated cardiomyopathy in beagles. Front Vet Sci. 2023 Jul 24;10:1183301. doi: 10.3389/fvets.2023.1183301. PMID: 37565080; PMCID: PMC10411538.
Quilliam C, Reis LG, Ren Y, Ai Y, Weber LP. Effects of a 28-day feeding trial of grain-containing versus pulse-based diets on cardiac function, taurine levels and digestibility in domestic dogs. PLoS One. 2023 May 25;18(5):e0285381. doi: 10.1371/journal.pone.0285381. PMID: 37228111; PMCID: PMC10212094.
Articolo della Dr.ssa Monica Serenari, DVM
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Come riconoscere se il gatto ha dolore
Siamo sicuri di riconoscere il dolore nel gatto? Siamo sicuri di capire se il loro isolarsi, le posizioni assunte, le loro espressioni vengano correttamente lette e interpretate come dovrebbero? Oggi assieme a voi faremo un viaggio nelle espressioni e nelle posture che il gatto assume quando ha dolore, cercherò di fornirvi le corrette chiavi di lettura in modo da “leggere” e capire i nostri gatti.
Come dicevamo, la gestione e il riconoscimento del dolore nel gatto viene spesso trascurata e statisticamente vengono loro prescritti meno farmaci analgesici rispetto ai cani. Questo è dovuto alle difficoltà nel riconoscimento e nella valutazione del dolore felino, alla mancanza di formazione specifica sull’argomento e alla limitata disponibilità di strumenti per la valutazione del dolore in questa specie.
Cominciamo con il dire che serve osservare attentamente il felino ma cosa dobbiamo guardare? Cosa cambia quando il gatto ha dolore? Vediamolo assieme:
- La posizione delle orecchie
- Apertura delle palpebre
- Il muso e la sua tensione
- I cambiamenti nella direzione delle vibrisse
- La posizione della testa rispetto al corpo
Analizziamo questi comportamenti con l’aiuto di alcune foto tratte da un importante studio scientifico del 2019 (1).
Tutti i gatti a sinistra delle foto che analizzeremo sono gatti normali che non presentano dolore, i gatti della foto centrale presentano un dolore moderato, i gatti della foto a destra hanno un dolore molto intenso.
Da questo lavoro deriva la “Feline Grimace Scale”, sistema ora validato per il riconoscimento del dolore in questa specie e utilizzato in medicina felina. Al gatto verrà assegnato un punteggio valutando i 5 punti sopracitati assegnando un punteggio da 0 a 2, se il gatto risulta avere un punteggio superiore o uguale a 4 andrebbe considerata una terapia analgesica o un cambio di terapia.
POSIZIONE DELLE ORECCHIE
Il padiglione auricolare nei gatti sofferenti tende a spostarsi lateralmente e a rivolgersi verso il basso.
Immagine tratta da Evangelista et al.2019 (1)
APERTURA DELLE PALPEBRE
Mano mano aumenta l’entità del dolore le palpebre tendono ad essere socchiuse.
Immagine tratta da Evangelista et al.2019 (1)
FORMA DEL MUSO
Il muso del gatto normalmente bello rotondeggiante tende a diventare ovale, è teso e non più rilassato, il labbro superiore è leggermente sollevato.
Immagine tratta da Evangelista et al.2019 (1)
POSIZIONE DELLE VIBRISSE
La posizione normale è a sinistra, vedete come le vibrisse vanno a formare un arco delicato verso il basso, nei gatti sofferenti si dirigono in avanti e verso l’alto allontanandosi dalla faccia.
Immagine tratta da Evangelista et al.2019 (1)
POSIZIONE DELLA TESTA
Notiamo come la testa vada via via abbassandosi rispetto alla linea delle spalle, se il dolore è grave può essere abbassata, il mento tende ad essere in direzionato verso il torace e il collo piegato.
Immagine tratta da Evangelista et al.2019 (1)
Immagine tratta da Evangelista et al.2019 (1)
Osserviamo quindi questi esseri meravigliosi che si meritano di essere curati al meglio e ricordate…… “perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te….”
