Patologie della pelle e nutrizione: la storia di Amerigo detto “Rigo”
Amerigo è un Labrador Retriever color cioccolato, maschio intero, nato a Siracusa il 10/06/2019. Proviene da un allevamento riconosciuto con pedigree. Il cane è stato adottato a 13 mesi perché, una volta eseguite le lastre ufficiali, presentava displasia di secondo grado al gomito sinistro.
Arriva in famiglia a Ravenna nel 2020 già con mantello in brutte condizioni secco, schiarito, con forfora generalizzata che peggiorava dopo le passeggiate. Amerigo aveva anche sintomi gastroenterici e, dall’esame coprologico per flottazione, risultava affetto da anchilostomi, tricuridi e ascaridi. La terapia per questi parassiti dura 2 anni e sono stati fatti diversi trattamenti con farmaci antielmintici dalla collega curante perché non riusciva a negativizzarsi.
Patologie della pelle e nutrizione: cosa possiamo fare
A Maggio 2023, a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, la famiglia si è trovata in grandi difficoltà e Amerigo ha iniziato ad avere alopecia parziale a livello del collo e nelle zampe anteriori. Ha sviluppato delle cisti interdigitali con un importante eritema a causa di infezioni secondarie.
Il cane si lecca insistentemente i piedi, il pelo sul dorso è parecchio untuoso, cade a ciuffi e presenta forfora.
La curante prescrive shampoo terapia con diversi prodotti sebolitici e antimicotici e prescrive oclacitinib che porta ad un miglioramento del quadro dermatologico, purtroppo però se sospeso, il cane ricadeva.
La pododermatite e le cisti interdigitali sono patologie cutanee molto dolorose che, associate alla displasia del gomito, peggiorarono molto la qualità di vita di Amerigo, il cane infatti si sottraeva alle passeggiate, stava steso per lungo tempo e camminava solo se invogliato con biscottini e premietti.
Patologie della pelle e nutrizione: Anamnesi nutrizionale
All’adozione nel 2020 mangiava un cibo industriale di marca tedesca, successivamente inseriscono un monoproteico ma il cane prende peso e decidono di somministrargli una crocchetta per cani sovrappeso con problemi articolari, ma il cane presenta problemi intestinali. Una volta la settimana mangiava macinato di tacchino o maiale. Inoltre, la cute non migliorava e quindi il curante decide di prescrivere un commerciale a base di uova per problemi dermatologici che sta mangiando anche al momento della consulenza nutrizionale.
Amerigo mangia 3 volte al giorno circa 400 grammi di crocchette così suddivise: 100 grammi a pasto e gli ultimi 100 grammi vengono dati per convincerlo a camminare durante le passeggiate. Durante la giornata inoltre gli danno una decina di biscotti fatti in casa e un po’ di tutto dalla tavola. Con questo mangime l’intestino di Amerigo migliora ma lui prende peso, inoltre il quadro dermatologico continua a non migliorare.
Prima visita nutrizionale
Amerigo è sovrappeso alla prima visita è circa 46 kg ha un BCS di 6, un medio MCS e un peso forma di 43 kg non fosse altro per la sua malattia ortopedica. Ha un buon appetito, non ha episodi di vomito, ogni tanto mangia erba, carta, cartone e le feci del gatto. Le feci con le crocchette specifiche per la cute non sono più diarroiche anche se a volte è stitico. Amerigo mi è sembrato un cane sofferente, poco vitale, presentava numerose lesioni podali che gli alteravano l’andatura. Il gomito sinistro affetto da displasia, è aumentato di volume per la patologia articolare cronica che gli causa zoppia.
Questo è il quadro dermatologico:a livello delle zampe anteriori sono presenti cisti interdigitali arrossate e umide per il continuo leccamento, la cute tra i polpastrelli è umida ed eritematosa per le infezioni secondarie.
Amerigo ha anche diverse lesioni di piodermite superficiale localizzate in vari punti del muso, collo e nel dorso.
Terapia
In accordo con la famiglia di Amerigo iniziamo una dieta fresca low carb. La dieta prevede l’utilizzo di proteine come: pollo, tacchino, maiale, manzo e pesce bianco. L’inserimento delle proteine deve essere graduale inserendone una alla volta per capire se qualcuna non fosse ben tollerata. Come fonte di carboidrati ho utilizzato le patate e, come grassi, olio di girasole bio e olio di cocco. Le integrazioni funzionali prescritte sono: omega 3, vitamina E, PEA e fermenti lattici.
Al controllo dopo 1 mese Amerigo gradisce la nuova pappa, mangia con gusto, le feci sono formate, sono state inserite parte delle proteine prescritte e tutte sono state ben tollerate, la cute è migliorata il pelo è più lucido, meno secco, le varie lesioni cutanee sono migliorate ma la pododermatite continua ad essere sintomatica, il cane si lecca ed è ancora presente l’eritema.
La famiglia di Amerigo, pensando di far cosa gradita al cane, gli preparava dei biscottini con farina di ceci e mela che ho immediatamente sospeso inserendo carne essiccata in piccole quantità.
Al controllo a 3 mesi il cane è nettamente migliorato dal punto di vista dermatologico, unico neo da buon labrador, il controllo del peso risulta difficoltoso perché comunque la famiglia elargisce parecchi pezzetti di carne essiccata che ho lasciato riducendo le calorie della dieta.
Articolo della dott.ssa Monica Serenari, DVM
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L’Asse Intestino-Cervello nel Cane e nel Gatto: Un Approccio Nutrizionale
Negli ultimi anni, il legame tra intestino e cervello ha attirato sempre più attenzione nel mondo scientifico, non solo per gli esseri umani, ma anche per i nostri cani e gatti. Questo legame, conosciuto come “Asse Intestino-Cervello” (GBA, Gut-Brain Axis), evidenzia come la salute intestinale possa influenzare il cervello e viceversa. In questo articolo esploreremo il ruolo della nutrizione nel mantenere questo delicato equilibrio nei nostri animali domestici.
Che cos’è l’Asse Intestino-Cervello?
L’Asse Intestino-Cervello è un sistema di comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale (SNC) e il sistema nervoso enterico (SNE) presente nell’intestino. Questo significa che il cervello e l’intestino “parlano” costantemente tra loro, influenzando non solo il benessere fisico, ma anche il comportamento e l’umore. Ad esempio, uno stress emotivo può causare problemi gastrointestinali e, allo stesso modo, una disbiosi intestinale (alterazione del microbiota) può avere effetti negativi sul comportamento e sulle funzioni cognitive.
Il Ruolo del Microbiota
Il microbiota intestinale è composto da trilioni di microrganismi che abitano l’intestino. Questi microrganismi svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute generale del cane e del gatto, inclusa la salute mentale. Quando il microbiota è in equilibrio, aiuta a prevenire l’infiammazione, regola il sistema immunitario e contribuisce alla produzione di neurotrasmettitori che influenzano l’umore, come la serotonina e il GABA.
Uno squilibrio nel microbiota intestinale, noto come disbiosi, può portare a una serie di problemi, tra cui infiammazione cronica, sindrome dell’intestino irritabile e disturbi comportamentali. La nutrizione gioca un ruolo cruciale nel mantenimento di questo equilibrio, influenzando direttamente la composizione del microbiota.
L’Influenza della Nutrizione sull’Asse Intestino-Cervello

