Chi vive con un cane lo sa: spesso mangia così in fretta che ci si chiede se abbia effettivamente masticato. A volte il pasto finisce prima ancora che noi abbiamo avuto il tempo di sederci a tavola! Ma perché i cani non masticano come facciamo noi? È un comportamento normale o c’è qualcosa da correggere? Vediamolo insieme.
Masticazione? Non come ce la immaginiamo noi
Prima di tutto, è importante capire che il cane non è progettato per masticare il cibo a lungo, come fanno gli esseri umani. I cani sono carnivori, e il loro modo di mangiare rispecchia la loro natura. Anche quando un cane mastica, lo fa in maniera molto diversa rispetto a noi: qualche morso veloce, poi via con la deglutizione.
Negli erbivori e onnivori, la masticazione è una fase importante della digestione, perché la saliva contiene enzimi (come l’amilasi) che iniziano a scomporre i carboidrati già in bocca. Nei cani, questo processo non avviene, perché non possiedono amilasi salivare. La loro digestione comincia davvero solo una volta che il cibo arriva nello stomaco.
Inoltre, i cani non hanno bisogno di “assaporare” ciò che mangiano per capire se è tossico o meno. I vegetali velenosi in natura, ad esempio, spesso hanno un sapore amaro facilmente riconoscibile. Ma per un carnivoro questa difesa naturale non serve molto. Quindi il cane tende a divorare il cibo, non a gustarlo.
Ma alcuni cani ingoiano tutto senza nemmeno un morso… perché?
Una cosa è masticare poco, un’altra è non masticare affatto. E ci sono cani che, letteralmente, ingoiano il boccone intero. Vediamo alcune delle cause più comuni.
1. È un cane vorace
Questa è la causa più diffusa. Alcuni cani, per indole o per razza, hanno un approccio molto vorace al cibo. Pensiamo al Labrador: uno dei campioni in questo senso. In questi casi, il cane non ha un buon sistema di autoregolazione e tende a divorare tutto il pasto in pochi secondi, anche a rischio di ingoiare cose non commestibili, come plastica o carta.
Questo comportamento, se non gestito, può portare a problemi seri, come occlusioni intestinali, soprattutto se il cane ingoia oggetti interi senza masticarli. Anche se lo stomaco del cane è molto resistente e in grado di digerire anche pezzi di cibo molto grandi, non è fatto per gestire materiali non digeribili.
2. È ansioso
Alcuni cani mangiano rapidamente non per fame, ma perché sono stressati o ansiosi. Questo comportamento, a volte, può trarre in inganno: sembra fame, ma è una reazione emotiva. Un po’ come noi quando mangiamo compulsivamente per nervosismo.
In questi casi, l’ansia va affrontata alla radice. Le ciotole anti-ingozzamento (quelle a forma di labirinto) possono aiutare, ma non sono la soluzione al problema. Anzi, se usate senza lavorare sull’ansia vera e propria, possono aumentare la frustrazione del cane.
3. Ha dolore ai denti
Anche se meno frequente, è possibile che il cane eviti di masticare perché ha dolore in bocca. Problemi ai denti o alle gengive possono rendere la masticazione scomoda o addirittura dolorosa. In questi casi, il cane potrebbe tenere il cibo in bocca per qualche secondo, ma poi lo ingoia intero per evitare di masticare.
Cosa fare se il cane non mastica?
Prima di tutto, bisogna capire il motivo. Non tutti i cani che mangiano in fretta lo fanno per le stesse ragioni. Proviamo a porci alcune domande:
Il cane è sottopeso o in perfetta forma?
Ha fame perché mangia poco o è vorace anche se è in sovrappeso?
È tranquillo mentre mangia o mostra segni di ansia?
Come sono i suoi denti? Ha alito cattivo, gengive infiammate, difficoltà a masticare snack duri?
Rispondere a queste domande può aiutarci a inquadrare meglio la situazione. Ma se il dubbio persiste, è sempre meglio rivolgersi a un veterinario esperto in nutrizione.
Qualche strategia utile
Nel frattempo, ci sono alcune cose che puoi fare per aiutare il tuo cane a mangiare in modo più sereno e sicuro:
Evita di usare ciotole anti-ingozzamento a caso. Possono andare bene solo se inserite in un percorso più ampio di gestione dell’ansia o della voracità.
Suddividi il pasto in porzioni più piccole. Puoi offrirle una alla volta, magari distribuendole in diverse zone della casa, per rallentare la velocità di assunzione.
Usa il cibo come stimolo mentale. Nascondi piccole quantità di cibo in giochi interattivi o tappeti olfattivi per rendere il pasto un momento più “lento” e coinvolgente.
Se sospetti dolore, prova a offrire cibo umido o omogeneizzato. È più facile da deglutire e non richiede sforzo da parte dei denti.
In conclusione
Non tutti i cani masticano, ed è normale fino a un certo punto. Ma quando il comportamento diventa eccessivo, va osservato con attenzione. La velocità con cui un cane mangia può dirci molto sul suo stato fisico e mentale.
Indagare le cause con l’aiuto di un professionista può fare la differenza per la salute del cane, sia in termini digestivi che comportamentali. E ricordiamoci sempre che anche un comportamento semplice come il modo in cui un cane mangia può essere una finestra importante sul suo benessere.
Le fragole sono tra i frutti simbolo della primavera e dell’estate, amate per il loro sapore dolce e rinfrescante. Ma possiamo condividerle con il nostro cane? La risposta è sì, con le giuste precauzioni. Vediamo insieme i benefici, le controindicazioni, le quantità consigliate e un’idea gustosa per offrire le fragole al nostro cane in modo sicuro e divertente.
Benefici delle fragole per il cane
Le fragole non sono solo gustose, ma apportano anche alcuni benefici alla salute del cane. Questo frutto è composto principalmente da acqua e zucchero, con un apporto calorico contenuto (circa 27 kcal per 100 g).
Dal punto di vista nutrizionale, le fragole contengono:
Vitamina C: potente antiossidante che supporta il sistema immunitario.
Acido folico (vitamina B9): essenziale per la sintesi del DNA e la crescita cellulare.
Flavonoidi: composti antiossidanti che aiutano a contrastare lo stress ossidativo.
Questi elementi rendono le fragole utili nel contrastare i radicali liberi e supportare il benessere generale del cane. Tuttavia, anche se i benefici sono interessanti, bisogna prestare attenzione ad alcuni aspetti prima di offrire le fragole al proprio cane.
Controindicazioni delle fragole per il cane
Nonostante i benefici, ci sono alcuni casi in cui le fragole non sono adatte ai cani:
Rischio di allergie: le fragole sono considerate alimenti con un elevato potenziale allergizzante. Se il cane ha già manifestato reazioni allergiche ad altri alimenti, potrebbe essere sensibile anche alle fragole.
Contenuto di zuccheri: pur essendo zucchero naturale (fruttosio), il metabolismo del cane non è predisposto per grandi quantità di zuccheri. Un eccesso potrebbe causare disturbi digestivi.
Diabete: i cani diabetici dovrebbero evitare le fragole, a causa del loro impatto sulla glicemia.
Se dopo aver dato una piccola quantità di fragole il cane manifesta sintomi come prurito, arrossamenti, vomito o diarrea, è consigliabile sospendere immediatamente e consultare il veterinario.
Quantità consigliate di fragole per il cane
La chiave è sempre la moderazione. Se il cane non ha allergie o problemi di salute, si possono offrire fragole nelle seguenti quantità:
Cani di piccola taglia: massimo 1 fragola piccola (circa 20 g) al giorno.
Cani di taglia media o grande: fino a 2-3 fragole piccole o una fragola grande.
Le fragole devono essere sempre fresche e di stagione (da aprile a giugno) per evitare frutti trattati con pesticidi o conservanti.
Come dare le fragole al cane
Oltre a offrirle fresche e tagliate a pezzi, possiamo preparare un gelato sano e gustoso per rendere lo spuntino ancora più invitante.
Ricetta: Gelato alla fragola per cani
Ingredienti:
1 banana matura
200 g di fragole fresche
100 g di yogurt bianco intero senza zucchero (o kefir)
Preparazione:
Sbucciare la banana e tagliarla a rondelle. Lavare e tagliare le fragole a pezzi.
Congelare la frutta per almeno 24 ore.
Tirare fuori la frutta dal freezer e lasciarla riposare per un’ora.
