Dieta casalinga per cani: i vantaggi
Negli ultimi anni sempre più proprietari stanno scegliendo di nutrire il proprio cane con una dieta casalinga, abbandonando crocchette e scatolette in favore di alimenti freschi, selezionati e preparati direttamente in casa. Ma quali sono i veri vantaggi di questo tipo di alimentazione? E perché così tante persone si stanno orientando in questa direzione?
Vediamolo insieme, punto per punto, sfatando anche qualche falso mito lungo la strada.
Controllo totale su ingredienti e qualità
Il primo e forse più evidente vantaggio della dieta casalinga è che sai esattamente cosa mangia il tuo cane. Nessun ingrediente misterioso, nessun sottoprodotto animale non meglio identificato, niente farine di dubbia provenienza. Sei tu a scegliere la carne, il pesce, le verdure, le uova, i cereali o le fonti di amido, tutto in base a quello che è più adatto al tuo cane.
Con una dieta casalinga puoi adattare la qualità degli alimenti al livello che ritieni più sicuro e salutare, esattamente come fai con il tuo cibo. Questo è particolarmente importante in un periodo in cui sempre più spesso si sente parlare di ritiri di prodotti industriali per contaminazioni o errori di produzione.
Adattamento personalizzato in base a età, peso, salute e stile di vita

Ogni cane è un individuo a sé. C’è il cane iperattivo che brucia tantissimo, quello più tranquillo che tende a ingrassare, quello anziano che ha bisogno di un supporto per le articolazioni, e quello con problemi digestivi che ha sempre avuto difficoltà con le crocchette.
La dieta casalinga permette di adattare in modo preciso i nutrienti in base alle reali esigenze del tuo cane.
Si può personalizzare il tipo e la quantità di proteine, ridurre o aumentare i grassi, bilanciare le fibre, aggiungere integratori specifici se necessari. Tutto ciò è quasi impossibile con un’alimentazione industriale, che per sua natura è standardizzata.
Maggiore digeribilità e appetibilità
Molti proprietari raccontano che, passando a una dieta casalinga, il cane ha iniziato a mangiare con più gusto. È normale: il cibo fresco ha un odore, un sapore e una consistenza completamente diversi rispetto a quello industriale, e anche i cani, come noi, apprezzano il buono.
Inoltre, gli alimenti freschi e cotti in modo semplice sono più digeribili, soprattutto per quei cani che soffrono di gonfiori, feci molli, alitosi o altri piccoli disturbi digestivi. In molti casi, una dieta casalinga ben formulata migliora visibilmente la qualità delle feci, la regolarità intestinale e anche l’alito.
Può migliorare la salute del cane
Una dieta casalinga ben bilanciata può contribuire in modo significativo a migliorare la salute generale del cane. Alcuni effetti che i proprietari notano più frequentemente sono:
- Pelo più lucido e meno forfora
- Migliore tono muscolare
- Più energia durante la giornata
- Diminuzione delle infiammazioni cutanee o gastrointestinali
- Migliore risposta immunitaria
Questo succede perché con una dieta fresca e naturale si riducono spesso gli ingredienti pro-infiammatori o gli additivi presenti nel cibo industriale, favorendo invece nutrienti di alta qualità e ben assimilabili.
È utile anche in caso di patologie
Molti cani, purtroppo, si trovano a dover convivere con patologie croniche, come problemi renali, epatici, intestinali, allergie alimentari o sovrappeso. In questi casi, la dieta diventa una vera e propria terapia.
Con la dieta casalinga, è possibile costruire un piano alimentare su misura, scegliendo con precisione gli alimenti più adatti, le cotture più tollerate e gli integratori specifici. Questo approccio può affiancare le cure veterinarie e migliorare la qualità della vita del cane in modo concreto.
Sfatiamo un mito: no, non basta improvvisare
Attenzione però: una dieta casalinga non è semplicemente riso, pollo e carote!