La dieta è uno dei principali fattori che possono influenzare la salute intestinale e, di conseguenza, l’Asse Intestino-Cervello. Una dieta ricca di nutrienti specifici può favorire un microbiota equilibrato, ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere mentale. Ecco alcuni elementi chiave da considerare:
- Grassi Essenziali (EPA e DHA): Gli acidi grassi omega-3, come l’EPA e il DHA, non solo hanno un’azione antinfiammatoria, ma nutrono anche la mucosa intestinale e favoriscono la diversità batterica. Inoltre, possono aumentare la produzione di batteri benefici come i Bifidobatteri e i Lattobacilli.
- Prebiotici e Probiotici: I prebiotici sono fibre che nutrono i batteri buoni presenti nell’intestino, mentre i probiotici sono microrganismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, possono migliorare la salute intestinale e mentale. È stato dimostrato che alcuni ceppi di probiotici possono ridurre l’ansia e migliorare i sintomi depressivi nei cani e gatti con problemi comportamentali.
- Carboidrati e Fibre: Una dieta povera di carboidrati o che includa fibre vegetali può avere effetti benefici sul microbiota. Tuttavia, è importante scegliere attentamente le fibre, poiché alcune, come l’inulina, possono causare problemi digestivi se non gestite correttamente. Le fibre dovrebbero essere introdotte gradualmente e preferibilmente tritate, per facilitarne la digestione.
- Proteine: Anche le proteine giocano un ruolo cruciale. Le fonti proteiche di alta qualità, come carni bianche e pesce, possono avere un impatto positivo sulla salute intestinale. Inoltre, le diete monoproteiche, sebbene utili in caso di patologie specifiche come le enteropatie, dovrebbero essere somministrate solo per brevi periodi, per evitare un impoverimento del microbiota.
Strategie Nutrizionali per il Benessere Mentale
Quando si tratta di supportare l’Asse Intestino-Cervello nei cani e nei gatti, non esiste una soluzione universale. Ogni animale è unico e richiede un approccio personalizzato. Tuttavia, alcune strategie possono essere particolarmente utili:
- Dieta Variata: Offrire una dieta varia è essenziale per promuovere un microbiota sano e diversificato. Più varia è l’alimentazione, maggiore è la probabilità di mantenere un microbiota equilibrato, capace di supportare la salute mentale e fisica del cane e del gatto.
- Omega-3: Integrare la dieta con acidi grassi omega-3, come l’EPA e il DHA, può aiutare a ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere mentale. Questi grassi essenziali sono particolarmente utili nei cani e gatti che presentano disturbi comportamentali o neurologici.
- Psicobiotici: Alcuni ceppi di probiotici, noti come psicobiotici, possono avere effetti benefici sul comportamento e sull’umore. Ad esempio, il Lactobacillus rhamnosus è stato associato a una riduzione dell’ansia nei cani.
Conclusione
L’Asse Intestino-Cervello rappresenta un’area affascinante e complessa della medicina veterinaria, che evidenzia quanto sia importante prendersi cura della salute intestinale per migliorare il benessere complessivo del cane e del gatto. Attraverso una dieta equilibrata e strategie nutrizionali mirate, possiamo supportare la salute mentale dei nostri animali e prevenire problemi comportamentali e gastrointestinali.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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Snack per i gatti: idee, consigli e qualche attenzione
Parliamo di un argomento che spesso suscita curiosità tra chi possiede un gatto: gli snack per i gatti. Non si tratta semplicemente di dare cibo extra, ma di utilizzare questi piccoli premi in maniera strategica per rafforzare il legame e rendere i momenti di gioco ancora più divertenti.
L’importanza di saper dosare gli snack
Gli snack rappresentano un ottimo strumento per premiare il gatto e stimolarlo durante le attività quotidiane. Tuttavia, è fondamentale ricordare che non sempre il gatto si avvicina perché ha fame. Spesso, il suo comportamento è legato alla ricerca di attenzioni da parte nostra. Se ogni volta che il gatto si avvicina offriamo uno snack, rischiamo di creare un’abitudine che potrebbe portare a un eccesso di calorie e, di conseguenza, a problemi di salute come l’obesità. Per questo motivo, è consigliabile che gli snack non superino il 10% dell’apporto calorico giornaliero del gatto.
Snack naturali vs. snack industriali

Una scelta importante riguarda il tipo di snack da somministrare. In commercio si trovano prodotti formulati appositamente per rendere gli snack particolarmente appetitosi, ma spesso questi sono ricchi di grassi e additivi. Al contrario, gli snack naturali, preparati a base di carne o pesce essiccato, offrono un’alternativa più sana. Questi piccoli bocconcini, che possono presentarsi come cubetti o chicche, non contengono carboidrati e sono ideali per non alterare l’equilibrio nutrizionale del gatto. Se lo si desidera, è possibile anche preparare questi snack in casa, scegliendo ingredienti di alta qualità e privi di additivi inutili.
Snack e momenti di gioco
Oltre a fungere da premio, gli snack possono diventare il fulcro di giochi interattivi. Esistono giocattoli specifici in cui inserire gli snack, invitando il gatto a cercarli e a “cacciarli” per ottenere il premio. Questa attività stimola il suo istinto predatorio e contribuisce a mantenere un buon livello di attività fisica, soprattutto per quei gatti che trascorrono molte ore in casa. Un altro suggerimento utile è quello di offrire, occasionalmente, un cucchiaio di yogurt bianco intero, senza zuccheri, che alcuni gatti apprezzano come extra fuori pasto e che aiuta a mantenere in equilibrio la flora microbica.
Snack commerciali: attenzione ai dettagli
Non tutti gli snack commerciali sono da evitare, ma è importante usarli con cautela. Prodotti come le paste per il pelo, i biscotti per i denti o i biscotti farciti devono essere considerati un’aggiunta alla dieta abituale e non un sostituto del pasto principale. Il rischio maggiore è rappresentato dagli ingredienti aggiunti, come gli addensanti a base di amido e zuccheri, che non sono adatti al gatto, essendo un carnivoro stretto. Per questo motivo, è sempre essenziale leggere attentamente le etichette e, in caso di dubbi, chiedere consiglio al veterinario.
Snack per i gatti: Cosa evitare assolutamente
Ci sono alcuni snack per i gatti che, nonostante possano sembrare salutari, devono essere evitati. Ad esempio, i pezzettini di fegato essiccato sono un alimento particolarmente nutriente, ma il loro alto contenuto di vitamine liposolubili può portare a un’eccessiva assunzione, con conseguenze negative sulla salute del gatto. Un consumo eccessivo di questo tipo di snack può favorire il rischio di ipervitaminosi, motivo per cui è sempre meglio optare per scelte più equilibrate.
Snack per i gatti: Moderazione e buon senso
Il punto chiave per gestire l’alimentazione extra del gatto è la moderazione. Dando snack troppo frequentemente, si corre il rischio di far sì che il gatto interpreti ogni interazione come un’occasione per ottenere cibo extra, alterando il normale ritmo dei pasti. Per i proprietari di cane e gatto, stabilire momenti specifici per il gioco e il premio può aiutare a mantenere un comportamento equilibrato e a evitare problemi legati all’eccesso calorico. Moderazione e consapevolezza sono dunque fondamentali per garantire una dieta sana e variegata.
Conclusioni
In sintesi, gli snack per i gatti possono arricchire la routine quotidiana e diventare un prezioso strumento di gioco e ricompensa, se scelti e dosati con cura. Scegliere snack naturali o prodotti di alta qualità, prestando attenzione agli ingredienti e rispettando le giuste quantità, permette di offrire al gatto momenti di piacere senza compromettere la sua salute. Prenditi il tempo per osservare il comportamento del tuo gatto e adatta le dosi in base alle sue esigenze: il risultato sarà un gatto felice e in forma, e un proprietario più sereno nella gestione della dieta extra.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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Snack per cani: biscotti a prova di dieta privativa
Snack per cani, sono importanti? Sì, lo sono, anche quando il tuo cane segue una dieta privativa, chiamata anche dieta di eliminazione. Può essere difficile, però, trovare snack che siano sicuri e compatibili con le restrizioni alimentari imposte. In questo articolo, ti spiegherò come preparare in casa dei biscottini semplici e sani, perfetti per cani che seguono una dieta privativa, oltre a fornirti varianti che tengono conto di diverse esigenze nutrizionali.
Cos’è una dieta privativa?
La dieta privativa, o dieta di eliminazione, è uno strumento diagnostico utilizzato per identificare le reazioni avverse al cibo nei cani. A differenza delle vere e proprie allergie alimentari, che sono piuttosto rare, le reazioni avverse al cibo possono includere sintomi cutanei (come prurito o arrossamento) o intestinali (vomito, diarrea o feci molli).
In pratica, la dieta privativa consiste nell’eliminare dalla dieta del cane tutte le fonti proteiche abituali e sostituirle con proteine nuove, che il cane non ha mai consumato prima. Questo serve a evitare reazioni indesiderate e a monitorare se i sintomi migliorano o scompaiono. La dieta privativa deve essere seguita per un periodo limitato, di solito dalle 6 alle 8 settimane, per evitare carenze nutrizionali. È importante che tutti gli ingredienti della dieta siano noti e approvati dal veterinario nutrizionista per garantire un corretto apporto di nutrienti senza compromettere il percorso diagnostico.
Snack per cani: perché prepararli in casa?

