L’alimentazione del cucciolo, dallo svezzamento all’età adulta
Il momento della crescita è una fase fondamentale che condizionerà tutta la vita del nostro animale, per questo l’alimentazione del cucciolo è un argomento molto delicato e è importante monitorare e guidare al meglio tutte le sue diverse fasi. Ci occuperemo di illustrare alcuni dei principi fondamentali che il medico veterinario esperto in nutrizione prende in considerazione per accompagnare al meglio la crescita del suo nuovo piccolo paziente.
Valuteremo l’importanza di una dieta varia e bilanciata per il cucciolo, quali sono le differenze rispetto all’alimentazione di un cane adulto e parleremo infine dei tanto amati snack!
Prima di entrare nel vivo di questo articolo è doverosa una piccola premessa… Dopo la nascita salvo sfortunate circostanze, il cucciolo viene nutrito e accudito dalla madre per i primi mesi di vita fino allo svezzamento (potrebbe interessarti questo articolo sul cucciolo neonato).
L’adozione del cucciolo dovrebbe avvenire dopo la fine del periodo dello svezzamento, cioè dopo il passaggio dall’alimentazione lattea all’alimentazione solida.
Vediamo come nutrire al meglio il nuovo arrivato!
L’importanza di un’alimentazione varia e equilibrata durante la crescita del cucciolo
La crescita di un cucciolo non riguarda soltanto l’accrescimento fisico. Durante questa fase il compito del medico veterinario esperto in nutrizione è anche quello di gettare le basi per il corretto sviluppo del sistema immunitario, per un comportamento alimentare corretto e per lo sviluppo di buone capacità digestive.
Durante la crescita è fondamentale che il cucciolo segua una dieta varia e equilibrata. Negli ultimi anni infatti sono stati condotti diversi studi sulla “tolleranza orale”. La tolleranza orale è il meccanismo attraverso il quale il sistema immunitario riconosce come “innocuo” un alimento o i batteri della propria flora microbica. Un’alterazione di questo processo è alla base dello sviluppo delle patologie allergiche.
Questi studi riguardano prevalentemente la medicina umana ma anche gli studi condotti in medicina veterinaria sembrerebbero concordi. Per questo motivo durante lo svezzamento del cucciolo così come avviene per il bambino, dovremo introdurre diversi alimenti in modo da favorire lo sviluppo di una corretta tolleranza orale e prevenire fenomeni di allergia alimentare.
Una dieta varia stimola inoltre lo sviluppo di diverse popolazioni batteriche del microbiota intestinale che a sua volta partecipa al meccanismo di tolleranza orale oltre che al processo digestivo e moltissime altre funzioni dell’organismo. Uno sviluppo inadeguato del microbiota può portare a conseguenze permanenti con cui dovremo far i conti per tutta la vita dell’animale. Il microbiota è uno degli argomenti più studiati degli ultimi anni, le sue funzioni e le sue implicazioni sono infinite, vi invito a leggere l’articolo per approfondire l’argomento.
Differenze tra l’alimentazione del cucciolo e dell’adulto
Le esigenze nutrizionali del cucciolo subiranno profondi cambiamenti durante la crescita e la dieta dovrà adattarsi di conseguenza per scongiurare pericolosi sbilanciamenti.
Le esigenze nutrizionali di un cucciolo e di un soggetto adulto sono diverse. Soprattutto per quanto riguarda i fabbisogni calorico e proteico e il rapporto Calcio/Fosforo.
Un cucciolo brucia molte calorie in più rispetto ad un cane adulto. Un deficit energetico nel cucciolo può portare a una riduzione dell’accrescimento, crisi ipoglicemiche, alterazioni del pelo e molto altro.
Le proteine sono i mattoncini che costituiscono i vari tessuti dell’organismo e l’organismo di un cucciolo è un cantiere aperto che costruisce tessuti molto velocemente. Un cane adulto avrà fabbisogni proteici più bassi.