Frullare la frutta con lo yogurt fino a ottenere una crema omogenea.
Servire subito o congelare per creare una consistenza simile al gelato.
Dosi consigliate:
Cani di piccola taglia: massimo 2 cucchiai a settimana.
Cani di taglia media o grande: fino a 4 cucchiai a settimana.
Se il cane ha problemi con i latticini, è possibile preparare la stessa ricetta senza yogurt, utilizzando solo la frutta congelata.
Conclusione
Le fragole possono essere un’ottima aggiunta alla dieta del cane, a patto di offrirle in quantità moderate e con le giuste precauzioni. Grazie ai loro benefici nutrizionali, possono contribuire al benessere del cane, ma è sempre importante monitorare eventuali reazioni avverse. Con una scelta consapevole e attenta, possiamo rendere più varia e gustosa l’alimentazione del nostro cane, rispettandone le esigenze nutrizionali.
Le patologie cardiache che possono colpire i nostri amici a quattro zampe sono numerose e molto comuni. Una corretta diagnosi effettuata da uno specialista in cardiologia, seguita da una terapia personalizzata, rappresenta sicuramente il primo passo per rallentare la progressione della patologia e garantire al paziente un’ottima qualità di vita. Anche l’alimentazione, spesso sottovalutata, può sicuramente aiutare a raggiungere tale obiettivo.
Patologia cardiaca: predisposizioni di razza
La nutrizione riveste un ruolo fondamentale nel paziente cardiopatico ed esistono integrazioni da non far mancare mai nella sua dieta.
Le patologie cardiovascolari che possono colpire i nostri animali da affezione sono numerose, sia congenite che acquisite e alcune di esse sembrano presentare una predisposizione di razza. In particolar modo sono predisposti a valvulopatie razze come ad esempio Cavalier King Charles Spaniel, Cocker Spaniel, Boxer, Bulldog inglese, Bouldogue francese, Pastore tedesco, Labrador, Golden Retriever, Beagle, Bassotto mentre sviluppano più comunemente cardiomiopatia dilatativa razze come Dobermann, Irish Wolfhound, Bullterrier, San Bernardo, Alano. Nel gatto, invece, le patologie cardiache più comuni sono le cardiomiopatie ipertrofiche e restrittive e anche in questa specie sembrano esistere delle predisposizioni di razza: Maine Coon, Ragdoll, American shorthair e Persiano rientrano tra quelle più colpite. Fino a poco tempo fa anche la cardiomiopatia dilatativa era di riscontro comune nei gatti, dovuta principalmente a una deficienza di Taurina (amminoacido essenziale in questa specie) nell’alimentazione.
Patologia cardiaca e nutrizione: la Taurina
La taurina, come abbiamo detto, nel gatto è un amminoacido essenziale, mentre nel cane può essere formato a partire da altri due: cisteina e metionina.
In caso di carenza di taurina si può sviluppare una cardiomiopatia dilatativa, che si risolve fortunatamente con la ripresa della somministrazione. La carenza può verificarsi se vengono assunti dal gatto alimenti per cani, che generalmente non sono supplementati di taurina, o in generale in caso di diete carenti di proteine di origine animale e non opportunamente integrate.
Patologia cardiaca e nutrizione: L-carnitina
Un’altra molecola fondamentale per il cuore è la L-carnitina, ancora una volta un amminoacido associato con cardiomiopatia dilatativa, in questo caso nel cane. La carnitina permette il trasporto dell’energia all’interno delle cellule cardiache e rimuove le molecole non più utilizzate per produrre quell’energia, che altrimenti diventerebbero tossiche. Anche in questo caso fortunatamente la patologia rientra nel momento in cui viene fornita una corretta integrazione di questo amminoacido.
Patologia cardiaca e nutrizione: potassio e magnesio
La concentrazione di potassio e magnesio può essere alterata dai comuni farmaci necessari per le patologie cardiache. Queste alterazioni però, se non controllate periodicamente, possono portare ad aritmie, diminuzione della contrattilità, grave debolezza del muscolo cardiaco e ad aumento degli effetti avversi degli stessi farmaci.
Gli alimenti per cani e gatti cardiopatici devono avere una normale concentrazione di potassio e magnesio, ma questi devono essere controllati periodicamente tramite esami del sangue.
Patologia cardiaca e nutrizione: sodio e cloro
Sodio e cloro sono responsabili, in associazione, dell’aumento della pressione sistemica. Poiché l’eliminazione renale del sodio è ridotta in caso di insufficienza cardiaca è importante controllare questi nutrienti.
Questo non significa eliminarli completamente, poiché sono fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo. I loro livelli devono però essere controllati e limitati già nei primi stadi della patologia cardiaca, per essere poi diminuiti ulteriormente nelle diverse classi di gravità.
Patologia cardiaca e nutrizione: proteine di origine animale
Nel caso di malattia cardiaca grave è inoltre molto importante che siano presenti adeguate quantità di proteine ad alto valore biologico, ossia di origine animale. Il cuore sottoposto a uno sforzo aumentato richiede una quantità aumentata di energia e di proteine per poter mantenere la sua omeostasi. È infatti comune nelle fasi più gravi della malattia assistere alla cosiddetta “cachessia cardiaca”: animali molto magri e debilitati per le richieste metaboliche non soddisfatte correttamente.
Patologia cardiaca e nutrizione: Gli acidi grassi Omega-3
Gli acidi grassi Omega3 (in particolare EPA e DHA) svolgono una importantissima funzione nel diminuire i mediatori infiammatori in caso di malattia cardiaca e riducono la cachessia, inoltre stabilizzano la membrana cellulare dei miocardiociti riducendo le aritmie.
EPA e DHA sono inoltre modulatori della pressione arteriosa sistemica, indipendentemente dalla presenza o meno di patologia cardiaca.
Patologia cardiaca e antiossidanti
Gli antiossidanti sono molecole in grado di ridurre i radicali liberi (ROS), molecole che si formano normalmente durante il metabolismo cellulare ma che possono danneggiare le membrane cellulari e il DNA. Durante le patologie cardiache i ROS aumentano ulteriormente, ed è quindi importante aiutare le normali difese dell’organismo a contenere il danno che possono causare. Gli antiossidanti “si fanno carico” dell’ossidazione causata da queste molecole, proteggendo quindi membrane e DNA dal danno ossidativo.
Patologia cardiaca e microbiota
Infine, come in molte altre patologie, il microbiota intestinale sembra avere un ruolo anche nella malattia cardiaca. Le alterazioni causate dal malfunzionamento del cuore inducono modifiche nella membrana intestinale e una conseguente disbiosi. Questa può portare all’aumento dei batteri patogeni a discapito di quelli benefici. È quindi utile sostenere anche la flora intestinale in tutti i casi di problemi cardiaci.
Come abbiamo visto è quindi molto importante supportare il cuore anche con l’alimentazione.
Una giusta dieta, con l’aiuto della terapia farmacologica specifica, può riuscire a modulare la patologia in ogni sua fase e a garantire un’ottima qualità di vita al nostro amico a quattro zampe.
I masticativi sono tra gli snack più comunemente offerti al cane, ma sono davvero benefici? La risposta non è così semplice, poiché esistono diverse tipologie di masticativi, alcuni sicuri e salutari, altri che invece possono rappresentare un rischio. In questo articolo vediamo cosa sono i masticativi, quali scegliere e quali evitare.
Cosa sono i masticativi per cani
I masticativi sono snack pensati per essere masticati a lungo dal cane, favorendo il rilassamento e contribuendo, in alcuni casi, all’igiene orale. Tra i più diffusi troviamo:
Pelle essiccata di animali (bovini, pesci, ecc.)
Corna di cervo, bufalo o daino
Radici di alberi, come quella dell’albero del caffè
Ossa di pelle di bufalo, una delle scelte più popolari ma anche più discusse
Masticare è un’attività naturale per il cane e ha un effetto calmante. Tuttavia, non tutti i masticativi sono uguali: alcuni possono essere dannosi per la salute.
L’osso di pelle di bufalo: fa bene o fa male?