Quando il tuo cane è in una dieta privativa, può risultare complicato trovare snack commerciali adatti, poiché molti contengono ingredienti nascosti o additivi che potrebbero innescare una reazione avversa. Preparare snack per cani fatti in casa offre il vantaggio di conoscere esattamente gli ingredienti utilizzati, riducendo al minimo il rischio di contaminazioni. Inoltre, permette di adattare le ricette alle esigenze specifiche del tuo cane, utilizzando solo le fonti proteiche e gli amidi indicati nella dieta.
Snack per cani: ricetta base per biscotti a prova di dieta privativa
Questa ricetta di biscotti è facile da preparare e può essere modificata in base alle esigenze della dieta del tuo cane. Ecco gli ingredienti base e alcune varianti che puoi provare:
Ingredienti:
- 1 tazzina (125g) di yogurt bianco senza zucchero
- 1/2 tazzina di olio (es. mais, lino o quello indicato nella dieta)
- 1 pizzico di sale
- 1/2 tazzina di psillio cuticole (senza semi interi)
- 1/2 tazzina di farina (es. farina di riso, o quella scelta in base alla fonte di amido della dieta)
- 1 cucchiaino di bicarbonato
Preparazione:
- Preriscalda il forno a 180°C.
- Mescola tutti gli ingredienti in una ciotola fino a ottenere un impasto omogeneo. Guarda il video qui della preparazione qui.
- Versa l’impasto negli stampi in silicone (vedi sotto quelli consigliati in base alla taglia del cane!) e inforna per circa 15-20 minuti, fino a quando i biscotti saranno dorati.
- Lascia raffreddare prima di offrire i biscottini al tuo cane.

Sanck per cani: varianti per diete specifiche
Se il tuo cane non può mangiare yogurt o uova, non preoccuparti! Esistono numerose varianti che puoi provare in base alla dieta privativa prescritta dal veterinario:
- Sostituti dello yogurt: Puoi sostituire lo yogurt con un omogeneizzato per bambini, scegliendone uno senza cipolla e che contenga la fonte proteica prescritta nella dieta (es. platessa, coniglio, ecc.).
- Sostituti delle uova: Le uova possono cross-reagire con altre proteine di origine volatile, in particolare con il pollo. Se il tuo cane non può mangiare uova, puoi sostituirle con mezza banana schiacciata o con un cucchiaio di semi di chia reidratati in 30 ml di acqua (lascia riposare fino a quando si forma un gel).
Cosa fare se il cane segue una dieta commerciale idrolizzata
Se il tuo cane è sotto una dieta privativa a base di alimenti commerciali idrolizzati, non disperare! Puoi comunque preparare degli snack, utilizzando la versione umida dello stesso alimento (se disponibile). In questo modo, eviterai di introdurre ingredienti non autorizzati nella dieta e potrai offrire uno snack gustoso e sicuro. Per aumentare l’appetibilità, puoi aggiungere un po’ di cibo umido per gatti idrolizzato, che in molti casi risulta più appetibile per i cani. Chiedi al tuo veterinario nutrizionista se questa ultima soluzione è adatta per voi!
Quanto dura una dieta privativa?
Una delle cose più importanti da ricordare è che la dieta privativa non deve essere seguita per lunghi periodi. Il suo scopo principale è diagnosticare una reazione avversa al cibo, quindi una volta completato il periodo di osservazione (di solito tra 6 e 8 settimane), sarà necessario reintrodurre gradualmente nuovi alimenti per capire quali sono ben tollerati. Prolungare la dieta privativa senza una ragione medica può portare a squilibri nutrizionali e problemi di salute.
Conclusioni
Preparare snack fatti in casa per un cane che segue una dieta privativa non è solo un modo sicuro per offrirgli una gratificazione durante il percorso diagnostico, ma è anche un modo per sentirsi più tranquilli riguardo agli ingredienti che consuma. Ricorda di consultare sempre il tuo veterinario nutrizionista prima di apportare modifiche alla dieta del tuo cane e di seguire attentamente le indicazioni per evitare errori che potrebbero compromettere i risultati della dieta.
Prova questa ricetta e fammi sapere come è andata!
Stampo per cane di taglia piccola o gatti
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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L’Olio di pesce per il cane: benefici, dosaggi e consigli utili
Se sei alla ricerca di un integratore naturale per migliorare la salute del tuo cane, potresti aver sentito parlare dell’olio di pesce. Questo prodotto naturale è una ricca fonte di Omega-3, in particolare di EPA e DHA, due acidi grassi essenziali che offrono numerosi benefici per l’organismo del cane. Ma come scegliere il migliore? E quali sono i vantaggi reali di integrarlo nella dieta del tuo amico a quattro zampe? Scopriamolo insieme.
Perché l’olio di pesce è benefico per il cane

L’olio di pesce contiene numerosi nutrienti utili, ma gli Omega-3, in particolare l’EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico), sono i più importanti per la salute del cane. Questi grassi sono fondamentali per diverse funzioni biologiche e, dato che il cane non è in grado di sintetizzarli autonomamente, è necessario integrarli tramite l’alimentazione.
Ruolo strutturale e funzionale degli Omega-3
- Ruolo strutturale: gli Omega-3 entrano nella composizione delle membrane cellulari del cane, rendendole più fluide e funzionali. Una membrana cellulare sana garantisce un invecchiamento migliore e funzioni cellulari ottimali.
- Ruolo funzionale: gli Omega-3 regolano l’infiammazione, riducendola quando necessario. Questo rende l’olio di pesce un potente antinfiammatorio naturale, utile in molte condizioni cliniche.
Come integrare l’olio di pesce nella dieta del cane
Affidarsi unicamente al pesce come fonte di Omega-3 per il cane non è pratico. Per ottenere quantità terapeutiche di EPA e DHA, si dovrebbe nutrire il cane esclusivamente con pesce grasso non di allevamento, cosa impossibile e nutrizionalmente squilibrata.
Formati disponibili
L’olio di pesce si trova in due forme principali:
- Perle: più concentrate, facili da dosare e spesso più pure.
- Liquido: da somministrare con un cucchiaino, ma richiede dosi maggiori.
Per un cane di circa 20 kg, la dose consigliata è di 700 mg a 1 grammo di EPA e DHA al giorno, a seconda delle condizioni di salute e del tipo di dieta seguita.
Come scegliere un buon olio di pesce per il cane
La scelta del prodotto giusto è fondamentale. I pesci accumulano sia nutrienti benefici che tossine come policlorobifenili, diossina e mercurio, soprattutto se vivono in ambienti contaminati.
Cosa preferire
- Oli derivati da pesci piccoli come sardine, aringhe o altri pesci azzurri, che hanno meno probabilità di essere contaminati.
- Perle di olio di pesce distillato e purificato, che offrono una maggiore sicurezza e concentrazione di EPA e DHA.
Cosa evitare
- Oli derivati da grandi pesci come tonno o pesce spada, che tendono ad accumulare più tossine.
- Oli provenienti da salmone allevato, generalmente poveri di Omega-3.
Attenzione alla conservazione e agli ingredienti
Un buon olio di pesce dovrebbe contenere anche un antiossidante naturale, come la Vitamina E (tocoferolo), che aiuta a conservare il prodotto e ne mantiene intatte le proprietà. Questo dettaglio è spesso indicato sull’etichetta ed è un segno di qualità.
Conclusioni
Integrare l’olio di pesce nella dieta del cane può migliorare la sua salute in modo significativo, ma è importante scegliere con attenzione il prodotto giusto. Preferisci oli derivati da pesci piccoli e controlla la presenza di EPA e DHA ben dosati. In questo modo, offrirai al tuo cane un supporto naturale per una vita sana e attiva.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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L’alimentazione per un cane con insufficienza renale
Quando un cane soffre di insufficienza renale, la gestione dell’alimentazione diventa una sfida cruciale. Questa condizione non solo influisce sul benessere generale del cane, ma rende anche il momento del pasto complicato, specialmente nei casi più avanzati. In questo articolo vedremo come impostare una dieta adeguata, quali alimenti sono consigliati e quali evitare, con un occhio di riguardo per i consigli pratici utili a migliorare la qualità di vita del cane.
Capire la stadiazione della patologia renale
Non tutti i cani con insufficienza renale hanno le stesse esigenze alimentari. Prima di decidere cosa dargli da mangiare, è essenziale che la malattia sia correttamente “stadiata”. Secondo le linee guida IRIS 2019, si possono distinguere quattro stadi della patologia:
- Stadio 1 e 2: fasi iniziali, spesso senza sintomi evidenti.
- Stadio 3 e 4: fasi avanzate, con sintomi più gravi e una gestione più complessa.
La stadiazione si basa su parametri come la creatinina ematica, l’urea, il peso specifico delle urine e la presenza di proteine urinarie. Inoltre, vengono valutati valori come il fosforo ematico, l’SDMA e la pressione arteriosa.
Perché è importante questa analisi? Perché i fabbisogni nutrizionali cambiano a seconda dello stadio della malattia. Ad esempio, un cane in stadio IRIS 1 o 2 avrà necessità diverse rispetto a uno in stadio IRIS 3 o 4.
Alimentazione per un cane con insufficienza renale: Cosa deve mangiare?

