L’alimentazione del gatto anziano: come garantire benessere e longevità
Man mano che i nostri gatti invecchiano, è fondamentale prestare attenzione alla loro alimentazione per garantire una buona qualità di vita. Un’alimentazione corretta è la chiave per aiutare il gatto a vivere non solo più a lungo, ma anche meglio. In questo articolo vedremo i punti principali da considerare per nutrire adeguatamente un gatto anziano, prevenendo problemi di salute comuni legati all’età.
Il gatto anziano: un compagno che invecchia bene
Sempre più gatti raggiungono la terza età grazie a cure veterinarie avanzate e un’alimentazione più attenta rispetto al passato. Invecchiare insieme al proprio gatto può essere un’esperienza meravigliosa, ma il benessere del nostro amico dipende dal suo stato di salute, strettamente legato anche a ciò che mangia.
Invecchiare bene è un concetto che viene applicato anche ai gatti. Non si tratta solo di farli vivere più a lungo, ma di farli vivere bene. La dieta gioca un ruolo cruciale in questo processo, aiutando a prevenire malattie e mantenendo il gatto attivo e in salute.
Le esigenze nutrizionali del gatto anziano

Quando si parla di alimentazione del gatto anziano, è fondamentale considerare alcuni fattori chiave, a partire dal fabbisogno energetico. A differenza dei cani, alcuni gatti anziani mantengono o addirittura aumentano il loro metabolismo, mentre altri lo riducono a causa della perdita di massa muscolare. La prima cosa da fare è capire se il nostro gatto ha bisogno di perdere peso o di mantenere la sua forma fisica.
Attenzione, però: un aumento del metabolismo può essere sintomo di patologie, come problemi alla tiroide. In questi casi, è importante rivolgersi al veterinario per una diagnosi corretta.
Un altro aspetto essenziale da considerare è la digeribilità degli alimenti. Con l’età, i gatti tendono a perdere capacità digestive, quindi è importante scegliere alimenti altamente digeribili e con un elevato valore biologico, in particolare per quanto riguarda le proteine. Infine, va prestata molta attenzione all’idratazione: i gatti anziani tendono a disidratarsi facilmente, perciò è essenziale che assumano una quantità adeguata di liquidi, soprattutto attraverso il cibo umido.
I rischi di un’alimentazione non corretta
Uno degli errori più comuni nell’alimentazione del gatto anziano riguarda la riduzione eccessiva delle proteine. Per molti anni si è creduto che una dieta povera di proteine fosse necessaria per prevenire problemi renali. Tuttavia, gli studi recenti non supportano questa teoria. Al contrario, il gatto anziano necessita di un apporto proteico adeguato, spesso superiore a quello degli adulti, per contrastare il naturale aumento del catabolismo muscolare.
Un’alimentazione non corretta può anche portare a obesità e a un’infiammazione cronica, che peggiorano le condizioni generali di salute del gatto e favoriscono lo sviluppo di patologie come diabete, problemi articolari e malattie cardiache. È quindi cruciale mantenere un’alimentazione equilibrata per prevenire questi rischi.
Cosa dare da mangiare a un gatto anziano
Quando si sceglie il cibo per un gatto anziano, è importante considerare eventuali patologie preesistenti, come l’insufficienza renale o la presenza di calcoli. La dieta va “cucita” su misura in base alla situazione clinica del gatto. In generale, però, ci sono alcune linee guida da seguire per garantire un’alimentazione corretta.
- Proteine di alto valore biologico: il gatto è un carnivoro obbligato, quindi ha bisogno di proteine di origine animale, che forniscono tutti gli amminoacidi essenziali.
- Grassi facilmente digeribili: i grassi sono una fonte importante di energia, ma devono essere di facile digestione. L’olio di cocco, ad esempio, è una buona scelta per i gatti anziani.
- Omega-3 e Omega-6: gli acidi grassi essenziali, come EPA e DHA, aiutano a mantenere in salute sia il corpo che la mente del gatto. Gli Omega-3, in particolare, sono utili per prevenire problemi renali e mantenere le articolazioni e la pelle in buone condizioni.
