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Patologia cardiaca e nutrizione: cosa può fare l’alimentazione

giovedì, 03 Aprile 2025 by Gruppo Nutravet
Patologia cardiaca e nutrizione

Le patologie cardiache che possono colpire i nostri amici a quattro zampe sono numerose e molto comuni. Una corretta diagnosi effettuata da uno specialista in cardiologia, seguita da una terapia personalizzata, rappresenta sicuramente il primo passo per rallentare la progressione della patologia e garantire al paziente un’ottima qualità di vita. Anche l’alimentazione, spesso sottovalutata, può sicuramente aiutare a raggiungere tale obiettivo.   

Patologia cardiaca: predisposizioni di razza

Patologia cardiaca e nutrizione

La nutrizione riveste un ruolo fondamentale nel paziente cardiopatico ed esistono integrazioni da non far mancare mai nella sua dieta.

Le patologie cardiovascolari che possono colpire i nostri animali da affezione sono numerose, sia congenite che acquisite e alcune di esse sembrano presentare una predisposizione di razza. In particolar modo sono predisposti a valvulopatie razze come ad esempio Cavalier King Charles Spaniel, Cocker Spaniel, Boxer, Bulldog inglese, Bouldogue francese, Pastore tedesco, Labrador, Golden Retriever, Beagle, Bassotto mentre sviluppano più comunemente cardiomiopatia dilatativa razze come Dobermann, Irish Wolfhound, Bullterrier, San Bernardo, Alano. Nel gatto, invece, le patologie cardiache più comuni sono le cardiomiopatie ipertrofiche e restrittive e anche in questa specie sembrano esistere delle predisposizioni di razza: Maine Coon, Ragdoll, American shorthair e Persiano rientrano tra quelle più colpite. Fino a poco tempo fa anche la cardiomiopatia dilatativa era di riscontro comune nei gatti, dovuta principalmente a una deficienza di Taurina (amminoacido essenziale in questa specie) nell’alimentazione.

Patologia cardiaca e nutrizione: la Taurina

La taurina, come abbiamo detto, nel gatto è un amminoacido essenziale, mentre nel cane può essere formato a partire da altri due: cisteina e metionina.

In caso di carenza di taurina si può sviluppare una cardiomiopatia dilatativa, che si risolve fortunatamente con la ripresa della somministrazione. La carenza può verificarsi se vengono assunti dal gatto alimenti per cani, che generalmente non sono supplementati di taurina, o in generale in caso di diete carenti di proteine di origine animale e non opportunamente integrate.

Patologia cardiaca e nutrizione: L-carnitina

Un’altra molecola fondamentale per il cuore è la L-carnitina, ancora una volta un amminoacido associato con cardiomiopatia dilatativa, in questo caso nel cane. La carnitina permette il trasporto dell’energia all’interno delle cellule cardiache e rimuove le molecole non più utilizzate per produrre quell’energia, che altrimenti diventerebbero tossiche. Anche in questo caso fortunatamente la patologia rientra nel momento in cui viene fornita una corretta integrazione di questo amminoacido.

Patologia cardiaca e nutrizione: potassio e magnesio

La concentrazione di potassio e magnesio può essere alterata dai comuni farmaci necessari per le patologie cardiache. Queste alterazioni però, se non controllate periodicamente, possono portare ad aritmie, diminuzione della contrattilità, grave debolezza del muscolo cardiaco e ad aumento degli effetti avversi degli stessi farmaci.

Gli alimenti per cani e gatti cardiopatici devono avere una normale concentrazione di potassio e magnesio, ma questi devono essere controllati periodicamente tramite esami del sangue.

Patologia cardiaca e nutrizione: sodio e cloro

Sodio e cloro sono responsabili, in associazione, dell’aumento della pressione sistemica. Poiché l’eliminazione renale del sodio è ridotta in caso di insufficienza cardiaca è importante controllare questi nutrienti.

Questo non significa eliminarli completamente, poiché sono fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo. I loro livelli devono però essere controllati e limitati già nei primi stadi della patologia cardiaca, per essere poi diminuiti ulteriormente nelle diverse classi di gravità.

Patologia cardiaca e nutrizione: proteine di origine animale

Nel caso di malattia cardiaca grave è inoltre molto importante che siano presenti adeguate quantità di proteine ad alto valore biologico, ossia di origine animale. Il cuore sottoposto a uno sforzo aumentato richiede una quantità aumentata di energia e di proteine per poter mantenere la sua omeostasi. È infatti comune nelle fasi più gravi della malattia assistere alla cosiddetta “cachessia cardiaca”: animali molto magri e debilitati per le richieste metaboliche non soddisfatte correttamente.

Patologia cardiaca e nutrizione: Gli acidi grassi Omega-3

Gli acidi grassi Omega3 (in particolare EPA e DHA) svolgono una importantissima funzione nel diminuire i mediatori infiammatori in caso di malattia cardiaca e riducono la cachessia, inoltre stabilizzano la membrana cellulare dei miocardiociti riducendo le aritmie.

EPA e DHA sono inoltre modulatori della pressione arteriosa sistemica, indipendentemente dalla presenza o meno di patologia cardiaca.

Patologia cardiaca e antiossidanti

Gli antiossidanti sono molecole in grado di ridurre i radicali liberi (ROS), molecole che si formano normalmente durante il metabolismo cellulare ma che possono danneggiare le membrane cellulari e il DNA. Durante le patologie cardiache i ROS aumentano ulteriormente, ed è quindi importante aiutare le normali difese dell’organismo a contenere il danno che possono causare. Gli antiossidanti “si fanno carico” dell’ossidazione causata da queste molecole, proteggendo quindi membrane e DNA dal danno ossidativo.

Patologia cardiaca e microbiota

Infine, come in molte altre patologie, il microbiota intestinale sembra avere un ruolo anche nella malattia cardiaca. Le alterazioni causate dal malfunzionamento del cuore inducono modifiche nella membrana intestinale e una conseguente disbiosi. Questa può portare all’aumento dei batteri patogeni a discapito di quelli benefici. È quindi utile sostenere anche la flora intestinale in tutti i casi di problemi cardiaci.

Come abbiamo visto è quindi molto importante supportare il cuore anche con l’alimentazione. 

Una giusta dieta, con l’aiuto della terapia farmacologica specifica, può riuscire a  modulare la patologia in ogni sua fase e a garantire un’ottima qualità di vita al nostro amico a quattro zampe.

Articolo della dott.ssa Laura Mancinelli, DVM

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