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Cani e grassi: vanno inseriti nella dieta, ma con moderazione

giovedì, 14 Novembre 2024 by Gruppo Nutravet
Cani e grassi: vanno inseriti nella dieta, ma con moderazione

Molti proprietari di cani si preoccupano della quantità di grassi nella dieta dei propri animali, temendo che un consumo eccessivo possa essere dannoso. In realtà, i grassi sono un elemento essenziale per la salute del cane, purché vengano somministrati nelle giuste dosi e con attenzione alla loro qualità. Vediamo insieme i motivi per cui i cani hanno bisogno di grassi nella dieta, quali sono le fonti migliori e i rischi di una dieta troppo povera o troppo ricca di lipidi.

L’importanza dei grassi nella dieta del cane

I grassi (o lipidi) svolgono funzioni fondamentali nell’organismo di un cane. La loro funzione primaria è quella di fornire energia, ma non è tutto. I grassi infatti aiutano a formare le membrane cellulari, contribuiscono alla produzione di alcuni ormoni e supportano la salute del sistema nervoso. Per questo motivo, una dieta priva di grassi sarebbe molto dannosa per il cane, portando a carenze nutrizionali e problemi di salute.

Non tutti i grassi, però, sono uguali. Alcuni tipi sono essenziali per il cane perché il suo organismo non è in grado di produrli autonomamente. Tra questi, troviamo gli acidi grassi essenziali come l’acido linoleico e gli Omega-3 (EPA e DHA), fondamentali per il benessere del cane e spesso presenti in oli di pesce o di semi di lino.

Le fonti di grassi per il cane: quali scegliere?

Cani e grassi: vanno inseriti nella dieta, ma con moderazione

La qualità dei grassi è importante quanto la quantità. Nella dieta dei cani, i grassi possono provenire da diverse fonti:

  1. Carne e pesce: Nelle diete casalinghe o nei prodotti industriali per cani, molti grassi provengono naturalmente dalle proteine animali. Tuttavia, alcuni grassi di origine animale possono contenere più acidi grassi saturi e possono essere meno salutari, specie se in eccesso.
  2. Oli vegetali: Oli come quelli di mais, girasole e semi di lino sono ottime fonti di acido linoleico, un acido grasso essenziale per i cani. Gli Omega-3, come EPA e DHA, si trovano soprattutto nei pesci e nei prodotti marini, utili per la salute della pelle e delle articolazioni del cane.
  3. Olio di cocco e ghee: Ricco di trigliceridi a catena media, l’olio di cocco è facilmente digeribile e ha effetti positivi sul metabolismo. Il ghee (burro chiarificato) è invece fonte di acido butirrico, con proprietà benefiche per la salute intestinale.

Cani e grassi: I benefici dei grassi per i cani

I grassi apportano numerosi benefici alla salute dei cani, soprattutto quando sono presenti in una dieta bilanciata. Tra i principali effetti positivi:

  • Supporto energetico: I grassi forniscono energia di lunga durata, utile in particolare per cani molto attivi o per quelli che necessitano di maggiore supporto in alcune fasi della vita, come cuccioli, cani anziani o femmine in gravidanza.
  • Salute della pelle e del pelo: Una dieta con adeguati livelli di grassi contribuisce a mantenere pelo lucido e pelle sana. Gli acidi grassi Omega-3, per esempio, sono noti per le proprietà antinfiammatorie e possono aiutare a ridurre il prurito o la secchezza cutanea.
  • Funzione cerebrale e salute neurologica: Alcuni acidi grassi hanno effetti benefici anche sul sistema nervoso del cane. I grassi buoni sono coinvolti nel funzionamento delle cellule cerebrali e possono essere utili per cani in età avanzata o con problemi neurologici.

Quanti grassi dovrebbe assumere un cane?

Non esiste una quantità unica di grassi consigliata per tutti i cani. La quantità ideale dipende da vari fattori, come età, razza, livello di attività e stato di salute. Per soddisfare le necessità di base, bastano piccoli quantitativi: ad esempio, un cucchiaino di olio di mais per un cane di piccola taglia o un cucchiaio per uno di taglia grande. Se si opta per un petfood commerciale, è bene controllare che sia un prodotto completo, che copra tutti i fabbisogni nutrizionali del cane.

Cani e grassi: I rischi di un’alimentazione sbilanciata

Anche se i grassi sono importanti, un eccesso o un difetto di questi nutrienti può avere effetti negativi:

  1. Dieta troppo povera di grassi: Un’insufficienza di grassi porta spesso a problemi cutanei, con sintomi come pelo secco, pelle arrossata o cute screpolata. Senza grassi, il cane potrebbe anche manifestare carenze energetiche e problemi al sistema immunitario.
  2. Dieta troppo ricca di grassi: Un eccesso di grassi, specie se di origine animale e saturi, può risultare difficile da digerire e provocare infiammazioni a lungo termine. Contrariamente a quanto si pensi, non sono necessariamente i grassi in sé a causare sovrappeso, ma la qualità e l’equilibrio complessivo della dieta.
  3. Il mito della pancreatite: Molti pensano che un eccesso di grassi possa causare pancreatite nel cane. Tuttavia, recenti studi suggeriscono che il rischio è maggiore in caso di “abbuffate” improvvise o pasti eccezionalmente abbondanti piuttosto che in una dieta regolare e bilanciata. Un cane abituato gradualmente a una dieta ricca di grassi buoni non dovrebbe riscontrare problemi.

Conclusioni

In conclusione, i grassi sono un elemento fondamentale per il benessere del cane, ma è importante scegliere con cura le fonti e le quantità da somministrare. Optare per grassi di qualità, come oli ricchi di acidi grassi essenziali e Omega-3, e bilanciare correttamente la dieta del cane permette di sfruttare al meglio tutti i benefici di questi nutrienti, riducendo i rischi di problemi di salute.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Sindrome di Fanconi acquisita associata a snack di carne essiccata nel cane

giovedì, 07 Novembre 2024 by Gruppo Nutravet
Sindrome di Fanconi acquisita associata a snack di carne essiccata nel cane

La sindrome di Fanconi è una patologia renale che può essere congenita o acquista. Negli ultimi 15 anni sono drasticamente aumentate le segnalazioni della forma acquisita che sembrerebbe correlata tra le altre cause all’ingestione abituale di alcuni snack essiccati nei cani. In questo articolo vedremo come riconoscerla e come agire. 

Cos’è la Sindrome di Fanconi e come si manifesta

La sindrome di Fanconi è una patologia renale caratterizzata dalla perdita renale attraverso le urine di micronutrienti e minerali/elettroliti, soprattutto glucosio.

Questa può essere congenita in alcune razze come Basenji, Elkhound norvegese, levrieri irlandesi. Ci sono stati singoli casi descritti in un Whippet e in uno Yorkshire Terrier. 

La sindrome di Fanconi acquisita invece è solitamente dovuta malattia da accumulo di rame, intossicazione da piombo e glicole etilenico, ipoparatiroidismo, leptospirosi, pancreatite acuta.

sindrome di Fanconi

La sindrome di Fanconi acquisita nel cane è diventata molto più frequente negli ultimi 15 anni. Si ritiene che questo aumento sia correlato all’eccessiva ingestione di snack essiccati, il più delle volte a base di pollo e di origine cinese. Purtroppo la causa alla base della sindrome di Fanconi indotta da essiccati rimane ancora sconosciuta.

I sintomi che il cane può manifestare sono: letargia, diminuzione dell’appetito, vomito, aumento della sete e/o della minzione, perdita di peso ma la maggior parte delle volte è assolutamente asintomatica quindi il cane non mostra alcun sintomo.

Come diagnosticare la sindrome di Fanconi

La Sindrome di Fanconi acquisita potrebbe emergere durante degli esami di controllo di routine oppure durante esami svolti per i sintomi sopra elencati.