Per essere davvero sana ed equilibrata, ha bisogno di essere formulata da un professionista, in modo che siano presenti tutti i nutrienti essenziali: proteine, grassi, carboidrati, vitamine e minerali nelle giuste proporzioni.
Proprio come per noi, anche per il cane un’alimentazione squilibrata nel tempo può portare a carenze importanti. Ma una volta impostato un buon piano, cucinare per il proprio cane diventa semplice e soddisfacente, oltre che estremamente benefico.
Un modo per prendersi cura del cane, anche a tavola
Infine, molti proprietari raccontano che preparare la pappa per il proprio cane diventa un gesto quotidiano di affetto e attenzione. È un momento in cui ci si sente più coinvolti, più partecipi del benessere del proprio cane.
Certo, richiede un po’ di tempo, un minimo di organizzazione e la disponibilità a imparare, ma i benefici in termini di salute e relazione sono davvero importanti.
Conclusione
La dieta casalinga, se fatta bene e con le giuste competenze, offre una lunga serie di vantaggi reali e tangibili per la salute del cane. Non si tratta solo di moda, ma di un approccio nutrizionale serio, consapevole e sempre più apprezzato da chi vuole il meglio per il proprio cane.
Parlane con il tuo veterinario o un nutrizionista esperto in alimentazione del cane e scopri se può essere la scelta giusta anche per te.
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
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Disturbi alimentari nel gatto: quando il cibo diventa un problema
Chi vive con un gatto lo sa: il loro rapporto con il cibo può essere… complicato. C’è il gatto che mangia solo un preciso tipo di croccantino al gusto salmone di quella marca lì, e c’è quello che sembra sempre affamato e non si sazia mai. Alcuni comportamenti sono assolutamente normali per il gatto, altri invece possono nascondere disturbi alimentari veri e propri. In questo articolo proviamo a fare un po’ di chiarezza su quando preoccuparsi e, soprattutto, cosa fare.
Gatti selettivi o gatti con disturbi restrittivi?
Partiamo da un dato di fatto: i gatti sono schizzinosi. Alcuni sono neofobici, cioè evitano i cibi nuovi, mentre altri, più rari, sono neofili, ovvero amano assaggiare cose diverse. Altri ancora rientrano nella categoria “antiapostatici”, ossia iniziano a rifiutare un cibo semplicemente perché lo vedono troppo spesso nella ciotola. Tutto questo rientra in un comportamento normale per un gatto.
Il problema si pone quando il gatto mangia solo ed esclusivamente un determinato alimento, e rifiuta tutto il resto, anche a costo di digiunare per giorni. Questo comportamento, anche se il gatto apparentemente “mangia”, non è sano. Dietro può esserci una componente ansiosa o una patologia intestinale cronica. In questi casi, il consiglio è semplice: niente fai-da-te, meglio rivolgersi subito al veterinario. E mai, mai forzare un gatto lasciandolo senza cibo: per lui il digiuno prolungato può essere pericolosissimo.
Disturbi alimentari nel gatto: Anoressia e disoressia nel gatto
Diverso è il caso in cui il gatto smette completamente di mangiare o modifica improvvisamente le sue abitudini alimentari: parliamo di anoressia o disoressia. Se il problema è comparso da pochi giorni, potrebbe trattarsi di stress acuto, febbre o infezioni. Se invece il comportamento persiste, è fondamentale approfondire, perché i gatti, da predatori e prede che sono, tendono a nascondere i sintomi di malessere fino a quando la situazione non è seria.
Attenzione anche a dove mettete la ciotola: i gatti vogliono sentirsi sicuri mentre mangiano. Evitate angoli stretti, pareti vicine, o – peggio – la ciotola vicino alla lettiera. La posizione sbagliata può portare il gatto a mangiare di meno o a evitare del tutto il cibo.
