Quale frutta può mangiare il cane? La guida per non sbagliare
Quando arriva l’estate o si prepara uno spuntino veloce, viene quasi spontaneo voler condividere un po’ di frutta anche con il proprio cane. Ma è davvero una buona idea? E se sì, quanta frutta si può dare, e quale è sicura?
In questo articolo rispondiamo in modo chiaro e senza fraintendimenti, partendo da un principio fondamentale: il cane è un carnivoro. Questo vuol dire che la sua dieta non deve essere ricca di frutta, anche se alcuni frutti possono essere concessi come piccoli extra.
Il cane è un carnivoro: quindi, attenzione alle quantità
Il cane non è un piccolo umano. Anche se vive con noi, partecipa alla nostra vita quotidiana e sembra apprezzare le nostre abitudini alimentari, ha un metabolismo molto diverso dal nostro.
La frutta, anche se non tossica, deve essere sempre data con moderazione.
Mentre per noi una mela o una banana sono ottimi spuntini, per un cane anche pochi grammi possono fare la differenza. L’eccesso di zuccheri e fibre fermentabili può causare problemi intestinali anche seri, come gonfiore, flatulenza, borborigmi, coliche e diarrea.
Un esempio concreto?
Un cane piccolo come un Maltese dovrebbe mangiare al massimo 2-3 pezzettini grandi come una mandorla a settimana.
Un cane grande come un Rottweiler può arrivare a uno spicchio di mela ogni 7 giorni.
Sì, proprio così: così poca!
I frutti che il cane può mangiare (con moderazione)

Ecco una panoramica dei frutti che puoi offrire al tuo cane, sempre in quantità molto limitate:
- Mela e pera: poco zuccherine, tra le più sicure.
- Banana: ok, ma con parsimonia perché è più ricca di zuccheri.
- Pesche, albicocche, susine e ciliegie: rimuovi sempre il nocciolo, che può causare occlusioni intestinali o tossicità.
- Fragole e frutti di bosco: possono essere offerti, se graditi, ma sempre in piccoli pezzi.
- Melone e anguria: graditissimi in estate, ma molto zuccherini, quindi solo qualche cubetto.
- Cocco: poco zuccherino, ricco di fibre e grassi buoni. Una scelta interessante come snack sano.
Ricorda: anche se un frutto è permesso, non vuol dire che è necessario inserirlo nella dieta. Le vitamine e i nutrienti che servono al cane li troverai nei cibi specifici per lui.
Frutta da evitare assolutamente
Ci sono alcuni frutti che possono essere tossici o pericolosi per il cane, anche in piccole quantità:
- Uva e uvetta: possono causare insufficienza renale acuta.
- Avocado: buccia, seme e foglie sono tossici, e anche la polpa è sconsigliata.
- Fichi, fichi secchi e datteri: estremamente zuccherini, rischiano di causare fermentazioni intestinali gravi.
Anche se il cane sembra stare bene dopo averli mangiati, il rischio non va mai sottovalutato.
E se voglio condividere qualcosa con il cane? Alternative alla frutta
Molti proprietari trovano gioioso e naturale condividere il cibo con il proprio cane. Ma se la frutta non è la scelta ideale, cosa si può usare al suo posto?
Ecco alcune alternative sicure e nutrienti:
- Yogurt bianco o kefir: meglio se interi, senza zuccheri o edulcoranti.
- Pesciolini essiccati o polmone essiccato: snack naturali e proteici.
- Pezzetto di formaggio stagionato (es. parmigiano o grana): povero di lattosio, ma ricco di gusto e minerali.
Questi alimenti sono più adatti al metabolismo del cane, e permettono comunque di creare momenti speciali da condividere.
In sintesi: la frutta per il cane va bene, ma con buon senso
- Il cane può mangiare alcuni tipi di frutta, ma in quantità estremamente ridotte.
- Anche i frutti non tossici, se dati troppo spesso, possono causare problemi digestivi.
- Uva, avocado, fichi e datteri vanno evitati del tutto.
- È meglio usare snack pensati per il cane per condividere momenti di coccola, senza rischi.
