Perché il mio cane non tollera più la dieta casalinga?
Siamo passati da una alimentazione commerciale ad una dieta casalinga e tutti i problemi del nostro cane si sono magicamente risolti: pelo più lucido, nausea sparita, feci da manuale, appetito sempre alle stelle.
E poi, di punto in bianco, ricompaiono sintomi che oramai avevamo dimenticato: feci non proprio belle, muco e un continuo brucare erba, nemmeno avessimo adottato una capretta!
Questa è una situazione che, noi nutrizionisti, vediamo spesso nei nostri pazienti.
Ma a cosa è dovuta questa improvvisa “mal tolleranza” alla dieta casalinga?
Le cause possono essere varie. A volte banali, altre volte più difficili da comprendere.
In questo articolo cercheremo di analizzare tutti i motivi per cui una dieta casalinga può, nel tempo, non essere più così ben tollerata come all’inizio. E cercheremo di capire, caso per caso, come ci dobbiamo comportare.
Indiscrezione alimentare
Una delle prime cose da valutare quando ci si trova di fronte ad una improvvisa comparsa di sintomi gastroenterici o dermatologici è se il nostro cane abbia avuto accesso a fonti alimentari non direttamente controllate da noi.
Come ad esempio avanzi di cucina forniti “sottobanco” da amici e parenti, le crocchette del gatto del vicino sempre disponibili in giardino. Oppure qualche cacca o avanzo di cibo trovati in giro.
In tutte queste situazioni, di solito, il problema non risiede nella dieta in sé, ma nelle fonti di cibo non monitorate. Che potrebbero aver creato una situazione di disbiosi intestinale, di solito autolimitante.
Sarà quindi sufficiente tenere il nostro cane sotto osservazione per qualche giorno, al massimo intervenendo con dei probiotici e/o degli astringenti intestinali fino a risoluzione del sintomo.
Ovviamente, se la situazione non si dovesse risolvere nell’arco di 48 ore o se, addirittura, dovesse peggiorare il consiglio è quello di consultare il vostro medico veterinario curante per una valutazione più approfondita.
Qualità delle materie prime
Un’altra domanda che pongo sempre ai clienti che mi chiamano allarmati per la ricomparsa dei vecchi sintomi, è se stanno continuando ad acquistare le materie prime, in principal modo le fonti proteiche (carne o pesce), sempre nello stesso posto e dagli stessi fornitori.
Sembra strano, ma soggetti particolarmente delicati dal punto di vista gastroenterico potrebbero risentire anche solo del fatto che la carne, di punto in bianco, venga acquistata in un altro supermercato.
In questo caso, per capire se questa potrebbe essere la causa, sarà sufficiente tornare al vecchio fornitore per vedere se la sintomatologia rientra da sola, come spesso accade.
Un’altra causa potrebbe essere il passaggio da una carne acquistata “a pezzo intero” a dei macinati di carne.
In questo caso infatti, pur non variando la proteina, varia facilmente la quantità di grasso presente. I macinati infatti sono mediamente più grassi della carne acquistata a pezzo intero (e questo è anche il motivo per cui, spesso, li troviamo a prezzi molto più bassi e allettanti!).
L’eccesso di grassi somministrati di punto in bianco potrebbe facilmente causare diarrea e/o vomito. Soprattutto in cani con un intestino non proprio di ferro!
Cambio di stagione. Perché il mio cane non tollera più la dieta casalinga?
Un terzo motivo che definirei “un evergreen” è il cambio di stagione.
Se è vero che una elevata percentuale di soggetti enteropatici cronici (quindi con una infiammazione cronica dell’intestino) rispondono bene alla dieta fresca, è altrettanto vero che nei cambi di stagione l’equilibrio raggiunto nei mesi precedenti può facilmente vacillare.
In questi casi la prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico. La seconda è contattare il vostro medico veterinario nutrizionista per capire come procedere.
Se avete notato che il vostro cane tende a peggiorare proprio nei cambi di stagione, il mio consiglio è quello di non aspettare il peggioramento per prendere un appuntamento, ma di anticipare i tempi, in modo da agire in maniera preventiva. Con integrazioni funzionali ad hoc (es. un ciclo preventivo di probiotici) e/o terapie integrate (fitoterapia, cannabis terapeutica, omotossicologia…).
Nella maggior parte dei casi, gestendo il paziente in ottica PNEI e soprattutto in prevenzione, riusciamo di stagione in stagione a tenere sotto controllo le ricadute, che magari non spariranno del tutto, ma si ridurranno come frequenza e intensità.
