Artrosi nel cane, come gestirla con la nutrizione
L’artrosi è una patologia che colpisce le articolazioni causando dolore e progressiva difficoltà nel movimento. Per gestirla è necessario un approccio multimodale che comprenda terapia farmacologica, corretta gestione del movimento, fisioterapia e non da ultimo nutrizione con opportune integrazioni. In questo articolo vedremo alcuni consigli per gestire al meglio l’alimentazione del cane affetto da artrosi.
Cos’è l’artrosi
L’artrosi è una patologia cronica che causa degenerazione della cartilagine articolare con conseguente infiammazione e dolore. Si manifesta con zoppia, riluttanza al movimento o a volte con sintomi talmente lievi che spesso si pensa che il cane sia solo diventato “più pigro”. In realtà il dolore cronico lo porta ad essere meno attivo e di conseguenza ad avere meno motivazione ad uscire in passeggiata o a giocare con noi.
Colpisce soprattutto i cani anziani ma anche cani più giovani nel caso ad esempio, di concomitante displasia di anca o di gomito.
Come gestire l’artrosi
L’artrosi è purtroppo una patologia cronica da cui non è possibile “guarire” ma si può rallentarne la progressione e gestire il dolore, offrendo una migliore qualità di vita al proprio cane. La gestione del cane con artrosi prevede movimento mirato associato ad eventuale fisioterapia, terapie farmacologiche e nutrizione specifica.
La gestione nutrizionale dell’artrosi
Dal punto di vista della nutrizione è innanzitutto fondamentale la gestione del peso. Ogni chilo “in più” andrà a gravare su articolazioni già infiammate aumentando il dolore. E’ quindi fondamentale mantenere il peso forma.
Se il cane è in sovrappeso o addirittura obeso sarà necessario rivolgersi a un Medico Veterinario per formulare una dieta ipocalorica che tenga conto anche di eventuali altre patologie concomitanti, dato che spesso si tratta anche di pazienti anziani. Non è consigliato un dimagrimento troppo repentino, tra l’1-2% in meno di peso corporeo a settimana è l’andamento suggerito. Per monitorare di essere sulla strada giusta consiglio di pesare il proprio cane ogni due settimane, sempre sulla stessa bilancia. Questo è fondamentale soprattutto in cani di piccola taglia dove una differenza di pochi etti tra una bilancia e l’altra può fare la differenza.
Una volta raggiunto il peso ideale si potrà poi passare ad una dieta di mantenimento riaumentando gradualmente le kcal in modo da trovare la dieta bilanciata che permetta di mantenere il peso raggiunto.
Integrazioni specifiche
Nel cane colpito da artrosi indubbiamente è sempre consigliabile integrare gli omega 3, in particolare EPA e DHA, per la lora azione antinfiammatoria.
La PEA (pamitoiletanolamide) è una molecola con azione antinfiammatoria prodotta dal nostro organismo e da quello dei nostri cani in corso di infiammazione acuta. Nei casi di infiammazione cronica come quella dell’artrosi tende però ad esaurirsi per questo è indicato integrarla sotto forma di PEA micro-ionizzata per contrastare lo stato infiammatorio e il dolore.
Si possono inoltre inserire a seconda dei casi fitoterapici come curcuma, boswelia, artiglio del diavolo. Attenzione però agli integratori ad uso umano che possono contenere sostanze mal tollerate dai nostri cani come la piperina, fatevi sempre consigliare dal vostro Medico Veterinario.
Fortemente indicati soprattutto nei casi più gravi CBD e Cannabis medicinale galenica. Hanno un’azione antidolorifica che permette in molti cani con artrosi di ridurre significativamente l’utilizzo di farmaci come antinfiammatori e cortisonici, il cui utilizzo sul lungo periodo può portare a diversi effetti collaterali.
E i condro protettori? Per anni sono stati alla base delle integrazioni per l’artrosi. Ad oggi la loro efficacia a livello articolare è controversa in medicina umana mentre in veterinaria sono ancora largamente utilizzati. Possono quindi essere indubbiamente inseriti, non li consiglio però come unica integrazione ma sempre affiancati dalle altre molecole che ho citato prima.
Articolo della dott.ssa Denise Pinotti, DVM
- Pubblicato il Denise Pinotti
Cosa vuol dire AAFCO nelle crocchette del cane e del gatto?