In questo caso sarà presente glucosio nelle urine con una glicemia ematica normale o bassa. In assenza di altre alterazioni ematologiche o sintomi allarmanti che possano far pensare alle altre cause sopra citate e sempre previa lettura degli esami da parte del Medico Veterinario andrebbe quindi verificato quale tipo di snack mangia il cane e di quale qualità.

Come curarla

La maggior parte dei cani con sindrome di Fanconi secondaria agli essiccati presenta alterazione dei tubuli renali senza che la funzionalità renale vera e propria sia compromessa. Una volta escluse le altre patologie è quindi sufficiente sospendere i sospetti snack “incriminati” per un periodo di 6 mesi e ripetere l’esame urine a 3 e 6 mesi.

Come prevenirla

Purtroppo non è ancora chiaro quale sostanza nello specifico causi questa sindrome. Il consiglio è quindi di scegliere essiccati controllando nella lista ingredienti che siano 100% carne e di preferire produttori che utilizzino carne di origine italiana.

Esami del sangue e delle urine annuali anche in cani sani sono inoltre fondamentali per fare una corretta prevenzione di questa e di molte altre patologie.

Articolo della dott.ssa Denise Pinotti, DVM

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Cani e gatti possono seguire una dieta vegetariana o vegana?

giovedì, 31 Ottobre 2024 by Gruppo Nutravet
dieta vegetariana o vegana

Negli ultimi anni, sempre più persone hanno scelto di adottare diete vegetariane o vegane, non solo per sé stessi ma anche per i loro animali domestici. Tuttavia, quando si tratta di cani e gatti, la questione è più complessa e merita un approfondimento. In questo articolo, esploreremo i motivi per cui è importante riflettere bene prima di optare per una dieta a base vegetale per i propri animali, considerando sia gli aspetti nutrizionali che quelli etici.

Cani e gatti sono carnivori: cosa significa?

Un aspetto fondamentale da comprendere è la natura carnivora di cani e gatti. Anche se il cane viene talvolta descritto come un onnivoro (perché può digerire piccole quantità di amidi), in realtà, scientificamente, è considerato un carnivoro opportunista. Il gatto, d’altra parte, è definito un carnivoro stretto, con necessità nutrizionali ancora più vicine ai suoi antenati predatori. Questo significa che, per natura, entrambi gli animali dipendono in gran parte da proteine di origine animale per ottenere i nutrienti di cui hanno bisogno.

Quando si parla di diete vegane o vegetariane per cani e gatti, alcuni potrebbero argomentare che i loro animali domestici sono in grado di digerire amidi (presenti anche nelle crocchette), e quindi potrebbero essere considerati onnivori. Tuttavia, la realtà è più complessa: la definizione di carnivoro o onnivoro non si basa solo su cosa l’animale può mangiare, ma anche sulle sue capacità metaboliche. I carnivori, come i cani e i gatti, ricavano il glucosio necessario per vivere prevalentemente dalle proteine animali, ricche di amminoacidi essenziali.

Differenza tra proteine animali e vegetali

Uno dei principali problemi nel somministrare una dieta vegetariana o vegana a cani e gatti è la differente composizione delle proteine di origine animale rispetto a quelle di origine vegetale. Le proteine vegetali, sebbene presenti in alimenti come la soia, sono povere di amminoacidi essenziali per i nostri animali domestici. Questo significa che, anche se il cane o il gatto consumano una quantità adeguata di proteine vegetali, non riusciranno a sintetizzare tutti i nutrienti di cui hanno bisogno.

Le carenze nutrizionali che derivano da una dieta a base vegetale possono essere molto gravi. Ad esempio, una dieta vegana per un gatto potrebbe portare a carenze di taurina, un amminoacido essenziale per la salute del cuore e della vista, mentre per i cani potrebbe esserci una mancanza di arginina e metionina, necessarie per il corretto funzionamento del metabolismo.

Altri fattori da considerare: fibre e microbiota intestinale

dieta vegetariana o vegana

Oltre alla composizione delle proteine, ci sono altri elementi da tenere in considerazione quando si sceglie una dieta vegetariana o vegana per cani e gatti, come il contenuto di fibre e l’effetto sul microbiota intestinale. Le proteine vegetali, infatti, sono spesso accompagnate da elevate quantità di fibre e da fattori antinutrizionali, che possono ridurre l’assorbimento di nutrienti e influenzare negativamente la salute intestinale degli animali. Nei carnivori, un eccesso di fibre può velocizzare il transito intestinale, compromettendo ulteriormente l’assorbimento di nutrienti.

Ci sono anche casi documentati di animali che, seguendo una dieta vegana, hanno sviluppato gravi patologie. Ad esempio, si è verificato il caso di un cane che ha sviluppato una cirrosi epatica a causa della fermentazione alcolica a livello intestinale, probabilmente innescata dall’eccesso di fibre e carboidrati nella dieta.

Diete commerciali vegetariane e vegane: sono una soluzione?

Esistono sul mercato prodotti commerciali per cani e gatti che si presentano come vegetariani o vegani, solitamente arricchiti con integratori per cercare di bilanciare eventuali carenze. Tuttavia, anche in questo caso, la sicurezza a lungo termine di queste diete è ancora oggetto di dibattito.

Alcune aziende hanno condotto studi per verificare la completezza nutrizionale dei loro prodotti, ma questi studi sono stati generalmente di breve durata, insufficienti per valutare gli effetti a lungo termine. Inoltre, ricerche su alcune diete vegane per gatti hanno evidenziato carenze di nutrienti essenziali, come la taurina, mentre diete vegane per cani hanno mostrato squilibri di amminoacidi come arginina e metionina.

Il dilemma etico

Oltre alle questioni nutrizionali, è importante considerare anche l’aspetto etico. Molti proprietari scelgono di adottare una dieta vegana o vegetariana per i propri animali in buona fede, credendo di fare una scelta più rispettosa degli animali e dell’ambiente. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli dei rischi che questa decisione potrebbe comportare per la salute del cane o del gatto.

Forse una soluzione intermedia potrebbe essere valutare una dieta vegetariana, che includa uova o latticini, o considerare alternative come il pet food a base di insetti, un’opzione nutrizionalmente più adatta e più sostenibile.

Conclusioni

In definitiva, scegliere una dieta vegetariana o vegana per cani e gatti è una decisione che non dovrebbe essere presa alla leggera. È essenziale considerare sia gli aspetti nutrizionali che quelli etici, tenendo presente che cani e gatti sono carnivori per natura e hanno esigenze nutrizionali specifiche che devono essere soddisfatte. Prima di apportare cambiamenti significativi alla dieta del proprio animale, è sempre consigliabile consultare un veterinario esperto, per garantire che la salute del cane o del gatto non venga compromessa.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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I cani possono mangiare le patate?

giovedì, 17 Ottobre 2024 by Gruppo Nutravet
patate

Se ti sei mai chiesto se puoi condividere con il tuo cane le patate che hai nel piatto, sei nel posto giusto! Sono un alimento comune nelle nostre cucine, ma possono essere date anche ai cani? La risposta è sì, ma con alcune importanti precauzioni. Vediamo insieme quali sono i benefici, i rischi e i metodi giusti per includere questo tubero nella dieta del tuo cane.

Le patate e le loro proprietà nutrizionali

Le patate, originarie dell’America, appartengono alla stessa famiglia botanica di pomodori, peperoni e melanzane: le Solanaceae. Ne esistono tantissime varietà, e solo in Italia se ne coltivano oltre 30 tipi! Questi tuberi sono noti soprattutto per il loro alto contenuto di amido e fibre, in particolare nella buccia.

Una delle caratteristiche principali di questo alimento è l’elevato contenuto energetico. Infatti, 100 grammi di patate forniscono tra le 70 e le 85 calorie, rendendole un alimento molto più calorico rispetto a molte altre verdure. Questo le rende simili a cibi come la pasta e il pane per quanto riguarda l’apporto energetico, ma con una differenza: sono anche ricche di fibre.