In ultimo, il calcio e il fosforo sono minerali fondamentali per lo sviluppo del tessuto scheletrico. Il loro rapporto deve essere strettamente sotto controllo durante il periodo di crescita, qualsiasi squilibrio in eccesso o in difetto può portare a malformazioni permanenti molto pericolose, soprattutto nelle razze di cani di taglia grande.
Quali snack scegliere per il cucciolo?
In commercio si possono trovare una quantità infinita di snack per cani delle più svariate forme: biscottini, ossi, persino torte di compleanno. Attenzione però, la maggior parte degli snack sono per lo più composti da grassi e carboidrati.
Nei cuccioli molto spesso ricorriamo all’utilizzo di questi prodotti: vengono usati come premietti nei percorsi di educazione, come coccola, come masticativi. È molto comune quindi dare molte kcal senza accorgersene!
Gli snack industriali contengono inoltre grandi quantità di additivi e conservanti che in alcuni casi possono essere responsabili di spiacevoli reazioni. Un’alternativa più sana ad essi sono gli essiccati di carne o pesce. Che possiamo anche preparare noi a casa utilizzando un essiccatore o il nostro forno.
Attenzione inoltre a tutti i masticativi e ossi che si trovano in commercio. Spesso sono molto difficili da digerire e possono diventare pericolosi nel caso in cui il cucciolo li ingoi trasformandosi in veri e propri corpi estranei.
Ben vengano giochi in plastica come il kong da ingolosire ad esempio con dello yogurt bianco senza zucchero, con cui il cucciolo può divertirsi in sicurezza.
Dieta e premi studiati per il cucciolo
La dieta del cucciolo quindi deve essere studiata in base alle sue particolari esigenze e essere plasmata in base alle varie fasi della crescita.
La dieta inoltre deve essere varia e soddisfare tutti i fabbisogni. Una buona alimentazione fin dalla tenera età è fondamentale per prevenire potenziali patologie e permette di costruire basi solide per supportare l’animale in tutte le fasi della propria vita.
Articolo della dott.ssa Giulia Moglianesi, DMV
- Pubblicato il Giulia Moglianesi
Dieta BARF nel cane: di cosa si tratta?
Sentiamo spesso parlare della cosiddetta BARF nel cane, ma cos’è esattamente? Apporta davvero benefici? Ci sono dei rischi per noi e per i nostri cani? Scopriamolo insieme!
BARF è un acronimo e sta per Bones And Raw Food, ovvero ossa e cibo crudo.
Un altro acronimo che si trova spesso in rete è Biologically Appropriate Raw Food, letteralmente cibo crudo biologicamente appropriato.
In entrambi i casi, la dieta BARF consiste nel somministrare una dieta cruda, vicina alla biologia del cane, così come fanno i lupi e i carnivori selvatici, dandogli quindi tutti gli ingredienti crudi, ma rendendo la dieta completa e bilanciata.
Ingredienti della dieta BARF per il cane
Ma quali sono gli ingredienti di una dieta BARF? Si tratta appunto di “riprodurre la preda” dando ai nostri cani carne cruda in polpa, organi crudi, ossa crude e verdure (che “imitano” la piccola parte di fibre che resta nello stomaco delle prede).
In alcuni casi e dove è ben tollerata, si aggiunge anche la trippa verde, ovvero i prestomaci dei ruminanti non lavati e non sbiancati (cosa che appunto conferisce il colore verde). Sono ricchissimi di sostanze benefiche per i nostri amici.
Tutte queste componenti formano una perfetta ciotola BARF!
La dieta BARF provoca spesso molte reazioni opposte: c’è chi la ama e chi la odia.
Questo perché comporta molti benefici, ma sicuramente anche dei rischi importanti che non vanno sottovalutati o presi alla leggera. Vediamoli insieme nel dettaglio.
Benefici di una dieta BARF nel cane
Primo fra tutti, c’è la qualità e la purezza delle materie prime.