1 – Facial expressions of pain in cats: the development and validation of a Feline Grimace Scale di Marina C. Evangelista, Ryota Watanabe, Vivian S.Y. Leung, Beatriz Monteiro, Elizabeth O’Toole, Daniel S.J. Pang, Paulo V. Steagall del 2019.
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Insufficienza pancreatica esocrina. La storia di Braghira.
L’insufficienza pancreatica esocrina (EPI) è una patologia grave e debilitante per tutto l’organismo.
La parola insufficienza indica l’incapacità del pancreas di svolgere una sua funzione fondamentale: quella di digerire e di rendere disponibili all’assorbimento i macronutrienti.
Proteine, grassi, carboidrati e, nel cane, anche protezione e l’assorbimento della vitamina B12.
Il pancreas è un organo che ha più funzioni. Una esocrina, cioè la produzione di enzimi digestivi e una endocrina che consiste nella produzione di diversi ormoni come insulina, glucagone e molti altri.
I cani affetti da EPI quindi non sono in grado di digerire, assorbire ed assimilare gli alimenti.
Gli alimenti non processati, rimangono indigeriti nell’intestino, richiamando liquidi e creando fermentazioni intestinali anomale.
Insufficienza pancreatica esocrina. Quali sono le cause?
Ci sono razze particolarmente predisposte a sviluppare questa patologia.
Tra queste Chow-chow, Pastore tedesco, Rough collie, West highland white terrier, Eurasier e altre.
Una causa frequente di EPI sembra essere autoimmune. Sembra cioè che sia il sistema immunitario del soggetto stesso a danneggiare irreversibilmente il pancreas e a renderlo atrofico e fibroso.
L’età di insorgenza più frequente è nel giovane adulto, attorno ai 4 anni di età.
In alcuni cani invece l’insufficienza pancreatica è conseguenza di una pancreatite cronica, come si verifica in particolare nel Cavalier king Charles spaniel e nel Cocker spaniel.
In questo caso sono più predisposte le femmine attorno ai 7 anni.
Sintomi e segni dell’insufficienza pancreatica esocrina
I cani presentano un notevole calo di peso, con perdita della massa muscolare e della massa grassa.
Il mantello ha condizioni scadenti e presentano diarrea caratterizzata da feci abbondanti, chiare giallo/grigiastre, pastose e grasse.
Il cane tende ad avere un appetito insaziabile e può presentare coprofagia, tende a mangiare cioè le proprie feci. L’EPI è una malattia curabile esclusivamente con gli enzimi pancreatici ad uso veterinario, la somministrazione di vitamina B12 tramite iniezioni sottocutanee e una dieta bilanciata molto digeribile.
La storia di Braghira
Braghira è un cane di razza fila brasileiro di 4 anni, che ho visitato a metà Gennaio 2023.
La cagna vive in famiglia assieme ad altri cani della stessa razza, che sono ben seguiti e vengono alimentati con un cibo secco commerciale di buona qualità.
La cagna però da qualche tempo aveva iniziato a perdere peso molto rapidamente nonostante avesse un buon appetito, ha cominciato a defecare in casa perché non riusciva più a trattenere le feci diarroiche, ad isolarsi e nel giro di poche settimane è diventata emaciata e debole.
Il proprietario aveva iniziato varie terapie che non hanno però sortito alcun miglioramento apprezzabile.
Braghira pesava solo 26 kg (lo standard di razza prevede per le femmine un peso minimo di 40 kg, n.d.r.) e la situazione appare da subito molto compromessa.
Dopo le indagini del caso e la diagnosi inizia la terapia sostitutiva con enzimi pancreatici ad uso veterinario e una alimentazione mista casalinga e commerciale.
La diarrea cessa immediatamente e Braghira inizia piano piano a prendere peso.
Al controllo dopo 45 giorni Braghira pesa 41 kg, assume solo dieta casalinga bilanciata e variata perché la preferisce rispetto all’alimento commerciale.