Quando cotte correttamente, le patate risultano facilmente digeribili per i cani e possono offrire anche alcuni importanti benefici nutrizionali. Oltre all’energia, forniscono vitamine come la vitamina C, provitamina A, niacina (vitamina PP), oltre a minerali come potassio e zinco. Tuttavia, è essenziale prestare attenzione al modo in cui vengono preparate.

I rischi delle patate per i cani

Nonostante i benefici, ci sono anche alcuni rischi legati all’alimentazione dei cani con questo tipo di Solanaceae, soprattutto se non vengono preparate nel modo corretto.

  1. Apporto calorico eccessivo: Se dai al tuo cane le patate senza prestare attenzione alla quantità, il rischio è di farlo ingrassare. Esse sono infatti molto ricche di calorie e se offerte come snack o fuori pasto, possono contribuire all’aumento di peso. È sempre una buona idea consultare un veterinario o un esperto in nutrizione animale per inserire correttamente questo alimento nella dieta del tuo cane.
  2. Solanina: Uno dei rischi più importanti delle patate crude o mal cotte è la presenza di solanina, un alcaloide tossico che può causare problemi seri nei cani, come vomito o addirittura disturbi neurologici. La solanina si trova principalmente in quelle verdi o germogliate, perciò è fondamentale cuocerle bene prima di offrirle al tuo cane. La cottura elimina la maggior parte della solanina, rendendo le patate sicure.
  3. Indice glicemico: Se il tuo cane è diabetico, le patate potrebbero non essere l’alimento ideale. Questo perché hanno un indice glicemico elevato, il che significa che aumentano rapidamente i livelli di zuccheri nel sangue, un effetto da evitare nei cani con problemi di diabete. In questi casi, è meglio evitarle o inserirle in una dieta bilanciata e studiata appositamente da un esperto.

Come preparare le patate per il cane

patate

Ora che sappiamo che le patate possono essere sicure per i cani, come possiamo prepararle in modo corretto?

  1. Cuocile sempre: Mai dare al tuo cane patate crude. La cottura è essenziale per inattivare la solanina. Le patate possono essere cotte in vari modi: bollite, al vapore o al forno. Un metodo semplice e sicuro è bollirle in poca acqua e poi ridurle in purea con un frullatore, così da renderle più digeribili.
  2. Con o senza buccia?: Le patate possono essere date con la buccia, soprattutto se sono state cotte al vapore o bollite. La buccia è ricca di fibre, utili per il sistema digestivo del cane. Tuttavia, assicurati sempre che la buccia sia ben pulita.
  3. Patate al forno: Le patate al forno sono un’ottima opzione per il tuo cane, purché siano preparate in modo semplice. Puoi cuocerle con un po’ di rosmarino per dare sapore. Anche le patate arrosto sono una buona alternativa, purché non siano fritte.
  4. Cosa evitare assolutamente: Evita di dare al tuo cane patate fritte, chips o altri snack industriali. Questi alimenti sono troppo grassi e pesanti per il loro fegato, oltre ad essere poco salutari in generale. Quelle fritte, in particolare, possono causare problemi digestivi e sono sconsigliate per i cani.

Conclusioni

In definitiva, sì, i cani possono mangiare le patate, ma sempre con alcune accortezze. Se cotte e preparate correttamente, possono essere un’aggiunta gustosa e nutriente alla dieta del tuo cane. Tuttavia, è importante tenere a mente i rischi legati alla solanina, all’eccesso di calorie e all’indice glicemico, specialmente se il tuo cane soffre di determinate condizioni di salute come il diabete.

Ricorda sempre di consultare il veterinario prima di introdurre nuovi alimenti nella dieta del tuo cane, e fai attenzione a non esagerare con le quantità. Un po’ di patate cotte ogni tanto possono fare felice il tuo cane senza causare danni!

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Animali e invecchiamento

giovedì, 03 Ottobre 2024 by Gruppo Nutravet
Animali e invecchiamento

Quando un animale domestico comincia a manifestare i primi segni di invecchiamento, spesso ci troviamo completamente impreparati ad affrontare questa nuova fase della loro esistenza.

In questo articolo cercheremo di capire cosa significa “invecchiare”, quali sono i meccanismi alla base di questo processo fisiologico e come cambiano i fabbisogni degli Animali anziani, in modo da aiutarli ad affrontare questa fase della vita nel miglior modo possibile e raggiungere un invecchiamento di successo.

Perché è importante parlare di animali anziani

Negli ultimi anni, grazie alle migliori condizioni di vita, di cura e di alimentazione, stiamo assistendo ad un allungamento della durata della vita dei nostri animali domestici. Attualmente l’aspettativa di vita media, nei paesi occidentali, è di 13-14 anni per un cane e di 12-15 anni per un gatto.

L’aumento della popolazione geriatrica è collegato ad un aumento delle patologie correlate a questa fascia di età e, di conseguenza, delle spese veterinarie ad esse associate.

Inoltre, famiglie sempre più attente, richiedono, molto più che in passato, approcci di tipo “integrato” non solo curativi, ma anche di tipo preventivo. In quest’ottica, l’alimentazione e la nutraceutica rappresentano un’arma potentissima di prevenzione e di gestione delle patologie che possono colpire l’animale anziano.

Cosa si intende per invecchiamento

Animali e invecchiamento

Cominciamo con lo sfatare una delle credenze più comuni: l’invecchiamento non è una malattia!

L’invecchiamento è un processo fisiologico che interessa tutti gli esseri viventi e che inizia nel momento stesso della nascita. Ebbene sì, proprio a partire dal giorno in cui nasciamo le nostre cellule, i nostri organi e tessuti cominciano ad invecchiare, anche se i primi segni di senescenza cominciano a manifestarsi in maniera evidente solo dopo il raggiungimento della maturità.

Quando possiamo dire che il nostro animale sta diventando anziano?

Se nell’uomo abbiamo delle fasce di età bene definite, nei nostri Animali non è così semplice, in quanto l’invecchiamento è legato a fattori quali specie, razza e taglia dell’animale.

In linea di massima possiamo dire che, per i gatti, la soglia di invecchiamento è tra i 10 e i 12 anni, mentre per i cani dipende dalla taglia.  I cani di taglia piccola sono generalmente più longevi dei cani di taglia grande, mentre i cani di taglia gigante sono in assoluto i meno longevi.

Animali e invecchiamento

Nella tabella sono riportate le soglie di senilità in base alle caratteristiche sopra descritte. Attenzione: si tratta solo di stime che non vanno prese così rigidamente. Quello che fa davvero la differenza, in un cane anziano, è lo stile di vita e la presenza o assenza di patologie correlate.

Agendo in prevenzione, con una corretta alimentazione e integrazioni funzionali, possiamo far sì che il nostro Animale raggiunga quello che viene definito un “invecchiamento di successo”. Un invecchiamento solo anagrafico, non accompagnato da patologie invalidanti. 

Animali e invecchiamento di successo. Cosa cambia nell’organismo dell’animale anziano e quali sono le strategie nutrizionali per supportare questi cambiamenti?