- Fibre: una quantità adeguata di fibre aiuta il gatto a mantenere una buona funzione intestinale, ma non devono essere eccessive, per evitare che interferiscano con l’assorbimento dei nutrienti.
Come scegliere gli alimenti giusti
Nella scelta del cibo per un gatto anziano, bisogna prima decidere se optare per una dieta fresca o per un cibo commerciale. Se il gatto non è abituato a mangiare alimenti freschi, potrebbe essere difficile introdurli in età avanzata. In questi casi, meglio scegliere cibo umido commerciale, che aiuta anche a mantenere un buon livello di idratazione.
Quando scegliamo un prodotto commerciale, è fondamentale leggere attentamente l’etichetta. Preferite alimenti che contengano carni bianche o pesce come fonti proteiche e scartate quelli che utilizzano proteine vegetali, come piselli e legumi. Verificate anche che l’alimento contenga Omega-3 (EPA e DHA), che sono essenziali per la salute del gatto anziano.
Conclusioni
La corretta alimentazione del gatto anziano richiede attenzione e conoscenze specifiche. Un cibo di qualità, ricco di proteine animali e acidi grassi essenziali, unito a una buona idratazione, può fare la differenza nella qualità della vita del nostro gatto. Ricordiamoci sempre che, sebbene la scelta del cibo sia importante, è altrettanto fondamentale monitorare regolarmente lo stato di salute del nostro gatto, facendo controlli veterinari periodici. Solo così possiamo assicurarci che il nostro compagno invecchi in modo sereno e sano.
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
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Etichettature degli alimenti commerciali
Negli ultimi anni, il crescente interesse verso l’alimentazione dei nostri animali, ha portato ad una maggiore attenzione verso l’etichetta del cibo commerciale.
In questo articolo parleremo dell’etichettatura di un cibo commerciale e di come gli ingredienti vengono riportati. Analizzeremo le strategie di vendita con l’utilizzo di claim e come questi possano influenzare l’acquisto del prodotto finale.
L’affidabilità di un prodotto è spesso correlata alla trasparenza della sua etichetta. Un’etichetta chiara aiuterà il proprietario a scegliere il meglio per il proprio animale.
Etichettatura di un cibo commerciale
In etichetta partiamo dall’indicazione delle specie a cui è destinato il cibo (cane o gatto) o dalla categoria di destinazione (cuccioli, adulti, anziani, oppure cibo medicato tipo “renale, gastrointestinale”, ecc.).
Altre informazioni possono essere:
COMPLETO (ossia deve possedere le quantità adeguate di vitamine, minerali, proteine ecc. necessarie a rispettare i fabbisogni dell’animale).
COMPLEMENTARE (ossia il cibo non soddisfa tutte le esigenze nutrizionali). Attenzione ad esempio ai cibi umidi per gatti che molto spesso sono complementari, avendo ridotte quantità di Taurina.
“AL GUSTO DI”, “AROMATIZZATO AL”, CON” o “CONTIENE” indica che rispettivamente di quell’ingrediente non c’è nulla se non l’aroma (0%) o non più del 4%.
“ALTO IN” o “RICCO IN” non ha più del 14 % di quell’ingrediente (esempio “ricco in pollo” ecc.).
Se abbiamo la MARCA del cibo + l’ingrediente, esempio “Croccasuper agnello e riso”, vuol dire che deve essere presente almeno il 26% dell’ingrediente indicato.
“TUTTO” o “SOLO” contiene almeno il 99% dell’ingrediente scritto (tipo “solo tacchino” ecc).
Gli ingredienti in etichetta

Gli ingredienti in etichetta, devono essere sempre indicati in ordine decrescente (ossia il primo ingrediente descritto è quello maggiormente presente).
La formula con cui vengono espressi gli ingredienti potrebbe fare la differenza nel capire un’etichetta: un conto è scrivere “cereali, carni e derivati” (la cosiddetta formula chiusa), un conto è specificare i singoli ingredienti che compongono il mangime con la rispettiva percentuale “mais, riso 20 %, pollo ecc” ( la cosiddetta formula aperta).