Non ha più avuto problemi gastroenterici e continua la terapia con gli enzimi pancreatici ad uso veterinario che dovrà proseguire per tutta la vita.
L’obiettivo della terapia è di portarla al peso forma di 48 kg e di garantirle una buona qualità di vita. E ci sembra proprio sulla buona strada!
Articolo della dott.ssa Monica Serenari, DMV
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Quali sono le piante pericolose per i cani?
Quante volte ci siamo chiesti se la pianta che il nostro cane ha ingerito è tossica?
Ecco un articolo che fa il punto su questo argomento, raccogliendo le specie più comuni in Italia.
È bellissimo tenere in casa o in giardino delle piante, ma cosa sappiamo della loro tossicità?
Cosa possiamo fare per tenere in sicurezza i nostri piccoli amici?
Prendiamo in esame le più diffuse piante d’appartamento e da giardino, alcune possono dare problemi anche gravi se ingerite. Questo non vuol dire che non ci siano altre piante che possano dare problemi, ma queste sono le più comuni.
Se un cane presenta sintomi gastroenterici o cutanei a seguito dell’ingestione o del contatto con una pianta, è bene rivolgersi al veterinario curante o al CENTRO ANTIVELENI 011/6637637 oppure 06 49978000.
Rimedi “casalinghi” come latte, carbone o induzione del vomito possono arrecare danni e ritardare le cure idonee.
Spesso non ci sono antidoti per le sostanze tossiche contenute nelle piante, ma terapie di supporto.
PHYLODENDRON
Pianta tropicale tipica del sottobosco. In appartamento al riparo della luce diretta, cresce senza grossi problemi. Molto comune come pianta decorativa contiene una linfa ricca di ossalati negli steli e nelle foglie.
Può causare irritazioni della mucosa orale, linguale e gastroenterica. A livello delle mucose orali ed intestinali causa bruciore e vesciche.
I cani e i gatti che ne vengono in contatto presenteranno scialorrea (eccessiva salivazione), vomito e inappetenza.
DIEFFENBACHIA
Pianta tropicale molto diffusa negli appartamenti.
Ha un potenziale irritante per i nostri animali domestici. Contiene infatti una linfa tossica che a contatto con la cute, gli occhi e le mucose della bocca, stomaco e intestino provocando intenso bruciore e gonfiore.
Questa pianta contiene nel suo tessuto delle cellule denominate “esplosive” che sono ricche di ossalato di calcio. Tale sostanza all’interno di queste cellule cristallizza sotto forma di minuscoli “aghi” che vengono chiamati rafidi. Una leggera pressione sulla pianta è sufficiente alla rapida espulsione verso l’esterno dei rafidi che possono penetrare nella pelle provocandone l’infiammazione.
CICLAMINO
Pianta comune che nasce spontanea nei boschi o coltivata.
Ha tossicità in tutta la pianta tuberi compresi. Questo è legato al suo contenuto in ciclamina, in grado di provocare una sintomatologia gastrointestinale con vomito e diarrea.
Si possono anche avere crisi convulsive.
EUPHORBIA
Pianta molto comune per le festività natalizie, contiene una linfa ad alto contenuto di triterpeni. Possono essere molto irritanti se vengono a contatto con la pelle o se vengono ingeriti.
AGRIFOGLIO
Altra pianta decorativa natalizia molto comune, purtroppo tossica. Sono tossiche sia le bacche che le foglie e l’ingestione di pochi frutti (drupe rosse) può provocare torpore, grave stato infiammatorio sia a livello dell’apparato gastro-intestinale, con vomito e diarrea, sia a livello renale.
MUGHETTO
È tossica tutta la pianta compresi i fiori e le bacche, contiene sostanze cardiotossiche e saponine.
È molto pericolosa e può dare avvelenamenti anche mortali. Dobbiamo essere attenti anche al minimo contatto.
I sintomi sono dolori addominali, scialorrea, nausea vomito, alterazioni cardiache, coma e morte.