Un cane nei primi stadi della malattia dovrebbe seguire una dieta:
- Ricca di proteine ad alto valore biologico: derivano da fonti animali e producono meno scarti azotati.
- A basso contenuto di fosforo: il fosforo è un nemico per i reni già compromessi.
- Arricchita con Omega-3: questi acidi grassi essenziali aiutano a rallentare la progressione della malattia e supportano la funzionalità renale.
Quando la malattia progredisce agli stadi IRIS 3 o 4, il cane potrebbe manifestare disappetenza e perdere rapidamente massa muscolare. In questi casi, la dieta deve:
- Garantire un adeguato apporto proteico, evitando eccessi di fosforo.
- Essere energeticamente densa, sfruttando grassi sani per compensare il basso volume di cibo ingerito.
- Includere fibre e probiotici, per aiutare l’intestino a smaltire le tossine uremiche.
- Prevedere integratori utili, come il complesso di vitamine B, potassio o vitamina D.
Cosa evitare nella dieta
Alcuni alimenti sono assolutamente da evitare per un cane con insufficienza renale:
- Cibo commerciale generico non prescritto dal veterinario. Potrebbe contenere livelli di fosforo o proteine non adeguati.
- Fosforo inorganico: presente in molti integratori e alimenti lavorati.
- Eccesso di sale: anche se una piccola quantità non è dannosa, un eccesso può peggiorare la condizione.
Un falso mito è che il pesce sia completamente sconsigliato. In realtà, se bilanciato nelle giuste dosi, può essere una buona fonte di proteine e Omega-3, purché il fosforo sia controllato.
Cosa fare se il cane non mangia?
La perdita di appetito è comune nei cani con insufficienza renale, soprattutto negli stadi avanzati. Ecco alcuni consigli utili:
- Consultare il veterinario: potrebbero essere necessari esami per verificare la presenza di complicazioni, come un eccesso di fosforo, e decidere se utilizzare farmaci anti-nausea o procinetici.
- Reidratazione: la fluidoterapia può alleviare i sintomi e migliorare l’appetito.
- Stimolanti dell’appetito: la cannabis medicinale è una delle opzioni più innovative, ma deve essere prescritta da un veterinario esperto.
Trucchi per rendere il pasto più appetibile
Se il cane rifiuta il cibo, si possono adottare alcuni accorgimenti:
- Cibo umido: è più appetibile rispetto alle crocchette.
- Brodo di carne: aggiungerlo al cibo può renderlo più saporito e aumentare l’assunzione di liquidi.
- Parmigiano: una leggera spolverata non solo migliora il gusto, ma aiuta anche a chelare il fosforo grazie al calcio.
Supporto avanzato: dialisi e purificazione extracorporea
Nei centri veterinari specializzati è possibile eseguire la dialisi, una procedura che migliora significativamente la qualità della vita del cane negli stadi più avanzati della malattia. Questa opzione è particolarmente utile quando la gestione tradizionale non è più sufficiente.
Conclusioni
Gestire l’alimentazione di un cane con insufficienza renale richiede impegno e collaborazione con il veterinario. Una dieta bilanciata, integrata con i nutrienti giusti e adattata allo stadio della malattia, può fare una grande differenza nel migliorare la qualità di vita del cane. Con i giusti accorgimenti, anche una patologia complessa come l’insufficienza renale può essere affrontata con serenità.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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Che succede se il cane mangia solo cibo umido?
Quando un cane mangia esclusivamente cibo umido, è importante considerare vari aspetti, sia dal punto di vista nutrizionale che pratico. Se anche il tuo cane preferisce l’umido alle crocchette, non sei solo. Ma è davvero una scelta ottimale? Scopriamolo insieme.
Il primo punto: l’alimento è completo?
Se il tuo cane mangia solo cibo umido, la prima cosa da verificare è che si tratti di un alimento completo. Molti prodotti in commercio, infatti, sono solo complementari: non contengono tutti i nutrienti necessari e possono causare carenze nel lungo periodo. Come riconoscerli?
- Controlla l’etichetta: se non trovi la dicitura “alimento completo”, è meglio evitarlo.
- Presta attenzione alla lista degli ingredienti: se è troppo corta o generica, potrebbe non essere adatta a un’alimentazione esclusiva.
Un alimento completo è formulato per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali del tuo cane, evitando problemi legati a squilibri o carenze.
Cibo umido e salute dentale

Attenzione all’umido perché i denti potrebbero essere a rischio, soprattutto con gli alimenti umidi di bassa qualità, molto ricchi di zuccheri, che sembrano facilitare l’accumulo di placca e tartaro.
Se non siete sicuri del vostro umido, è fondamentale:
- Spazzolare i denti regolarmente con uno spazzolino apposito.
- Far controllare la bocca dal veterinario per valutare la necessità di una pulizia dentale professionale (detartrasi).
Non trascurare la salute orale: una bocca infiammata o piena di tartaro può causare dolore e complicazioni, influendo negativamente sulla qualità della vita del tuo cane.
Il rischio degli interferenti endocrini
Un altro potenziale problema legato all’alimentazione esclusiva con cibo umido è l’esposizione a interferenti endocrini, come il bisfenolo A (BPA).
Il BPA è una sostanza presente in alcune plastiche, incluse quelle utilizzate per confezionare gli alimenti. Questo composto può trasferirsi al cibo, alterando il metabolismo del cane e interferendo con il funzionamento della tiroide.
Cosa puoi fare per limitare questo rischio?
- Preferisci cibi confezionati in materiali privi di BPA.
- Alterna il cibo umido con altre soluzioni, come alimenti freschi o crocchette, per ridurre l’esposizione.
Perché alcuni cani non mangiano le crocchette?
Se il tuo cane rifiuta le crocchette, le ragioni possono essere molteplici. Ecco le più comuni:
- Problemi di salute: Un cane disoressico potrebbe sperimentare nausea o avere condizioni che rendono sgradevole il cibo secco.
- Preferenze alimentari: Alcuni cani sviluppano gusti ben precisi e rifiutano categoricamente ciò che non gradiscono.
A volte è difficile distinguere tra un problema medico e una semplice preferenza. In caso di dubbi, è sempre consigliabile consultare un veterinario esperto in nutrizione o un gastroenterologo.
Ricorda: non esistono “capricci” nel senso umano del termine. Se il tuo cane rifiuta un cibo, sta cercando di comunicare un disagio o una preferenza reale.
Alternative al cibo umido
Se il tuo cane non vuole mangiare crocchette, ci sono alternative valide:
- Cibo umido commerciale completo: Come già detto, assicurati che sia equilibrato e adatto per un’alimentazione esclusiva.
- Alimentazione fresca: Una dieta casalinga, preparata con ingredienti freschi e bilanciati, rappresenta una scelta eccellente.
Le diete casalinghe possono essere:
- Cotte o crude (BARF), a seconda delle esigenze del cane.
- Bilanciate da un professionista per garantire l’apporto corretto di nutrienti.
Un’alimentazione fresca è spesso più appetibile, più naturale e benefica per la salute generale del cane, purché sia correttamente formulata.
Conclusioni
Se il tuo cane mangia solo cibo umido, presta attenzione alla qualità dell’alimento, alla salute dentale e al rischio di esposizione agli interferenti endocrini. Considera alternative come una dieta fresca e varia, che può migliorare la sua salute e la sua felicità.
Ricorda, ogni cane è diverso e ha esigenze specifiche. Consulta sempre un veterinario per assicurarti di fare la scelta migliore per il tuo compagno a quattro zampe.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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Sai capire se il tuo cane è allergico a determinati alimenti?
Negli ultimi anni, le allergie alimentari nei cani sono diventate sempre più comuni. Se hai un cane, probabilmente avrai sentito parlare di cani allergici a determinati alimenti, magari da altri proprietari al parco. Ma come si riconoscono queste allergie e come possiamo aiutare il nostro cane? Scopriamolo insieme.
Allergia alimentare o reazione avversa al cibo?
È importante chiarire che non tutte le reazioni agli alimenti sono vere e proprie allergie. Quando parliamo di allergia alimentare, ci riferiamo a una risposta anomala del sistema immunitario. Tuttavia, nel cane le allergie alimentari autentiche sono piuttosto rare. Più spesso, ci troviamo di fronte a reazioni avverse al cibo, un termine generico che include sia allergie sia intolleranze.
Nonostante la distinzione tecnica, i sintomi e il percorso diagnostico sono simili, perciò in questo articolo useremo il termine “allergia” per semplicità.
Il cane è allergico a determinati alimenti: i sintomi delle allergie alimentari nel cane
I sintomi più comuni sono di natura cutanea e/o gastrointestinale:
Sintomi cutanei
- Prurito intenso, spesso accompagnato da eritema (pelle arrossata).
- Microlesioni causate dal grattarsi, che possono portare a infezioni batteriche secondarie.
- Pomfi (piccole aree rilevate della pelle) o zone senza pelo (alopecia).
Questi sintomi possono essere confusi con altre patologie cutanee. È quindi fondamentale consultare un veterinario dermatologo per una diagnosi precisa.