Cosa vuol dire AAFCO: leggere le etichette del cibo per animali è una pratica fondamentale per chiunque abbia un gatto o un cane. Tra le diciture riportate sulle confezioni, una delle più comuni ma meno comprese è la sigla AAFCO. Ma cosa significa davvero e in che modo influisce sulla qualità del cibo che scegliamo per i nostri animali?
Cosa vuol dire AAFCO?
Ecco cosa vuol dire AAFCO: Association of American Feed Control Officials ed è un’associazione nordamericana che stabilisce le linee guida per il pet food, ossia il cibo per cani e gatti. Questa organizzazione, che include rappresentanti da agenzie governative di Stati Uniti, Canada, Costa Rica e Porto Rico, non emette leggi, ma definisce standard nutrizionali che i produttori possono seguire per garantire alimenti equilibrati.
Quando vediamo il marchio AAFCO sulle confezioni, significa che il prodotto risponde a determinati requisiti nutrizionali stabiliti dall’associazione. Sebbene l’AAFCO non sia un’ente legislativo, le sue linee guida sono un punto di riferimento in molti paesi, anche se in Europa si fa riferimento principalmente alle norme stabilite dalla FEDIAF (Federazione Europea dell’Industria del Pet Food). I due standard sono simili, ma non sono del tutto identici.
L’importanza di AAFCO e della conformità nutrizionale
L’AAFCO fornisce linee guida che determinano il profilo nutrizionale adeguato per cani e gatti in diverse fasi della loro vita, come crescita, mantenimento e gravidanza. Questo è importante, perché ogni specie e ogni età richiedono nutrimenti diversi. Ad esempio, i gattini in crescita necessitano di più proteine rispetto ai gatti anziani, mentre un cibo destinato ai cani non andrà bene per i gatti e viceversa. Il gatto, infatti, è un carnivoro stretto, quindi ha bisogno di un livello proteico più elevato, mentre il cane è onnivoro.
Quando un alimento segue le linee guida AAFCO, sappiamo che contiene almeno i livelli minimi dei nutrienti considerati essenziali per mantenere in salute un gatto o un cane. Ma attenzione: anche se il cibo segue queste linee guida, potrebbe non essere ottimale per il nostro specifico animale, per cui è sempre importante leggere l’etichetta con cura e, se in dubbio, consultare il medico veterinario esperto in nutrizione.
Come Leggere l’Etichetta del Cibo
L’etichetta è la nostra migliore amica quando scegliamo le crocchette per il nostro cane o gatto. Ecco alcuni aspetti chiave a cui prestare attenzione:
1. Specie di Destinazione: assicuratevi che l’alimento sia formulato specificamente per cane o per gatto. Sembra scontato, ma nutrire un gatto con cibo per cani può causare gravi problemi di salute, e viceversa, poiché i fabbisogni nutrizionali delle due specie sono molto diversi.
2. Età del cane o del gatto: le esigenze nutrizionali variano anche in base all’età. Assicuratevi che il cibo sia adatto alla fascia d’età del vostro cane o gatto, specialmente se avete un cucciolo o un cane/gatto anziano.
3. Tipo di Cibo: Completo o Complementare. Il cibo completo contiene tutti i nutrienti essenziali per una dieta bilanciata, mentre quello complementare deve essere somministrato insieme ad altri alimenti. Leggere attentamente questa dicitura è fondamentale per evitare squilibri nutrizionali.
4. Tenore Proteico: se la lista degli ingredienti include legumi come ceci, lenticchie o soia, il contenuto proteico indicato potrebbe includere proteine vegetali, meno utili per gatto e cane rispetto alle proteine animali.
5. “Carne Fresca”: se l’etichetta riporta “carne fresca”, bisogna considerare che il peso include anche l’acqua contenuta, spesso circa l’80%. Questo può far sembrare l’ingrediente più presente di quanto non sia in realtà.
L’AAFCO e la Legislazione Europea
Come detto, in Europa si fa riferimento alla FEDIAF per stabilire le norme sul pet food, e i prodotti in commercio devono rispettare la legislazione europea. Tuttavia, le linee guida AAFCO restano un’indicazione importante della qualità, e possono essere considerate un’ulteriore garanzia di attenzione nella produzione del cibo per animali.
Conclusione
L’AAFCO è uno strumento utile per orientarsi nella scelta del cibo per gatti, ma non è l’unico aspetto da valutare. Leggere attentamente le etichette e comprendere cosa significano le varie diciture è essenziale per scegliere un prodotto adatto al nostro cane o gatto. Inoltre, consultare il medico veterinario esperto in nutrizione e affidarsi a marchi trasparenti sono accorgimenti utili per assicurarci di dare il meglio al nostro cane o gatto.