L’osso di pelle di bufalo è un masticativo molto diffuso, ma in realtà non ha nulla a che fare con un vero osso. Questi snack derivano dall’industria conciaria, subendo numerosi trattamenti chimici per essere conservati e resi appetibili. Durante la lavorazione:
Le pelli vengono trattate con sostanze chimiche per evitare la putrefazione
Vengono sbiancate con candeggina o acqua ossigenata
Sono addizionate con coloranti e appetizzanti artificiali
Spesso vengono incollate con adesivi per mantenere la forma
A causa di questi trattamenti, l’osso di pelle di bufalo dura a lungo, non si deteriora e il cane impiega molto tempo a finirlo. Tuttavia, i residui chimici e la colla presente lo rendono poco sicuro. Per questo motivo, è meglio evitarlo.
Rischi connessi con i masticativi
I masticativi possono essere un’ottima soluzione per il benessere del cane, ma bisogna fare attenzione ad alcuni rischi:
🔴 Soffocamento: qualsiasi masticativo può rompersi in pezzi di dimensioni pericolose, che il cane potrebbe ingerire interi. Questo può portare a soffocamento o blocchi intestinali. Per questo motivo, è importante dare i masticativi al cane solo quando è sotto supervisione.
🔴 Problemi digestivi: se somministrati in grandi quantità, anche i migliori masticativi possono causare disturbi digestivi e infiammazioni intestinali. Moderazione è la parola chiave!
🟢 Sicurezza alimentare: la maggior parte dei masticativi è trattata per prevenire contaminazioni batteriche, quindi il rischio di infezioni è basso. Tuttavia, scegliere prodotti di qualità riduce ulteriormente i pericoli.
Quali sono i masticativi più sicuri?
Selezionare il masticativo giusto è fondamentale per la salute del cane. Ecco alcune opzioni sicure:
✅ Pezzi di pelle bovina o di pesce: naturali, privi di additivi e difficilmente si rompono in pezzi pericolosi. La pelle di pesce, in particolare, è ricca di Omega-3, benefici per la salute.
✅ Corna di cervo o radici di alberi: resistenti e durevoli, molto apprezzate dai cani. Hanno un basso rischio di scheggiarsi e non contengono sostanze chimiche nocive.
🚫 Da evitare:
Ossa di pelle di bufalo, per i motivi già elencati
Ossa di ginocchio bovino fresche, che possono causare costipazione o frammentarsi in schegge pericolose
Conclusione
I masticativi possono essere un ottimo strumento per arricchire la vita del cane, fornendo un’attività appagante e rilassante. Tuttavia, è fondamentale scegliere prodotti di qualità, evitando quelli che possono essere pericolosi. Supervisionare il cane mentre mastica e offrire questi snack con moderazione garantirà il massimo beneficio in totale sicurezza.
Condividere il cibo con il nostro cane è un gesto d’affetto spontaneo, ma non tutto ciò che mettiamo a tavola è adatto alla sua salute. In questo articolo vedremo quali alimenti possono essere dati con serenità, quali richiedono precauzioni e quali sono assolutamente da evitare.
L’evoluzione del cane e il cibo umano
L’uomo e il cane convivono da migliaia di anni, influenzandosi a vicenda anche dal punto di vista alimentare. Seppur discendente dal lupo, il cane si è evoluto come carnivoro opportunista, sviluppando una maggiore capacità di digerire alcuni amidi e adattandosi al cibo umano. Tuttavia, ciò non significa che tutto ciò che mangiamo sia adatto alla sua dieta.
Cibo umano per cani:Attenzione prima di iniziare!
Prima di elencare i cibi consentiti e quelli vietati, è importante chiarire alcuni punti:
Il cibo umano non deve sostituire una dieta bilanciata per il cane.
Alcuni alimenti possono essere adatti a un cane, ma non a un altro, in base a patologie o intolleranze.
Per qualsiasi dubbio, è sempre meglio consultare un veterinario prima di introdurre nuovi alimenti.
Quale cibo umano si può dare al cane?
Ci sono alcuni alimenti che possiamo dare con maggiore tranquillità al nostro cane, ovviamente nelle giuste quantità e senza eccessi:
Carne cotta: pollo, tacchino, manzo e maiale senza ossa e senza condimenti eccessivi.
Pesce cotto: ricco di Omega 3, ma deve essere ben deliscato.
Uova: ottima fonte di proteine, meglio cotte per evitare problemi batterici.
Riso, pasta e patate: ben cotti e senza condimenti pesanti, possono essere un’ottima fonte di carboidrati.
Formaggi freschi e yogurt: in piccole quantità e solo se il cane li tollera.
Verdure: carote, zucchine, zucca e altre verdure cotte possono essere un’aggiunta salutare alla dieta.
Precauzioni da adottare
Anche quando diamo alimenti sicuri, ci sono alcune regole fondamentali da rispettare:
Evitare ossa cotte: possono scheggiarsi e causare danni interni.
Attenzione al sale e ai condimenti: niente cibi troppo salati, speziati o grassi.
Limitare la frutta troppo matura: può fermentare e causare problemi intestinali.
Adattare le porzioni alla taglia del cane: troppi extra possono sbilanciare la dieta e favorire il sovrappeso.
Cibi umani da evitare assolutamente
Alcuni alimenti che per noi sono innocui possono essere molto pericolosi per il cane. Ecco i principali cibi da non dare mai:
Cipolla e aglio: possono causare anemia emolitica.
Cioccolato: contiene teobromina, tossica per il cane.
Uva e uvetta: possono provocare danni ai reni.
Avocado: la buccia e il seme contengono sostanze tossiche.
Alimenti zuccherati e dolci industriali: possono favorire il diabete e l’obesità.
Cibi fritti e troppo grassi: possono causare pancreatite.
Conclusioni
Dare occasionalmente un boccone al proprio cane può essere un gesto d’affetto, ma deve essere fatto con consapevolezza. Meglio evitare di condividere cibo a caso e, se si vuole premiare il cane con qualcosa di speciale, scegliere tra gli alimenti sicuri o optare per snack specifici per cani. La sua salute è nelle nostre mani!
Amerigo è un Labrador Retriever color cioccolato, maschio intero, nato a Siracusa il 10/06/2019. Proviene da un allevamento riconosciuto con pedigree. Il cane è stato adottato a 13 mesi perché, una volta eseguite le lastre ufficiali, presentava displasia di secondo grado al gomito sinistro.
Arriva in famiglia a Ravenna nel 2020 già con mantello in brutte condizioni secco, schiarito, con forfora generalizzata che peggiorava dopo le passeggiate. Amerigo aveva anche sintomi gastroenterici e, dall’esame coprologico per flottazione, risultava affetto da anchilostomi, tricuridi e ascaridi. La terapia per questi parassiti dura 2 anni e sono stati fatti diversi trattamenti con farmaci antielmintici dalla collega curante perché non riusciva a negativizzarsi.
Patologie della pelle e nutrizione: cosa possiamo fare
A Maggio 2023, a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, la famiglia si è trovata in grandi difficoltà e Amerigo ha iniziato ad avere alopecia parziale a livello del collo e nelle zampe anteriori. Ha sviluppato delle cisti interdigitali con un importante eritema a causa di infezioni secondarie.
Il cane si lecca insistentemente i piedi, il pelo sul dorso è parecchio untuoso, cade a ciuffi e presenta forfora.
La curante prescrive shampoo terapia con diversi prodotti sebolitici e antimicotici e prescrive oclacitinib che porta ad un miglioramento del quadro dermatologico, purtroppo però se sospeso, il cane ricadeva.
La pododermatite e le cisti interdigitali sono patologie cutanee molto dolorose che, associate alla displasia del gomito, peggiorarono molto la qualità di vita di Amerigo, il cane infatti si sottraeva alle passeggiate, stava steso per lungo tempo e camminava solo se invogliato con biscottini e premietti.
Patologie della pelle e nutrizione: Anamnesi nutrizionale
All’adozione nel 2020 mangiava un cibo industriale di marca tedesca, successivamente inseriscono un monoproteico ma il cane prende peso e decidono di somministrargli una crocchetta per cani sovrappeso con problemi articolari, ma il cane presenta problemi intestinali. Una volta la settimana mangiava macinato di tacchino o maiale. Inoltre, la cute non migliorava e quindi il curante decide di prescrivere un commerciale a base di uova per problemi dermatologici che sta mangiando anche al momento della consulenza nutrizionale.
Amerigo mangia 3 volte al giorno circa 400 grammi di crocchette così suddivise: 100 grammi a pasto e gli ultimi 100 grammi vengono dati per convincerlo a camminare durante le passeggiate. Durante la giornata inoltre gli danno una decina di biscotti fatti in casa e un po’ di tutto dalla tavola. Con questo mangime l’intestino di Amerigo migliora ma lui prende peso, inoltre il quadro dermatologico continua a non migliorare.