Sintomi gastrointestinali
- Vomito e/o diarrea.
- Disappetenza o abbattimento.
- Nei casi più gravi, malassorbimento intestinale o perdita di nutrienti, con conseguente dimagrimento grave.
Anche in questo caso, i sintomi sono aspecifici e richiedono il supporto di un veterinario esperto in nutrizione e/o gastroenterologia.
Il cane è allergico a determinati alimenti: gli alimenti più comunemente allergenici
Le proteine sono spesso i principali responsabili delle allergie alimentari. Tra gli allergeni più comuni troviamo:
- Pollo, bovino e uova, spesso presenti negli alimenti commerciali.
È importante notare che non tutti i cani sviluppano allergie agli stessi alimenti. Ad esempio, un cane che ha sempre mangiato alimenti a base di pesce potrebbe essere più suscettibile a questo tipo di proteine rispetto al pollo.
Come si diagnostica l’allergia alimentare
La diagnosi è un processo lungo e richiede pazienza. Si parte con l’esclusione di altre cause, come parassiti, e si procede con una dieta di eliminazione. Questo metodo consiste nell’escludere tutti gli alimenti potenzialmente allergenici per un periodo di tempo e successivamente reintrodurli gradualmente. Vediamo le opzioni disponibili:
- Cibo commerciale monoproteico: preparato con una sola fonte proteica nuova per il cane. Tuttavia, alcuni prodotti possono essere contaminati da proteine non dichiarate.
- Cibo commerciale idrolizzato: le proteine sono scomposte in frammenti talmente piccoli da non essere riconosciuti dal sistema immunitario.
- Dieta casalinga monoproteica: la scelta più sicura. Permette di controllare con precisione gli ingredienti utilizzati, eliminando il rischio di contaminazione.
Durante la dieta di eliminazione è essenziale evitare qualsiasi alimento extra non approvato dal veterinario, poiché anche un piccolo errore può compromettere i risultati.
La dieta deve essere seguita per almeno 3 settimane (in caso di sintomi gastrointestinali) o fino a 2 mesi (in caso di sintomi cutanei). Successivamente, si procede con la reintroduzione graduale degli alimenti per confermare la diagnosi e garantire una maggiore varietà nella dieta del cane.
Alternative alla dieta di eliminazione
Sfortunatamente, non esistono alternative affidabili alla dieta di eliminazione. Sebbene esistano test allergici per i cani, questi non sono sufficientemente accurati e possono produrre falsi positivi o negativi.
Come trattare le allergie alimentari
Il trattamento è diviso in due fasi principali:
A breve termine
- Evitare gli alimenti allergenici identificati.
- Prestare attenzione alle etichette dei cibi commerciali per evitare contaminazioni.
A lungo termine
- Tornare gradualmente a una dieta variata, reintroducendo uno alla volta gli alimenti eliminati.
- Lavorare sulla modulazione della microflora intestinale e del sistema immunitario per migliorare la tolleranza e ridurre le infiammazioni.
Prevenzione e cura
Non esistono strategie certe per prevenire le allergie alimentari nei cani. Tuttavia, alcuni studi suggeriscono che somministrare cibo fresco fin dalla giovane età potrebbe ridurre il rischio di reazioni anomale. Al contrario, nutrire il cane con un solo tipo di alimento commerciale per tutta la vita potrebbe aumentare il rischio di sviluppare allergie.
Per quanto riguarda la cura, è importante evitare di somministrare sempre lo stesso cibo, poiché una dieta monotona può ridurre la variabilità intestinale, aumentando l’infiammazione. La soluzione migliore è seguire una dieta variata e personalizzata, monitorando eventuali reazioni negative.
Conclusioni
Le allergie alimentari nel cane sono un problema complesso, ma con la giusta attenzione e il supporto di un veterinario è possibile gestirle in modo efficace. Una diagnosi accurata, una dieta controllata e un approccio personalizzato sono fondamentali per migliorare la qualità della vita del tuo cane.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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Come far dimagrire un cane: guida pratica e consigli utili
Far dimagrire un cane è una questione di salute, non solo di estetica. Un cane in sovrappeso rischia problemi seri, dalla difficoltà a muoversi a malattie metaboliche. In questo articolo vedremo come capire se il tuo cane ha bisogno di dimagrire, quali strategie adottare e come creare un programma di alimentazione e attività fisica adatto.
Come capire se il cane è sovrappeso
Valutare se il tuo cane è in sovrappeso è il primo passo. Esistono tabelle chiamate Body Condition Score (BCS) che indicano la forma ideale del corpo del cane su una scala da 1 a 9.
Ecco alcuni segnali visibili:
- Osserva il profilo del cane: visto dall’alto, il corpo dovrebbe restringersi nella zona della vita.
- Palpa le costole: dovresti sentirle sotto la pelle senza bisogno di premere troppo.
- Controlla l’addome: dovrebbe essere retratto, non gonfio o pendente.
Con il cane a pelo lungo ovviamente dovremo fare questa valutazione prediligendo la palpazione. Se hai dubbi, consulta sempre il veterinario per una valutazione più precisa, ancora meglio se Medico Veterinario esperto in Nutrizione.
Perché è importante far dimagrire un cane sovrappeso

Il sovrappeso nei cani può causare problemi di salute significativi, tra cui:
- Problemi articolari: come osteoartrite e fratture patologiche.
- Malattie metaboliche: diabete, iperlipidemia e sindrome metabolica.
- Ridotta aspettativa di vita: studi dimostrano che un cane in forma vive più a lungo e meglio.
- Difficoltà respiratorie e intolleranza al calore: rendendo difficile l’attività fisica e creando un circolo vizioso.
Come impostare una dieta per far dimagrire il cane
1. Riduzione calorica controllata:
- Una dieta bilanciata dovrebbe essere ricca di proteine di qualità (carne, pesce, uova), con pochi grassi e una quantità adeguata di fibre provenienti da verdure (evita frutta zuccherina e carboidrati come pasta e riso). Una dieta fresca che rispetti questi principi sarà anche molto apprezzata dal vostro cane.
2. Scegli alimenti specifici:
- Se usi cibo industriale, opta per alimenti light formulati appositamente per la perdita di peso. Evita di ridurre semplicemente le quantità del cibo normale: potresti causare carenze nutrizionali, diminuendo la quota proteica che invece va mantenuta.
3. No agli extra:
- Elimina snack e premi calorici non necessari. Sostituiscili con verdure come carote o zucchine cotte.
L’importanza dell’attività fisica
L’esercizio fisico è essenziale per il dimagrimento. Ecco come procedere:
- Passeggiate quotidiane: camminate veloci di almeno 20-30 minuti per 3-5 giorni a settimana.
- Giochi interattivi: come il riporto o giochi di ricerca.
- Esercizi mirati: se il tuo cane è gravemente sovrappeso, consulta un veterinario fisioterapista per un programma personalizzato.
Evita attività intense come corse o salti che potrebbero danneggiare le articolazioni.
Conclusione
Far dimagrire un cane richiede costanza, pazienza e un approccio combinato tra dieta equilibrata e attività fisica regolare. Consulta sempre un veterinario per creare un piano personalizzato e monitorare i progressi. La salute del tuo cane dipende da te!
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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La taurina nell’alimentazione del gatto: perché è essenziale
La taurina nell’alimentazione del gatto: se hai un gatto, probabilmente sai quanto sia importante offrirgli una dieta equilibrata. Ma hai mai sentito parlare della taurina? Questo aminoacido è fondamentale per la salute del gatto, al punto che una sua carenza può causare seri problemi di salute. Scopriamo insieme perché è così importante e come assicurarti che il tuo gatto ne assuma abbastanza.
Cos’è la taurina e perché il gatto ne ha bisogno?
La taurina è un aminoacido essenziale per il gatto, il che significa che il suo organismo non è in grado di produrla in quantità sufficienti. Deve quindi assumerla attraverso la dieta. Questo accade perché il gatto, in quanto carnivoro stretto, ha evoluto un metabolismo che dipende strettamente dai nutrienti presenti nelle prede animali.
La taurina è presente in tutti i tessuti animali, in particolare nei muscoli e negli organi interni dei mammiferi. Le prede naturali dei gatti, come i topi, ne sono ricche, ma nei cibi industriali può essere degradata dalla cottura e quindi deve essere aggiunta artificialmente.
La taurina nell’alimentazione del gatto: a cosa serve?