Speriamo che queste informazioni vi aiutino a scegliere con consapevolezza il cibo migliore per il vostro cane o gatto!
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
- Pubblicato il Maria Mayer
Cani e grassi: vanno inseriti nella dieta, ma con moderazione
Molti proprietari di cani si preoccupano della quantità di grassi nella dieta dei propri animali, temendo che un consumo eccessivo possa essere dannoso. In realtà, i grassi sono un elemento essenziale per la salute del cane, purché vengano somministrati nelle giuste dosi e con attenzione alla loro qualità. Vediamo insieme i motivi per cui i cani hanno bisogno di grassi nella dieta, quali sono le fonti migliori e i rischi di una dieta troppo povera o troppo ricca di lipidi.
L’importanza dei grassi nella dieta del cane
I grassi (o lipidi) svolgono funzioni fondamentali nell’organismo di un cane. La loro funzione primaria è quella di fornire energia, ma non è tutto. I grassi infatti aiutano a formare le membrane cellulari, contribuiscono alla produzione di alcuni ormoni e supportano la salute del sistema nervoso. Per questo motivo, una dieta priva di grassi sarebbe molto dannosa per il cane, portando a carenze nutrizionali e problemi di salute.
Non tutti i grassi, però, sono uguali. Alcuni tipi sono essenziali per il cane perché il suo organismo non è in grado di produrli autonomamente. Tra questi, troviamo gli acidi grassi essenziali come l’acido linoleico e gli Omega-3 (EPA e DHA), fondamentali per il benessere del cane e spesso presenti in oli di pesce o di semi di lino.
Le fonti di grassi per il cane: quali scegliere?
La qualità dei grassi è importante quanto la quantità. Nella dieta dei cani, i grassi possono provenire da diverse fonti:
- Carne e pesce: Nelle diete casalinghe o nei prodotti industriali per cani, molti grassi provengono naturalmente dalle proteine animali. Tuttavia, alcuni grassi di origine animale possono contenere più acidi grassi saturi e possono essere meno salutari, specie se in eccesso.
- Oli vegetali: Oli come quelli di mais, girasole e semi di lino sono ottime fonti di acido linoleico, un acido grasso essenziale per i cani. Gli Omega-3, come EPA e DHA, si trovano soprattutto nei pesci e nei prodotti marini, utili per la salute della pelle e delle articolazioni del cane.
- Olio di cocco e ghee: Ricco di trigliceridi a catena media, l’olio di cocco è facilmente digeribile e ha effetti positivi sul metabolismo. Il ghee (burro chiarificato) è invece fonte di acido butirrico, con proprietà benefiche per la salute intestinale.
Cani e grassi: I benefici dei grassi per i cani
I grassi apportano numerosi benefici alla salute dei cani, soprattutto quando sono presenti in una dieta bilanciata. Tra i principali effetti positivi:
- Supporto energetico: I grassi forniscono energia di lunga durata, utile in particolare per cani molto attivi o per quelli che necessitano di maggiore supporto in alcune fasi della vita, come cuccioli, cani anziani o femmine in gravidanza.
- Salute della pelle e del pelo: Una dieta con adeguati livelli di grassi contribuisce a mantenere pelo lucido e pelle sana. Gli acidi grassi Omega-3, per esempio, sono noti per le proprietà antinfiammatorie e possono aiutare a ridurre il prurito o la secchezza cutanea.
- Funzione cerebrale e salute neurologica: Alcuni acidi grassi hanno effetti benefici anche sul sistema nervoso del cane. I grassi buoni sono coinvolti nel funzionamento delle cellule cerebrali e possono essere utili per cani in età avanzata o con problemi neurologici.
Quanti grassi dovrebbe assumere un cane?
Non esiste una quantità unica di grassi consigliata per tutti i cani. La quantità ideale dipende da vari fattori, come età, razza, livello di attività e stato di salute. Per soddisfare le necessità di base, bastano piccoli quantitativi: ad esempio, un cucchiaino di olio di mais per un cane di piccola taglia o un cucchiaio per uno di taglia grande. Se si opta per un petfood commerciale, è bene controllare che sia un prodotto completo, che copra tutti i fabbisogni nutrizionali del cane.
Cani e grassi: I rischi di un’alimentazione sbilanciata
Anche se i grassi sono importanti, un eccesso o un difetto di questi nutrienti può avere effetti negativi:
- Dieta troppo povera di grassi: Un’insufficienza di grassi porta spesso a problemi cutanei, con sintomi come pelo secco, pelle arrossata o cute screpolata. Senza grassi, il cane potrebbe anche manifestare carenze energetiche e problemi al sistema immunitario.