Nell’animale anziano si verificano una serie di cambiamenti che dobbiamo prendere in considerazione quando impostiamo un piano alimentare:

  1. Dididratazione progressiva: l’organismo, invecchiando, tende a ridurre la sua capacità di mantenere un adeguato bilancio idrico. Per questo motivo, dobbiamo cercare di incoraggiare l’assunzione di acqua mediante l’utilizzo di fontanelle (sia per i gatti che per i cani). Prediligendo cibi commerciali umidi o, meglio ancora, una dieta fresca. Preparando dei brodi leggeri di carne e verdure con un pizzico di sale (se possibile) da aggiungere alla pappa. (ne parliamo qui: https://nutravet.it/lacqua-il-piu-importante-dei-nutrienti/ )
  2. Aumento del catabolismo: che porta a una perdita progressiva di massa magra, a una minor capacità di digestione ed assorbimento dei nutrienti e ad un ridotto metabolismo. Per questo motivo, la dieta dovrebbe prevedere un adeguato apporto energetico. Per evitare aumento di peso finanche all’obesità (condizione molto più frequente nei cani anziani rispetto ai gatti) e un adeguato apporto proteico. Le proteine, infatti, sono indispensabili per lo svolgimento di numerose funzioni organiche (tra cui il corretto funzionamento del sistema immunitario) e strutturali (costituzione delle masse muscolari). Per questo l’apporto proteico nel cane anziano, salvo rare eccezioni, non dovrebbe essere ridotto, ma addirittura aumentato. (ne parliamo qui 🡪 mettere il link al mio articolo sulle proteine, non ancora pubblicato). Per quanto riguarda i carboidrati, invece, in alcuni casi potrebbe essere utile una loro netta riduzione, soprattutto nei soggetti con tendenza al sovrappeso.
  3. Alterazioni del microbiota: essendo a tutti gli effetti un organo, il microbiota invecchia al pari di tutti gli altri organi. Questo invecchiamento porta ad un impoverimento della varietà di famiglie batteriche che lo compongono e quindi ad uno stato di disbiosi. Questa deve essere sempre valutato(puoi approfondire qui: https://nutravet.it/cose-la-disbiosi-intestinale/ ). Per supportare il microbiota, dal punto di vista nutrizionale, potrebbe essere utile un ponderato aumento di fibre ad azione prebiotica e l’aggiunta di probiotici, in modo ciclico o continuativo a seconda dei casi.
  4. Difficoltà digestive: possono essere una conseguenza della disbiosi e del ridotto metabolismo.  In particolare si potrebbero verificare difficoltà nella digestione dei grassi. Meglio prediligere grassi a media e corta catena, come l’olio di cocco, più digeribili e con proprietà benefiche nei confronti delle cellule del sistema nervoso, come dimostrato da alcuni studi.
    Ne parliamo qui: https://nutravet.it/olio-di-cocco-per-il-cane-cose-a-cosa-serve-e-come-usarlo/
  5. Aumento dei fenomeni ossidativi e irrigidimento delle membrane cellulari: in questo caso possono venirci in aiuto gli antiossidanti. Vitamina C e Vitamina E (utile in caso di animali in sovrappeso o con dermopatie), ma anche il Coenzima Q 10 (utile in caso di patologie metaboliche, come il Diabete o il Morbo di Cushing) e l’Acido alfa-lipoico (utile in caso di patologie neurologiche e cognitive). Gli acidi grassi omega tre, invece, nel cane anziano assumono una importanza particolare per il sostegno di reni e cellule nervose. Grazie alla loro attività antinfiammatoria e di mantenimento della fluidità delle membrane cellulari. (ne parliamo nel dettaglio qui: https://nutravet.it/acidi-grassi-essenziali-omega-3-e-omega-6-per-cane-e-gatto-perche-sono-importanti/ )

Animali e invecchiamento di successo. Quale dieta scegliere per l’animale anziano

La dieta dovrà essere scelta in base ad una serie di fattori legati allo stato clinico del vostro animale, ma anche alle esigenze dei familiari.

Pur non esistendo studi conclusivi che comparino la dieta fresca a una dieta industriale, per il fattore “aspettativa di vita”, possiamo affermare che la dietra fresca presenta numerosi vantaggi rispetto a quella industriale. Per esempio, la possibilità di essere cucita su misura sull’animale, come fosse un vestito sartoriale. Questo ci permette di adeguarla maggiormente alle esigenze del paziente, soprattutto laddove coesistano comorbilità (ovvero più patologie contemporaneamente).  Inoltre la dieta fresca, essendo più idratata, si presta meglio alle esigenze di un organismo che ha difficoltà a mantenere un corretto bilancio idrico.

Nel caso si decidesse di optare per una dieta commerciale, i mangimi umidi potrebbero essere preferibili. Questo grazie alla loro maggiore idratazione e alla loro maggior appetibilità. Attenzione ai mangimi “senior”, che spesso prevedono una riduzione proteica non necessaria e spesso dannosa. Se l’animale non presenta patologie particolari, possiamo tranquillamente orientarci verso un mangime di mantenimento per adulti, mentre in caso di patologie, occorre valutare bene con il proprio Medico Veterinario esperto in nutrizione, quale scegliere in base alle condizioni cliniche del paziente.

Articolo del Dr.ssa Marta Batti, DMV

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L’alimentazione del gatto anziano: come garantire benessere e longevità

giovedì, 26 Settembre 2024 by Gruppo Nutravet
gatto anziano

Man mano che i nostri gatti invecchiano, è fondamentale prestare attenzione alla loro alimentazione per garantire una buona qualità di vita. Un’alimentazione corretta è la chiave per aiutare il gatto a vivere non solo più a lungo, ma anche meglio. In questo articolo vedremo i punti principali da considerare per nutrire adeguatamente un gatto anziano, prevenendo problemi di salute comuni legati all’età.

Il gatto anziano: un compagno che invecchia bene

Sempre più gatti raggiungono la terza età grazie a cure veterinarie avanzate e un’alimentazione più attenta rispetto al passato. Invecchiare insieme al proprio gatto può essere un’esperienza meravigliosa, ma il benessere del nostro amico dipende dal suo stato di salute, strettamente legato anche a ciò che mangia.

Invecchiare bene è un concetto che viene applicato anche ai gatti. Non si tratta solo di farli vivere più a lungo, ma di farli vivere bene. La dieta gioca un ruolo cruciale in questo processo, aiutando a prevenire malattie e mantenendo il gatto attivo e in salute.

Le esigenze nutrizionali del gatto anziano

gatto anziano

Quando si parla di alimentazione del gatto anziano, è fondamentale considerare alcuni fattori chiave, a partire dal fabbisogno energetico. A differenza dei cani, alcuni gatti anziani mantengono o addirittura aumentano il loro metabolismo, mentre altri lo riducono a causa della perdita di massa muscolare. La prima cosa da fare è capire se il nostro gatto ha bisogno di perdere peso o di mantenere la sua forma fisica.

Attenzione, però: un aumento del metabolismo può essere sintomo di patologie, come problemi alla tiroide. In questi casi, è importante rivolgersi al veterinario per una diagnosi corretta.

Un altro aspetto essenziale da considerare è la digeribilità degli alimenti. Con l’età, i gatti tendono a perdere capacità digestive, quindi è importante scegliere alimenti altamente digeribili e con un elevato valore biologico, in particolare per quanto riguarda le proteine. Infine, va prestata molta attenzione all’idratazione: i gatti anziani tendono a disidratarsi facilmente, perciò è essenziale che assumano una quantità adeguata di liquidi, soprattutto attraverso il cibo umido.

I rischi di un’alimentazione non corretta

Uno degli errori più comuni nell’alimentazione del gatto anziano riguarda la riduzione eccessiva delle proteine. Per molti anni si è creduto che una dieta povera di proteine fosse necessaria per prevenire problemi renali. Tuttavia, gli studi recenti non supportano questa teoria. Al contrario, il gatto anziano necessita di un apporto proteico adeguato, spesso superiore a quello degli adulti, per contrastare il naturale aumento del catabolismo muscolare.

Un’alimentazione non corretta può anche portare a obesità e a un’infiammazione cronica, che peggiorano le condizioni generali di salute del gatto e favoriscono lo sviluppo di patologie come diabete, problemi articolari e malattie cardiache. È quindi cruciale mantenere un’alimentazione equilibrata per prevenire questi rischi.

Cosa dare da mangiare a un gatto anziano

Quando si sceglie il cibo per un gatto anziano, è importante considerare eventuali patologie preesistenti, come l’insufficienza renale o la presenza di calcoli. La dieta va “cucita” su misura in base alla situazione clinica del gatto. In generale, però, ci sono alcune linee guida da seguire per garantire un’alimentazione corretta.