La taurina svolge funzioni vitali per l’organismo del gatto:
- Salute della vista: è essenziale per la retina. Una carenza può portare a atrofia retinica progressiva e cecità.
- Funzione cardiaca: è necessaria per il muscolo cardiaco. La sua mancanza può causare una miocardiopatia dilatativa, una condizione grave che può portare al decesso.
- Digestione dei grassi: contribuisce alla formazione degli acidi biliari, fondamentali per digerire correttamente i grassi.
- Riproduzione e sviluppo: nelle gatte in gravidanza, una carenza può portare a malformazioni nei cuccioli.
Come riconoscere una carenza di taurina
La carenza di taurina non si manifesta subito, ma quando i sintomi diventano evidenti, i danni possono essere irreversibili. Ecco alcuni segnali di cui fare attenzione:
- Problemi di vista: il gatto potrebbe apparire disorientato o urtare contro gli oggetti.
- Letargia: una stanchezza eccessiva può indicare problemi cardiaci.
- Problemi riproduttivi: nelle femmine, difficoltà durante la gravidanza o cucciolate deboli possono essere legati alla mancanza di taurina.
Prevenire la carenza di taurina
Evitare una carenza di taurina è relativamente semplice, ma richiede attenzione alla dieta del gatto:
- Alimenti completi e bilanciati: scegli cibi industriali di buona qualità che dichiarino chiaramente sulla confezione “alimento completo“. Il cibo umido è spesso “complementare” e può succedere che i gatti iper-selezionatori scelgano solo il cibo umido.
- Attenzione alle diete vegetariane o vegane: queste diete sono assolutamente sconsigliate per i gatti, poiché prive di taurina naturale. Anche se alcuni produttori integrano i loro prodotti, è meglio evitare rischi.
- Diete casalinghe: se prepari il cibo per il tuo gatto, assicurati di integrare la taurina soprattutto se il cibo è cotto, poiché il calore la distrugge facilmente.
Conclusione
La taurina è un pilastro essenziale nella dieta del gatto. Conoscere le sue funzioni e l’importanza di un’alimentazione bilanciata può fare la differenza tra un gatto sano e uno che rischia seri problemi di salute. Leggi sempre le etichette, consulta il medico veterinario esperto in nutrizione e non sottovalutare l’importanza di questo aminoacido prezioso!
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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Posso condividere un calamaro con il mio cane?
Il cane può mangiare il calamaro? Molti proprietari di cani si chiedono se i calamari siano adatti alla dieta del proprio animale. La risposta è sì! I cani possono mangiare i calamari, che rappresentano una fonte nutrizionale ricca e benefica se somministrati nel modo corretto. In questo articolo esploriamo i benefici, le controindicazioni e le modalità di preparazione dei calamari per i cani.
Perché i calamari fanno bene ai cani?

I calamari appartengono alla famiglia dei molluschi e sono comunemente pescati in tutto il mondo. Questi frutti di mare sono ricchi di proteine di alta qualità, con un basso contenuto di grassi e zuccheri, rendendoli perfetti anche per cani che seguono diete ipocaloriche o per quelli che necessitano di regolare la glicemia.
Dal punto di vista nutrizionale, i calamari forniscono importanti minerali e vitamine tra cui:
- Sodio, calcio, fosforo e potassio: essenziali per la salute delle ossa e il corretto funzionamento muscolare.
- Vitamina A (retinolo) e Niacina (vitamina PP): utili per la pelle e la vista.
Un altro vantaggio è che i calamari, essendo alla base della catena alimentare marina, tendono ad essere meno contaminati rispetto a pesci di grossa taglia come il tonno o il pesce spada.
Il cane può mangiare il calamaro: Controindicazioni da considerare
Sebbene i calamari siano un alimento sano, esistono alcune controindicazioni:
- Allergie ai prodotti della pesca: se il tuo cane è allergico al pesce, meglio evitare i calamari per scongiurare reazioni allergiche.
- Ingredienti tossici aggiunti: evita calamari preparati con ingredienti dannosi per i cani come cipolle, aglio o salse speziate.
Se hai dubbi, sulle reazioni del tuo cane ai calamari, consulta sempre un veterinario.
Come preparare i calamari per il cane
Per mantenere intatte le proprietà nutrizionali dei calamari, la cottura a vapore è il metodo migliore. Evita la frittura o la cottura con olio e condimenti.
Quantità consigliate
Le quantità dipendono dalla taglia del cane:
- Cani di piccola taglia (fino a 10 kg): Un pezzettino grande circa quanto una noce.
- Cani di taglia media e grande: Due o tre pezzetti della stessa dimensione.
I calamari dovrebbero essere offerti come extra occasionale, non come parte principale della dieta.
Conclusione
I calamari possono essere un’ottima aggiunta alla dieta del cane se preparati correttamente e somministrati nelle giuste quantità. Consulta sempre il Medico Veterinario esperto in nutrizione prima di introdurre nuovi alimenti e assicurati che il tuo cane riceva una dieta equilibrata e sicura!
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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L’alimentazione della cagna dopo il parto: tutto ciò che devi sapere
L’arrivo di una cucciolata è un’esperienza straordinaria, ma anche un momento che richiede grande attenzione, soprattutto per la madre. Dopo il parto, la cagna affronta un periodo di intenso impegno fisico e metabolico. Fornire un’alimentazione adeguata è fondamentale per la sua salute e per quella dei cuccioli. Vediamo insieme come nutrire al meglio una cagna che sta allattando.
L’alimentazione della cagna dopo il parto: tutto ciò che devi sapere: i bisogni nutrizionali
L’allattamento è una delle fasi più impegnative per l’organismo della cagna. Non solo deve produrre latte per i cuccioli, ma anche recuperare energie dopo il parto. I suoi bisogni nutrizionali aumentano notevolmente, specialmente se la cucciolata è numerosa.
- Acqua: il latte è composto all’80% di acqua, perciò è essenziale che la cagna abbia sempre a disposizione acqua fresca e pulita. Se mangia alimenti secchi, come crocchette, il bisogno di idratazione sarà ancora maggiore.
- Proteine e grassi: per sostenere la produzione di latte e fornire energia, la dieta della cagna deve essere ricca di proteine di alta qualità (carne, pesce, uova) e grassi.
- Carboidrati: i cereali facilmente digeribili possono fornire un apporto energetico utile, ma è importante scegliere fonti di alta qualità.
In molti casi, il cibo per cuccioli è l’opzione ideale. Questo tipo di alimentazione contiene i nutrienti di cui la cagna ha bisogno, come proteine, grassi e una dose bilanciata di calcio.
Alimentazione casalinga: sì o no?