Tutti gli ingredienti di una buona dieta BARF sono naturali, senza lavorazioni o processi di cottura che possono alterare le composizioni nutritive.
Sicuramente molto dipende dalla provenienza delle carni: se le prendiamo da un allevamento intensivo, saranno più trattate e con rischio di residui di farmaci rispetto ad un allevamento biologico.
In ogni caso, le carni utilizzate per la BARF sono le stesse destinate al consumo umano, quindi proprio quelle che mangereste anche voi! Potrete vedere con i vostri occhi e scegliere cosa mettere nella ciotola del vostro amico, senza scendere a compromessi.
Tra i vari benefici riportati da chi fa dieta BARF, salvo intolleranze soggettive che vanno attentamente analizzate, vengono elencati un manto più lucido, orecchie senza più otiti, occhi puliti e non arrossati, ghiandole perianali che non si infiammano, denti senza tartaro e quindi alito più profumato (grazie all’azione di pulizia meccanica data dalla masticazione delle ossa).
Non esistono ancora prove scientifiche al riguardo, ma sicuramente nella BARF mancano tutte le lavorazioni e i processi di trasformazione del cibo commerciale, nonché additivi e aggiunte che spesso possono creare disturbi ai nostri amici. Un vantaggio tangibile è la minor produzione di feci, poiché, non essendoci aggiunte o riempitivi, i nostri cani assimilano tutto quello che gli serve e gli scarti rimanenti sono pochissimi!
Un altro beneficio da non dimenticare? Il divertimento! Sì, perché ai nostri cani piace moltissimo mordicchiare, rompere e strappare, e la BARF consente questa attività che per i nostri amici è estremamente appagante e soddisfacente, nonché un ottimo passatempo.
Rischi di una dieta BARF nel cane
Veniamo alla nota dolente. La BARF purtroppo non è esente da rischi ed è bene conoscerli per non sottovalutarli ed incorrere in problemi di salute anche gravi.
Dal momento che tutti gli ingredienti sono crudi, esiste un rischio di contaminazione da parte di batteri, virus e altri microorganismi che può coinvolgere chi manipola gli alimenti, nonché gli animali stessi.
Bisogna quindi prestare attenzione. Rispettare sempre le buone norme igieniche quando si prepara una ciotola BARF, evitando questa dieta se in casa sono presenti bambini, donne in gravidanza o persone fragili o immunodepresse.
Anche se le carni BARF sono spesso vendute congelate, ricordiamoci che questo non impedisce la replicazione di virus e batteri. Una volta scongelate, anzi, la replicazione si riattiverà anche più rapidamente di prima!
Un altro rischio molto importante consiste proprio in uno dei fondamenti della dieta BARF, ovvero l’ingestione di ossa crude.
Bisogna sapere quali ossa dare al proprio cane e conoscere la sua capacità masticativa, per non incorrere nel rischio di denti scheggiati o peggio perforazioni intestinali o occlusioni anche fatali. Per fortuna, in commercio esistono anche dei preparati di ossa macinate con polpa, così da non rischiare incidenti qualora non ci si sentisse a proprio agio con l’idea delle ossa intere. Per soddisfare il bisogno di masticazione dei nostri cani, si potrà ripiegare su snack sani e sicuri.
In conclusione
Una dieta BARF “fai da te” può anche portare a gravi squilibri nutrizionali, quindi è fondamentale che sia formulata specificamente per il vostro cane da un medico veterinario nutrizionista che saprà darvi tutte le indicazioni per farla in completa sicurezza.
Riassumendo, è molto importante saper scegliere l’alimentazione giusta per il vostro cane, ma consapevolmente. Una volta a conoscenza dei rischi e prese tutte le dovute precauzioni, la BARF può essere un’eccellente e gustosissima dieta per il vostro cane, noterete sicuramente la differenza!