Se ami il tuo cane, ricorda: saper dire di no è anche un atto d’amore.
Una dieta equilibrata, fatta su misura per lui, è il miglior regalo che puoi fargli. E se proprio vuoi offrirgli qualcosa di “speciale”, parlane con il tuo veterinario nutrizionista: ti aiuterà a trovare l’equilibrio tra salute e coccole!
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
- Published in Maria Mayer
Quando cambiare il cibo al cane? Guida pratica per ogni fase della vita
Cambiare alimentazione al proprio cane non è solo una questione di gusti o di novità sul mercato: è un passaggio fondamentale che accompagna le diverse fasi della sua vita. Ma quando è davvero il momento giusto per farlo? E come affrontare il cambiamento senza causare problemi?
In questo articolo ti guidiamo tra i passaggi chiave, per capire quando e come cambiare l’alimentazione al cane in base alla sua età, taglia e stato di salute.
Cibo per cuccioli: quando iniziare?
Nei primi giorni di vita, il cucciolo si nutre esclusivamente di latte materno. Questo non fornisce solo nutrienti, ma anche protezione immunitaria. Se l’allattamento è naturale e completo (senza cesareo, senza antibiotici alla madre), è un ottimo punto di partenza per la salute futura del cane.
Lo svezzamento inizia tra la terza e la quinta settimana di vita, con l’introduzione graduale di cibo solido, formulato appositamente per cuccioli. Questo passaggio è delicato e spesso porta a piccole alterazioni intestinali (come diarrea lieve), che si possono gestire bene con fermenti lattici.
Il cibo per cuccioli ha alcune caratteristiche fondamentali:
- Ricco di proteine animali, per sostenere la crescita muscolare
- Maggiore apporto di calcio, utile per lo sviluppo scheletrico
- Alta densità calorica, perché un cucciolo ha bisogno di molta energia
Quando passare al cibo per adulti?

Uno degli errori più comuni è cambiare troppo presto. Il cucciolo ha bisogno di alimenti “Junior” fino al completamento della crescita, che non coincide con l’inizio dell’adolescenza.
La tempistica giusta dipende dalla taglia del cane:
| Taglia del cane | Età minima per passare al cibo adulto |
|---|---|
| Piccola (<10 kg) | Non prima dei 10 mesi |
| Media (10–25 kg) | Non prima dei 12 mesi |
| Grande (>25 kg) | Non prima dei 12–15 mesi |
Attenzione: se noti sovrappeso o problemi articolari, non significa che devi passare subito al cibo adulto! È meglio adattare la dieta, magari con l’aiuto di un veterinario nutrizionista, per ridurre le calorie ma mantenere proteine e calcio adeguati.
Cibo per adulti: cosa scegliere?
Quando arriva il momento di passare a un alimento per cani adulti, fai attenzione a:
- Proteine animali: devono essere la fonte principale. Evita cibi che “barano” con proteine vegetali (soia, piselli, ceci).
- No fobia dei cereali: le diete grain-free usano comunque amidi, spesso da fonti meno digeribili. I cereali e le patate, invece, possono essere più adatti.
- Omega-3: un buon alimento per adulti deve contenere EPA e DHA, utili per articolazioni, cute e sistema immunitario.
E soprattutto: verifica sempre che sulla confezione ci sia scritto “alimento completo”, per evitare carenze vitaminiche e minerali.
E quando passare al cibo per cani anziani?
La transizione alla dieta “senior” non va fatta troppo tardi. Anche qui, la taglia fa la differenza:
| Taglia del cane | Età consigliata per passare al cibo anziani |
|---|---|
| Piccola (<10 kg) | Attorno agli 11-12 anni |
| Media (10–25 kg) | Attorno ai 10-11 anni |
| Grande (>25 kg) | Attorno ai 9 anni, anche 7 anni per i giganti |
Caratteristiche del cibo senior:
- Ricco in proteine animali, per sostenere il muscolo e l’immunità
- Meno calorie, se il cane tende ad ingrassare
- Alto contenuto di Omega-3, utili per il cervello e per combattere l’infiammazione
- Più antiossidanti (Vitamina E, Zinco, Selenio) e fitoterapici, come Boswellia e Curcuma, utili per i problemi articolari
E con la dieta BARF?