Prima visita nutrizionale
Amerigo è sovrappeso alla prima visita è circa 46 kg ha un BCS di 6, un medio MCS e un peso forma di 43 kg non fosse altro per la sua malattia ortopedica. Ha un buon appetito, non ha episodi di vomito, ogni tanto mangia erba, carta, cartone e le feci del gatto. Le feci con le crocchette specifiche per la cute non sono più diarroiche anche se a volte è stitico. Amerigo mi è sembrato un cane sofferente, poco vitale, presentava numerose lesioni podali che gli alteravano l’andatura. Il gomito sinistro affetto da displasia, è aumentato di volume per la patologia articolare cronica che gli causa zoppia.
Questo è il quadro dermatologico:a livello delle zampe anteriori sono presenti cisti interdigitali arrossate e umide per il continuo leccamento, la cute tra i polpastrelli è umida ed eritematosa per le infezioni secondarie.
Amerigo ha anche diverse lesioni di piodermite superficiale localizzate in vari punti del muso, collo e nel dorso.
Terapia
In accordo con la famiglia di Amerigo iniziamo una dieta fresca low carb. La dieta prevede l’utilizzo di proteine come: pollo, tacchino, maiale, manzo e pesce bianco. L’inserimento delle proteine deve essere graduale inserendone una alla volta per capire se qualcuna non fosse ben tollerata. Come fonte di carboidrati ho utilizzato le patate e, come grassi, olio di girasole bio e olio di cocco. Le integrazioni funzionali prescritte sono: omega 3, vitamina E, PEA e fermenti lattici.
Al controllo dopo 1 mese Amerigo gradisce la nuova pappa, mangia con gusto, le feci sono formate, sono state inserite parte delle proteine prescritte e tutte sono state ben tollerate, la cute è migliorata il pelo è più lucido, meno secco, le varie lesioni cutanee sono migliorate ma la pododermatite continua ad essere sintomatica, il cane si lecca ed è ancora presente l’eritema.
La famiglia di Amerigo, pensando di far cosa gradita al cane, gli preparava dei biscottini con farina di ceci e mela che ho immediatamente sospeso inserendo carne essiccata in piccole quantità.
Al controllo a 3 mesi il cane è nettamente migliorato dal punto di vista dermatologico, unico neo da buon labrador, il controllo del peso risulta difficoltoso perché comunque la famiglia elargisce parecchi pezzetti di carne essiccata che ho lasciato riducendo le calorie della dieta.
Negli ultimi anni, il legame tra intestino e cervello ha attirato sempre più attenzione nel mondo scientifico, non solo per gli esseri umani, ma anche per i nostri cani e gatti. Questo legame, conosciuto come “Asse Intestino-Cervello” (GBA, Gut-Brain Axis), evidenzia come la salute intestinale possa influenzare il cervello e viceversa. In questo articolo esploreremo il ruolo della nutrizione nel mantenere questo delicato equilibrio nei nostri animali domestici.
Che cos’è l’Asse Intestino-Cervello?
L’Asse Intestino-Cervello è un sistema di comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale (SNC) e il sistema nervoso enterico (SNE) presente nell’intestino. Questo significa che il cervello e l’intestino “parlano” costantemente tra loro, influenzando non solo il benessere fisico, ma anche il comportamento e l’umore. Ad esempio, uno stress emotivo può causare problemi gastrointestinali e, allo stesso modo, una disbiosi intestinale (alterazione del microbiota) può avere effetti negativi sul comportamento e sulle funzioni cognitive.
Il Ruolo del Microbiota
Il microbiota intestinale è composto da trilioni di microrganismi che abitano l’intestino. Questi microrganismi svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute generale del cane e del gatto, inclusa la salute mentale. Quando il microbiota è in equilibrio, aiuta a prevenire l’infiammazione, regola il sistema immunitario e contribuisce alla produzione di neurotrasmettitori che influenzano l’umore, come la serotonina e il GABA.
Uno squilibrio nel microbiota intestinale, noto come disbiosi, può portare a una serie di problemi, tra cui infiammazione cronica, sindrome dell’intestino irritabile e disturbi comportamentali. La nutrizione gioca un ruolo cruciale nel mantenimento di questo equilibrio, influenzando direttamente la composizione del microbiota.
L’Influenza della Nutrizione sull’Asse Intestino-Cervello
La dieta è uno dei principali fattori che possono influenzare la salute intestinale e, di conseguenza, l’Asse Intestino-Cervello. Una dieta ricca di nutrienti specifici può favorire un microbiota equilibrato, ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere mentale. Ecco alcuni elementi chiave da considerare:
Grassi Essenziali (EPA e DHA): Gli acidi grassi omega-3, come l’EPA e il DHA, non solo hanno un’azione antinfiammatoria, ma nutrono anche la mucosa intestinale e favoriscono la diversità batterica. Inoltre, possono aumentare la produzione di batteri benefici come i Bifidobatteri e i Lattobacilli.
Prebiotici e Probiotici: I prebiotici sono fibre che nutrono i batteri buoni presenti nell’intestino, mentre i probiotici sono microrganismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, possono migliorare la salute intestinale e mentale. È stato dimostrato che alcuni ceppi di probiotici possono ridurre l’ansia e migliorare i sintomi depressivi nei cani e gatti con problemi comportamentali.
Carboidrati e Fibre: Una dieta povera di carboidrati o che includa fibre vegetali può avere effetti benefici sul microbiota. Tuttavia, è importante scegliere attentamente le fibre, poiché alcune, come l’inulina, possono causare problemi digestivi se non gestite correttamente. Le fibre dovrebbero essere introdotte gradualmente e preferibilmente tritate, per facilitarne la digestione.
Proteine: Anche le proteine giocano un ruolo cruciale. Le fonti proteiche di alta qualità, come carni bianche e pesce, possono avere un impatto positivo sulla salute intestinale. Inoltre, le diete monoproteiche, sebbene utili in caso di patologie specifiche come le enteropatie, dovrebbero essere somministrate solo per brevi periodi, per evitare un impoverimento del microbiota.
Strategie Nutrizionali per il Benessere Mentale
Quando si tratta di supportare l’Asse Intestino-Cervello nei cani e nei gatti, non esiste una soluzione universale. Ogni animale è unico e richiede un approccio personalizzato. Tuttavia, alcune strategie possono essere particolarmente utili:
Dieta Variata: Offrire una dieta varia è essenziale per promuovere un microbiota sano e diversificato. Più varia è l’alimentazione, maggiore è la probabilità di mantenere un microbiota equilibrato, capace di supportare la salute mentale e fisica del cane e del gatto.
Omega-3: Integrare la dieta con acidi grassi omega-3, come l’EPA e il DHA, può aiutare a ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere mentale. Questi grassi essenziali sono particolarmente utili nei cani e gatti che presentano disturbi comportamentali o neurologici.
Psicobiotici: Alcuni ceppi di probiotici, noti come psicobiotici, possono avere effetti benefici sul comportamento e sull’umore. Ad esempio, il Lactobacillus rhamnosus è stato associato a una riduzione dell’ansia nei cani.
Conclusione
L’Asse Intestino-Cervello rappresenta un’area affascinante e complessa della medicina veterinaria, che evidenzia quanto sia importante prendersi cura della salute intestinale per migliorare il benessere complessivo del cane e del gatto. Attraverso una dieta equilibrata e strategie nutrizionali mirate, possiamo supportare la salute mentale dei nostri animali e prevenire problemi comportamentali e gastrointestinali.
Snack per cani, sono importanti? Sì, lo sono, anche quando il tuo cane segue una dieta privativa, chiamata anche dieta di eliminazione. Può essere difficile, però, trovare snack che siano sicuri e compatibili con le restrizioni alimentari imposte. In questo articolo, ti spiegherò come preparare in casa dei biscottini semplici e sani, perfetti per cani che seguono una dieta privativa, oltre a fornirti varianti che tengono conto di diverse esigenze nutrizionali.
Cos’è una dieta privativa?
La dieta privativa, o dieta di eliminazione, è uno strumento diagnostico utilizzato per identificare le reazioni avverse al cibo nei cani. A differenza delle vere e proprie allergie alimentari, che sono piuttosto rare, le reazioni avverse al cibo possono includere sintomi cutanei (come prurito o arrossamento) o intestinali (vomito, diarrea o feci molli).