Articolo della dott.ssa Camilla Marchetti, DVM
- Pubblicato il Camilla Marchetti
L’importanza dell’alimentazione per la cagna in gravidanza
La gravidanza rappresenta un momento fisiologico estremamente delicato per i nostri animali. In questa fase l’alimentazione riveste un ruolo centrale sia per la madre che per i cuccioli. Svolge sia un’azione preventiva su alcune patologie sia di supporto per le funzioni fisiologiche e per il sistema immunitario di entrambi. In questo articolo vedremo come cambiano i fabbisogni delle gestanti, quali alimenti sono più indicati in gravidanza e quali integrazioni funzionali possiamo fornire alle future mamme.
La gravidanza nei nostri animali può essere un evento programmato o del tutto inaspettato. Infatti, se è vero che la sterilizzazione negli animali domestici è molto diffusa e spesso effettuata in età prepubere, la scelta di non sterilizzare il proprio animale o di farlo in età adulta, almeno dopo il secondo calore (come indicano le attuali linee guida sulla sterilizzazione) è sempre più frequente. Questo può portare a gravidanze non programmate. Nel caso delle cosiddette fattrici, invece, gli allevatori pianificano le future gravidanze con particolare attenzione. Soprattutto in quest’ultimo caso, possiamo intervenire con l’alimentazione anche prima dell’accoppiamento, per migliorare la fertilità delle fattrici e la futura gravidanza.
Cos’è importante conoscere sull’alimentazione per la cagna in gravidanza?
Se la gravidanza è programmata. L’importanza dell’alimentazione per la cagna in gravidanza.
Un fattore fondamentale da considerare quando si programma una gravidanza è che la cagna arrivi al momento dell’accoppiamento in peso forma.
Questo è un requisito molto importante. Un peso forma non ideale potrebbe portare a serie problematiche. Quali ridotta ovulazione, ridotto numero di cuccioli e scarso peso alla nascita e aumento della incidenza di distocie (problemi durante il parto).
Già da questa fase possiamo aiutare la futura gestante con delle integrazioni funzionali ad hoc, quali acidi grassi Omega tre (EPA e DHA) e acido Folico.
Come variano i fabbisogni in gravidanza
Durante le prime 4-5 settimane, il fabbisogno energetico della cagna non subisce sostanziali variazioni.
Dalla quinta settimana di gestazione in poi, occorre invece prevedere un incremento della razione giornaliera, che va dal 25% al 50% rispetto a quello di mantenimento, in dipendenza dal numero di cuccioli.
Durante la gravidanza una quota consistente dell’energia dovrebbe provenire dai carboidrati, in quanto i feti utilizzano esclusivamente il glucosio per il loro metabolismo energetico. Nel caso non si vogliano o non si possano inserire i carboidrati in gravidanza, è certamente possibile impostare una dieta “no carbo”, sopperendo ai fabbisogni tramite grassi e proteine, ma è fondamentale che tale dieta sia formulata da un Medico Veterinario molto esperto in nutrizione e non improvvisata.
Anche l’apporto proteico, in gravidanza, deve essere adeguato. Soprattutto è importante che le proteine fornite siano di elevato valore biologico (proteine animali da carne, pesce e derivati). Per evitare fenomeni di costipazione, frequenti nelle ultime fasi di gravidanza, potrebbero venirci in aiuto alcuni alimenti che spesso si utilizzano nelle formulazioni casalinghe per cagne gestanti. Come il latte vaccino e gli organi, come milza e fegato. A tal proposito potrebbe risultare vantaggiosa la somministrazione di polvere di cuticole di psillio, partendo da mezzo cucchiaino raso al giorno e aumentando la dose a seconda della taglia dell’animale e dell’effetto ottenuto.
In caso di animali intolleranti agli alimenti sopra citati o in soggetti che seguono un’alimentazione commerciale, è sempre consigliabile seguire i consigli del proprio medico veterinario nutrizionista.