TULIPANO
La tossicità è limitata ai bulbi che contengono glicosidi e alcaloidi.
Se ingeriti possono dare una intossicazione molto grave per cui si consiglia l’ospedalizzazione.
I sintomi sono bruciore del cavo orale, vomito, edema della glottide, convulsioni, delirio, insufficienza epatica e renale.
Possono essere irritanti per le mani se toccati.
TASSO
La parte tossica è il seme che contiene la taxina A e B.
I sintomi dell’intossicazione possono essere gravi con sintomi quali nausea, vomito, diarrea, midriasi, convulsioni, depressione respiratoria e coma.
OLEANDRO
E’ un arbusto che si ritrova, di frequente, ai margini delle strade come pianta ornamentale.
Nei giardini è anche spontaneo ed è molto tossico sia per l’uomo che per gli animali.
Diversi casi di morte di ratti e topi si sono verificati anche per l’ingestione di acqua in cui erano stati immersi rametti e foglie della pianta.
Diversi bovini sono morti per averne mangiate le foglie. La tossicità equivale a quella dei digitalici.
DIGITALE
Questa pianta ornamentale contiene una serie di alcaloidi tossici come digitossina, digossina, lanatoside.
Tutta la pianta è velenosa e può dare effetti tossici anche a dosaggi bassissimi.
Come primi sintomi dell’intossicazione si osserva vomito incoercibile e aritmie cardiache nell’anziano. Nei giovani blocchi cardiaci e bradicardia.
DATURA
Pianta legata da secoli alla magia è chiamata anche erba delle streghe.
La sua tossicità è legata a tutta la pianta ma è concentrata in particolare nelle foglie, nei fiori e nei semi.
Gli alcaloidi contenuti, come la scopolamina e l’atropina, hanno un forte potere psicotropo e allucinogeno tali da lasciare danni permanenti e scatenando malattie mentali latenti.
Il decesso avviane per arresto respiratorio.
CYCAS
Pianta ornamentale molto comune e molto tossica.
La tossicità è principalmente concentrata nei semi ma tutta la pianta è da considerarsi pericolosa.
A seguito dell’ingestione anche di pochi semi si può manifestare vomito, diarrea, depressione e convulsioni.
Dopo qualche giorno invece inizia a manifestarsi l’azione tossica vera e propria a livello del fegato.
La maggior parte dei cani intossicati muoiono perché non esiste antidoto.
ARISTOLOCHIA
Moderna e bellissima pianta ornamentale, contiene l’acido aristolochico.
È una pianta ad azione cancerogena, dimostrata in via sperimentale nei roditori.
ARUM
Pianta molto comune che cresce in tutta Italia ai bordi delle strade e nelle zone in penombra.
La parte più tossica sono i frutti. Contiene saponine, glicosidi cianogenetici che in acqua liberano acido cianidrico. L’avvelenamento può anche essere mortale e si manifesta con disturbi gastro-intestinali, vomito e alterazioni del ritmo cardiaco (tachicardia).
Dermatiti e vesciche si hanno in seguito a contatto esterno.
RICINO
Coltivata per la sua bellezza, vegeta anche allo stato spontaneo.
I suoi semi possono venire confusi con i fagioli borlotti e sono la parte più velenosa della pianta.
L’ingestione di pochi semi (2-3) sono sufficienti per causare la morte, la sostanza tossica contenuta è la ricina.
La sintomatologia si manifesta con disturbi addominali, vomito e diarrea, ipertermia, embolia, emorragie intestinali, oliguria. Si instaurano anche disturbi del ritmo cardiaco e spasmi tetanici.
GINESTRA
Pianta diffusa in tutta la zona mediterranea.
Contiene parteina e scoparina, tutta la pianta è velenosa, ma soprattutto i fiori e i semi.
La ginestra costituisce un pericolo mortale e la sintomatologia si manifesta con disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea), crisi convulsive, stato comatoso che può giungere alla morte.