In pratica, la dieta privativa consiste nell’eliminare dalla dieta del cane tutte le fonti proteiche abituali e sostituirle con proteine nuove, che il cane non ha mai consumato prima. Questo serve a evitare reazioni indesiderate e a monitorare se i sintomi migliorano o scompaiono. La dieta privativa deve essere seguita per un periodo limitato, di solito dalle 6 alle 8 settimane, per evitare carenze nutrizionali. È importante che tutti gli ingredienti della dieta siano noti e approvati dal veterinario nutrizionista per garantire un corretto apporto di nutrienti senza compromettere il percorso diagnostico.
Snack per cani: perché prepararli in casa?
Quando il tuo cane è in una dieta privativa, può risultare complicato trovare snack commerciali adatti, poiché molti contengono ingredienti nascosti o additivi che potrebbero innescare una reazione avversa. Preparare snack per cani fatti in casa offre il vantaggio di conoscere esattamente gli ingredienti utilizzati, riducendo al minimo il rischio di contaminazioni. Inoltre, permette di adattare le ricette alle esigenze specifiche del tuo cane, utilizzando solo le fonti proteiche e gli amidi indicati nella dieta.
Snack per cani: ricetta base per biscotti a prova di dieta privativa
Questa ricetta di biscotti è facile da preparare e può essere modificata in base alle esigenze della dieta del tuo cane. Ecco gli ingredienti base e alcune varianti che puoi provare:
Ingredienti:
1 tazzina (125g) di yogurt bianco senza zucchero
1/2 tazzina di olio (es. mais, lino o quello indicato nella dieta)
1 pizzico di sale
1/2 tazzina di psillio cuticole (senza semi interi)
1/2 tazzina di farina (es. farina di riso, o quella scelta in base alla fonte di amido della dieta)
1 cucchiaino di bicarbonato
Preparazione:
Preriscalda il forno a 180°C.
Mescola tutti gli ingredienti in una ciotola fino a ottenere un impasto omogeneo. Guarda il video qui della preparazione qui.
Versa l’impasto negli stampi in silicone (vedi sotto quelli consigliati in base alla taglia del cane!) e inforna per circa 15-20 minuti, fino a quando i biscotti saranno dorati.
Lascia raffreddare prima di offrire i biscottini al tuo cane.
Sanck per cani: varianti per diete specifiche
Se il tuo cane non può mangiare yogurt o uova, non preoccuparti! Esistono numerose varianti che puoi provare in base alla dieta privativa prescritta dal veterinario:
Sostituti dello yogurt: Puoi sostituire lo yogurt con un omogeneizzato per bambini, scegliendone uno senza cipolla e che contenga la fonte proteica prescritta nella dieta (es. platessa, coniglio, ecc.).
Sostituti delle uova: Le uova possono cross-reagire con altre proteine di origine volatile, in particolare con il pollo. Se il tuo cane non può mangiare uova, puoi sostituirle con mezza banana schiacciata o con un cucchiaio di semi di chia reidratati in 30 ml di acqua (lascia riposare fino a quando si forma un gel).
Cosa fare se il cane segue una dieta commerciale idrolizzata
Se il tuo cane è sotto una dieta privativa a base di alimenti commerciali idrolizzati, non disperare! Puoi comunque preparare degli snack, utilizzando la versione umida dello stesso alimento (se disponibile). In questo modo, eviterai di introdurre ingredienti non autorizzati nella dieta e potrai offrire uno snack gustoso e sicuro. Per aumentare l’appetibilità, puoi aggiungere un po’ di cibo umido per gatti idrolizzato, che in molti casi risulta più appetibile per i cani. Chiedi al tuo veterinario nutrizionista se questa ultima soluzione è adatta per voi!
Quanto dura una dieta privativa?
Una delle cose più importanti da ricordare è che la dieta privativa non deve essere seguita per lunghi periodi. Il suo scopo principale è diagnosticare una reazione avversa al cibo, quindi una volta completato il periodo di osservazione (di solito tra 6 e 8 settimane), sarà necessario reintrodurre gradualmente nuovi alimenti per capire quali sono ben tollerati. Prolungare la dieta privativa senza una ragione medica può portare a squilibri nutrizionali e problemi di salute.
Conclusioni
Preparare snack fatti in casa per un cane che segue una dieta privativa non è solo un modo sicuro per offrirgli una gratificazione durante il percorso diagnostico, ma è anche un modo per sentirsi più tranquilli riguardo agli ingredienti che consuma. Ricorda di consultare sempre il tuo veterinario nutrizionista prima di apportare modifiche alla dieta del tuo cane e di seguire attentamente le indicazioni per evitare errori che potrebbero compromettere i risultati della dieta.
Prova questa ricetta e fammi sapere come è andata!
Se sei alla ricerca di un integratore naturale per migliorare la salute del tuo cane, potresti aver sentito parlare dell’olio di pesce. Questo prodotto naturale è una ricca fonte di Omega-3, in particolare di EPA e DHA, due acidi grassi essenziali che offrono numerosi benefici per l’organismo del cane. Ma come scegliere il migliore? E quali sono i vantaggi reali di integrarlo nella dieta del tuo amico a quattro zampe? Scopriamolo insieme.
Perché l’olio di pesce è benefico per il cane
L’olio di pesce contiene numerosi nutrienti utili, ma gli Omega-3, in particolare l’EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico), sono i più importanti per la salute del cane. Questi grassi sono fondamentali per diverse funzioni biologiche e, dato che il cane non è in grado di sintetizzarli autonomamente, è necessario integrarli tramite l’alimentazione.
Ruolo strutturale e funzionale degli Omega-3
Ruolo strutturale: gli Omega-3 entrano nella composizione delle membrane cellulari del cane, rendendole più fluide e funzionali. Una membrana cellulare sana garantisce un invecchiamento migliore e funzioni cellulari ottimali.
Ruolo funzionale: gli Omega-3 regolano l’infiammazione, riducendola quando necessario. Questo rende l’olio di pesce un potente antinfiammatorio naturale, utile in molte condizioni cliniche.
Come integrare l’olio di pesce nella dieta del cane
Affidarsi unicamente al pesce come fonte di Omega-3 per il cane non è pratico. Per ottenere quantità terapeutiche di EPA e DHA, si dovrebbe nutrire il cane esclusivamente con pesce grasso non di allevamento, cosa impossibile e nutrizionalmente squilibrata.
Formati disponibili
L’olio di pesce si trova in due forme principali:
Perle: più concentrate, facili da dosare e spesso più pure.
Liquido: da somministrare con un cucchiaino, ma richiede dosi maggiori.
Per un cane di circa 20 kg, la dose consigliata è di 700 mg a 1 grammo di EPA e DHA al giorno, a seconda delle condizioni di salute e del tipo di dieta seguita.
Come scegliere un buon olio di pesce per il cane
La scelta del prodotto giusto è fondamentale. I pesci accumulano sia nutrienti benefici che tossine come policlorobifenili, diossina e mercurio, soprattutto se vivono in ambienti contaminati.
Cosa preferire
Oli derivati da pesci piccoli come sardine, aringhe o altri pesci azzurri, che hanno meno probabilità di essere contaminati.
Perle di olio di pesce distillato e purificato, che offrono una maggiore sicurezza e concentrazione di EPA e DHA.
Cosa evitare
Oli derivati da grandi pesci come tonno o pesce spada, che tendono ad accumulare più tossine.
Oli provenienti da salmone allevato, generalmente poveri di Omega-3.
Attenzione alla conservazione e agli ingredienti
Un buon olio di pesce dovrebbe contenere anche un antiossidante naturale, come la Vitamina E (tocoferolo), che aiuta a conservare il prodotto e ne mantiene intatte le proprietà. Questo dettaglio è spesso indicato sull’etichetta ed è un segno di qualità.
Conclusioni
Integrare l’olio di pesce nella dieta del cane può migliorare la sua salute in modo significativo, ma è importante scegliere con attenzione il prodotto giusto. Preferisci oli derivati da pesci piccoli e controlla la presenza di EPA e DHA ben dosati. In questo modo, offrirai al tuo cane un supporto naturale per una vita sana e attiva.