Un’alimentazione fresca e bilanciata è una valida alternativa, ma richiede una pianificazione accurata. Non si può improvvisare: è fondamentale rivolgersi a un medico veterinario esperto in nutrizione per animali, che possa formulare una dieta su misura.
Tra gli alimenti freschi che si possono includere ci sono carne magra, pesce e verdure cotte, ma sempre seguendo le indicazioni di un professionista. Evitare il fai da te è essenziale per non rischiare carenze o squilibri.
Cibi che favoriscono la produzione di latte
Non esistono alimenti miracolosi per aumentare la produzione di latte, ma alcune piante, come la borragine, possono avere un leggero effetto galattagogo. Al contrario, la salvia può ridurla. Tuttavia, l’aspetto più importante è garantire una dieta completa e bilanciata: se la cagna riceve tutti i nutrienti di cui ha bisogno, il latte sarà sufficiente per i cuccioli.
Quanto e quante volte deve mangiare?
Durante l’allattamento, le necessità caloriche della cagna aumentano in modo significativo. Al picco della lattazione (3-4 settimane dopo il parto), una cagna può mangiare 3 o 4 volte la quantità di cibo che consumava prima.
Per cucciolate molto numerose (oltre 10 cuccioli), le quantità possono essere ancora più elevate. È consigliabile dividere il cibo in almeno cinque pasti giornalieri: tre pasti principali e due spuntini. Questo aiuta la cagna a digerire meglio e a sfruttare al massimo i nutrienti.
L’alimentazione della cagna dopo il parto e integratori: quali sono utili?
Non tutti gli integratori sono necessari o sicuri. Ad esempio:
- DA NON DARE il Calcio: è importante non somministrarlo senza indicazioni del veterinario. Un eccesso può causare problemi come l’eclampsia. La quantità presente nel cibo per cuccioli è solitamente sufficiente.
- DA DARE gli Omega-3: gli acidi grassi, in particolare il DHA e l’EPA, possono supportare la salute della madre e lo sviluppo neuronale dei cuccioli.
- DA DARE gli Antiossidanti: vitamine C ed E possono aiutare a contrastare i radicali liberi prodotti durante l’allattamento.
- DA DARE le Fibre: utili nei giorni vicini al parto per prevenire la costipazione.
Piccole quantità di fegato possono essere somministrate per stimolare l’appetito, ma con moderazione, per evitare problemi gastrointestinali.
Cosa fare se la cagna non mangia
È normale che una cagna mostri disappetenza nei giorni immediatamente successivi al parto. Questo può essere dovuto alla fatica del parto o al desiderio di rimanere vicino ai cuccioli.
Un trucco per invogliarla a mangiare è offrire alimenti particolarmente appetibili, come una piccola quantità di gelato alla vaniglia. Questo alimento, ricco di proteine, grassi e zuccheri, può aiutare a ricaricarla. Tuttavia, è importante non abusarne.
Se la cagna continua a rifiutare il cibo oltre 4-5 giorni dopo il parto, o se mangia troppo poco rispetto alle sue necessità, è essenziale consultare un veterinario. La mancanza di appetito potrebbe indicare problemi di salute.
Conclusioni
L’alimentazione della cagna dopo il parto è un aspetto cruciale per garantire il suo benessere e quello dei cuccioli. Offrire una dieta ricca di nutrienti, acqua a volontà e pasti frequenti permette alla madre di affrontare al meglio questa fase impegnativa.
Ricordati di monitorare sempre il suo stato di salute e di non esitare a chiedere consiglio al veterinario in caso di dubbi. Una cagna ben nutrita sarà più forte e in grado di prendersi cura al meglio dei suoi cuccioli, regalando a te la gioia di vederli crescere sani e felici.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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Alimentazione della gatta in allattamento: guida pratica per un periodo cruciale
L’allattamento è una fase delicata per la gatta, che richiede attenzioni particolari per garantire il benessere suo e dei suoi cuccioli. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale in questo periodo, supportando la madre nello sforzo fisico e metabolico richiesto per produrre latte. Ecco come affrontare al meglio questa fase.
Alimentazione della gatta in allattamento: i bisogni nutrizionali
Durante l’allattamento, il fabbisogno nutrizionale della gatta aumenta significativamente. Il suo corpo deve produrre latte in quantità sufficiente e recuperare energie dopo il parto.
- Acqua: il latte è composto in gran parte di acqua, ed è fondamentale che la gatta sia sempre ben idratata. Assicurati che abbia accesso costante ad acqua fresca e pulita. Questo aspetto è cruciale, specialmente se mangia alimenti secchi, come le crocchette.
- Proteine e grassi: la dieta della gatta deve essere ricca di proteine animali di alta qualità, come carne, pesce e uova, oltre che di grassi, che forniscono l’energia necessaria per l’allattamento.
- Carboidrati: seppur non fondamentali nella dieta di un carnivoro come il gatto, piccole quantità di carboidrati possono essere utili per fornire energia supplementare, ma devono essere limitati e scelti con cura.
Cibo secco o alimentazione fresca?
Molti esperti consigliano di utilizzare alimenti secchi per gattini (kitten) durante l’allattamento. Questi cibi hanno un profilo nutrizionale adatto alle esigenze della gatta, includendo una maggiore densità proteica, una quota extra di calcio e nutrienti essenziali come la taurina.
Un’altra opzione è l’alimentazione fresca, che può essere altrettanto valida se ben pianificata. In questo caso, la dieta della gatta dovrà essere ricca di proteine e grassi, con un basso contenuto di carboidrati. Tuttavia, è indispensabile il supporto di un medico veterinario esperto in nutrizione per evitare carenze o squilibri.
Quanto e quante volte deve mangiare?

Durante l’allattamento, il fabbisogno calorico della gatta aumenta notevolmente. Se già durante la gravidanza il suo consumo di cibo cresce del 25-50%, dopo il parto può arrivare a mangiare 2-3 volte la sua razione giornaliera normale.
Il metodo migliore per gestire queste esigenze è spesso quello di lasciare il cibo a disposizione della gatta, alimentandola ad libitum (a volontà). In questo modo, potrà gestire autonomamente i suoi pasti, solitamente in forma di tanti piccoli spuntini distribuiti durante la giornata.
Se la gatta segue un’alimentazione fresca, sarà necessario dividere la razione giornaliera in più pasti per assecondare il suo comportamento naturale e facilitare la digestione.
Alimentazione della gatta in allattamento e Integrazioni: cosa aggiungere e cosa evitare
Le integrazioni nutrizionali possono essere utili, ma solo se necessarie e ben bilanciate.
- Da evitare: il calcio
Non è consigliabile somministrare calcio aggiuntivo se la dieta della gatta è già bilanciata. Eccezion fatta se l’integrazione di calcio viene suggerita dal medico veterinario per una precisa patologia. - Da inserire: gli Omega-3
Gli acidi grassi Omega-3, come DHA ed EPA, sono particolarmente utili per il benessere della gatta e lo sviluppo dei cuccioli. - Antiossidanti
Vitamina C o vitamina E possono essere aggiunti in piccole dosi per contrastare i radicali liberi prodotti durante l’allattamento. Attenzione però a non esagerare, per evitare effetti collaterali come vomito o diarrea. - Fibre
Se la gatta mostra difficoltà nel defecare, si possono aggiungere piccole quantità di fibre, come carote bollite e frullate o fibre solubili commerciali.
Cosa fare se la gatta non mangia
È normale che una gatta mostri disappetenza nei giorni immediatamente prima e dopo il parto. Questo può essere dovuto sia allo stress che al desiderio di rimanere vicino ai cuccioli.
Se però la gatta continua a mangiare poco o nulla oltre i primi due giorni dopo il parto, è il caso di preoccuparsi. Una gatta in allattamento deve assumere grandi quantità di cibo per far fronte alle esigenze dei cuccioli. In caso questo caso, contattate immediatamente il veterinario.
Conclusioni
L’alimentazione della gatta in allattamento è un aspetto essenziale per garantire il benessere di tutta la cucciolata. Scegli cibi nutrienti e di alta qualità, monitora il suo stato di salute e assicurati che abbia accesso costante a cibo e acqua.
Una gatta ben nutrita sarà in grado di affrontare al meglio questa fase impegnativa e di prendersi cura dei suoi piccoli nel modo migliore possibile. In caso di dubbi o difficoltà, rivolgiti sempre a un veterinario esperto in nutrizione per ricevere consigli specifici e personalizzati.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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I gatti possono mangiare i dolci? Tutto quello che devi sapere
I gatti possono mangiare i dolci? Proviamo a rispondere a questa domanda. Chi vive con un gatto sa bene quanto sia curioso, specialmente quando si tratta di cibo. È comune trovarsi con un micio che osserva con attenzione mentre ci concediamo un dolcetto o una fetta di torta, magari persino allungando una zampetta per “rubare” un assaggio. Ma è sicuro condividere i dolci con il proprio gatto? La risposta è più complessa di quanto si possa immaginare. Scopriamolo insieme.
I gatti e il gusto dolce: un legame inesistente
A differenza degli esseri umani e persino dei cani, i gatti non percepiscono il sapore dolce. Questo perché mancano di un recettore specifico sulla lingua, il TAS1R2, che è responsabile della capacità di percepire gli zuccheri. Per loro, una fetta di torta o un biscotto al cioccolato non hanno un gusto particolarmente allettante.
Tuttavia, i gatti possono essere attratti da altri elementi presenti nei dolci, come i grassi o la consistenza cremosa di alcuni dessert, come panna o gelato. Quindi, se il tuo gatto sembra interessato al dolce che hai in mano, non è perché ne apprezza il sapore zuccherino, ma per altri motivi.
I gatti possono mangiare i dolci o sono pericolosi per loro?