Se raccogliete i rami fioriti della pianta, non portate le mani alla bocca. Lavatevi accuratamente le mani.
EDERA
Comunissimo rampicante contiene saponine con capacità irritanti se ingerite.
La sintomatologia sarà caratterizzata da salivazione, vomito, diarrea e dolori addominali.
BOSSO
Pianta ornamentale che contiene sostanze tossiche come la buxina, buxina e bussimidina.
È tossica anche per gli animali domestici che possono avere sintomi gastrointestinali a seguito dell’ingestione.
La parte più tossica della pianta sono le foglie.
COLCHICO
Molto comune nei prati in autunno, contiene colchicina in particolare nei semi e nei bulbi.
L’intossicazione può avere una latenza fino a 10 giorni causano gravi sintomi come grave infiammazione di bocca e gola, dolori addominali, diarrea emorragica, alterazione della colagulazione seguita da aplasia midollare e emorragie fatali.
CICUTA
Pianta spontanea di storica tossicità per aver portato a morte Socrate, contiene degli alcaloidi come la coniina e conidrina.
La sua tossicità è legata a tutta la pianta ma in particolare ai frutti e ai semi.
Gli alcaloidi contenuti causano vomito, diarrea, paralisi dei muscoli respiratori che porta a morte.
La pianta ha anche una tossicità locale cutanea con iperemia ed edema.
ELLEBORO
Detta anche rosa di Natale, sono velenose tutte le parti aeree della pianta.
Costituisce un pericolo mortale, la sintomatologia si manifesta anche a livello gastrointestinale (vomito, diarrea), si avranno convulsioni e delirio fino a giungere alla morte per paralisi respiratoria.
Articolo della dott.ssa Monica Serenari, DMV
Tratto da Accademia di Fitoterapia e Scienze Naturali (A.Fi.S.Na., foto dal Web)
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Latte artificiale per cuccioli e gattini, ricette casalinghe!
Può succedere che serva latte artificiale per cuccioli e non si riesca a trovare quello confezionato, nessuna paura!
Ecco qualche ricetta con ingredienti che tutti possiamo avere in casa.
Alcuni accorgimenti: gli ingredienti devono essere accuratamente emulsionati e somministrati al cucciolo ad una temperatura di 39°-40°, usare sempre acqua di bottiglia sterile e adottare accurate norme igieniche!
Ricordiamoci però che si tratta di ricette d’emergenza che possono sostituire solo per brevi periodi quello in polvere formulato per cani e gatti!
E se ti interessa approfondire la cura dei cuccioli neonati leggi anche questo articolo.
Contributo a cura della dott.ssa Monica Serenari, DMV
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Vitamina B12 nel Pastore Australiano
La vitamina B12 nel cane (ma anche nell’uomo) è un importante cofattore di diversi enzimi.
L’organismo la utilizza per un corretto accrescimento, per la produzione di tutte le cellule, per le difese immunitarie, per la corretta eliminazione delle scorie azotate.
In più regola il metabolismo degli zuccheri e dei grassi.
La troviamo in tantissimi alimenti di origine animale: nel fegato, nelle uova, nel rene, nella carne, nei latticini e nel pesce.
Viene integrata in tutti gli alimenti industriali compresi quelli vegan, mentre i vegetali ne sono privi.
Cosa intendiamo per “malassorbimento selettivo” della vitamina B12 nel cane Pastore Australiano?
Il Pastore Australiano è una razza di cane che può essere affetta (assieme ad altre) dal malassorbimento selettivo di questa vitamina. Significa che, pur essendoci B12 adeguata negli alimenti, questa non viene assorbita dall’intestino.
Si tratta di una malattia genetica autosomica recessiva. Cioè di una malattia in cui ci sono portatori sani che possono riprodurre cuccioli affetti. Per questo per gli allevatori è molto pericolosa.
Quando si manifesta la patologia?
I cuccioli nascono sani, con un peso normale e senza carenze perché sono nutriti in utero dalla mamma e successivamente, con il latte materno, assumono tutti i nutrienti necessari.