Quando un cane soffre di insufficienza renale, la gestione dell’alimentazione diventa una sfida cruciale. Questa condizione non solo influisce sul benessere generale del cane, ma rende anche il momento del pasto complicato, specialmente nei casi più avanzati. In questo articolo vedremo come impostare una dieta adeguata, quali alimenti sono consigliati e quali evitare, con un occhio di riguardo per i consigli pratici utili a migliorare la qualità di vita del cane.
Capire la stadiazione della patologia renale
Non tutti i cani con insufficienza renale hanno le stesse esigenze alimentari. Prima di decidere cosa dargli da mangiare, è essenziale che la malattia sia correttamente “stadiata”. Secondo le linee guida IRIS 2019, si possono distinguere quattro stadi della patologia:
Stadio 1 e 2: fasi iniziali, spesso senza sintomi evidenti.
Stadio 3 e 4: fasi avanzate, con sintomi più gravi e una gestione più complessa.
La stadiazione si basa su parametri come la creatinina ematica, l’urea, il peso specifico delle urine e la presenza di proteine urinarie. Inoltre, vengono valutati valori come il fosforo ematico, l’SDMA e la pressione arteriosa.
Perché è importante questa analisi? Perché i fabbisogni nutrizionali cambiano a seconda dello stadio della malattia. Ad esempio, un cane in stadio IRIS 1 o 2 avrà necessità diverse rispetto a uno in stadio IRIS 3 o 4.
Alimentazione per un cane con insufficienza renale: Cosa deve mangiare?
Un cane nei primi stadi della malattia dovrebbe seguire una dieta:
Ricca di proteine ad alto valore biologico: derivano da fonti animali e producono meno scarti azotati.
A basso contenuto di fosforo: il fosforo è un nemico per i reni già compromessi.
Arricchita con Omega-3: questi acidi grassi essenziali aiutano a rallentare la progressione della malattia e supportano la funzionalità renale.
Quando la malattia progredisce agli stadi IRIS 3 o 4, il cane potrebbe manifestare disappetenza e perdere rapidamente massa muscolare. In questi casi, la dieta deve:
Garantire un adeguato apporto proteico, evitando eccessi di fosforo.
Essere energeticamente densa, sfruttando grassi sani per compensare il basso volume di cibo ingerito.
Includere fibre e probiotici, per aiutare l’intestino a smaltire le tossine uremiche.
Prevedere integratori utili, come il complesso di vitamine B, potassio o vitamina D.
Cosa evitare nella dieta
Alcuni alimenti sono assolutamente da evitare per un cane con insufficienza renale:
Cibo commerciale generico non prescritto dal veterinario. Potrebbe contenere livelli di fosforo o proteine non adeguati.
Fosforo inorganico: presente in molti integratori e alimenti lavorati.
Eccesso di sale: anche se una piccola quantità non è dannosa, un eccesso può peggiorare la condizione.
Un falso mito è che il pesce sia completamente sconsigliato. In realtà, se bilanciato nelle giuste dosi, può essere una buona fonte di proteine e Omega-3, purché il fosforo sia controllato.
Cosa fare se il cane non mangia?
La perdita di appetito è comune nei cani con insufficienza renale, soprattutto negli stadi avanzati. Ecco alcuni consigli utili:
Consultare il veterinario: potrebbero essere necessari esami per verificare la presenza di complicazioni, come un eccesso di fosforo, e decidere se utilizzare farmaci anti-nausea o procinetici.
Reidratazione: la fluidoterapia può alleviare i sintomi e migliorare l’appetito.
Stimolanti dell’appetito: la cannabis medicinale è una delle opzioni più innovative, ma deve essere prescritta da un veterinario esperto.
Trucchi per rendere il pasto più appetibile
Se il cane rifiuta il cibo, si possono adottare alcuni accorgimenti:
Cibo umido: è più appetibile rispetto alle crocchette.
Brodo di carne: aggiungerlo al cibo può renderlo più saporito e aumentare l’assunzione di liquidi.
Parmigiano: una leggera spolverata non solo migliora il gusto, ma aiuta anche a chelare il fosforo grazie al calcio.
Supporto avanzato: dialisi e purificazione extracorporea
Nei centri veterinari specializzati è possibile eseguire la dialisi, una procedura che migliora significativamente la qualità della vita del cane negli stadi più avanzati della malattia. Questa opzione è particolarmente utile quando la gestione tradizionale non è più sufficiente.
Conclusioni
Gestire l’alimentazione di un cane con insufficienza renale richiede impegno e collaborazione con il veterinario. Una dieta bilanciata, integrata con i nutrienti giusti e adattata allo stadio della malattia, può fare una grande differenza nel migliorare la qualità di vita del cane. Con i giusti accorgimenti, anche una patologia complessa come l’insufficienza renale può essere affrontata con serenità.
Quando un cane mangia esclusivamente cibo umido, è importante considerare vari aspetti, sia dal punto di vista nutrizionale che pratico. Se anche il tuo cane preferisce l’umido alle crocchette, non sei solo. Ma è davvero una scelta ottimale? Scopriamolo insieme.
Il primo punto: l’alimento è completo?
Se il tuo cane mangia solo cibo umido, la prima cosa da verificare è che si tratti di un alimento completo. Molti prodotti in commercio, infatti, sono solo complementari: non contengono tutti i nutrienti necessari e possono causare carenze nel lungo periodo. Come riconoscerli?
Controlla l’etichetta: se non trovi la dicitura “alimento completo”, è meglio evitarlo.
Presta attenzione alla lista degli ingredienti: se è troppo corta o generica, potrebbe non essere adatta a un’alimentazione esclusiva.
Un alimento completo è formulato per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali del tuo cane, evitando problemi legati a squilibri o carenze.
Cibo umido e salute dentale
Attenzione all’umido perché i denti potrebbero essere a rischio, soprattutto con gli alimenti umidi di bassa qualità, molto ricchi di zuccheri, che sembrano facilitare l’accumulo di placca e tartaro.
Se non siete sicuri del vostro umido, è fondamentale:
Spazzolare i denti regolarmente con uno spazzolino apposito.
Far controllare la bocca dal veterinario per valutare la necessità di una pulizia dentale professionale (detartrasi).
Non trascurare la salute orale: una bocca infiammata o piena di tartaro può causare dolore e complicazioni, influendo negativamente sulla qualità della vita del tuo cane.
Il rischio degli interferenti endocrini
Un altro potenziale problema legato all’alimentazione esclusiva con cibo umido è l’esposizione a interferenti endocrini, come il bisfenolo A (BPA).
Il BPA è una sostanza presente in alcune plastiche, incluse quelle utilizzate per confezionare gli alimenti. Questo composto può trasferirsi al cibo, alterando il metabolismo del cane e interferendo con il funzionamento della tiroide.
Cosa puoi fare per limitare questo rischio?
Preferisci cibi confezionati in materiali privi di BPA.
Alterna il cibo umido con altre soluzioni, come alimenti freschi o crocchette, per ridurre l’esposizione.
Perché alcuni cani non mangiano le crocchette?
Se il tuo cane rifiuta le crocchette, le ragioni possono essere molteplici. Ecco le più comuni:
Problemi di salute: Un cane disoressico potrebbe sperimentare nausea o avere condizioni che rendono sgradevole il cibo secco.
Preferenze alimentari: Alcuni cani sviluppano gusti ben precisi e rifiutano categoricamente ciò che non gradiscono.
A volte è difficile distinguere tra un problema medico e una semplice preferenza. In caso di dubbi, è sempre consigliabile consultare un veterinario esperto in nutrizione o un gastroenterologo.
Ricorda: non esistono “capricci” nel senso umano del termine. Se il tuo cane rifiuta un cibo, sta cercando di comunicare un disagio o una preferenza reale.
Alternative al cibo umido
Se il tuo cane non vuole mangiare crocchette, ci sono alternative valide:
Cibo umido commerciale completo: Come già detto, assicurati che sia equilibrato e adatto per un’alimentazione esclusiva.
Alimentazione fresca: Una dieta casalinga, preparata con ingredienti freschi e bilanciati, rappresenta una scelta eccellente.
Le diete casalinghe possono essere:
Cotte o crude (BARF), a seconda delle esigenze del cane.
Bilanciate da un professionista per garantire l’apporto corretto di nutrienti.
Un’alimentazione fresca è spesso più appetibile, più naturale e benefica per la salute generale del cane, purché sia correttamente formulata.