È obbligatorio riportare sempre la quantità di proteine grezze, grassi grezzi, fibra grezza, ceneri grezze ed additivi (che sia vitamina C o grasso di pollo come appetizzante, vitamine E come antiossidante ecc.).
L’umidità (ossia l’acqua che un cibo contiene) non è obbligatorio che sia indicata in etichetta se non a partire dal 14%. Ma quindi, il cibo secco, non contiene acqua? Assolutamente si, almeno l’8%. ATTENZIONE quindi a confrontare un cibo secco con un cibo umido perché la loro quantità di acqua è diversa e quindi anche le percentuali che leggete vanno interpretate.
Più difficile è capire ad esempio, di quella proteina greggia, quanta sia di origine animale e quanta invece di origine vegetale. Non dimentichiamo che già il semplice glutine del frumento è una proteina vegetale, come anche una lenticchia. Ovviamente più proteine di origine animale abbiamo e meglio è per i nostri cani e gatti. Interessante è la percentuale di fibra indicata in etichetta, che si ottiene con un metodo di calcolo contenente “ufficialmente un errore di metodica”. Quindi quel 5% di fibra, potrebbe essere di più o anche di meno rispetto alla percentuale indicata.
Strategie di vendita e claim
Per claim intendiamo una sorta di slogan, pubblicità, “esaltazione” di una caratteristica di un cibo.
Tra i più comuni NORMATI dalla legge troviamo: FREE (molto frequente è il “GRAIN FREE”); FRESCO (spesso riportata la dicitura “CARNE FRESCA”); BIOLOGICO; NATURALE.
Tra quelli dove la NORMATIVA NON è ad oggi ben chiara, ci sono: CRUELETY FREE (non testato sugli animali) e MADE IN ITALY.
Ma come possono questi claim influenzare l’acquisto del consumatore?
GRAIN FREE spesso è associato all’assenza di carboidrati. Questo è un errore, perché gli amidi sono necessari in un processo di estrusione per ottenere un croccantino. La dicitura vuole dire assenza di amido dai cereali. Al massimo questi amidi possono derivare o dalle patate o dai legumi. Attenzione ai legumi, che sono ancora oggetto di studio per eventuale correlazione cardiomiopatia dilatativa nel cane/cibo ad alto contenuto di legumi.
MADE IN ITALY. In Italia, la carne utilizzata per i nostri animali, deve essere OBBLIGATORIAMENTE la stessa destinata al consumo umano, secondo le normative europee, anche se non riportato made in Italy. Ovviamente è carne scartata perché di seconda scelta (quindi potrebbe essere ANCHE di qualità inferiore). Ben diverso nei paesi extraeuropei (America, ecc.) dove il petfood viaggia su una linea diversa dello human food, quindi non segue necessariamente le stesse regole sulle somministrazioni di antibiotici, ormoni ecc..
FRESCO: ad esempio l’indicazione di CARNE FRESCA, come alimento principale, potrebbe indicare una minore quantità di proteina animale nel prodotto finale, poiché contiene più acqua, che viene persa dopo il processo di cottura. Quindi non per forza è segno di qualità alimentare ma va valutata attentamente al resto della formula.
SENIOR: questi cibi sono formulati basandosi anche su studi pregressi, dove anziano era sinonimo di ridotta quota proteica, ed alto volume di fibra. Questo non è sempre corretto, soprattutto in un animale anziano con una buona funzionalità renale. È la qualità della proteina che fa la differenza, quindi anziano non significa cibo senior!
È chiaro che interpretare un’etichetta non è cosi semplice, sia per il consumatore che per lo stesso professionista. Diventa, però, un’abitudine importante quella di esercitarsi nella lettura e nella comprensione delle etichette.
“The take of message “: Non esiste l’alimento migliore per un cane ed un gatto, esiste l’alimento migliore per il nostro cane e il nostro gatto, in base al suo stato di salute, al suo comportamento, la sua natura, le sue abitudini e molto altro ancora.