Quando il gatto mangia troppo: polifagia e bulimia

Un altro segnale da non sottovalutare è l’opposto: il gatto che inizia a mangiare troppo. In campo veterinario, si parla più spesso di polifagia che di bulimia. Questo comportamento può avere cause organiche importanti, come l’ipertiroidismo o il diabete mellito. In questi casi, oltre all’aumento dell’appetito, potreste notare altri segnali come aumento della sete, perdita di peso o comportamenti aggressivi se non riceve cibo.
Ma non sempre la polifagia ha origine fisica. Alcuni gatti cercano continuamente cibo per noia, ansia o bisogno di attenzioni. Oppure, mangiano troppo perché il cibo che ricevono è sbilanciato: troppe calorie, pochi nutrienti. Se un gatto non assume abbastanza proteine, tenderà a cercare altro cibo, anche se è già sazio da un punto di vista energetico.
Pica: quando il gatto mangia ciò che non dovrebbe
Avete mai visto un gatto mordicchiare o inghiottire tessuti, plastica o carta? Questo comportamento si chiama pica e non è mai da sottovalutare. Raramente può essere legato alla polifagia (ad esempio se il materiale è “sporco” di cibo), ma nella maggior parte dei casi segnala problemi intestinali cronici o ansia.
In queste situazioni si parla spesso di Asse Intestino-Cervello, cioè di quel legame strettissimo tra salute intestinale e benessere mentale. Per questo motivo, affrontare la pica richiede un approccio integrato: servono analisi veterinarie, valutazioni comportamentali e consigli nutrizionali mirati.
Polidipsia: se il gatto beve troppo
Anche se parliamo di cibo, non possiamo dimenticare l’acqua. Un aumento dell’assunzione di acqua, chiamato polidipsia, può essere il primo campanello d’allarme di patologie come insufficienza renale cronica, ipertiroidismo o diabete. Se notate che il vostro gatto va più spesso alla ciotola dell’acqua o urina più frequentemente, è il caso di prenotare una visita veterinaria.
Conclusioni
I disturbi alimentari nel gatto sono più comuni di quanto si pensi, ma anche facilmente sottovalutati. Capire se il nostro gatto ha solo gusti difficili o se dietro c’è un problema più serio richiede attenzione, osservazione e spesso il supporto di un veterinario. Ricordiamoci che ogni cambiamento, piccolo o grande, nelle sue abitudini alimentari non va mai ignorato.
La regola d’oro? Fidiamoci del nostro istinto: se qualcosa ci sembra strano, è meglio fare un controllo in più che uno in meno. Il nostro gatto non parla, ma comunica con i suoi comportamenti. Sta a noi imparare ad ascoltarlo.
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
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Cane e ciliegie: può mangiarle?
Le ciliegie, con il loro sapore dolce e succoso, sono un frutto amatissimo durante la stagione estiva. Ma ti sei mai chiesto se il tuo cane può mangiarle? È una domanda comune tra i proprietari di cani che desiderano condividere le delizie estive con i loro amici a quattro zampe. Vediamo insieme i benefici, i rischi e le precauzioni da prendere prima di dare questo frutto al tuo cane.
Benefici delle ciliegie per i cani
Le ciliegie sono ricche di nutrienti benefici che possono essere utili anche per i cani:
Antiossidanti: contengono vitamina C e beta-carotene, due potenti antiossidanti che aiutano a combattere i radicali liberi e a sostenere il sistema immunitario del cane.
Minerali: sono una buona fonte di potassio, che è essenziale per la funzione muscolare e nervosa.
Fibre: La fibra presente nelle ciliegie può aiutare a mantenere la salute digestiva del cane.
Rischi delle ciliegie per i cani

Nonostante i benefici, le ciliegie presentano anche dei rischi significativi per i cani:
Nocciolo: Il rischio principale è rappresentato dall’ingestione del nocciolo. I noccioli contengono cianuro, che è tossico se ingerito in grandi quantità. Inoltre, i noccioli possono causare occlusioni intestinali, soprattutto nei cani di taglia piccola o media.