Una dieta (non è) per sempre
Ultimo ma non ultimo, occorre considerare che una dieta impostata in una certa fase della vita, con determinati ingredienti e kcal scelti e calcolati per quella specifica fase non è detto che possa andar bene per sempre. Ricordiamoci sempre che siamo individui in continuo divenire ed i nostri animali non si differenziano da noi in questo. Quello che per loro va bene oggi potrebbe non essere più adeguato domani.
In alcuni momenti infatti, a causa delle situazioni più disparate, l’intestino potrebbe infiammarsi e in quel caso, cosa succede?
Il nostro e il loro intestino presenta una barriera, la così detta “barriera intestinale”. Che ha la funzione di impedire a tutto ciò che potrebbe fungere da antigene (compreso alcuni macronutrienti della dieta, in principal modo le proteine) di giungere a contatto con il sistema immunitario intestinale (GALT) attivandolo.
Quando un intestino è infiammato, questa barriera diventa permeabile e potrebbe non garantire la sua originaria tenuta stagna. In questa fase infiammatoria, dunque, alcuni componenti della dieta potrebbero attivare il GALT con la comparsa della sintomatologia gastroenterica che i familiari di soggetti enteropatici ben conoscono.
In questi casi, occorre riprendere in mano la situazione prima possibile. Intervenendo su tutti i fronti possibili per bloccare l’infiammazione e lavorare sulla disbiosi ad essa associata, ridurre la permeabilità intestinale, rafforzare il sistema immunitario. Non solo la dieta dunque, ma anche le giuste integrazioni funzionali e terapie integrate potranno aiutare in nostro animale a ritrovare un nuovo equilibrio.
Un lavoro di squadra
Se in alcuni casi tra quelli elencati spesso sono sufficienti piccole accortezze per ripristinare una situazione di equilibrio, in caso di infiammazione intestinale importante il lavoro da fare potrebbe dover essere più approfondito e soprattutto, su più livelli.
Sappiamo bene, ormai, come l’asse intestino-cervello la faccia da padrone in queste situazioni e lavorare su quest’asse significa occuparci, in ottica PNEI, di tutta una serie di sfaccettature che spesso richiedono l’intervento coordinato di più figure professionali. Che collaborino e lavorino in sinergia tra di loro, per il benessere del paziente. Ecco che, nei casi più complessi, noi del gruppo Nutravet ci avvaliamo della collaborazione con i medici veterinari di base e con figure specialistiche come gastroenterologi e medici veterinari esperti in comportamento, ottenendo così dei risultati non solo più rapidi, ma anche più duraturi nel tempo.
Articolo della dott.ssa Marta Batti, DMV
- Pubblicato il Marta Batti
Come cambiare la dieta di un gatto?
Chi vive con un gatto avrà di certo avuto modo di apprezzare le sue peculiarità in fatto di alimentazione: gusti, appetito, selettività e modalità di assunzione.
Un gatto che per qualsiasi motivo deve cambiare alimentazione (commerciale o fresca che sia) può darci del filo da torcere.
A volte però cambiare cibo può essere fondamentale per la sua salute. Dobbiamo quindi impegnarci affinché vada tutto per il meglio.
Questo articolo ci svela alcune caratteristiche del gatto che ci aiutano a comprenderne il comportamento alimentare. E alcune strategie per apportare cambiamenti nella loro alimentazione!
Questione di gusti ma non solo. Come cambiare la dieta di un gatto.
Partiamo dal presupposto che ogni gatto è unico e possiamo trovarci davanti a un’infinità di differenze anche tra gatti conviventi.
Il gatto sceglie se mangiare o meno un determinato alimento in base alle sue caratteristiche chimico-fisiche ma non solo (leggi qui per saperne di più).
I gusti del gatto sono infatti influenzati anche da altri fattori. Tra cui le esperienze passate e persino le esperienze prenatali!
Si tratta di un animale molto abitudinario e cambiamenti nella propria routine possono provocare veri e propri sconvolgimenti.
Il gatto viene definito neofobico: dal greco νέος, nuovo e φόβος, paura. Cioè “paura di ciò che è nuovo”. La neofobia rende ogni cambiamento difficile da accettare, che si tratti di un nuovo tiragraffi o di un nuovo alimento.