Articolo del Dr. Carmine Salese, DMV
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I gatti hanno bisogno di routine alimentari fisse?
Quando si parla di alimentazione dei gatti, una delle domande più frequenti tra i proprietari è proprio se sia necessario stabilire routine alimentari fisse. La risposta, come spesso accade, non è così semplice. Mentre per alcuni gatti una routine può essere essenziale, per altri potrebbe essere meno rilevante.
In questo articolo esploreremo i vari aspetti legati alle abitudini alimentari dei gatti, fornendo consigli pratici su come gestire l’alimentazione del tuo felino.
Il comportamento alimentare naturale del gatto
Per capire se i gatti hanno bisogno di routine alimentari fisse, è utile osservare il loro comportamento in natura. I gatti sono predatori solitari e, nel loro habitat naturale, cacciano e consumano piccole prede più volte al giorno, soprattutto nelle ore crepuscolari, cioè all’alba e al tramonto. Questa modalità di caccia non è solo legata al bisogno di alimentarsi, ma anche a stimoli legati all’istinto. È comune che i gatti uccidano prede senza mangiarle, solo per soddisfare il loro istinto predatorio.
Questo comportamento naturale si riflette anche nei gatti domestici. I gatti che vivono in casa tendono a essere più attivi quando hanno fame, mostrando comportamenti di gioco o di caccia verso giocattoli o oggetti casuali. Questi momenti sono fondamentali non solo per la loro salute fisica, ma anche per il loro benessere mentale.
Quanti pasti deve fare un gatto al giorno?
Per rispettare il comportamento alimentare naturale del gatto, è consigliabile suddividere la sua alimentazione in più piccoli pasti durante la giornata. Offrire da 5 a 7 pasti al giorno può essere un ottimo compromesso per replicare le loro abitudini naturali. Questi pasti non devono essere necessariamente distribuiti in modo equidistante nel tempo. Come abbiamo visto, i gatti sono abituati a mangiare soprattutto al mattino presto e alla sera.
Importante: Fornire piccoli pasti frequenti è essenziale per mantenere il gatto attivo e stimolato. Questo approccio può anche prevenire l’insorgenza di problemi comportamentali legati alla noia o alla frustrazione.
Routine alimentari fisse: pro e contro

Impostare routine alimentari fisse può essere utile in molti casi, soprattutto per gatti che vivono esclusivamente in casa e non hanno accesso libero al cibo. Un’alimentazione a richiesta, infatti, può facilmente portare a sovralimentazione e, di conseguenza, a problemi di peso come l’obesità, soprattutto se il gatto vive in un ambiente poco stimolante.
Tuttavia, non tutti i gatti rispondono allo stesso modo alle routine fisse. Alcuni gatti possono trarre beneficio da un’alimentazione “ad libitum”, cioè con cibo sempre a disposizione. Questo metodo permette al gatto di autoregolarsi e può essere vantaggioso per prevenire l’ansia legata ai pasti. L’alimentazione ad libitum è particolarmente indicata se il cibo fornito è di buona qualità, con un basso contenuto di carboidrati e non troppo calorico.
Nota: Questo approccio è consigliabile solo se si dispone di un singolo gatto. In case con più gatti, la competizione per il cibo può portare a problemi di sovralimentazione o, al contrario, alla sottonutrizione di alcuni soggetti.
Come gestire i pasti per i gatti indoor
Se decidi di impostare routine alimentari fisse per il tuo gatto, è importante farlo in modo ponderato. La scelta degli orari e delle quantità di cibo deve essere fatta tenendo conto delle esigenze specifiche del tuo gatto, del suo livello di attività e del suo stato di salute.
Un buon punto di partenza potrebbe essere dividere la quantità giornaliera di cibo in due blocchi principali: uno per la mattina e uno per la sera. All’interno di questi blocchi, il cibo può essere suddiviso ulteriormente in piccoli pasti, distribuiti nell’arco della mattinata e della serata. Ad esempio, puoi somministrare il cibo alle 7:00, 7:45 e 8:15 del mattino, e poi nuovamente alle 18:00, 19:00, 20:30 e 22:00 di sera. In questo modo, arrivi facilmente a 7 pasti al giorno.
