Cardiomiopatia dilatativa nel cane e alimenti grain free: il caso clinico di Lucky
Nel 2018, la Food and Drug Administration statunitense (FDA) lancia un allarme ventilando una correlazione tra cardiomiopatia dilatativa nel cane e alimenti grain free, contenente legumi, in cani di razze non predisposte geneticamente a svilupparla.
La miocardiopatia dilatativa (DCM) è una patologia che compromette la funzione sistolica a causa della dilatazione delle camere cardiache con assottigliamento della parete ventricolare, mettendo a repentaglio la vita dell’animale.
Le razze di cane che sono geneticamente predisposte a sviluppare la DCM sono: dobermann, alano, boxer, terranova, cane da acqua portoghese, dalmata, levriero irlandese e cocker spaniel.
I sintomi della DCM nel cane dipendono dalla razza, dallo stadio di malattia e quelli più frequenti sono: perdita di appetito, abbattimento, riluttanza al movimento, mucose pallide, aumento della frequenza cardiaca, aumento della frequenza respiratoria, tosse, difficoltà respiratoria, collasso e svenimenti per aritmie. Nei casi avanzati è possibile l’edema polmonare, accumulo di liquidi in torace (versamento pleurico) e in addome (ascite).
Cardiomiopatia dilatativa nel cane e alimenti grain free: Il caso di Lucky
Lucky è un bouledogue francese maschio intero, caille, di 7 anni.
Anamnesi: Lucky ha sofferto di dermatiti, otiti e pododermatiti che si sono risolte da circa 1 anno con la somministrazione di un mangime commerciale grain free.

Nel settembre 2023 Lucky viene portato in urgenza in clinica per un grave scompenso cardiaco, viene stabilizzato in terapia intensiva e sottoposto alle indagini del caso: RX, ecocardio, Holter ed esami ematologici e biochimici.

La diagnosi cardiologica: scompenso cardiaco con quadro ipocinetico dilatativo con lievi rigurgiti centrali funzionali delle valvole a/v, dilatazione atriale sinistra e delle vene polmonari con indici sistolici ridotti. L’esame Holter evidenzia un ritmo sinusale con sporadiche ectopie ventricolari, rare sopraventricolari, no aritmie organizzate e non necessita di terapia antiartmica.
Cardiomiopatia ipocinetica-dilatativa significa che il cuore di Lucky ha una contrattilità diminuita, ha una parete sottile, è dilatato. Questa situazione è in prima ipotesi di natura nutrizionale/carenziale, infiammatoria, meno probabilmente genetica, tachiaritmica o ischemica. Oltre agli esami ematici è stata valutata la troponina che è aumentata (0.43 ng/ml con valori normali di 0.03-0.013) ed è indicativa di danno miocardico, mentre la funzionalità tiroidea è normale. Lucky è stato dimesso con una serie di farmaci da assumere: pimobendan, furosemide, spironolattone e taurina.
Visita nutrizionale richiesta per cardiomiopatia dilatativa dalla clinica veterinaria
Il personale della clinica veterinaria curante richiede una mia consulenza nutrizionale.
La visita nutrizionale: Lucky pesa 10 Kg con un peso ideale 13 kg, ha un BCS (body condition score) di 3/9 e una muscolatura molto scarsa. Nonostante tutto Lucky ha un buon appetito, ha rari episodi di vomito, cerca di mangiare erba quando esce, le feci sono formate anche se abbondanti a volte ha borborigmi intestinali e flatulenza. Non presenta pica o coprofagia ha qualche episodio di reflusso, ultimamente ha perso peso. Mangia da circa un anno un commerciale a base di piselli (63%) e proteine di insetto non bene specificate (22%) .
Imposto per Lucky una dieta casalinga a basso tenore di carboidrati con diverse proteine (pollo, manzo, tacchino, coniglio, trota, pesce bianco, cavallo e maiale), riso basmati, verdure, olio di girasole e olio di cocco. Come integrazioni funzionali prescrivo 1000 mg/al giorno di taurina, EPA, DHA, vitamine del gruppo B, vitamina E ed un integratore minerale e vitaminico per diete casalinghe.
Controllo dopo aver iniziato la dieta casalinga specifica
Primo controllo: 07/11/2023 Lucky inizia a prendere peso ora è 11.5 kg