Se segui una dieta fresca o BARF, sappi che anche in questo caso bisogna adattare la composizione in base all’età:
- Nei cuccioli, è essenziale evitare squilibri di calcio. Serve un professionista.
- Negli anziani, servono più vitamine e omega-3, soprattutto l’EPA (antifiammatorio) e il DHA (utile per il cervello).
- Organi come fegato e milza non devono mai mancare, specie in età critiche.
In sintesi: quando cambiare cibo al cane?
- Ogni fase della vita richiede un’attenzione particolare: non basta guardare l’età, bisogna valutare taglia, salute e crescita.
- Il cambio va fatto sempre in modo graduale, per evitare problemi intestinali.
- Consulta sempre il tuo veterinario di fiducia, specie se il cane ha patologie o bisogni specifici.
Cambiare alimentazione al momento giusto e nel modo giusto è un gesto d’amore che fa la differenza per il benessere del tuo cane.
Un cane che mangia bene è un cane che vive meglio… e più a lungo!
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
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Il cane non vuole mangiare: quando preoccuparsi e cosa fare
Chi ha un cane sa quanto sia frustrante e a volte anche preoccupante vederlo rifiutare il cibo. Soprattutto se di solito è un cane di buon appetito. Ma quando la mancanza di appetito è un semplice capriccio e quando invece è il campanello d’allarme di qualcosa di più serio?
In questo articolo vedremo quali sono le possibili cause del rifiuto del cibo, quando preoccuparsi davvero e come aiutare il cane a ritrovare l’appetito, con qualche trucco pratico e qualche consiglio utile sulla dieta.
Perché il cane non mangia?
Le ragioni per cui un cane può smettere di mangiare sono tante, e spaziano da motivi emotivi o ambientali fino a cause mediche più importanti. Ecco alcune delle più comuni:
- Noia per il cibo sempre uguale
- Stress o cambiamenti: traslochi, viaggi, arrivo di un nuovo animale o persona in casa
- Effetti collaterali di alcuni farmaci (es. per problemi cardiaci)
- Dolore alla bocca o ai denti
- Nausea o disturbi digestivi
- Patologie più serie: insufficienza renale, malattie epatiche, tumori
Come vedi, dietro lo stesso sintomo – il cane non mangia – si possono nascondere situazioni completamente diverse. Per questo è sempre importante valutare bene e, se necessario, consultare il veterinario.
Quando è il caso di preoccuparsi

Un cane che salta un pasto ogni tanto potrebbe non avere nulla di grave. Ma se il rifiuto del cibo dura più di 24-36 ore, è bene rivolgersi al veterinario, anche in assenza di altri sintomi.
Ci sono però delle situazioni in cui è fondamentale agire subito:
- Se il cane non mangia e ha vomito o diarrea, rischia disidratazione
- Se noti nausea (salivazione, leccarsi il muso, leccare il vuoto)
- Se il cane è più apatico o dorme molto più del solito
- Se è un cucciolo sotto l’anno di età che rifiuta più di un pasto
- Se beve più del normale, può essere un segnale di malattia cronica
In tutti questi casi, non aspettare, anche se il cane non sembra soffrire visibilmente. Meglio un controllo in più che uno in meno.
Come stimolare l’appetito del cane
Una volta esclusi problemi seri con il veterinario, puoi provare qualche strategia per invogliare il cane a mangiare:
- Aggiungi un po’ di cibo umido alla ciotola di crocchette
- Mescola piccole quantità di carne o pesce cotti in modo semplice
- Spolvera del parmigiano grattugiato sopra il pasto
- Bagna le crocchette con brodo tiepido, se sospetti dolore ai denti
Tutte queste soluzioni servono a stimolare l’olfatto e il gusto del cane, aiutandolo a riprendere confidenza con il cibo. Non dimenticare di lasciargli sempre acqua fresca a disposizione.