  • Proteine di alto valore biologico: il gatto è un carnivoro obbligato, quindi ha bisogno di proteine di origine animale, che forniscono tutti gli amminoacidi essenziali.
  • Grassi facilmente digeribili: i grassi sono una fonte importante di energia, ma devono essere di facile digestione. L’olio di cocco, ad esempio, è una buona scelta per i gatti anziani.
  • Omega-3 e Omega-6: gli acidi grassi essenziali, come EPA e DHA, aiutano a mantenere in salute sia il corpo che la mente del gatto. Gli Omega-3, in particolare, sono utili per prevenire problemi renali e mantenere le articolazioni e la pelle in buone condizioni.
  • Fibre: una quantità adeguata di fibre aiuta il gatto a mantenere una buona funzione intestinale, ma non devono essere eccessive, per evitare che interferiscano con l’assorbimento dei nutrienti.

Come scegliere gli alimenti giusti

Nella scelta del cibo per un gatto anziano, bisogna prima decidere se optare per una dieta fresca o per un cibo commerciale. Se il gatto non è abituato a mangiare alimenti freschi, potrebbe essere difficile introdurli in età avanzata. In questi casi, meglio scegliere cibo umido commerciale, che aiuta anche a mantenere un buon livello di idratazione.

Quando scegliamo un prodotto commerciale, è fondamentale leggere attentamente l’etichetta. Preferite alimenti che contengano carni bianche o pesce come fonti proteiche e scartate quelli che utilizzano proteine vegetali, come piselli e legumi. Verificate anche che l’alimento contenga Omega-3 (EPA e DHA), che sono essenziali per la salute del gatto anziano.

Conclusioni

La corretta alimentazione del gatto anziano richiede attenzione e conoscenze specifiche. Un cibo di qualità, ricco di proteine animali e acidi grassi essenziali, unito a una buona idratazione, può fare la differenza nella qualità della vita del nostro gatto. Ricordiamoci sempre che, sebbene la scelta del cibo sia importante, è altrettanto fondamentale monitorare regolarmente lo stato di salute del nostro gatto, facendo controlli veterinari periodici. Solo così possiamo assicurarci che il nostro compagno invecchi in modo sereno e sano.

Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM

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I gatti hanno bisogno di routine alimentari fisse?

giovedì, 12 Settembre 2024 by Gruppo Nutravet
I gatti hanno bisogno di routine alimentari fisse?

Quando si parla di alimentazione dei gatti, una delle domande più frequenti tra i proprietari è proprio se sia necessario stabilire routine alimentari fisse. La risposta, come spesso accade, non è così semplice. Mentre per alcuni gatti una routine può essere essenziale, per altri potrebbe essere meno rilevante.

In questo articolo esploreremo i vari aspetti legati alle abitudini alimentari dei gatti, fornendo consigli pratici su come gestire l’alimentazione del tuo felino.

Il comportamento alimentare naturale del gatto

Per capire se i gatti hanno bisogno di routine alimentari fisse, è utile osservare il loro comportamento in natura. I gatti sono predatori solitari e, nel loro habitat naturale, cacciano e consumano piccole prede più volte al giorno, soprattutto nelle ore crepuscolari, cioè all’alba e al tramonto. Questa modalità di caccia non è solo legata al bisogno di alimentarsi, ma anche a stimoli legati all’istinto. È comune che i gatti uccidano prede senza mangiarle, solo per soddisfare il loro istinto predatorio.

Questo comportamento naturale si riflette anche nei gatti domestici. I gatti che vivono in casa tendono a essere più attivi quando hanno fame, mostrando comportamenti di gioco o di caccia verso giocattoli o oggetti casuali. Questi momenti sono fondamentali non solo per la loro salute fisica, ma anche per il loro benessere mentale.

Quanti pasti deve fare un gatto al giorno?

Per rispettare il comportamento alimentare naturale del gatto, è consigliabile suddividere la sua alimentazione in più piccoli pasti durante la giornata. Offrire da 5 a 7 pasti al giorno può essere un ottimo compromesso per replicare le loro abitudini naturali. Questi pasti non devono essere necessariamente distribuiti in modo equidistante nel tempo. Come abbiamo visto, i gatti sono abituati a mangiare soprattutto al mattino presto e alla sera.

Importante: Fornire piccoli pasti frequenti è essenziale per mantenere il gatto attivo e stimolato. Questo approccio può anche prevenire l’insorgenza di problemi comportamentali legati alla noia o alla frustrazione.

Routine alimentari fisse: pro e contro

I gatti hanno bisogno di routine alimentari fisse?

Impostare routine alimentari fisse può essere utile in molti casi, soprattutto per gatti che vivono esclusivamente in casa e non hanno accesso libero al cibo. Un’alimentazione a richiesta, infatti, può facilmente portare a sovralimentazione e, di conseguenza, a problemi di peso come l’obesità, soprattutto se il gatto vive in un ambiente poco stimolante.

Tuttavia, non tutti i gatti rispondono allo stesso modo alle routine fisse. Alcuni gatti possono trarre beneficio da un’alimentazione “ad libitum”, cioè con cibo sempre a disposizione. Questo metodo permette al gatto di autoregolarsi e può essere vantaggioso per prevenire l’ansia legata ai pasti. L’alimentazione ad libitum è particolarmente indicata se il cibo fornito è di buona qualità, con un basso contenuto di carboidrati e non troppo calorico.

Nota: Questo approccio è consigliabile solo se si dispone di un singolo gatto. In case con più gatti, la competizione per il cibo può portare a problemi di sovralimentazione o, al contrario, alla sottonutrizione di alcuni soggetti.

Come gestire i pasti per i gatti indoor

Se decidi di impostare routine alimentari fisse per il tuo gatto, è importante farlo in modo ponderato. La scelta degli orari e delle quantità di cibo deve essere fatta tenendo conto delle esigenze specifiche del tuo gatto, del suo livello di attività e del suo stato di salute.

Un buon punto di partenza potrebbe essere dividere la quantità giornaliera di cibo in due blocchi principali: uno per la mattina e uno per la sera. All’interno di questi blocchi, il cibo può essere suddiviso ulteriormente in piccoli pasti, distribuiti nell’arco della mattinata e della serata. Ad esempio, puoi somministrare il cibo alle 7:00, 7:45 e 8:15 del mattino, e poi nuovamente alle 18:00, 19:00, 20:30 e 22:00 di sera. In questo modo, arrivi facilmente a 7 pasti al giorno.

L’importanza dell’arricchimento ambientale durante i pasti

Oltre alla routine alimentare, un altro aspetto cruciale per il benessere del gatto è l’arricchimento ambientale. Fornire opportunità di caccia e gioco legate al momento del pasto può rendere l’alimentazione non solo un bisogno fisico, ma anche un’attività stimolante.

Ecco alcuni suggerimenti:

  • Utilizza giochi che rilasciano cibo lentamente: Questi dispositivi permettono al gatto di “guadagnarsi” il cibo, simulando la caccia e mantenendolo attivo.
  • Posiziona diverse ciotole in punti strategici della casa: Questo incoraggia il gatto a muoversi e a esplorare, riducendo la monotonia dei pasti.

Alimentazione fresca vs cibo commerciale

Per quanto riguarda la scelta degli alimenti, il dibattito tra cibo fresco e cibo commerciale è sempre aperto. Il gatto è un ipercarnivoro, il che significa che la sua dieta ideale dovrebbe essere composta quasi esclusivamente da prodotti di origine animale. I cibi freschi, quando bilanciati correttamente, rappresentano la scelta più salutare. Tuttavia, comprendiamo che non sempre è possibile seguire una dieta fresca e bilanciata.

In questi casi, gli alimenti umidi completi sono un’ottima alternativa. Questi prodotti contengono tutte le vitamine e i minerali necessari senza eccessi di carboidrati, che sono spesso presenti nei croccantini secchi. L’alimentazione a base di cibi umidi è particolarmente indicata se il tuo gatto ha problemi di idratazione o tende a non bere abbastanza acqua.