Conclusioni
Se il tuo cane mangia solo cibo umido, presta attenzione alla qualità dell’alimento, alla salute dentale e al rischio di esposizione agli interferenti endocrini. Considera alternative come una dieta fresca e varia, che può migliorare la sua salute e la sua felicità.
Ricorda, ogni cane è diverso e ha esigenze specifiche. Consulta sempre un veterinario per assicurarti di fare la scelta migliore per il tuo compagno a quattro zampe.
Negli ultimi anni, le allergie alimentari nei cani sono diventate sempre più comuni. Se hai un cane, probabilmente avrai sentito parlare di cani allergici a determinati alimenti, magari da altri proprietari al parco. Ma come si riconoscono queste allergie e come possiamo aiutare il nostro cane? Scopriamolo insieme.
Allergia alimentare o reazione avversa al cibo?
È importante chiarire che non tutte le reazioni agli alimenti sono vere e proprie allergie. Quando parliamo di allergia alimentare, ci riferiamo a una risposta anomala del sistema immunitario. Tuttavia, nel cane le allergie alimentari autentiche sono piuttosto rare. Più spesso, ci troviamo di fronte a reazioni avverse al cibo, un termine generico che include sia allergie sia intolleranze.
Nonostante la distinzione tecnica, i sintomi e il percorso diagnostico sono simili, perciò in questo articolo useremo il termine “allergia” per semplicità.
Il cane è allergico a determinati alimenti: i sintomi delle allergie alimentari nel cane
I sintomi più comuni sono di natura cutanea e/o gastrointestinale:
Sintomi cutanei
Prurito intenso, spesso accompagnato da eritema (pelle arrossata).
Microlesioni causate dal grattarsi, che possono portare a infezioni batteriche secondarie.
Pomfi (piccole aree rilevate della pelle) o zone senza pelo (alopecia).
Questi sintomi possono essere confusi con altre patologie cutanee. È quindi fondamentale consultare un veterinario dermatologo per una diagnosi precisa.
Sintomi gastrointestinali
Vomito e/o diarrea.
Disappetenza o abbattimento.
Nei casi più gravi, malassorbimento intestinale o perdita di nutrienti, con conseguente dimagrimento grave.
Anche in questo caso, i sintomi sono aspecifici e richiedono il supporto di un veterinario esperto in nutrizione e/o gastroenterologia.
Il cane è allergico a determinati alimenti: gli alimenti più comunemente allergenici
Le proteine sono spesso i principali responsabili delle allergie alimentari. Tra gli allergeni più comuni troviamo:
Pollo, bovino e uova, spesso presenti negli alimenti commerciali.
È importante notare che non tutti i cani sviluppano allergie agli stessi alimenti. Ad esempio, un cane che ha sempre mangiato alimenti a base di pesce potrebbe essere più suscettibile a questo tipo di proteine rispetto al pollo.
Come si diagnostica l’allergia alimentare
La diagnosi è un processo lungo e richiede pazienza. Si parte con l’esclusione di altre cause, come parassiti, e si procede con una dieta di eliminazione. Questo metodo consiste nell’escludere tutti gli alimenti potenzialmente allergenici per un periodo di tempo e successivamente reintrodurli gradualmente. Vediamo le opzioni disponibili:
Cibo commerciale monoproteico: preparato con una sola fonte proteica nuova per il cane. Tuttavia, alcuni prodotti possono essere contaminati da proteine non dichiarate.
Cibo commerciale idrolizzato: le proteine sono scomposte in frammenti talmente piccoli da non essere riconosciuti dal sistema immunitario.
Dieta casalinga monoproteica: la scelta più sicura. Permette di controllare con precisione gli ingredienti utilizzati, eliminando il rischio di contaminazione.
Durante la dieta di eliminazione è essenziale evitare qualsiasi alimento extra non approvato dal veterinario, poiché anche un piccolo errore può compromettere i risultati.
La dieta deve essere seguita per almeno 3 settimane (in caso di sintomi gastrointestinali) o fino a 2 mesi (in caso di sintomi cutanei). Successivamente, si procede con la reintroduzione graduale degli alimenti per confermare la diagnosi e garantire una maggiore varietà nella dieta del cane.
Alternative alla dieta di eliminazione
Sfortunatamente, non esistono alternative affidabili alla dieta di eliminazione. Sebbene esistano test allergici per i cani, questi non sono sufficientemente accurati e possono produrre falsi positivi o negativi.
Come trattare le allergie alimentari
Il trattamento è diviso in due fasi principali:
A breve termine
Evitare gli alimenti allergenici identificati.
Prestare attenzione alle etichette dei cibi commerciali per evitare contaminazioni.
A lungo termine
Tornare gradualmente a una dieta variata, reintroducendo uno alla volta gli alimenti eliminati.
Lavorare sulla modulazione della microflora intestinale e del sistema immunitario per migliorare la tolleranza e ridurre le infiammazioni.
Prevenzione e cura
Non esistono strategie certe per prevenire le allergie alimentari nei cani. Tuttavia, alcuni studi suggeriscono che somministrare cibo fresco fin dalla giovane età potrebbe ridurre il rischio di reazioni anomale. Al contrario, nutrire il cane con un solo tipo di alimento commerciale per tutta la vita potrebbe aumentare il rischio di sviluppare allergie.
Per quanto riguarda la cura, è importante evitare di somministrare sempre lo stesso cibo, poiché una dieta monotona può ridurre la variabilità intestinale, aumentando l’infiammazione. La soluzione migliore è seguire una dieta variata e personalizzata, monitorando eventuali reazioni negative.
Conclusioni
Le allergie alimentari nel cane sono un problema complesso, ma con la giusta attenzione e il supporto di un veterinario è possibile gestirle in modo efficace. Una diagnosi accurata, una dieta controllata e un approccio personalizzato sono fondamentali per migliorare la qualità della vita del tuo cane.
Far dimagrire un cane è una questione di salute, non solo di estetica. Un cane in sovrappeso rischia problemi seri, dalla difficoltà a muoversi a malattie metaboliche. In questo articolo vedremo come capire se il tuo cane ha bisogno di dimagrire, quali strategie adottare e come creare un programma di alimentazione e attività fisica adatto.
Come capire se il cane è sovrappeso
Valutare se il tuo cane è in sovrappeso è il primo passo. Esistono tabelle chiamate Body Condition Score (BCS) che indicano la forma ideale del corpo del cane su una scala da 1 a 9.
Ecco alcuni segnali visibili:
Osserva il profilo del cane: visto dall’alto, il corpo dovrebbe restringersi nella zona della vita.
Palpa le costole: dovresti sentirle sotto la pelle senza bisogno di premere troppo.
Controlla l’addome: dovrebbe essere retratto, non gonfio o pendente.
Con il cane a pelo lungo ovviamente dovremo fare questa valutazione prediligendo la palpazione. Se hai dubbi, consulta sempre il veterinario per una valutazione più precisa, ancora meglio se Medico Veterinario esperto in Nutrizione.
Perché è importante far dimagrire un cane sovrappeso
Il sovrappeso nei cani può causare problemi di salute significativi, tra cui:
Problemi articolari: come osteoartrite e fratture patologiche.
Malattie metaboliche: diabete, iperlipidemia e sindrome metabolica.
Ridotta aspettativa di vita: studi dimostrano che un cane in forma vive più a lungo e meglio.
Difficoltà respiratorie e intolleranza al calore: rendendo difficile l’attività fisica e creando un circolo vizioso.
Come impostare una dieta per far dimagrire il cane
1. Riduzione calorica controllata:
Una dieta bilanciata dovrebbe essere ricca di proteine di qualità (carne, pesce, uova), con pochi grassi e una quantità adeguata di fibre provenienti da verdure (evita frutta zuccherina e carboidrati come pasta e riso). Una dieta fresca che rispetti questi principi sarà anche molto apprezzata dal vostro cane.
2. Scegli alimenti specifici:
Se usi cibo industriale, opta per alimenti light formulati appositamente per la perdita di peso. Evita di ridurre semplicemente le quantità del cibo normale: potresti causare carenze nutrizionali, diminuendo la quota proteica che invece va mantenuta.
3. No agli extra:
Elimina snack e premi calorici non necessari. Sostituiscili con verdure come carote o zucchine cotte.
L’importanza dell’attività fisica
L’esercizio fisico è essenziale per il dimagrimento. Ecco come procedere:
Passeggiate quotidiane: camminate veloci di almeno 20-30 minuti per 3-5 giorni a settimana.