L’importanza dell’arricchimento ambientale durante i pasti
Oltre alla routine alimentare, un altro aspetto cruciale per il benessere del gatto è l’arricchimento ambientale. Fornire opportunità di caccia e gioco legate al momento del pasto può rendere l’alimentazione non solo un bisogno fisico, ma anche un’attività stimolante.
Ecco alcuni suggerimenti:
- Utilizza giochi che rilasciano cibo lentamente: Questi dispositivi permettono al gatto di “guadagnarsi” il cibo, simulando la caccia e mantenendolo attivo.
- Posiziona diverse ciotole in punti strategici della casa: Questo incoraggia il gatto a muoversi e a esplorare, riducendo la monotonia dei pasti.
Alimentazione fresca vs cibo commerciale
Per quanto riguarda la scelta degli alimenti, il dibattito tra cibo fresco e cibo commerciale è sempre aperto. Il gatto è un ipercarnivoro, il che significa che la sua dieta ideale dovrebbe essere composta quasi esclusivamente da prodotti di origine animale. I cibi freschi, quando bilanciati correttamente, rappresentano la scelta più salutare. Tuttavia, comprendiamo che non sempre è possibile seguire una dieta fresca e bilanciata.
In questi casi, gli alimenti umidi completi sono un’ottima alternativa. Questi prodotti contengono tutte le vitamine e i minerali necessari senza eccessi di carboidrati, che sono spesso presenti nei croccantini secchi. L’alimentazione a base di cibi umidi è particolarmente indicata se il tuo gatto ha problemi di idratazione o tende a non bere abbastanza acqua.
Routine alimentari e la salute del gatto
Mantenere una routine alimentare stabile è essenziale per prevenire problemi di salute nel gatto. Se il tuo gatto si abitua a una certa routine, eventuali interruzioni o cambiamenti possono causare stress e frustrazione, portando in alcuni casi al rifiuto del cibo.
Per evitare che la routine diventi troppo rigida o che il gatto dipenda eccessivamente dai pasti, cerca di arricchire la sua vita con altre attività stimolanti. Ad esempio, se sai che in determinati giorni non potrai rispettare la solita routine, puoi utilizzare un distributore automatico di cibo per garantire che il gatto riceva comunque i suoi pasti senza stress.
Conclusioni
In sintesi, i gatti possono beneficiare di routine alimentari fisse, soprattutto se vivono in ambienti chiusi e non hanno accesso libero al cibo. Tuttavia, la chiave del successo è la flessibilità e la personalizzazione delle routine in base alle esigenze specifiche del tuo gatto. Ricorda, non esiste un metodo universale che funzioni per tutti i gatti: ciò che conta è trovare l’equilibrio giusto per il tuo.
Infine, non dimenticare di prestare attenzione alla qualità degli alimenti e di offrire al tuo gatto un ambiente ricco di stimoli, per garantire non solo la sua salute fisica, ma anche il suo benessere mentale.
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
- Published in Maria Mayer
Pressati a freddo: sono davvero più salutari per il nostro pet?
Se non possiamo offrire al nostro animale un cibo fresco, cercheremo sempre di trovare un cibo commerciale più adatto. Negli ultimi anni si sente spesso parlare di alimenti PRESSATI A FREDDO e di come questi possano essere più digeribili e salutari per il nostro amico. Ma è veramente così?
In questo articolo spiegheremo cos’è un pressato a freddo, la differenza con un croccantino estruso ed i reali vantaggi e svantaggi di questo alimento.
Interessante è cercare di soffermarsi sul tipo di tecnologia messa in pratica, che non sempre da un prodotto più digeribile per ogni animale o ne giustifica il reale costo finale.