Routine alimentari e la salute del gatto

Mantenere una routine alimentare stabile è essenziale per prevenire problemi di salute nel gatto. Se il tuo gatto si abitua a una certa routine, eventuali interruzioni o cambiamenti possono causare stress e frustrazione, portando in alcuni casi al rifiuto del cibo.

Per evitare che la routine diventi troppo rigida o che il gatto dipenda eccessivamente dai pasti, cerca di arricchire la sua vita con altre attività stimolanti. Ad esempio, se sai che in determinati giorni non potrai rispettare la solita routine, puoi utilizzare un distributore automatico di cibo per garantire che il gatto riceva comunque i suoi pasti senza stress.

Conclusioni

In sintesi, i gatti possono beneficiare di routine alimentari fisse, soprattutto se vivono in ambienti chiusi e non hanno accesso libero al cibo. Tuttavia, la chiave del successo è la flessibilità e la personalizzazione delle routine in base alle esigenze specifiche del tuo gatto. Ricorda, non esiste un metodo universale che funzioni per tutti i gatti: ciò che conta è trovare l’equilibrio giusto per il tuo.

Infine, non dimenticare di prestare attenzione alla qualità degli alimenti e di offrire al tuo gatto un ambiente ricco di stimoli, per garantire non solo la sua salute fisica, ma anche il suo benessere mentale.

Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM

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Pressati a freddo: sono davvero più salutari per il nostro pet?

giovedì, 05 Settembre 2024 by Gruppo Nutravet
Pressati a freddo: sono davvero più salutari per il nostro pet?

Se non possiamo offrire al nostro animale un cibo fresco, cercheremo sempre di trovare un cibo commerciale più adatto. Negli ultimi anni si sente spesso parlare di alimenti PRESSATI A FREDDO e di come questi possano essere più digeribili e salutari per il nostro amico. Ma è veramente così?

In questo articolo spiegheremo cos’è un pressato a freddo, la differenza con un croccantino estruso ed i reali vantaggi e svantaggi di questo alimento.

Interessante è cercare di soffermarsi sul tipo di tecnologia messa in pratica, che non sempre da un prodotto più digeribile per ogni animale o ne giustifica il reale costo finale. 

PRESSATI A FREDDO E LA DIFFERENZA CON UN ESTRUSO

 Per pressato a freddo intendiamo un cibo pellettato, ossia un cibo che si ottiene con una tecnologia chiamata pellettatura. Sfrutta un macchinario semplice chiamato pellettatrice, avente due rulli che premono il cibo contro una griglia e tramite l’attrito generano questo pellet. Qui si raggiunge una temperatura massima di 40-60 ‘ C con il solo “sfregamento” del cibo sulla griglia.  Il classico croccantino invece, viene estruso mediante un macchinario molto costoso e complesso chiamato estrusore. Qui il cibo viene amalgamato con l’acqua e sfruttando il calore del vapore a 90-100’C ed una grossa vite, si ottiene il croccantino.

Oltre all’ evidente differenza di calore utilizzata nei due processi di produzione la differenza sta nella materia prima utilizzata:

Nel cibo pellettato pressato a freddo bisogna partire necessariamente da un cibo che sia già disidratato, macinato e ridotto in farina, poco umido. In un croccantino estruso si possono anche utilizzare materie prime fresche come la carne (che come detto in altri articoli, non è sempre un vantaggio)

Per quanto riguarda i nutrienti, la pellettatura utilizzando basse temperature, non dovrebbe portare a perdita di nutrienti e non richiederebbe aggiunta di additivi a fine produzione. Il cibo estruso invece, una volta asciugato e “gonfiato”, viene additivato infine con vitamine e Sali minerali in modo da non essere più degradate dal calore.

VANTAGGI E SVANTAGGI DEL PRESSATO A FREDDO

Pressati a freddo: sono davvero più salutari per il nostro pet?

Il punto di forza del pressato a freddo è quello di non degradare le sostanze nutritive e non richiedere l’aggiunta a fine produzione di vitamine e Sali minerali come un croccantino estruso. Ma come abbiamo detto prima, deve necessariamente partire da materie prime che hanno già subito una disidratazione (come sarà avvenuta questa procedura?sono stati applicati comunque dei trattamenti hanno modificato la materia prima)

Ci sarebbe anche il vantaggio che la pellettatrice, costando molto meno di un estrusore, venga acquistata anche da realtà commerciali più piccole, definite di “nicchia”. Spesso però questi prodotti non costano meno di un classico croccantino estruso.

Il costo elevato è giustificato dalla loro alta digeribilità? Potendo utilizzare meno amido per le basse temperature (ricordate che c’è sempre amido anche in un pellettato!!) il cibo avrebbe anche più proteine e “galleggerebbe in un bicchiere d’acqua”. Per fortuna il nostro animale non si riduce ad un semplice bicchiere di acqua, ma è un organismo ben più complesso.

Usare meno amido non significa sempre facilitare la digestione. L’estrusione di un croccantino classico porta ad un processo chiamato gelatinificazione, che in molti animali rende l’amido più digeribile. Per assurdo, alcune razze con difficoltà a digerire gli amidi riescono ad utilizzare i loro pochi enzimi digestivi molto meglio su un prodotto cotto estruso piuttosto che pressato a freddo. Come lo capiamo? Andiamo a confrontare il volume e la quantità di feci del nostro animale e lì capiremo (feci=scarto). Per non parlare di alcuni pressati a freddo, dove l’ amido presente deriva solo da legumi.

Parlando di appetibilità, il pellettato non venendo appetizzato con grasso animale a fine produzione, spesso risulta meno gradito.

CONCLUSIONI

Ma allora questi pressati a freddo hanno troppi svantaggi? Assolutamente no! Esistono ditte molto affidabili, che selezionano bene le materie prime ed applicano una politica di trasparenza nel loro processo produttivo e dei loro ingredienti, usando amido prevalentemente derivato dalle patate e non dai legumi; studiano composizioni che rendano più appetibile il loro prodotto.

Se non si può scegliere un’alimentazione fresca e bilanciata ricordiamo sempre che “Non esiste l’alimento commerciale migliore per una cane ed un gatto, esiste l’alimento migliore per il nostro cane e il nostro gatto, in base al suo stato di salute, al suo comportamento, la sua natura, le sue abitudini e molto altro ancora”. Diffidiamo sempre da chi professa la verità assoluta!

Articolo del Dr. Carmine Salese, DMV

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I cani possono mangiare i cachi? Una guida per i proprietari

giovedì, 29 Agosto 2024 by Gruppo Nutravet

L’autunno porta con sé una varietà di frutti deliziosi, tra cui i cachi, che molti di noi non vedono l’ora di gustare. Ma cosa fare se il nostro cane si mostra interessato a questo frutto dolce e succoso? I cachi sono sicuri per i cani? In questo articolo, esploreremo i benefici, i rischi e le modalità corrette per offrire questo frutto al nostro cane, mantenendo sempre la loro salute al primo posto.

Benefici del cachi per i cani

Il cachi, frutto della pianta Diospyros, è apprezzato per la sua dolcezza e le sue proprietà nutritive. Originario della Cina, questo frutto è ormai ampiamente diffuso anche in Italia, dove viene consumato soprattutto durante l’autunno. I cani, come noi, possono essere attratti dal suo sapore dolce, ma è importante sapere come somministrarlo correttamente.

Questi frutti sono ricchi di vitamina C e beta-carotene, due potenti antiossidanti che possono supportare il sistema immunitario del cane. Inoltre, contengono minerali essenziali come potassio, fosforo e magnesio, che contribuiscono al benessere generale dell’animale. Un altro aspetto positivo è la presenza di fibre, che possono favorire la salute intestinale del cane, sempre che siano consumate con moderazione.

I rischi associati al consumo di cachi

Nonostante i loro benefici, i cachi non sono privi di rischi per i cani. Innanzitutto, bisogna considerare l’alto contenuto di zuccheri di questo frutto. Con circa 65-70 kcal per 100 g, sono più calorici rispetto ad altri frutti come le mele. Gli zuccheri rappresentano circa il 16-18% del frutto, un dato importante da tenere in considerazione, soprattutto per i cani con predisposizione al sovrappeso o alla diabete.