Zuccheri: contengono molti zuccheri naturali, che non sono ideali per la dieta dei cani. Un eccesso di zuccheri può portare a problemi digestivi e, a lungo termine, a condizioni come il diabete.
Effetto lassativo: come le prugne, hanno un effetto lassativo che può causare diarrea nei cani se consumate in grandi quantità.
Quante ciliegie dare al cane e come farlo
Se decidi di dare ciliegie al tuo cane, è importante farlo con moderazione e prendendo alcune precauzioni:
Rimozione del nocciolo: Assicurati sempre di rimuovere il nocciolo e il gambo prima di dare le ciliegie al tuo cane. Anche una piccola quantità di cianuro può essere pericolosa.
Quantità limitata: Per un cane di taglia piccola, una ciliegia ogni tanto può essere sufficiente. Per i cani di taglia media, una ciliegia al giorno può essere adeguata, mentre per i cani di taglia grande, si possono dare due o tre ciliegie al giorno, ma non tutti i giorni, per evitare fermentazioni intestinali.
Cosa fare se il cane mangia il nocciolo
Se il tuo cane dovesse accidentalmente mangiare una ciliegia con il nocciolo, è importante agire rapidamente:
Consulta il veterinario: Contatta immediatamente il tuo veterinario per ricevere consigli su cosa fare. Potrebbe essere necessario indurre il vomito o eseguire un’endoscopia per rimuovere il nocciolo.
Monitoraggio: Se il nocciolo è già passato nello stomaco, il veterinario potrebbe suggerire di monitorare il cane per segni di disagio o occlusione intestinale. Non aspettare che i sintomi peggiorino; un intervento tempestivo può prevenire complicazioni gravi.
Conclusioni
In conclusione, le ciliegie possono essere un’aggiunta occasionale alla dieta del tuo cane, ma solo se somministrate con attenzione. Rimuovi sempre i noccioli e limita la quantità di ciliegie per evitare problemi digestivi e di salute. Come sempre, consulta il tuo veterinario prima di introdurre nuovi alimenti nella dieta del tuo cane per garantire che siano sicuri e appropriati. Con le giuste precauzioni, puoi condividere il piacere di questo delizioso frutto estivo con il tuo cane, in modo sicuro e salutare.
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
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Latte in polvere per gattini: tutto quello che devi sapere
Chi ha un gatto lo sa: la vita con loro può riservare sorprese di ogni tipo, comprese situazioni in cui ci si ritrova con un gattino piccolissimo da accudire. Capita più spesso di quanto si pensi di imbattersi in un gattino neonato, magari con gli occhi ancora chiusi, abbandonato o orfano, e in quel caso sapere come nutrirlo correttamente può fare la differenza tra la vita e la morte.
Se ti stai chiedendo come comportarti in queste circostanze, partiamo da un concetto chiave: il latte in polvere per gattini è l’unica alternativa valida al latte materno, ma deve essere scelto con attenzione e somministrato nel modo giusto.
Il periodo neonatale: una fase cruciale
Le prime settimane di vita di un gattino sono critiche. Questo periodo si chiama fase neonatale e comprende i primi 20-25 giorni dopo la nascita. In questo lasso di tempo, il gattino si sviluppa molto rapidamente e acquisisce le prime difese immunitarie attraverso il colostro, il primo latte prodotto dalla madre nelle prime 36-48 ore dopo il parto.
Se il gattino non ha avuto accesso al colostro, è più esposto alle malattie, e va quindi seguito con ancora più attenzione, magari anche con il supporto di un veterinario.
Va detto che, quando possibile, la soluzione migliore resta quella di affidare il gattino a una gatta balia, ovvero una femmina che ha appena partorito e che potrebbe accettare il piccolo. È una pratica più diffusa di quanto si pensi e grazie ai social è diventato più facile trovare aiuto anche in questo senso.