Il parto della cagna e l’alimentazione nei giorni peri-partum
Negli ultimi due tre giorni di gravidanza la cagna potrebbe manifestare inappetenza. Si tratta di una evenienza fisiologica che serve, tra le altre cose, per avere l’intestino libero al momento del parto. In questo caso la futura madre non va forzata a mangiare.
Durante il parto è importante lasciare acqua fresca sempre disponibile.
Subito dopo il parto si può somministrare alla cagna una zuppa ricostituente a base di alimenti iperdigeribili e nutrienti. Anche in questo caso, se la cagna manifesta inappetenza nelle primissime ore dopo il parto, è bene non forzarla a mangiare.
Quali sono i pericoli di una dieta non bilanciata in gravidanza
Una malnutrizione delle femmine in gravidanza si può tradurre facilmente in conseguenze anche gravi, non solo per la madre, ma anche per i cuccioli.
In particolare, carenze proteiche e di carboidrati, possono portare ad un aumento della mortalità neonatale e/o alla nascita di cuccioli sottopeso, nonché a problemi immunitari nei cuccioli stessi.
Anche carenze o eccessi di Vitamine, in particolare Vitamina D e Vitamina A, possono portare a cucciolate meno numerose e/o malformazioni congenite nei cuccioli.
Un’altra carenza che si verifica molto frequentemente è quella di Zinco, che è un elemento fondamentale per numerose funzioni dell’organismo e del sistema immunitario. La sua carenza in gravidanza può portare a cucciolate ridotte e, nei casi più gravi, a riassorbimento fetale. E’ pertanto consigliabile una integrazione di Zinco durante la gestazione.
Integrazioni funzionali nell’alimentazione per la cagna in gravidanza
Come abbiamo già in parte accennato, alcune integrazioni funzionali, come Acido Folico e acidi grassi Omega 3 (EPA e DHA) dovrebbero essere iniziate ancor prima dell’accoppiamento e prolungate durante tutta la gravidanza. L’acido folico è particolarmente importante nelle razze brachicefale per prevenire la palatoschisi
E il Calcio va integrato?
Partiamo dal presupposto che, se la dieta è correttamente bilanciata, aggiungere un supplemento di calcio sotto forma di compresse, fiale o polveri, potrebbe addirittura risultare dannosa. Provocando un’inibizione del PTH (paratormone) con conseguente ipocalcemia post partum (c.d. eclampsia puerperale).
In linea di massima, se la gestante è nutrita con un alimento commerciale completo, questo conterrà già calcio e vitamine in quantità sufficienti a coprire i fabbisogni.
In caso di dieta casalinga, sarà il medico veterinario nutrizionista ad indicarvi gli integratori più corretti da utilizzare e le quantità esatta da somministrare.
La dieta BARF, invece, è una dieta che, di base, non prevede l’uso di integratori, perché il calcio e le vitamine sono fornite attraverso gli alimenti stessi (ossa polpose e organi). Tuttavia, soprattutto durante una fase così delicata come la gravidanza, il consiglio è quello di non improvvisare. Farsi seguire da un medico veterinario nutrizionista esperto in questo tipo di alimentazione permette di evitare problemi.
Infine, l’utilizzo di probiotici può risultare utile in quanto la gravidanza, il parto e l’allattamento rappresentano un momento di forte stress per l’organismo e lo stress è sempre nemico del microbiota intestinale della madre, che sarà poi trasferito ai cuccioli al momento il parto.
Articolo della dott.ssa Marta Batti, DMV
- Pubblicato il Marta Batti
Il gatto “moderno”, un carnivoro stretto
Si dice che il gatto sia un carnivoro stretto. Ma come si è evoluto il suo apparato digerente nel corso dei millenni? Proviamo a conoscerlo più da vicino.
Il gatto e l’inizio della relazione con l’uomo.
L’addomesticamento del gatto selvatico (Felis silvestis) è avvenuto circa 6000 anni.
Un tempo relativamente recente se pensiamo che l’uomo ha fatto amicizia con il cane più di 10.000 anni fa!