Giochi interattivi: come il riporto o giochi di ricerca.
Esercizi mirati: se il tuo cane è gravemente sovrappeso, consulta un veterinario fisioterapista per un programma personalizzato.
Evita attività intense come corse o salti che potrebbero danneggiare le articolazioni.
Conclusione
Far dimagrire un cane richiede costanza, pazienza e un approccio combinato tra dieta equilibrata e attività fisica regolare. Consulta sempre un veterinario per creare un piano personalizzato e monitorare i progressi. La salute del tuo cane dipende da te!
Il cane può mangiare il calamaro? Molti proprietari di cani si chiedono se i calamari siano adatti alla dieta del proprio animale. La risposta è sì! I cani possono mangiare i calamari, che rappresentano una fonte nutrizionale ricca e benefica se somministrati nel modo corretto. In questo articolo esploriamo i benefici, le controindicazioni e le modalità di preparazione dei calamari per i cani.
Perché i calamari fanno bene ai cani?
I calamari appartengono alla famiglia dei molluschi e sono comunemente pescati in tutto il mondo. Questi frutti di mare sono ricchi di proteine di alta qualità, con un basso contenuto di grassi e zuccheri, rendendoli perfetti anche per cani che seguono diete ipocaloriche o per quelli che necessitano di regolare la glicemia.
Dal punto di vista nutrizionale, i calamari forniscono importanti minerali e vitamine tra cui:
Sodio, calcio, fosforo e potassio: essenziali per la salute delle ossa e il corretto funzionamento muscolare.
Vitamina A (retinolo) e Niacina (vitamina PP): utili per la pelle e la vista.
Un altro vantaggio è che i calamari, essendo alla base della catena alimentare marina, tendono ad essere meno contaminati rispetto a pesci di grossa taglia come il tonno o il pesce spada.
Il cane può mangiare il calamaro: Controindicazioni da considerare
Sebbene i calamari siano un alimento sano, esistono alcune controindicazioni:
Allergie ai prodotti della pesca: se il tuo cane è allergico al pesce, meglio evitare i calamari per scongiurare reazioni allergiche.
Ingredienti tossici aggiunti: evita calamari preparati con ingredienti dannosi per i cani come cipolle, aglio o salse speziate.
Se hai dubbi, sulle reazioni del tuo cane ai calamari, consulta sempre un veterinario.
Come preparare i calamari per il cane
Per mantenere intatte le proprietà nutrizionali dei calamari, la cottura a vapore è il metodo migliore. Evita la frittura o la cottura con olio e condimenti.
Quantità consigliate
Le quantità dipendono dalla taglia del cane:
Cani di piccola taglia (fino a 10 kg): Un pezzettino grande circa quanto una noce.
Cani di taglia media e grande: Due o tre pezzetti della stessa dimensione.
I calamari dovrebbero essere offerti come extra occasionale, non come parte principale della dieta.
Conclusione
I calamari possono essere un’ottima aggiunta alla dieta del cane se preparati correttamente e somministrati nelle giuste quantità. Consulta sempre il Medico Veterinarioesperto in nutrizione prima di introdurre nuovi alimenti e assicurati che il tuo cane riceva una dieta equilibrata e sicura!
L’arrivo di una cucciolata è un’esperienza straordinaria, ma anche un momento che richiede grande attenzione, soprattutto per la madre. Dopo il parto, la cagna affronta un periodo di intenso impegno fisico e metabolico. Fornire un’alimentazione adeguata è fondamentale per la sua salute e per quella dei cuccioli. Vediamo insieme come nutrire al meglio una cagna che sta allattando.
L’alimentazione della cagna dopo il parto: tutto ciò che devi sapere: i bisogni nutrizionali
L’allattamento è una delle fasi più impegnative per l’organismo della cagna. Non solo deve produrre latte per i cuccioli, ma anche recuperare energie dopo il parto. I suoi bisogni nutrizionali aumentano notevolmente, specialmente se la cucciolata è numerosa.
Acqua: il latte è composto all’80% di acqua, perciò è essenziale che la cagna abbia sempre a disposizione acqua fresca e pulita. Se mangia alimenti secchi, come crocchette, il bisogno di idratazione sarà ancora maggiore.
Proteine e grassi: per sostenere la produzione di latte e fornire energia, la dieta della cagna deve essere ricca di proteine di alta qualità (carne, pesce, uova) e grassi.
Carboidrati: i cereali facilmente digeribili possono fornire un apporto energetico utile, ma è importante scegliere fonti di alta qualità.
In molti casi, il cibo per cuccioli è l’opzione ideale. Questo tipo di alimentazione contiene i nutrienti di cui la cagna ha bisogno, come proteine, grassi e una dose bilanciata di calcio.
Alimentazione casalinga: sì o no?
Un’alimentazione fresca e bilanciata è una valida alternativa, ma richiede una pianificazione accurata. Non si può improvvisare: è fondamentale rivolgersi a un medico veterinario esperto in nutrizione per animali, che possa formulare una dieta su misura.
Tra gli alimenti freschi che si possono includere ci sono carne magra, pesce e verdure cotte, ma sempre seguendo le indicazioni di un professionista. Evitare il fai da te è essenziale per non rischiare carenze o squilibri.
Cibi che favoriscono la produzione di latte
Non esistono alimenti miracolosi per aumentare la produzione di latte, ma alcune piante, come la borragine, possono avere un leggero effetto galattagogo. Al contrario, la salvia può ridurla. Tuttavia, l’aspetto più importante è garantire una dieta completa e bilanciata: se la cagna riceve tutti i nutrienti di cui ha bisogno, il latte sarà sufficiente per i cuccioli.
Quanto e quante volte deve mangiare?
Durante l’allattamento, le necessità caloriche della cagna aumentano in modo significativo. Al picco della lattazione (3-4 settimane dopo il parto), una cagna può mangiare 3 o 4 volte la quantità di cibo che consumava prima.
Per cucciolate molto numerose (oltre 10 cuccioli), le quantità possono essere ancora più elevate. È consigliabile dividere il cibo in almeno cinque pasti giornalieri: tre pasti principali e due spuntini. Questo aiuta la cagna a digerire meglio e a sfruttare al massimo i nutrienti.
L’alimentazione della cagna dopo il parto e integratori: quali sono utili?
Non tutti gli integratori sono necessari o sicuri. Ad esempio:
DA NON DARE il Calcio: è importante non somministrarlo senza indicazioni del veterinario. Un eccesso può causare problemi come l’eclampsia. La quantità presente nel cibo per cuccioli è solitamente sufficiente.
DA DARE gli Omega-3: gli acidi grassi, in particolare il DHA e l’EPA, possono supportare la salute della madre e lo sviluppo neuronale dei cuccioli.
DA DARE gli Antiossidanti: vitamine C ed E possono aiutare a contrastare i radicali liberi prodotti durante l’allattamento.
DA DARE le Fibre: utili nei giorni vicini al parto per prevenire la costipazione.
Piccole quantità di fegato possono essere somministrate per stimolare l’appetito, ma con moderazione, per evitare problemi gastrointestinali.
Cosa fare se la cagna non mangia
È normale che una cagna mostri disappetenza nei giorni immediatamente successivi al parto. Questo può essere dovuto alla fatica del parto o al desiderio di rimanere vicino ai cuccioli.
Un trucco per invogliarla a mangiare è offrire alimenti particolarmente appetibili, come una piccola quantità di gelato alla vaniglia. Questo alimento, ricco di proteine, grassi e zuccheri, può aiutare a ricaricarla. Tuttavia, è importante non abusarne.
Se la cagna continua a rifiutare il cibo oltre 4-5 giorni dopo il parto, o se mangia troppo poco rispetto alle sue necessità, è essenziale consultare un veterinario. La mancanza di appetito potrebbe indicare problemi di salute.
Conclusioni
L’alimentazione della cagna dopo il parto è un aspetto cruciale per garantire il suo benessere e quello dei cuccioli. Offrire una dieta ricca di nutrienti, acqua a volontà e pasti frequenti permette alla madre di affrontare al meglio questa fase impegnativa.
Ricordati di monitorare sempre il suo stato di salute e di non esitare a chiedere consiglio al veterinario in caso di dubbi. Una cagna ben nutrita sarà più forte e in grado di prendersi cura al meglio dei suoi cuccioli, regalando a te la gioia di vederli crescere sani e felici.