- Dieta troppo ricca di grassi: Un eccesso di grassi, specie se di origine animale e saturi, può risultare difficile da digerire e provocare infiammazioni a lungo termine. Contrariamente a quanto si pensi, non sono necessariamente i grassi in sé a causare sovrappeso, ma la qualità e l’equilibrio complessivo della dieta.
- Il mito della pancreatite: Molti pensano che un eccesso di grassi possa causare pancreatite nel cane. Tuttavia, recenti studi suggeriscono che il rischio è maggiore in caso di “abbuffate” improvvise o pasti eccezionalmente abbondanti piuttosto che in una dieta regolare e bilanciata. Un cane abituato gradualmente a una dieta ricca di grassi buoni non dovrebbe riscontrare problemi.
Conclusioni
In conclusione, i grassi sono un elemento fondamentale per il benessere del cane, ma è importante scegliere con cura le fonti e le quantità da somministrare. Optare per grassi di qualità, come oli ricchi di acidi grassi essenziali e Omega-3, e bilanciare correttamente la dieta del cane permette di sfruttare al meglio tutti i benefici di questi nutrienti, riducendo i rischi di problemi di salute.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
- Pubblicato il Maria Mayer
Sindrome di Fanconi acquisita associata a snack di carne essiccata nel cane
La sindrome di Fanconi è una patologia renale che può essere congenita o acquista. Negli ultimi 15 anni sono drasticamente aumentate le segnalazioni della forma acquisita che sembrerebbe correlata tra le altre cause all’ingestione abituale di alcuni snack essiccati nei cani. In questo articolo vedremo come riconoscerla e come agire.
Cos’è la Sindrome di Fanconi e come si manifesta
La sindrome di Fanconi è una patologia renale caratterizzata dalla perdita renale attraverso le urine di micronutrienti e minerali/elettroliti, soprattutto glucosio.
Questa può essere congenita in alcune razze come Basenji, Elkhound norvegese, levrieri irlandesi. Ci sono stati singoli casi descritti in un Whippet e in uno Yorkshire Terrier.
La sindrome di Fanconi acquisita invece è solitamente dovuta malattia da accumulo di rame, intossicazione da piombo e glicole etilenico, ipoparatiroidismo, leptospirosi, pancreatite acuta.
La sindrome di Fanconi acquisita nel cane è diventata molto più frequente negli ultimi 15 anni. Si ritiene che questo aumento sia correlato all’eccessiva ingestione di snack essiccati, il più delle volte a base di pollo e di origine cinese. Purtroppo la causa alla base della sindrome di Fanconi indotta da essiccati rimane ancora sconosciuta.
I sintomi che il cane può manifestare sono: letargia, diminuzione dell’appetito, vomito, aumento della sete e/o della minzione, perdita di peso ma la maggior parte delle volte è assolutamente asintomatica quindi il cane non mostra alcun sintomo.
Come diagnosticare la sindrome di Fanconi
La Sindrome di Fanconi acquisita potrebbe emergere durante degli esami di controllo di routine oppure durante esami svolti per i sintomi sopra elencati.
In questo caso sarà presente glucosio nelle urine con una glicemia ematica normale o bassa. In assenza di altre alterazioni ematologiche o sintomi allarmanti che possano far pensare alle altre cause sopra citate e sempre previa lettura degli esami da parte del Medico Veterinario andrebbe quindi verificato quale tipo di snack mangia il cane e di quale qualità.
Come curarla
La maggior parte dei cani con sindrome di Fanconi secondaria agli essiccati presenta alterazione dei tubuli renali senza che la funzionalità renale vera e propria sia compromessa. Una volta escluse le altre patologie è quindi sufficiente sospendere i sospetti snack “incriminati” per un periodo di 6 mesi e ripetere l’esame urine a 3 e 6 mesi.
Come prevenirla
Purtroppo non è ancora chiaro quale sostanza nello specifico causi questa sindrome. Il consiglio è quindi di scegliere essiccati controllando nella lista ingredienti che siano 100% carne e di preferire produttori che utilizzino carne di origine italiana.
Esami del sangue e delle urine annuali anche in cani sani sono inoltre fondamentali per fare una corretta prevenzione di questa e di molte altre patologie.
Articolo della dott.ssa Denise Pinotti, DVM
- Pubblicato il Denise Pinotti