In generale si sviluppa in età adulta. È dunque importante far assaggiare al gattino diversi tipi di alimenti nei primi mesi di vita.
Una percentuale decisamente inferiore di gatti mostra invece un comportamento opposto alla neofobia e vogliono continuamente cambiare alimento.
Questo atteggiamento viene definito antiapostatico.
In questo caso non insistete a proporre sempre lo stesso alimento, salvo ovviamente diverse indicazioni del medico veterinario!
In più il gatto in natura è un cacciatore non necrofago, ama quindi il cibo fresco.
Ecco perché quando presentiamo loro un nuovo alimento deve essere appena cucinato o fresco, mai congelato.
Passare da una dieta commerciale a una dieta fresca
Il passaggio da dieta commerciale a dieta fresca può essere molto difficile e può richiedere molto tempo.
La dieta fresca infatti, seppur più salutare e molto più vicina alla dieta naturale del gatto ferale, ha sapori molto più delicati rispetto ad una dieta commerciale, non avendo l’aggiunta di aromi artificiali.
Nella maggior parte dei casi la dieta fresca sarà composta da carne o pesce, verdure, oli e integratori.
Fate assaggiare al gatto carne o pesce direttamente dalla vostra tavola e a poco a poco iniziate a servirne piccole quantità in una ciotola accanto al suo cibo abituale così che possa sentirsi libero di scegliere e sperimentare.
Quando avrà accettato la carne, aggiungete gradualmente le verdure e gli oli e in ultima battuta gli integratori.
Come cambiare la dieta di un gatto. Ecco le cose da evitare!
Non tentate di ingannare il gatto mescolando il nuovo alimento al vecchio, nella maggior parte dei casi non funzionerà!
Non cercate di costringerlo a mangiare il nuovo alimento eliminando il vecchio repentinamente, lo porterete probabilmente a digiunare.
Il gatto non deve mai restare a digiuno per più di 24 ore, soprattutto se si tratta di gatti obesi o diabetici. Se dovesse accadere va considerata un’urgenza e dovete contattare immediatamente il vostro veterinario che provvederà alle cure del caso.
Alcuni suggerimenti
- Provate a servire l’alimento in consistenze diverse: a pezzetti o a mousse ad esempio
- Esplorate diverse modalità di cottura: alla piastra, al forno, scottato o ben cotto
- Tentate di servire con il brodo di cottura della carne, a mo’ di sughetto
- Provate ad aggiungere alla ciotola burro sciolto o grasso animale appetibile.
E soprattutto, pazienza e perservaranza sono le parole d’ordine!
Quando presentiamo un nuovo alimento al gatto dobbiamo essere discreti e delicati.
Imporre un nuovo alimento al gatto nella maggior parte dei casi darà un esito fallimentare.
Il gatto può impiegare molto tempo prima di convincersi a cambiare dieta. Possono essere necessari diversi mesi prima che ciò avvenga.
Quindi non vi arrendete se inizialmente non ne vuole sapere della nuova dieta, dovete aver fiducia e perseverare, potreste arrendervi un attimo prima di raggiungere l’obiettivo!
Articolo della dott.ssa Giulia Moglianesi, DMV
- Pubblicato il Giulia Moglianesi
I cani possono mangiare le Castagne?
I cani possono mangiare le castagne? Si pensa in genere che le castagne siano tossiche per loro, ma non è così. O meglio questa non è una verità assoluta!
In questo articolo vediamo infatti qual è il modo migliore di somministrare le castagne al vostro cane, con quali benefici, per quali cani è preferibile evitarle.
E poi impareremo a conoscere le “castagne matte”, quelle sì tossiche sia per gli animali che per noi!
I cani possono mangiare le castagne?
Perché parlarne proprio ora? Perché con l’arrivo dell’autunno si è aperta ufficialmente la stagione delle caldarroste!
Questo frutto così buono può essere dato anche ai nostri amici con la coda?
Direi di sì, ma con le giuste precauzioni. Vediamo quali.
Per prima cosa, anche se può sembrare ovvio, le castagne devono essere pulite soprattutto se le abbiamo raccolte noi. Va quindi eliminato il guscio esterno, ovvero il riccio, ed una volta eliminato possono essere cotte.
Cotte o crude?
Le castagne crude possono essere molto difficili da digerire per i cani, quindi è sempre consigliabile cuocerle.
A questo proposito va benissimo qualsiasi tipo di cottura. In forno, arrosto, con bollitura, purché siano cotte senza l’aggiunta di zuccheri o cioccolato.