Per i cani diabetici, infatti, è assolutamente sconsigliato a causa del suo elevato contenuto di zuccheri. Inoltre, nei cani che non sono abituati a consumare frutta, un’eccessiva quantità di cachi potrebbe causare disturbi gastrointestinali come flatulenza e feci molli.

Come dare il cachi al cane in sicurezza

I cani possono mangiare i cachi? Una guida per i proprietari

Se decidete di dare un po’ di cachi al vostro cane, ci sono alcune precauzioni da prendere. Prima di tutto, il frutto deve essere ben maturo, ma non eccessivamente. Un cachi troppo maturo è più ricco di zuccheri, mentre uno acerbo contiene tannini, che possono avere un effetto astringente e rendere il frutto difficile da digerire. Il cachi maturo è inoltre più lassativo, quindi va somministrato con molta moderazione.

È essenziale sbucciare il frutto e rimuovere il seme centrale prima di offrirlo al cane. Il seme può rappresentare un pericolo di soffocamento, specialmente per i cani più voraci. Dopo aver sbucciato e tagliato il cachi in piccoli pezzi, potete offrirne un piccolo assaggio al vostro cane, monitorando attentamente la sua reazione.

Quanto cachi può mangiare il cane?

La quantità giusta di cachi per un cane varia a seconda della taglia e della tolleranza individuale al frutto. Come regola generale, per i cani di piccola taglia, è consigliabile offrire solo un pezzettino grande quanto una falange del dito. Per i cani di taglia media o grande, si può arrivare a 2-3 pezzettini. In ogni caso, la moderazione è la chiave: troppi zuccheri possono fermentare nell’intestino del cane, causando flatulenza e altri problemi digestivi.

Se notate che il vostro cane manifesta sintomi come feci molli o disagio intestinale dopo aver mangiato i cachi, riducete la quantità o sospendete completamente la somministrazione.

Conclusione

In sintesi, i cachi possono essere un piccolo piacere da condividere con il vostro cane, a patto di seguire alcune semplici regole. Offrite il frutto in piccole quantità, ben maturo e senza semi, e osservate attentamente come reagisce il vostro amico a quattro zampe. Ricordate che, come per qualsiasi nuovo alimento, è sempre una buona idea consultare il veterinario prima di introdurlo nella dieta del vostro cane.

In questo modo, potrete godervi l’autunno insieme al vostro cane, gustando entrambi i deliziosi frutti di stagione senza rischi per la salute.

Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM

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Come rendere bellissimo il pelo del cane o del gatto con l’alimentazione

giovedì, 22 Agosto 2024 by Gruppo Nutravet
Come rendere bellissimo il pelo del cane o del gatto con l’alimentazione

Si sa, l’aspetto conta, anche per i nostri amati cani e gatti. Un pelo sano e lucente non solo rende il tuo animale esteticamente gradevole, ma è anche un indicatore di buona salute. L’alimentazione gioca un ruolo cruciale in questo, e scegliere gli alimenti giusti può fare una grande differenza. Vediamo insieme come rendere il pelo del cane o del gatto magnifico attraverso una dieta adeguata.

Il primo passo per rendere il pelo del cane e del gatto bello e sano: eliminare gli alimenti dannosi

Come rendere bellissimo il pelo del cane o del gatto con l’alimentazione

Molti cani e gatti sviluppano problemi di pelle e pelo a causa dell’alimentazione. Le allergie a certi ingredienti presenti nei cibi possono causare infiammazione e prurito. Inoltre, la bassa qualità delle materie prime di alcuni alimenti industriali può contribuire a un pelo opaco e fragile. Ad esempio, una conservazione scorretta delle crocchette in contenitori di plastica può portare alla perossidazione dei lipidi, causando problemi cutanei associati a diarrea e vomito.

Consiglio pratico: Se il tuo cane o gatto presenta forfora, rossore o prurito, consulta il veterinario per cambiare l’alimento a favore di uno più adatto.

Vitamina E: il Re degli antiossidanti

La Vitamina E è un gruppo di 8 composti liposolubili, tra cui l’alfa tocoferolo è il più utilizzato. È un potente antiossidante che protegge le membrane cellulari dai radicali liberi. Questa vitamina è essenziale non solo per la salute del pelo e della pelle, ma anche per il fegato.

Fonti di Vitamina E: La troviamo in molti alimenti di origine vegetale, soprattutto oli e cibi grassi come nocciole, mandorle, avocado (attenzione a non dare la buccia, il seme e le foglie), olio di mais, olio di girasole e olio di germe di grano. Gli oli sono facili da aggiungere alla dieta dei nostri cani e gatti, ovviamente con moderazione per evitare un eccesso di calorie.

Integrazione: La Vitamina E può essere somministrata anche come integratore in perle, dato che è molto sicura e non tossica. Iniziare l’integrazione 20-30 giorni prima di un evento speciale o fare 2-3 cicli di integrazione all’anno per mantenere un pelo sempre lucente.

Acidi grassi essenziali Omega-3

Gli acidi grassi Omega-3, in particolare EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), sono fondamentali per la salute del pelo. Cani e gatti non riescono a convertire efficacemente i precursori di origine vegetale, quindi gli Omega-3 devono essere di origine animale, come pesce o krill.

Fonti di Omega-3: Pesce grasso pescato (non allevato) con tutta la pelle, dato 1-2 volte a settimana, oppure integratori specifici in perle.

Integrazione: Per mantenere sano il pelo, oltre a pelle, articolazioni, sistema immunitario e nervoso, si consiglia di fare cicli di integrazione di un mese, 3-4 volte all’anno.

Zinco: un alleato prezioso

Lo zinco è un minerale importante per la crescita e la riparazione del pelo. La sua carenza può portare a pelle secca e squamosa, perdita di pelo e cicatrici.

Fonti di zinco: Carni rosse, pollame, pesce e uova. Anche alcuni legumi e cereali sono buone fonti.

Integrazione: Se la dieta del tuo cane o gatto non è sufficiente, si possono utilizzare integratori specifici, sempre sotto consiglio del veterinario.

Biotina: la vitamina della bellezza

La biotina, o vitamina B7, è essenziale per il metabolismo dei grassi e delle proteine, contribuendo alla salute della pelle e del pelo.

Fonti di biotina: Uova, fegato, lievito di birra e noci.

Integrazione: La biotina può essere integrata tramite compresse o polveri, migliorando visibilmente la lucentezza e la forza del pelo.

Conclusioni

Un’alimentazione corretta è fondamentale per avere un cane o un gatto con un pelo sano e lucente. Eliminare i cibi di bassa qualità, integrare vitamine e acidi grassi essenziali e fornire minerali come zinco e biotina sono passi cruciali. Consulta sempre il veterinario prima di apportare cambiamenti significativi alla dieta del tuo animale. Con una dieta equilibrata e adeguata, il tuo cane o gatto non solo avrà un aspetto magnifico, ma godrà anche di una salute migliore.

Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM

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Perché preferiamo gli alimenti cotti per i nostri cani e gatti, se in natura mangiano alimenti crudi?

giovedì, 15 Agosto 2024 by Gruppo Nutravet
Perché preferiamo gli alimenti cotti per i nostri cani e gatti, se in natura mangiano alimenti crudi?

Se sei un proprietario di cani o gatti, probabilmente ti sarai chiesto almeno una volta: perché mai diamo alimenti cotti ai nostri animali quando in natura mangerebbero tutto crudo? È una domanda legittima, considerando che cani e gatti sono carnivori e, in condizioni selvatiche, cacciano e mangiano le loro prede crude. Quindi, perché ci siamo allontanati così tanto da quello che sarebbe il loro comportamento naturale?

