Disbiosi intestinale

Cos’è la disbiosi intestinale?

Quante volte ci è capitato di sentire o leggere il termine disbiosi intestinale ed avere le idee confuse sul reale problema che affligge il nostro amico a quattro zampe?

La parola disbiosi non è va associata solo a patologie gastroenteriche acute e croniche ma anche a patologie sistemiche come la dermatite atopica, l’obesità, il diabete e le patologie uro-genitali.
Molto importanti sono anche le evidenze che associano la disbiosi a patologie neurologiche e alterazioni del comportamento (asse intestino-cervello). 

In questo articolo scopriremo in cosa consiste la disbiosi intestinale, come poterla riconoscere ed eventualmente prevenire o correggere. 

Disbiosi intestinale, partiamo dal microbiota

Come sappiamo bene, il microbiota intestinale è costituito da un insieme di microrganismi (batteri, virus, funghi,protozoi) che vivono nel tratto gastrointestinale e svolgono molteplici funzioni fondamentali per la salute dell’ospite e producono metaboliti che interessano altri organi, non solo il tratto gastrointestinale. 

In condizioni di eubiosi, il microbiota intestinale è ricco e vario, composto da un elevato numero di specie diverse, che in cani e gatti appartengono soprattutto a quattro phyla principali:

  • Firmicutes (comprende molti batteri produttori di importanti metaboliti e regolatori di vie metaboliche tra cui quelle degli acidi biliari e degli acidi grassi a catena corta), fondamentali per il mantenimento della salute intestinale e per la modulazione del sistema immunitario dell’organismo
     
  • Bacteroidetes (include Prevotella e Bacteroides)
  • Fusobacteria (comprende il genere Fusobacterium)
  • Proteobacteria (comprende la famiglia delle Enterobatteriaceae)

La disbiosi intestinale rappresenta un’alterazione del numero e della composizione batterica del microbiota intestinale, in genere è caratterizzata dalla riduzione del numero di specie e della diversità microbica. Spesso si ha sovracrescita dei microrganismi appartenenti ad una sola oa poche specie, che prendono il sopravvento sulle altre. Contemporaneamente vengono modificate anche le quantità di sostanze prodotte da ceppi specifici, con una conseguente alterazione delle funzioni fondamentali del microbiota intestinale.

Un fattore importante da tener presente è che la disbiosi intestinale non rappresenta un sintomo da “sopprimere”, è indice di alterazione di quello che è un organo del loro organismo ossia il microbiota.

Le cause e le patologie predisponenti della disbiosi

– Enteropatie acute e croniche

– Infiammazione intestinale

– Genetiche (legate al sistema immunitario del soggetto)

– Predisposizione di razza (es. brachicefali ma anche Pastore tedesco, Yorkshire ecc) 

– Invecchiamento

– Farmaci (antibiotici, antiacidi, antiparassitari ad uso orale, Fans, anestetici ecc)

– Ambiente, stress 

– Diete non bilanciate o di scarsa qualità

– Parto cesareo

– Allattamento artificiale

Quali sono i sintomi di disbiosi intestinale?

Purtroppo a volte i sintomi possono essere molto aspecifici ma di solito si riferiscono tutti ad un’alterata funzionalità dell’apparato gastrointestinale come:

– Diarrea, feci troppo molli o troppo dure, presenza di muco

– Rumori intestinali, flatulenza, coliche

– Vomito, nausea, inappetenza, alitosi

– Ricerca di erba, coprofagia

– Tendenza ad ingerire corpi estranei

– Dermatiti ricorrenti

Non esiste purtroppo una soluzione utile per tutti, spesso gli approcci sono molteplici e richiedono tanto tempo e pazienza. Ogni caso è unico e necessita di un approccio medico specifico.

Cosa possiamo fare per prevenirla o correggerla?

Non esiste purtroppo una soluzione utile per tutti, spesso gli approcci sono molteplici e richiedono tanto tempo e pazienza. Bisogna essere disponibili a tentare, ma anche a sospendere, nel caso in cui la risposta non sia quella sperata.

  1. Dieta

La modulazione dietetica dovrebbe essere sempre parte del trattamento se non addirittura  la parte da cui iniziare poiché non ha alcun impatto negativo sul microbiota intestinale.

  1. Probiotici 

I probiotici hanno un effetto benefico sulla salute dell’ospite. Alcuni migliorano la funzionalità della barriera intestinale, altri modulano il sistema immunitario. Anche in questo caso c’è una notevole variabilità individuale nella risposta.

  1. Terapie olistiche (come omeopatia, omotossicologia, fitoterapia e micoterapia)
  2. Un altra possibilità terapeutica è il trapianto fecale o trapianto di microbiota (FMT)
  3. Antinfiammatori ed immunosoppressori

Anche se non è ancora chiaro se la disbiosi sia la causa o la conseguenza delle malattie infiammatorie intestinali è evidente che le due condizioni siano strettamente correlate.

Nei casi in cui il ritorno ad uno stato di equilibrio (eubiosi) può essere impedito dalla presenza di un grave stato infiammatorio cronico. In questo caso l’utilizzo di questi farmaci può permettere l’interruzione del ciclo infiammazione-disbiosi.

  1. Antibiotici

In alcuni casi possono essere necessari ma il loro utilizzo va valutato attentamente dato che hanno notevoli effetti collaterali. Le più recenti linee guida sconsigliano l’utilizzo di antibiotici in caso di diarrea e ricordano che un solo ciclo di antibiotici può alterare il microbioma per mesi/anni.

In conclusione

Concludendo possiamo affermare che la disbiosi è una condizione complessa che varia molto da animale ad animale. Da un punto di vista scientifico quello che sappiamo è la sua complessità e la richiesta di un approccio sistemico, olistico, spesso multidisciplinare. 

Ogni paziente è unico come lo è il suo microbiota per cui sta al medico veterinario analizzare ogni singolo caso clinico e stabilire l’approccio che reputa più adatto a ristabilire l’eubiosi.

Articolo della dott.ssa Laura Mancinelli, DVM

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