Sono assolutamente banditi quei buonissimi marroni ricoperti di glassa al cioccolato o le castagne candite!
Per quanto riguarda il sale invece non ci sono problemi, le castagne cotte con poco sale possono essere date.
Sono da bandire invece, o meglio bisogna stare molto attenti, anche i mix di frutta secca.
Potrebbero infatti contenere frutti tossici, come ad esempio le noci di macadamia (per approfondire leggi anche qui).
Tutti i cani possono mangiare le castagne?
Io direi di no, e vediamo perché.
Le castagne sono degli ottimi snack.
Di contro però, oltre ad essere ipercalorici perché ricchi in carboidrati, contengono anche una considerevole quantità di fibra fermentescibile.
Ecco perché bisogna fare attenzione a non esagerare con le dosi in cani in sovrappeso: in 100 grammi di castagne ci sono circa 160 kcal! Per darvi un’idea la medesima quantità di due fette di pane bianco belle grandi!
Dobbiamo fare molta attenzione anche ai soggetti particolarmente delicati con l’intestino, o che soffrono di problemi intestinali cronici. La quantità di fibra che contengono infatti potrebbe dare fastidio e peggiorare lo stato di salute.
Quante castagne possiamo dare?
Per un cane di taglia piccola possiamo dare una castagna. Cani di taglia media possono mangiarne un paio, per i cani di taglia grande possiamo arrivare anche a quattro.
Facciamo attenzione però nel darle, perché se ingerite intere potrebbero causare soffocamento.
Quindi è preferibile sempre tagliarle in piccoli pezzi!
Inoltre si raccomanda sempre di non esagerare e di non darle tutti i giorni, perché anche cani perfettamente in salute potrebbero risentire per la quantità di fibra presente.
Potrebbero avere flatulenza, o in casi più gravi anche diarrea e vomito.
Tutte le castagne sono commestibili?
Attenzione, perché non tutte le castagne lo sono!
Esistono infatti le così dette “castagne matte”.
Si tratta dei semi dell’ippocastano. Una pianta utilizzata a scopo ornamentale frequente lungo viali, strade e parchi.
Il loro riccio è verde ed all’interno contiene una castagna tonda, più grossa e lucida del normale.
Queste castagne, molto note in fitoterapia per la presenza di alcuni principi attivi, sono però tossiche se ingerite.
Sia per noi che per i nostri amici a 4 zampe. Contengono infatti saponina, una sostanza irritante che provoca vomito e diarrea ed in base alle quantità ingerita può provocare anche problemi renali.
Il consiglio quindi è di stare molto attenti ai cani quando li portiamo in passeggiata in parchi dove sono presenti queste piante.
Potrebbero infatti mangiarle se le trovano in terra.
Se dovesse accadere è meglio contattare il vostro veterinario di fiducia, che vi indicherà cosa è meglio fare in base alla situazione!
Articolo della dott.ssa Francesca Parisi, DMV
- Pubblicato il Francesca Parisi
I cani possono mangiare la zucca?
L’autunno è ormai alle porte e se vi state chiedendo – Posso dare un po’ di zucca al mio cane? – la risposta è assolutamente sì!
La zucca è un ottimo e sano snack da dare al cane, aggiunge un certo valore nutrizionale alla sua dieta, può aiutare ad alleviare ed a migliorare determinati problemi di salute. Ma è bene aggiungerla in modo sicuro e con moderazione.
In questo articolo scopriremo insieme le caratteristiche, le proprietà curative di questo alimento ed in che modo può essere somministrato ai nostri cani.
Che cos’è la zucca?
La zucca è un frutto arancione, ricco di nutrienti, che fa parte della famiglia delle Cucurbitaceae.
Di cui fanno parte anche altri tipi di frutta e verdura come la zucca gialla, il cetriolo, il melone ed altre piante rampicanti con un grande sviluppo orizzontale.
La maggior parte delle zucche esternamente sono gialle o arancioni ed internamente sono cave, con numerosi semini bianchi incastonati in una struttura a ragnatela.
Nonostante da un punto di vista nutrizionale la zucca venga ritenuta un ortaggio, tecnicamente è un frutto in quanto contiene dei semi.
Le zucche sono originarie del Nord d’America e sono uno dei frutti più conosciuti al mondo a causa della loro popolarità durante due festività americane – Il Ringraziamento ed Halloween.