Cosa dargli da mangiare se continua a non mangiare?
Se il tuo cane ha già una storia di disappetenza, potresti valutare con il veterinario un’alimentazione più adatta alle sue esigenze:
- Passare a un’alimentazione basata solo su cibo umido (ma completo!)
- Offrire una dieta casalinga, cucinata o cruda, sotto controllo nutrizionale
- Testare piccoli assaggi per capire cosa lo attira di più
Un petto di pollo alla piastra, condito con un pizzico di sale e pochissimo olio (di mais, ad esempio), può essere una buona partenza. Oppure una fettina magra di maiale ben cotta. Se il cane apprezza e mangia con gusto, potrebbe essere il momento giusto per passare a una dieta casalinga bilanciata, sempre con la guida di un veterinario esperto in nutrizione.
Conclusione
La mancanza di appetito nel cane non va mai presa alla leggera. Se si tratta di un episodio isolato e il cane sta bene, puoi provare qualche trucco in cucina. Ma se il problema si ripete, è associato ad altri sintomi o riguarda un cucciolo, non esitare a chiedere consiglio al veterinario.
Ricorda: alimentarsi bene è il primo passo per restare in salute, vale per noi e anche per i cani. A volte basta cambiare qualche abitudine per fare la differenza!
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
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Il cibo preferito del gatto: cosa lo fa davvero impazzire?
Chi vive con un gatto lo sa bene: quando si parla di cibo, ogni gatto ha una sua idea precisa su cosa sia buono… e cosa no. Quello che per uno è una prelibatezza irresistibile, per un altro è un insulto personale. Ma esistono comunque alcuni alimenti che, più di altri, sembrano avere successo in generale. In questo articolo vedremo quali sono i cibi più amati dai gatti, con qualche consiglio utile su come proporli, in che quantità e con quali attenzioni.
Gusto personale e atteggiamento verso il cibo
Prima di parlare di “cibo preferito”, è importante sapere che non tutti i gatti sono uguali. Alcuni sono curiosi e assaggiano volentieri cose nuove (atteggiamento chiamato neofilia), altri invece sono molto diffidenti verso qualsiasi novità nella ciotola (si parla di neofobia). Ci sono poi gatti che, pur mangiando solo cibi già noti, amano variare spesso (atteggiamento antiapostatico).
Quindi non aspettarti che tutti i consigli che leggerai qui funzionino con il tuo gatto. Ma tentar non nuoce: potresti trovare una nuova delizia per il tuo felino!
Carne: il grande classico

Non è una sorpresa: il gatto è un carnivoro stretto. Questo significa che ha bisogno di proteine animali e che la carne è tra i cibi più graditi. In particolare, pollo e manzo sono due opzioni generalmente molto apprezzate.
Il consiglio è di cuocere la carne leggermente, magari con un pizzico di sale (senza esagerare), e fare attenzione al taglio: un pezzetto tenero può essere accolto con entusiasmo, mentre un cubetto troppo compatto potrebbe essere rifiutato.
Attenzione alla carne di maiale, che va sempre cotta molto bene. In ogni caso, non superare i 20 grammi al giorno e chiedi sempre consiglio al veterinario prima di inserire carne fresca nella dieta quotidiana.
Alici e sarde: il richiamo del mare
Sia fresche che essiccate, le alici e le sarde sono tra i pesci che più stuzzicano il palato del gatto. Il loro odore intenso sembra catturare l’attenzione anche dei gatti più schizzinosi.
Se vuoi offrire pesce crudo, ricordati di congelarlo per almeno 4 giorni per evitare rischi legati all’Anisakis, un parassita molto diffuso nei nostri mari.
Un consiglio pratico: se dopo aver mangiato acciughe il gatto vomita una volta, non allarmarti. È una reazione abbastanza frequente e, se accade, evita di dargliele di nuovo.
Le dosi? Circa 20 grammi di pesce fresco o 6-7 grammi se essiccato sono più che sufficienti.
Tonno in scatola: sì, ma con moderazione
Il tonno è un altro cibo molto apprezzato, anche per l’alto contenuto di Omega-3. Ma attenzione: quello in scatola può contenere istamina e metalli pesanti, sostanze potenzialmente dannose.