Referto cardiologico: Evidente miglioramento della funzione sistolica. Scomparsa dei rigurgiti valvolari secondari, funzionali (permane minimo rigurgito mitralico). Normali i flussi anterogradi; normali pressioni atriali sx. Conclusioni: quadro di rimodellamento inverso parziale ma sostanziale. Continuare tutte le terapie in atto inalterate.
Secondo controllo dopo aver iniziato la dieta casalinga specifica
Secondo controllo 16/02/2024 Lucky pesa 12.5 kg.
Si evidenzia completo rimodellamento inverso con funzione sistolica ancora ai limiti inferiori ma prossima alla normalità. TVI aortico adeguato. Flussi mitralici anterogradi a normale profilo e velocita’. Completa scomparsa del rigurgito mitralico secondario. Si sospende Furosemide e Spironolattone. Continua Pimobendan inalterato. Prossima rivalutazione ecocardiografica tra 4 mesi nel Giugno 2024 (in previsione sospensione Pimobendan).
I piselli nella dieta del cane
I piselli sono legumi provenienti da una pianta erbacea, Pisum sativum appartenente alla famiglia delle Fabacee o Leguminose. Ne esistono diverse varietà, lisci, rugosi, rampicanti, nani e medi. Molto versatili in cucina, sono gustosi, molto pratici da preparare, si trovano tutto l’anno, sono utilizzati per la preparazione di primi e secondi piatti e cosa non di poco conto, sono molto economici.

I piselli sono molto utilizzati nell’alimentazione umana per le proprietà diuretiche, disintossicanti, antipertensive, abbassano il colesterolo, hanno un basso indice glicemico, sono molto più digeribili rispetto ad altri legumi e sono molto ricchi di fibre e di acido folico.
Valori nutrizionali: 100 grammi di piselli apportano 81 kcal, contengono 5.62 gr di proteine, 13.48 gr di carboidrati, 0.3 gr di grassi e 4.5 gr di fibra.
Le proteine vegetali per un cane hanno le stesse caratteristiche di quelle animali?
Negli ultimi 20 anni i piselli sono entrati anche a far parte del pet food per la loro economicità, per il loro contenuto di proteine (circa il doppio dei cereali) e di fibre, per il loro basso indice glicemico e per il senso di sazietà che ne deriva. Nel pet food le proteine dei piselli, quindi, andranno nel conteggio delle proteine totali (proteine gregge) aumentandolo con costi molto bassi. Ma le proteine vegetali per un cane hanno le stesse caratteristiche di quelle animali? La risposta è no.
Le proteine presenti nei piselli mancano di taurina e contengono una quantità limitata di cistina/cisteina e metionina oltre ad essere scarsamente digeribili. La scarsa digeribilità dei piselli è causata dalla presenza di raffinosio, un oligosaccaride che non riesce ad essere metabolizzato in zuccheri semplici nei carnivori domestici e che sembra essere implicato nello scarso assorbimento degli aminoacidi presenti. Come sappiamo, i cani sono in grado di produrre autonomamente la taurina partendo da altri aminoacidi contenenti zolfo come la cisteina e la metionina che, come abbiamo detto, nei piselli sono carenti.
La mancata assunzione o la scarsa produzione endogena di taurina causa rapidamente problemi a livello del muscolo cardiaco (circa un mese), inoltre questi cani hanno una perdita di acidi biliari primari che non vengono correttamente coniugati con la taurina, quindi non diventano secondari (acido taurocolico) e per questo motivo non vengono riassorbiti a livello intestinale, causando disbiosi e sintomi gastroenterici. La taurina è inoltre un aminoacido molto delicato, viene danneggiato sia con le alte che con le basse temperature.
La prevenzione è fondamentale
Essendo i sintomi della miocardiopatia dilatativa piuttosto tardivi, come possiamo capire se la malattia si sta sviluppando nei nostri cani in particolare se mangiano commerciali grain free contenenti grandi quantità di legumi in particolare di piselli?
Oggi abbiamo a disposizione diversi esami: il primo è la valutazione dell’ NT-ProBNP plasmatico, un suo aumento è un indice precoce di DCM nel cane importante quando la malattia è ancora asintomatica. Inoltre la valutazione della troponina (indice di danno miocardico) e l’esame Holter che ricerca di pericolose aritmie. Consiglio inoltre di integrare la dieta con taurina se sono utilizzati questi tipi di cibo commerciale anche in assenza di problematiche cardiache.
Ringraziamenti:
ringrazio tutto il GRUPPO NUTRAVET in particolare la Dott.ssa MARIA MAYER, il personale delle CLINICA VETERINARIA CITTÀ DI FORLÌ e la Dott.ssa CINI ILARIA per il materiale e l’aiuto.
Bibliografia:
Bokshowan E, Olver TD, Costa MO, Weber LP. Oligosaccharides and diet-related dilated cardiomyopathy in beagles. Front Vet Sci. 2023 Jul 24;10:1183301. doi: 10.3389/fvets.2023.1183301. PMID: 37565080; PMCID: PMC10411538.
Quilliam C, Reis LG, Ren Y, Ai Y, Weber LP. Effects of a 28-day feeding trial of grain-containing versus pulse-based diets on cardiac function, taurine levels and digestibility in domestic dogs. PLoS One. 2023 May 25;18(5):e0285381. doi: 10.1371/journal.pone.0285381. PMID: 37228111; PMCID: PMC10212094.
Articolo della Dr.ssa Monica Serenari, DVM
- Published in Monica Serenari
Dieta monoproteica si o no?
Nell’alimentazione del cane e del gatto spesso si sceglie di utilizzare crocchette e umidi monoproteici, a fronte anche dell’ampia scelta di questi alimenti che ad oggi si trova nei negozi per animali. In realtà questi alimenti andrebbero utilizzati con uno scopo ben preciso, approfondiamo in questo articolo.
Un monoproteico è per definizione un alimento che contiene una sola fonte di proteina animale. L’aggettivo “animale” è d’obbligo, perché la percentuale di proteina grezza, espressa nei tenori analitici delle tabelle degli alimenti, comprende sia le proteine di origine animale che quelle vegetali, contenute ad esempio in legumi, cereali, ecc. Il consiglio, se si sceglie di utilizzare un monoproteico a scopo diagnostico come poi vedremo, è di accertarsi che anche la fonte di grassi animali sia la stessa della proteina. Quindi, ad esempio, un monoproteico al maiale dovrà contenere solo maiale come fonte di proteina animale e l’ideale sarebbe che fosse indicato anche “grasso suino”. Quello che invece accade in alcuni casi nei monoproteici è di ritrovare “grasso di pollo” in etichetta che potrebbe contenere anche piccole quote di proteine di pollo, potenzialmente in grado di scatenare una reazione avversa in cani con questa allergia/intolleranza.
Come utilizzare una dieta monoproteica per diagnosticare una reazione avversa a cibo (RAC)