Sì, i dolci possono essere dannosi per i gatti, non solo per la loro mancanza di utilità nutrizionale, ma anche per i potenziali rischi per la salute. Ecco alcune delle principali problematiche legate al consumo di dolci nei gatti:
- Zuccheri e carboidrati: il sistema digestivo del gatto non è progettato per metabolizzare zuccheri in quantità significative. Un consumo regolare o eccessivo può portare a problemi come obesità e diabete.
- Cioccolato: il cioccolato è particolarmente tossico per i gatti. Contiene teobromina e caffeina, composti che i gatti non riescono a metabolizzare correttamente, con effetti che vanno da vomito e diarrea a sintomi più gravi come convulsioni e persino la morte, nei casi peggiori.
- Dolcificanti artificiali: l’aspartame, ma soprattutto lo xilitolo, può essere estremamente pericoloso. Lo xilitolo provoca un rilascio rapido di insulina nel corpo, portando a un calo pericoloso dei livelli di zucchero nel sangue (ipoglicemia). Anche piccole quantità possono essere fatali per i gatti.
- Latticini: molti dolci contengono panna, latte o burro, ma non tutti sanno che la maggior parte dei gatti è intollerante al lattosio. Dopo lo svezzamento, i gatti perdono l’enzima necessario per digerire il lattosio, e il consumo di latticini può causare disturbi gastrointestinali come diarrea e dolori addominali.
I gatti possono mangiare i dolci? No, ma ce ne sono di meno rischiosi?
Anche se è meglio evitare di dare dolci ai gatti, alcuni alimenti possono essere meno rischiosi se consumati in piccolissime quantità e solo occasionalmente. Ad esempio:
- Yogurt bianco senza zuccheri aggiunti: se il tuo gatto non è intollerante al lattosio, una leccata di yogurt può essere un piccolo sfizio.
- Frutta sicura: piccole quantità di frutta come mela (senza semi) o melone possono essere date come premio. Tuttavia, molti gatti non sono interessati alla frutta.
Ricorda che anche in questi casi, la moderazione è fondamentale. Nonostante siano meno rischiosi, questi alimenti non sono comunque adatti alla dieta di un carnivoro stretto come il gatto.
Perché è importante non cedere ai capricci
È facile sentirsi in colpa quando il proprio gatto ci guarda con quegli occhi imploranti, ma cedere potrebbe significare mettere a rischio la sua salute. I gatti hanno bisogni nutrizionali specifici che devono essere soddisfatti con una dieta equilibrata e adatta alla loro natura carnivora.
Offrire dolci o altri alimenti non adatti può portare a carenze o squilibri nutrizionali nel lungo periodo. Se il tuo gatto sembra particolarmente interessato al cibo umano, puoi cercare alternative sicure, come snack appositamente formulati per gatti, che siano sani e soddisfacenti.
Cosa fare se il gatto ha mangiato un dolce?
Se il tuo gatto è riuscito a rubare un dolce, valuta rapidamente la situazione:
- Controlla gli ingredienti: verifica se il dolce conteneva cioccolato, xilitolo o altri ingredienti tossici.
- Osserva i sintomi: stai attento a segni di malessere come vomito, diarrea, letargia o tremori.
- Contatta il veterinario: in caso di dubbi, è sempre meglio consultare un professionista. Fornisci dettagli precisi sul tipo di dolce e sulla quantità ingerita.
Conclusione
In definitiva, i dolci non sono un alimento adatto ai gatti. Non solo non li apprezzano come noi, ma possono anche rappresentare un rischio per la loro salute. La cosa migliore che possiamo fare per i nostri gatti è offrirgli una dieta adeguata e premietti sani e sicuri. E se proprio vogliamo condividere un momento speciale, possiamo optare per snack specifici per gatti, che siano altrettanto gratificanti e decisamente più salutari.
Prendersi cura della salute del proprio gatto significa anche resistere alla tentazione di condividere il nostro cibo! Una scelta consapevole oggi può fare la differenza nel benessere del tuo gatto a lungo termine.
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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Cosa vuol dire AAFCO nelle crocchette del cane e del gatto?
Cosa vuol dire AAFCO: leggere le etichette del cibo per animali è una pratica fondamentale per chiunque abbia un gatto o un cane. Tra le diciture riportate sulle confezioni, una delle più comuni ma meno comprese è la sigla AAFCO. Ma cosa significa davvero e in che modo influisce sulla qualità del cibo che scegliamo per i nostri animali?
Cosa vuol dire AAFCO?
Ecco cosa vuol dire AAFCO: Association of American Feed Control Officials ed è un’associazione nordamericana che stabilisce le linee guida per il pet food, ossia il cibo per cani e gatti. Questa organizzazione, che include rappresentanti da agenzie governative di Stati Uniti, Canada, Costa Rica e Porto Rico, non emette leggi, ma definisce standard nutrizionali che i produttori possono seguire per garantire alimenti equilibrati.
Quando vediamo il marchio AAFCO sulle confezioni, significa che il prodotto risponde a determinati requisiti nutrizionali stabiliti dall’associazione. Sebbene l’AAFCO non sia un’ente legislativo, le sue linee guida sono un punto di riferimento in molti paesi, anche se in Europa si fa riferimento principalmente alle norme stabilite dalla FEDIAF (Federazione Europea dell’Industria del Pet Food). I due standard sono simili, ma non sono del tutto identici.
L’importanza di AAFCO e della conformità nutrizionale

L’AAFCO fornisce linee guida che determinano il profilo nutrizionale adeguato per cani e gatti in diverse fasi della loro vita, come crescita, mantenimento e gravidanza. Questo è importante, perché ogni specie e ogni età richiedono nutrimenti diversi. Ad esempio, i gattini in crescita necessitano di più proteine rispetto ai gatti anziani, mentre un cibo destinato ai cani non andrà bene per i gatti e viceversa. Il gatto, infatti, è un carnivoro stretto, quindi ha bisogno di un livello proteico più elevato, mentre il cane è onnivoro.
Quando un alimento segue le linee guida AAFCO, sappiamo che contiene almeno i livelli minimi dei nutrienti considerati essenziali per mantenere in salute un gatto o un cane. Ma attenzione: anche se il cibo segue queste linee guida, potrebbe non essere ottimale per il nostro specifico animale, per cui è sempre importante leggere l’etichetta con cura e, se in dubbio, consultare il medico veterinario esperto in nutrizione.
Come Leggere l’Etichetta del Cibo
L’etichetta è la nostra migliore amica quando scegliamo le crocchette per il nostro cane o gatto. Ecco alcuni aspetti chiave a cui prestare attenzione:
1. Specie di Destinazione: assicuratevi che l’alimento sia formulato specificamente per cane o per gatto. Sembra scontato, ma nutrire un gatto con cibo per cani può causare gravi problemi di salute, e viceversa, poiché i fabbisogni nutrizionali delle due specie sono molto diversi.
2. Età del cane o del gatto: le esigenze nutrizionali variano anche in base all’età. Assicuratevi che il cibo sia adatto alla fascia d’età del vostro cane o gatto, specialmente se avete un cucciolo o un cane/gatto anziano.
3. Tipo di Cibo: Completo o Complementare. Il cibo completo contiene tutti i nutrienti essenziali per una dieta bilanciata, mentre quello complementare deve essere somministrato insieme ad altri alimenti. Leggere attentamente questa dicitura è fondamentale per evitare squilibri nutrizionali.
4. Tenore Proteico: se la lista degli ingredienti include legumi come ceci, lenticchie o soia, il contenuto proteico indicato potrebbe includere proteine vegetali, meno utili per gatto e cane rispetto alle proteine animali.
5. “Carne Fresca”: se l’etichetta riporta “carne fresca”, bisogna considerare che il peso include anche l’acqua contenuta, spesso circa l’80%. Questo può far sembrare l’ingrediente più presente di quanto non sia in realtà.
L’AAFCO e la Legislazione Europea
Come detto, in Europa si fa riferimento alla FEDIAF per stabilire le norme sul pet food, e i prodotti in commercio devono rispettare la legislazione europea. Tuttavia, le linee guida AAFCO restano un’indicazione importante della qualità, e possono essere considerate un’ulteriore garanzia di attenzione nella produzione del cibo per animali.
Conclusione
L’AAFCO è uno strumento utile per orientarsi nella scelta del cibo per gatti, ma non è l’unico aspetto da valutare. Leggere attentamente le etichette e comprendere cosa significano le varie diciture è essenziale per scegliere un prodotto adatto al nostro cane o gatto. Inoltre, consultare il medico veterinario esperto in nutrizione e affidarsi a marchi trasparenti sono accorgimenti utili per assicurarci di dare il meglio al nostro cane o gatto.
Speriamo che queste informazioni vi aiutino a scegliere con consapevolezza il cibo migliore per il vostro cane o gatto!
Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM
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