Il consiglio è di usarlo come premio occasionale, non più di 2-3 volte al mese. Anche in questo caso, se scegli il tonno crudo o fresco, vale la regola del congelamento preventivo.
Cibo umido: il preferito tra i prodotti commerciali
Se parliamo di alimenti confezionati, la maggior parte dei gatti preferisce il cibo umido alle crocchette. Bustine, lattine e scatolette hanno una consistenza e un odore che stimolano di più il loro appetito.
Controlla sempre in etichetta che sia indicato “alimento completo”: significa che contiene tutti i nutrienti di cui il gatto ha bisogno. Se invece leggi “alimento complementare”, puoi darlo solo in piccole quantità (es. 20-25 grammi al giorno, anche se la confezione ne indica 100).
Yogurt e formaggi: una sorpresa gradita
Molti gatti amano lo yogurt. Il sapore leggermente acido lo rende interessante per il loro palato. Meglio scegliere yogurt naturale, intero e senza zuccheri o frutta aggiunta.
Un cucchiaino al giorno può andare bene, ma se noti feci molli, meglio sospendere.
Anche alcuni formaggi sono tollerati: tra i più indicati troviamo mozzarella, stracchino e parmigiano, da offrire in piccole dosi e non tutti i giorni. Evita assolutamente i formaggi erborinati (come il gorgonzola), che possono risultare tossici.
Maionese, pane e… croissant? Attenzione!
Sorprendentemente, ci sono gatti che vanno matti per cibi poco salutari, come la maionese, il pane o persino i dolci da colazione. Anche se può sembrare divertente vedere il gatto rubare un pezzo di cornetto, questi alimenti non sono adatti alla sua salute.
Il cioccolato, ad esempio, è estremamente tossico. Anche gli zuccheri e i lieviti dei dolci possono causare problemi.
Se proprio non resisti alla tentazione di condividere un “pezzettino”, che sia davvero minuscolo, al massimo una volta a settimana.
La maionese, pur non essendo salutare, è meno pericolosa a livello metabolico e può essere offerta in piccole quantità, ogni tanto.
Conclusioni
Ogni gatto è un mondo a sé. Alcuni mangerebbero solo pollo, altri adorano le alici, altri ancora ti seguono in cucina sperando in un cucchiaino di yogurt. Capire il cibo preferito del tuo gatto richiede pazienza, osservazione e un po’ di sperimentazione.
Ricorda però che, anche se certi cibi sono apprezzati, non vuol dire che siano sempre adatti o salutari.
Quando vuoi introdurre un nuovo alimento, fallo sempre in piccole quantità e osserva la reazione del gatto. Se hai dubbi, il veterinario – meglio ancora se esperto in nutrizione – è il tuo miglior alleato per costruire una dieta equilibrata e soddisfacente.
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
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Il gelato al cane si può dare?
Quando arriva l’estate, il gelato diventa una vera e propria tentazione, anche per il cane. Se ti sei mai chiesto se puoi condividere con lui un assaggio del tuo cono o coppetta, sappi che la risposta non è un no assoluto, ma serve fare un po’ di attenzione. In questo articolo vedremo quando il cane può mangiare il gelato, quali tipi evitare e cosa succede se esagera.
Sì, ma con cautela
Iniziamo col dire che sì, il cane può mangiare il gelato, ma non tutti i gelati sono adatti e, soprattutto, non va considerato un alimento da dare con leggerezza o con frequenza.
Con “gelato per cani” non intendiamo il nostro cono gelato intero, ma piccole quantità (un assaggio o poco più), meglio se di gusti selezionati e con ingredienti ben tollerati.
Gelati da evitare: cioccolato, caffè e affini

Ci sono gusti di gelato assolutamente da evitare perché tossici per il cane:
- Cioccolato
- Caffè
- Gianduia
- Stracciatella (se contiene pezzi di cioccolato)
Il cioccolato contiene teobromina, una sostanza tossica per il cane anche in piccole dosi. Condividerlo con il cane, anche solo per farlo felice, può causare gravi intossicazioni e rendere necessaria una visita urgente dal veterinario. Quindi in questo caso, la regola è semplice: no significa NO.