PRESSATI A FREDDO E LA DIFFERENZA CON UN ESTRUSO
Per pressato a freddo intendiamo un cibo pellettato, ossia un cibo che si ottiene con una tecnologia chiamata pellettatura. Sfrutta un macchinario semplice chiamato pellettatrice, avente due rulli che premono il cibo contro una griglia e tramite l’attrito generano questo pellet. Qui si raggiunge una temperatura massima di 40-60 ‘ C con il solo “sfregamento” del cibo sulla griglia. Il classico croccantino invece, viene estruso mediante un macchinario molto costoso e complesso chiamato estrusore. Qui il cibo viene amalgamato con l’acqua e sfruttando il calore del vapore a 90-100’C ed una grossa vite, si ottiene il croccantino.
Oltre all’ evidente differenza di calore utilizzata nei due processi di produzione la differenza sta nella materia prima utilizzata:
Nel cibo pellettato pressato a freddo bisogna partire necessariamente da un cibo che sia già disidratato, macinato e ridotto in farina, poco umido. In un croccantino estruso si possono anche utilizzare materie prime fresche come la carne (che come detto in altri articoli, non è sempre un vantaggio)
Per quanto riguarda i nutrienti, la pellettatura utilizzando basse temperature, non dovrebbe portare a perdita di nutrienti e non richiederebbe aggiunta di additivi a fine produzione. Il cibo estruso invece, una volta asciugato e “gonfiato”, viene additivato infine con vitamine e Sali minerali in modo da non essere più degradate dal calore.
VANTAGGI E SVANTAGGI DEL PRESSATO A FREDDO

Il punto di forza del pressato a freddo è quello di non degradare le sostanze nutritive e non richiedere l’aggiunta a fine produzione di vitamine e Sali minerali come un croccantino estruso. Ma come abbiamo detto prima, deve necessariamente partire da materie prime che hanno già subito una disidratazione (come sarà avvenuta questa procedura?sono stati applicati comunque dei trattamenti hanno modificato la materia prima)
Ci sarebbe anche il vantaggio che la pellettatrice, costando molto meno di un estrusore, venga acquistata anche da realtà commerciali più piccole, definite di “nicchia”. Spesso però questi prodotti non costano meno di un classico croccantino estruso.
Il costo elevato è giustificato dalla loro alta digeribilità? Potendo utilizzare meno amido per le basse temperature (ricordate che c’è sempre amido anche in un pellettato!!) il cibo avrebbe anche più proteine e “galleggerebbe in un bicchiere d’acqua”. Per fortuna il nostro animale non si riduce ad un semplice bicchiere di acqua, ma è un organismo ben più complesso.
Usare meno amido non significa sempre facilitare la digestione. L’estrusione di un croccantino classico porta ad un processo chiamato gelatinificazione, che in molti animali rende l’amido più digeribile. Per assurdo, alcune razze con difficoltà a digerire gli amidi riescono ad utilizzare i loro pochi enzimi digestivi molto meglio su un prodotto cotto estruso piuttosto che pressato a freddo. Come lo capiamo? Andiamo a confrontare il volume e la quantità di feci del nostro animale e lì capiremo (feci=scarto). Per non parlare di alcuni pressati a freddo, dove l’ amido presente deriva solo da legumi.
Parlando di appetibilità, il pellettato non venendo appetizzato con grasso animale a fine produzione, spesso risulta meno gradito.
CONCLUSIONI
Ma allora questi pressati a freddo hanno troppi svantaggi? Assolutamente no! Esistono ditte molto affidabili, che selezionano bene le materie prime ed applicano una politica di trasparenza nel loro processo produttivo e dei loro ingredienti, usando amido prevalentemente derivato dalle patate e non dai legumi; studiano composizioni che rendano più appetibile il loro prodotto.
Se non si può scegliere un’alimentazione fresca e bilanciata ricordiamo sempre che “Non esiste l’alimento commerciale migliore per una cane ed un gatto, esiste l’alimento migliore per il nostro cane e il nostro gatto, in base al suo stato di salute, al suo comportamento, la sua natura, le sue abitudini e molto altro ancora”. Diffidiamo sempre da chi professa la verità assoluta!
Articolo del Dr. Carmine Salese, DMV
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