In caso di reazioni avverse al cibo (effettive o sospette) il cibo monoproteico può essere utilizzato per capire effettivamente quali siano gli alimenti che scatenano queste reazioni, che si possono manifestare con sintomi quali vomito, diarrea o prurito. In questi casi si procede con quella che viene definita “dieta privativa o ad esclusione”. Si sceglie quindi un monoproteico a base di una proteina mai mangiata prima d’ora dal cane o dal gatto e la si usa in modo appunto esclusivo per un periodo limitato (di solito 8-12 settimane a seconda del parere veterinario). Se ad esempio il prurito del cane migliora dopo introduzione di un alimento monoproteico, parleremo di forma responsiva all’alimento. La prova definitiva la abbiamo se reintroducendo altri alimenti, il nostro cane dovesse tornare ad avere la sintomatologia presentata in precedenza (dieta di provocazione).
Come procedere dopo la dieta privativa
Diagnosticate le effettive RAC sarà possibile procedere con dieta varia evitando gli alimenti che hanno effettivamente causato reazione avversa. Sconsiglio infatti di proseguire con dieta monoproteica per lunghi periodi per svariati motivi.
In medicina umana è ormai appurato che la dieta più sana è quella fresca e variata.
La variabilità è fondamentale innanzitutto per motivi etologici: perché far mangiare al cane o al gatto lo stesso alimento per tutti i giorni della sua vita se non necessario?
Inoltre variare permette di evitare accumuli di sostanze tossiche eventualmente presenti negli alimenti. Mangiare tutti i giorni un monoproteico al pesce ad esempio potrebbe predisporre ad accumulo di metalli pesanti. Anche la carne presenta le sue sostanze tossiche di accumulo purtroppo inevitabili quindi variare permette di evitare di accumulare quantità eccessive della stessa sostanza.
Mangiare variato stimola anche la variabilità a livello di microbiota intestinale mentre mangiare tutti i giorni lo stesso cibo causa ad un impoverimento della microflora, con conseguenti patologie cronico degenerative.
Come utilizzare i monoproteici nella dieta varia
Nell’ottica di una dieta varia gli alimenti monoproteici si possono utilizzare per far provare al cane o gatto gusti diversi. Come visto prima questo aiuterà il suo microbiota e la salute in generale. Attenzione solo ad un aspetto!
Le RAC possono manifestarsi a qualsiasi età quindi è importante tenere delle proteine “jolly” mai utilizzate nel caso un giorno si dovesse fare una dieta privativa. Quindi è importante evitare almeno qualche fonte proteica da tenere per ogni evenienza. E mi raccomando: se si decide per questo motivo di non dare ad esempio al cane crocchette o umidi a base di cervo e cavallo anche quando sceglierete i suoi snack dovrete verificare che queste proteine non siano contenute nemmeno lì altrimenti una futura prova ad esclusione potrebbe non essere attendibile.
Articolo della Dr.ssa Denise Pinotti, DVM
- Published in Denise Pinotti