Attenzione anche al lattosio
Anche se molti cani sembrano tollerare i gelati alla crema, la verità è che il lattosio contenuto nei gelati “tradizionali” può causare disturbi gastrointestinali come:
- Gonfiore
- Coliche
- Flatulenza
- Feci molli
Meglio scegliere gelati alla frutta con base acqua, che non contengano latte o derivati.
E lo zucchero?
C’è un altro ingrediente da tenere d’occhio: lo zucchero.
Il cane non ha bisogno di zuccheri nella dieta e, anzi, il suo metabolismo è molto sensibile agli zuccheri semplici, che possono causare:
- Picchi glicemici
- Aumento di peso
- Rischio di diabete nel lungo periodo
Inoltre, anche i gusti alla frutta spesso contengono fruttosio (dalla frutta stessa) + saccarosio aggiunto. Per questo, anche i gelati apparentemente “più sani” vanno dosati con grande attenzione.
Cosa può succedere se il cane mangia il gelato?
Nella maggior parte dei casi, se dai al cane un piccolo assaggio di gelato sicuro, non succede nulla di grave. Potresti solo notare un po’ di contentezza… e la voglia di riceverne ancora!
Tuttavia, in caso di gusti tossici, è fondamentale contattare subito il veterinario, che potrebbe consigliare di:
- Indurre il vomito (se l’ingestione è recente)
- Tenere il cane in osservazione
Un’altra possibile reazione, anche se rara, è il cosiddetto “mal di testa da gelato” (ganglioneuralgia sfenopalatina), ovvero una breve e improvvisa sensazione di disagio dovuta al freddo. Il cane potrebbe bloccarsi per qualche secondo. Non è grave, ma è un segnale per ridurre la quantità o la temperatura del gelato.
Il gelato può causare diabete?
Sì, se somministrato in modo regolare e in quantità abbondanti, nel tempo il gelato può contribuire allo sviluppo del diabete nel cane. Questa malattia cronica comporta la somministrazione quotidiana di insulina e può compromettere seriamente la qualità della vita del cane.
Per questo, se proprio vuoi condividere un po’ di gelato con lui, attenzione alle dosi consigliate:
- Cani piccoli: massimo 1 cucchiaino a settimana
- Cani medi o grandi: 2-3 cucchiaini a settimana, mai al giorno
Quale gelato scegliere per il cane?
Se vuoi fare una scelta sicura, hai tre opzioni:
1. Gelato alla frutta senza latte
Puoi dare qualche leccata di gelato alla frutta preparato con acqua e senza latte. Contiene comunque zuccheri, quindi solo occasionalmente e in piccole dosi.
2. Preparare un gelato fatto in casa
Una soluzione semplice e sana: frulla della frutta congelata (es. banana, pesca, fragola) con un cucchiaio di yogurt bianco intero senza zucchero o con pochissima acqua. Puoi congelarlo in piccoli stampini e offrirlo ogni tanto al tuo cane. Così sei certo degli ingredienti!
Evita l’uva, le ciliegie con nocciolo, e tutta la frutta potenzialmente pericolosa per il cane.
3. Acquistare gelato specifico per cani
Sempre più gelaterie offrono gusti pensati per il cane, oppure puoi trovare in commercio gelati industriali per cani, spesso ipocalorici, senza zuccheri e senza lattosio. Sono snack pensati apposta per loro, ma non devono sostituire il pasto principale.
Conclusione
Condividere il gelato con il cane si può, ma sempre con moderazione e attenzione agli ingredienti. Evita gusti tossici come cioccolato e caffè, preferisci preparazioni semplici e naturali, e limita le quantità.
Il gelato può essere un momento speciale da condividere, ma la salute del cane viene prima della golosità. E se vuoi andare sul sicuro… perché non preparare un gelato fatto in casa anche per lui?
Articolo della Dr.ssa Maria Mayer, DVM
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