A partire dallo svezzamento, se affetti da questa malattia genetica, non riescono più ad assimilare la vitamina B12 e dopo aver utilizzato tutte le loro scorte iniziano ad avere sintomi, intorno alle 8-12 settimane di vita.
Come si presenta la carenza di B12 nel cane?
Compaiono dimagrimento, abbattimento, debolezza, facili infezioni, diarrea, vomito, difficoltà di deglutizione, anemia, diminuzione dei globuli bianchi, aumento dell’azotemia, ipoglicemia, acidosi metabolica e crisi convulsive che non rispondono alle terapie convenzionali.
I sintomi neurologici e le crisi convulsive possono portare a morte l’animale
Il malassorbimento di Vitamina B12 del cane è una malattia curabile?
Si è facilmente curabile se diagnosticata in tempo con delle semplici iniezioni sottocutanee settimanali di vitamina B12.
È una malattia prevenibile?
Si, oggi è disponibile il test genetico che ci fa individuare i portatori sani o i cani affetti con un semplice tampone salivare o prelievo di sangue.
Articolo della dott.ssa Monica Serenari
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Alimentazione e cura del cucciolo neonato
Come prendersi cura di un cucciolo neonato?
La cosa più importante è non commettere errori e fare le cose indispensabili per salvare la vita al piccolo.
Quando un cucciolo deve essere alimentato artificialmente?
Quando la mamma non può accudirlo, se il latte della mamma potrebbe causare dei problemi, se è nato sottopeso, se è stato trovato o se la mamma è morta a seguito del parto, dobbiamo essere noi ad aiutare il cucciolo e dobbiamo farlo rapidamente e correttamente.
Ecco cosa fare e come prendersi cura del cucciolo neonato.
Le prime cure al cucciolo neonato
La prima cura, la più importante, è rappresentata dal calore.
Al cucciolo serve calore perché non è in grado di produrlo da solo.
Dobbiamo asciugare accuratamente il cucciolo se bagnato, se siamo in emergenza si possono usare delle bottiglie piene di acqua calda su cui poggiare il cucciolo avvolto in un panno morbido.
Altrimenti possiamo usare tappetini riscaldanti o le lampade apposite.
Una volta riscaldato, lo possiamo alimentare. Mai farlo prima perché se ha una temperatura corporea troppo bassa possiamo causare gravi problemi gastrointestinali.
La seconda cosa da fare è gestire, come farebbe la mamma, l’emissione delle feci e delle urine perché i cuccioli non sono in grado di farlo da soli in quanto non sentono lo stimolo.
Come fare? Stimolando delicatamente la zona genitale e anale del cucciolo con carta morbida, più volte al giorno.
I cuccioli inoltre vanno pesati regolarmente tutti i giorni per monitorare l’accrescimento e vanno tenuti in un luogo pulito.
Alimentazione dei cuccioli orfani. Prendersi cura del cucciolo neonato.
Conosciamo tutti l’importanza del colostro: è il primo latte che deve assumere il cucciolo subito dopo la nascita.
Il colostro è un latte ricchissimo di anticorpi che vengono assorbiti solo nelle prime 24-48 ore di vita.
Se il cucciolo non dovesse assumerlo potrebbe non avere difese immunitarie adeguate ed essere soggetto a tante malattie. Il medico veterinario in questo caso potrà consigliarvi per il meglio.
L’alimentazione ideale per il cucciolo è il latte materno, quando non fosse disponibile possiamo utilizzare il latte artificiale in polvere apposito per cuccioli o gattini.
In emergenza, se non abbiamo a disposizione il latte artificiale, possiamo dare latte di vacca o di capra però dobbiamo diluirlo 50:50, cioè un cucchiaio di latte e uno di acqua.
Va usato però per il tempo più breve possibile perché non è l’alimento ideale per un cucciolo.
Altra raccomandazione è quella di non usare mai latte artificiale per bambini.