Latte in polvere per gattini: perché è fondamentale

Veniamo al punto cruciale: no, il latte vaccino non va bene per un gattino. Anche se l’istinto potrebbe spingerti a scaldare una tazza di latte per neonati umani o quello da frigo che hai in casa, sappi che il latte della mucca è troppo povero di proteine e grassi e troppo ricco di lattosio per essere digerito dal gatto, che è un carnivoro stretto. Il risultato? Il rischio concreto di diarrea, disidratazione e perfino morte.
Il latte in polvere per gattini, invece, è formulato appositamente per soddisfare i fabbisogni nutrizionali del gatto appena nato: ha alta densità energetica, è povero di lattosio e ricco di proteine, grassi buoni, vitamine e aminoacidi essenziali.
Cosa deve contenere un buon latte in polvere per gattini?
Quando scegli un latte in polvere, controlla sempre l’etichetta. Ecco cosa non dovrebbe mancare:
- Proteine almeno al 32-33% (su sostanza secca).
- Grassi oltre il 30%.
- Taurina, aminoacido essenziale per il gatto.
- DHA (acido docosaesaenoico), un Omega-3 fondamentale per lo sviluppo cerebrale e cognitivo.
Se il DHA non è incluso, meglio integrarlo a parte. È fondamentale per uno sviluppo corretto del sistema nervoso.
Dove si compra?
Il latte in polvere per gattini si trova in:
- Negozi per animali
- Farmacie
- Online (siti specializzati o marketplace generici)
Il costo non è proibitivo, ma se devi allattare più gattini, il consumo può diventare importante. Cerca sempre di scegliere un prodotto di qualità, anche se nelle prime ore potresti dover usare quello che trovi subito. Poi, però, è bene restare fedeli a una marca per evitare problemi digestivi dovuti al cambio improvviso.
Quanto latte somministrare?
Le dosi variano in base alla marca e sono sempre indicate in etichetta. L’importante è:
- Suddividere le dosi in più poppate giornaliere (anche ogni 2-3 ore nelle prime settimane).
- Non forzare mai il gattino: quando è sazio, smette spontaneamente.
- Evitare di dare troppo latte in una sola volta per non rischiare indigestioni.
Verso le 2-3 settimane di vita, si può passare gradualmente a dare latte ogni 6-8 ore, fino all’inizio dello svezzamento.
Come si prepara e si somministra
Il latte in polvere va preparato al momento, sciogliendo bene la polvere in acqua calda ma non bollente. Può essere conservato ricostituito in frigo per 24-48 ore, ma va sempre scaldato a temperatura corporea prima dell’uso (35-37°C). Puoi fare la prova della goccia sul polso, proprio come si fa con i neonati umani.
Per la somministrazione:
- Evita di tenere il gattino sdraiato sulla schiena.
- Usa siringhe senza ago solo in emergenza.
- Meglio procurarsi biberon con tettarelle adatte (ci sono in commercio tettarelle specifiche per gattini).
- Il foro della tettarella deve essere della dimensione giusta: se troppo grande, il gattino rischia di affogarsi; se troppo piccolo, si stancherà prima di bere abbastanza.
Controlla anche che la tettarella sia priva di BPA, una sostanza chimica nociva (perturbatore endocrino) da evitare.
In conclusione
Allattare un gattino orfano è un gesto di grande generosità, ma richiede impegno, attenzione e conoscenza. Il latte in polvere per gattini è uno strumento essenziale per garantire loro una crescita sana, soprattutto nei primissimi giorni di vita. Basta scegliere bene, seguire le dosi e le indicazioni del produttore, e magari farsi aiutare da un veterinario per i primi tempi.
Ricorda: ogni gattino ha il suo ritmo e le sue esigenze, ma con un po’ di pazienza e le informazioni giuste, puoi davvero fare la differenza nella sua vita.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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