L’alimentazione dei cani e dei gatti in natura

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima comprendere cosa mangerebbero i nostri animali in natura. Sia cani che gatti sono carnivori, ma il loro processo di domesticazione ha avuto un impatto diverso sul loro comportamento alimentare.

I gatti sono stati influenzati molto meno rispetto ai cani. Originariamente, i gatti erano utilizzati per cacciare piccoli roditori e altri animali che minacciavano le scorte di cibo umano. Un gatto ferale, cioè un gatto domestico tornato selvatico, si adatta rapidamente a cacciare piccole prede come topi, uccelli, piccoli rettili e insetti. Il punto chiave qui è che il gatto mangia queste prede immediatamente dopo averle catturate, consumando alimenti crudi.

I cani, invece, hanno subito un processo di domesticazione molto più profondo. Da millenni, i cani si sono adattati a vivere vicino agli esseri umani, spesso nutrendosi degli scarti alimentari delle comunità umane. Questo ha modificato non solo il loro comportamento, ma anche la loro fisiologia, rendendoli in parte capaci di digerire amidi. Di conseguenza, un cane ferale tende a rimanere nelle vicinanze delle aree urbane e a mangiare ciò che trova, piuttosto che cacciare attivamente come farebbe un lupo.

Perché diamo alimenti cotti a cani e gatti?

Perché preferiamo gli alimenti cotti per i nostri cani e gatti, se in natura mangiano alimenti crudi?

La risposta principale è la sicurezza microbiologica. La cottura è il metodo più efficace per eliminare batteri e parassiti dagli alimenti, rendendo il cibo più sicuro per il consumo. Convivendo strettamente con noi, cani e gatti hanno ereditato molte delle nostre abitudini, compresa quella di consumare cibo cotto.

C’è anche un fattore legato al gusto. Gli alimenti cotti, in particolare le proteine, liberano aromi che stimolano l’appetito. Questo “profumino” attrae molto i cani e i gatti, che hanno un olfatto molto più sviluppato del nostro. Un gatto che non è stato abituato fin da piccolo a mangiare alimenti crudi potrebbe trovarli insipidi o poco appetibili.

I cani e i gatti possono mangiare carne cruda?

In generale, la risposta è sì, cani e gatti possono mangiare carne cruda, grazie alla loro evoluzione che ha dotato queste specie di meccanismi di difesa contro i pericoli microbiologici.

I gatti, ad esempio, hanno un istinto innato che li porta a selezionare solo cibo che ritengono sicuro. Un cibo servito alla temperatura di 35-38°C, simile a quella di una preda appena uccisa, sarà molto più appetibile per un gatto rispetto a una carcassa fredda. Inoltre, il sistema digestivo dei gatti è altamente acido, il che aiuta a ridurre la carica batterica nel cibo.

I cani, d’altra parte, sono noti per la loro robustezza. Possono ingerire alimenti che farebbero stare male la maggior parte degli altri animali, grazie a un sistema digestivo efficiente e a un intestino più corto che riduce il tempo di esposizione ai batteri.

Precauzioni quando si dà carne cruda a cani e gatti

Se decidi di alimentare il tuo cane o gatto con carne cruda, è fondamentale prendere alcune precauzioni. La carne dovrebbe essere previamente congelata per ridurre la carica parassitaria. Inoltre, è consigliabile scegliere tagli di carne interi piuttosto che carne macinata, poiché i tagli interi sono meno soggetti a contaminazione.

È importante evitare carne cruda di maiale o cinghiale, poiché esiste un rischio, seppur remoto, che cani e gatti possano contrarre la pseudorabbia, una malattia mortale per loro. Inoltre, se in famiglia ci sono persone immunodepresse, è meglio evitare di dare carne cruda al tuo animale per prevenire qualsiasi rischio di contaminazione.

Conclusioni

Dare alimenti cotti ai nostri cani e gatti è una scelta che deriva in gran parte dalla necessità di proteggere la loro salute e dalla nostra convivenza con loro. Tuttavia, la carne cruda può essere un’opzione valida, purché si prendano le dovute precauzioni. Se il tuo cane o gatto ama la carne cruda, potresti considerare l’adozione di una dieta BARF, ma sempre sotto la guida di un veterinario per garantire un’alimentazione equilibrata.

In definitiva, la decisione di dare cibo cotto o crudo ai nostri animali dipende da molti fattori, tra cui la loro salute, le nostre abitudini e le specifiche necessità alimentari. Quello che conta è garantire che i nostri cani e gatti ricevano una dieta sicura e nutriente che li mantenga in salute e felici.

Articolo della Dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Nutrizione veterinaria: la chiave per una vita sana e felice

giovedì, 04 Luglio 2024 by Gruppo Nutravet
Nutrizione veterinaria: la chiave per una vita sana e felice

Nella nostra missione di fornire amore e cura ai nostri amici a quattro zampe, la nutrizione svolge un ruolo cruciale nel garantire che vivano una vita sana e felice. 
Quando si tratta di nutrire il nostro cane o il nostro gatto, non possiamo trascurare l’importanza di una dieta equilibrata e adeguata alle loro esigenze specifiche. Esploriamo insieme l’importanza della nutrizione veterinaria e come possiamo garantire che i nostri compagni di vita ricevano il meglio.

Conoscere le esigenze nutrizionali

Ogni animale ha esigenze nutrizionali uniche in base alla sua età, razza, dimensioni e livello di attività. I cani e i gatti hanno esigenze diverse, e queste esigenze possono anche variare durante le diverse fasi della vita del vostro amico. È essenziale consultare un Medico Veterinario Nutrizionista per determinare le quantità e i tipi di cibo più adatti al vostro amico a quattro zampe.

Nutrizione veterinaria e qualità degli ingredienti

La qualità degli ingredienti fa la differenza! Con una dieta fresca potremo scegliere con i nostri occhi gli ingredienti che andremo a mettere in ciotola. Se scegliamo un cibo commerciale, è importante che contenga ingredienti nutrienti che forniscono al vostro amico le proteine, le vitamine e i minerali di cui ha bisogno per mantenere una buona salute. Leggere attentamente le etichette e scegliere cibi privi di conservanti artificiali, coloranti e additivi è fondamentale per garantire una dieta sana.

Nutrizione veterinaria e bilancio nutrizionale

Una dieta bilanciata è essenziale per la salute a lungo termine del vostro animale. La giusta combinazione di proteine, grassi, carboidrati (dove previsti), vitamine e minerali è fondamentale per mantenere la salute degli occhi, della pelle, del pelo, delle ossa e del sistema immunitario del vostro amico, a partire dalla cura del microbiota intestinale. Assicuratevi che la sua dieta includa una varietà di nutrienti essenziali per soddisfare le sue esigenze nutrizionali.

Nutrizione veterinaria: la chiave per una vita sana e felice

Cibo fresco e acqua pulita

Assicurarsi che il vostro amico abbia accesso costante a cibo fresco e acqua pulita è essenziale per la sua salute e il suo benessere. Controllare regolarmente le ciotole di cibo e acqua per assicurarsi che siano pulite e rifornite. L’acqua, non dimentichiamolo, è il primo e più importante dei nutrienti!

Nutrizione veterinaria: monitoraggio del peso e dell’attività

Mantenere un peso corporeo ottimale è fondamentale per prevenire problemi di salute come l’obesità e le malattie cardiache nel cane e nel gatto. Monitorare regolarmente il peso del vostro animale e assicurarsi di fornire un livello appropriato di attività fisica per mantenere la sua salute generale.

In conclusione, la nutrizione animale è un pilastro fondamentale per garantire che i nostri amici vivano una vita lunga, sana e felice. Investire nella salute nutrizionale del vostro animale è un atto d’amore che ripaga con gioia, vitalità e un legame più forte tra voi e il vostro fedele compagno. Ricordate sempre di consultare un professionista per le esigenze nutrizionali specifiche del vostro animale e offrire loro il meglio che la nutrizione può offrire.

Articolo della Dr.ssa Camilla Marchetti, DVM

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