L’uomo decise di avvicinare il gatto per sfruttare le sue capacità di caccia così da tenere puliti i granai dai topi. Ovviamente i nostri avi non pensavano minimamente ad alimentarlo: a pancia piena avrebbe cacciato ben poco.
Il gatto moderno è molto simile al suo antenato, come morfologia e come comportamento: è rimasto un cacciatore notturno solitario di piccole prede (uccelli, rettili e roditori).
Per questo motivo il suo apparato digerente non ha subito modifiche poiché l’alimentazione è rimasta invariata nei millenni lasciandolo così un vero e proprio carnivoro.
Un breve viaggio nell’apparato digerente del gatto
Nel gatto, che ha uno sviluppo incredibile dell’olfatto, più ancora del gusto, la scelta dell’alimento è fatta prevalentemente con il naso.
I sapori che percepisce infatti sono limitati: apprezza il cosiddetto umami, che corrisponde al sapore del glutammato monosodico (dato dai tessuti animali), il salato e un po’ di acido.
Non percepisce invece il dolce ed ha avversione per l’amaro.
Ma non solo! Oltre all’olfatto, nella scelta del cibo il gatto utilizza il tatto: la forma, la consistenza e la temperatura della pietanza sono fondamentali (motivo per il quale l’industria del pet food ha lanciato cibi per gatti di ogni forma, colore e consistenza).
Dopo la masticazione
Dopo aver masticato brevemente, il cibo passa in faringe ed esofago per arrivare allo stomaco.
Lo stomaco del gatto è funzionale alla sua attività di cacciatore: è capace di accogliere piccole prede che vengono ingerite pochi minuti dopo la caccia, ancora calde e può fare tra i 10 e i 17 pasti al giorno!
Nello stomaco inizia una digestione prevalentemente enzimatica. Enzimi come pepsina e lipasi insieme ad un succo gastrico molto acido trasformano il bolo ingerito in chimo, un liquido brodoso e acido che prosegue nell’intestino tenue.
Il pH così acido è utilissimo anche ad abbattere la carica batterica dell’alimento (discretamente elevata calcolando che può mangiare anche le interiora di quello che caccia).
La digestione e l’assimilazione
Siamo arrivati nell’intestino. Qui il chimo (cioè il cibo per come arriva in questa fase) si mescola con i succhi pancreatici, la bile prodotta dal fegato e i succhi delle ghiandole presenti nell’intestino stesso.
Il chimo così si trasforma in chilo e prosegue il suo viaggio.
All’interno del chilo i nutrienti vengono ridotti in parti via via sempre più piccole per poi essere assimilate.
L’intestino del gatto è relativamente corto e il transito molto rapido, perciò il tempo per l’assorbimento è ridotto. L’assorbimento avviene soprattutto nella prima parte dell’intestino tenue (digiuno e ileo).
La fine del viaggio
Il chilo privo dei maggiori nutrienti prosegue verso l’intestino crasso dove viene riassorbita l’acqua e i sali minerali. Quello che rimane sono ovviamente le feci.
Come possiamo aiutare dal punto di vista nutrizionale i nostri “gatti da divano” a ricordarsi del gatto selvatico che è dentro di loro?
Abbiamo visto che i gatti sono dei cacciatori notturni solitari che consumano spesso piccole prede appena uccise.
Non possiamo certo attrezzare casa con topolini vivi, ma possiamo offrirgli piccoli pasti durante la giornata, anche con delle ciotole che distribuiscono il cibo facendo giocare il gatto.
Altro importantissimo fattore da prendere in considerazione quando vogliamo avvicinare l’alimentazione del gatto di casa a quello selvatico è la variabilità della dieta: studi hanno dimostrato come i selvatici siano in grado di scegliere le varie prede per avere un’alimentazione bilanciata.
Perché allora il nostro felino dovrebbe mangiare lo stesso alimento tutta la vita?
Articolo della dott.ssa Chiara Dissegna
- Pubblicato il Chiara Dissegna