È bene tener presente che i cuccioli allattati artificialmente avranno una crescita inferiore rispetto a quelli che assumono il latte della mamma perché spesso sono già inizialmente sofferenti e denutriti. In più il latte artificiale è meno digeribile, avrà meno effetti benefici diretti sul microbiota intestinale e stimolerà meno il sistema immunitario.
Come scegliere un buon latte artificiale?
I latti artificiali in commercio sono di solito bilanciati abbastanza bene come minerali e vitamine, però non possono contenere, a differenza del latte materno, sostanze come enzimi, ormoni, fattori di crescita e immunoglobuline che sarebbero indispensabili per la corretta crescita del cucciolo.
Come facciamo a scegliere tra le varie marche in commercio? E’ bene scegliere un latte con queste caratteristiche: proteine 6-8%, grassi 7.5-8%. Inoltre deve essere addizionato con DHA (omega 3 indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso del cucciolo) e con colostro.
Come preparare il latte artificiale?
Per preparare il latte in polvere servono le stesse attenzioni che si usano per i bambini. Dobbiamo utilizzare acqua oligominerale in bottiglia che è sterile, pulire molto bene le tettarelle e i biberon e poi sterilizzarli (vanno bene anche i contenitori appositi per il microonde).
Di norma il latte artificiale si diluisce in questo modo: una parte di polvere e tre di acqua a temperatura di circa 60° (leggete comunque le indicazioni in etichetta), temperature più alte possono danneggiare le vitamine.
Come somministrare il latte artificiale?
Per somministrare il latte artificiale una volta ricostituito, deve avere una temperatura di circa 30-40° e può essere dato con il biberon che monterà una tettarella morbida idonea alla taglia del cane.
Il cucciolo va tenuto in posizione fisiologica cioè non a pancia in su con la testa all’indietro, ma a pancia in giù con la testa verso l’alto in modo che il latte non vada di traverso.
Esiste anche la possibilità di somministrare il latte con un sondino, cioè un tubicino che va dalla bocca allo stomaco del cucciolo a cui va raccordata una siringa.
Il consiglio è di non improvvisare ma di andare dal veterinario, che insegnerà come fare.
Quanto latte artificiale somministrare al cucciolo?
Le dosi di latte da somministrare sono scritte in etichetta e la quantità è considerata come giornaliera.
Sappiamo che nella prima settimana di vita il cucciolo deve assumere 15 Kcal ogni 100 gr di peso corporeo e il latte ricostituito apporta circa 1-1.5 Kcal ogni ml.
Se il cucciolo pesa 100 grammi dovrà assumere circa 15 ml di latte nel corso della giornata.
Dopo la prima settimana di vita il cucciolo deve assumere 25 Kcal ogni 100 grammi di peso, quindi se pesa 200 grammi dovrà assumere circa 50 ml di latte al giorno suddiviso nelle varie poppate.
Nel gattino si usano 15-20 kcal per 100 grammi. Nei primi 3 giorni di vita le poppate devono essere frequenti cioè ogni 2-3 ore, successivamente fino al decimo giorno ogni 4 ore e poi ogni 6 ore.
Consigli per evitare i problemi legati all’allattamento artificiale
Per evitare i problemi legati all’allattamento artificiale dobbiamo:
- Posizionare il cucciolo correttamente
- Somministrare il latte alla giusta temperatura dopo averlo diluito nel modo corretto
- Somministrare il latte in 1-2 minuti per evitare che lo stomaco del cucciolo si distenda troppo velocemente
- Conservare il latte ricostituito in frigorifero per un massimo di 24 ore
- Mantenere una corretta igiene delle attrezzature e dei cuccioli
- Monitorare la crescita: i cuccioli vanno pesati quotidianamente e annotato il peso.
Teoricamente un cucciolo dovrà crescere 2-4 grammi per kg di peso adulto, quindi un cane che da adulto peserà 10 kg, dovrà crescere 20-40 grammi al giorno. I gattini cresceranno 8-10 grammi al giorno
Articolo della dott.ssa Monica Serenari
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