Proprietà nutrizionali e benefici della zucca
Le zucche sono incredibilmente nutrienti, presentano un contenuto calorico alquanto basso ed un elevato contenuto di vitamine, minerali ed antiossidanti. Tra questi:
- Vitamina A
- Vitamina C
- Potassio
- Luteina
- Vitamina E
- Ferro
- Zinco
- Acido folico
- Niacina, acido pantotenico, vitamina B6 e tiamina
I cani possono mangiare la zucca
La zucca ha un sapore particolarmente gradito alla maggior parte dei cani e può costituire un ottimo e nutriente snack ipocalorico.
Il suo contenuto del 90% di acqua può essere utile nel favorire l’idratazione in quei soggetti che necessitano di incrementare l’assunzione di liquidi o per prevenire lo sviluppo di eventuali segni di disidratazione.
Nonostante siano stati condotti diversi studi inerenti agli effetti positivi che la zucca può avere sulla salute dell’uomo, non ci sono molti studi inerenti agli effetti sui cani.
Qualcuno però ce n’è! Come quello che ci dice che integrare la dieta di un cane in sovrappeso con della zucca aiuta il soggetto in questione a perdere peso più velocemente. La zucca infatti, secondo i ricercatori, favorisce e migliora la digestione (Mitsuhashi et al. 2008).
Zucca e problemi gastroenterici
La zucca contiene fibre solubili che, assorbendo acqua in eccesso nel tratto digestivo, possono ridurre e alleviare la diarrea.
Può sembrare un controsenso ma in realtà l’elevato contenuto di fibre può agire anche come lassativo, il che può essere di enorme aiuto per i cani più anziani e che soffrono di stitichezza.
Un aumento dei livelli di fibre favorisce la formazione di feci più dure che a loro volta impongono alle pareti del colon una certa contrazione muscolare che favorisce lo spostamento delle sostanze di scarto dall’apparato digerente all’apparato escretore.
Le fibre presenti nella zucca possono fungere anche da prebiotici, e pertanto stimolano e favoriscono la crescita di batteri buoni a livello intestinale. Sono molto utili anche per eliminare i batteri cattivi in quanto abbassano i livelli di pH nell’intestino e forniscono ai batteri buoni tutti i nutrienti di cui hanno bisogno.
Come somministrare la zucca al cane?
Come tutti gli ortaggi consentiti nella dieta del nostro cane, anche per la zucca è consigliabile una somministrazione dopo la cottura e dopo essere stata frullata, in quanto cruda potrebbe risultare difficile da digerire.
Non tutte le parti della zucca sono commestibili, per cui è bene somministrarla privata della buccia e della polpa interna.
Ora sappiamo che i cani possono mangiare la zucca. Ma ci sono effetti collaterali?
Dare della zucca al proprio cane come parte integrante di un piano nutrizionale o come snack non comporta alcun effetto collaterale, l’importante è farlo con moderazione.
Dobbiamo sempre tenere a mente tuttavia, e questo vale per qualsiasi nuovo alimento che introduciamo nella dieta del nostro amico a quattro zampe, che la zucca potrebbe causare dei disturbi gastrointestinali se non viene aggiunta in modo graduale alla dieta.
Troppe fibre assunte tutte in una volta potrebbero dare qualche disturbo. Pertanto questo nuovo alimento va introdotto gradualmente nella dieta, procedendo poco per volta e con piccole quantità così che si possa abituare al meglio.
È di fondamentale importanza dare al proprio cane solo della zucca fresca o cotta. Vanno evitati invece preparati a base di zucca contenenti spezie, aromi ed altri conservanti aggiunti.
Inoltre NON vanno mai date al cane le foglie o il picciolo delle zucche. Sono ricoperti da una peluria molto sottile ma tagliente che se ingerita potrebbe irritare la bocca, la gola ed il tratto digerente del cane.
Evitiamo inoltre di dare al cane le zucche che abbiamo intagliato per Halloween, soprattutto se sono passate settimane dai festeggiamenti!
In conclusione, i cani possono mangiare la zucca? La possono consumare con una certa regolarità?
La risposta è sì, con tutte le considerazioni che abbiamo fatto fino ad ora.
I cani possono mangiare la zucca senza troppi problemi. L’importante è che si tratti di zucca fresca, cotta , frullata e che questo alimento venga introdotto in modo graduale nella loro dieta.
Articolo della Dr.ssa Laura Mancinelli, DVM
- Pubblicato il Laura Mancinelli