Razze e nutrizione? Non sono tutte uguali!
La vicinanza con l’uomo e la domesticazione del cane ha portato modifiche alla sua capacità di nutrirsi. Infatti ha messo in atto un processo evolutivo ed è diventato uno “scavenger” (mangiatore di resti/scarti), mantenendo comunque forti caratteristiche da carnivoro.
Purtroppo sul piano alimentare non tutte le razze si sono evolute nello stesso modo e spesso non c’è stata una vera e propria evoluzione ma piuttosto una divergenza, anche all’interno della stessa razza.
Esistono numerosi studi che evidenziano la predisposizione di alcune razze allo sviluppo di patologie su base alimentare.
Qualunque soggetto, indipendentemente dalla razza o dall’età, può andare incontro a sindromi carenziali o intossicazioni se la dieta è incompleta o non equilibrata. Tuttavia, esistono alcune patologie su base alimentare per le quali esiste un evidente predisposizione di razza. In questo articolo ne tratteremo le principali.
Razze e nutrizione. Cosa dobbiamo sapere?
Esistono alcune razze in cui le problematiche di diarrea e feci malformate sono frequenti, legate ad un problema di digeribilità dell’amido. Recentemente uno studio ha dimostrato che nei Siberian Husky, negli Alaskan Malamute, negli Akita Inu, nello Shiba Inu e anche nel Barboncino (strano ma vero!), le amilasi, enzimi pancreatici preposti alla digestione dell’amido, risultino meno efficienti che in altre razze. Proprio per questo possono insorgere problemi gastroenterici quando assumono alimenti contenenti amido.
Lo stesso difetto nella digestione dell’amido sembra esistere in varie altre razze come il cane lupo cecoslovacco.
Gli Alaskan Malamute e i Siberian Husky possono presentare anche un’altra patologia, su base ereditaria, che ha la sua origine in un problema gastroenterico. Si tratta della dermopatia responsiva allo zinco, la cui patogenesi sembra essere legata ad uno scarso assorbimento dello zinco in sede intestinale.
La letteratura su questa forma di dermatite suggerisce che i segni clinici, che possono includere formazione di croste ed eritema delle aree periorbitali, possono svilupparsi a causa dell’assorbimento intestinale inadeguato dello zinco. Da questa patologia, sempre su base ereditaria, possono essere colpiti anche i Dobermann e i Bull terrier.
E il glutine?
Nel Setter irlandese è stata dimostrata la presenza di una enteropatia glutine-sensibile. Simile alla celiachia dell’uomo, causata da una reazione avversa al glutine (proteina contenuta nel frumento).
Ad oggi non è ancora stata trovata con certezza la patogenesi di questa malattia. E non è ancora chiaro se sia dovuta ad una risposta immunitaria aberrante nei confronti del glutine o ad un effetto tossico diretto del glutine stesso.
Gli animali affetti da questa patologia presentano generalmente diarrea cronica e perdita di peso dovuti a malassorbimento.
L’eliminazione del glutine dalla dieta porta alla scomparsa graduale di questi sintomi e rappresenta contemporaneamente la diagnosi e la terapia di questa patologia.
Più di recente è stato proposto un possibile ruolo del glutine nell’eziologia di altre due malattie che colpiscono altre due razze. In primo luogo, il glutine sembra svolgere un ruolo importante nella cosiddetta “Sindrome dei crampi epilettoidi” osservata nel Border Terrier. La condizione è caratterizzata da segni neurologici, con episodi di discinesia parossistica talvolta associati a disturbi gastro-intestinali.
In secondo luogo, il ruolo del glutine è stato studiato anche nell’ enteropatia proteino-disperdente e nella nefropatia proteino-disperdente dei Soft Coated Wheaten Terrier.

Ancora su razze e nutrizione
Anche lo Schnauzer nano presenta una predisposizione familiare per lo sviluppo di una patologia su base alimentare a cui possono conseguire dolori addominali e convulsioni e che può, in alcuni casi, predisporre allo sviluppo di una pancreatite, crisi epilettiche o entrambe le cose. Questa patologia sii chiama iperlipidemia idiopatica primaria. È dovuta ad un’alterazione nel metabolismo dei lipidi.
In alcune razze tra cui Pastore Australiano, Schnauzer gigante, Border collie e Beagle, è stato osservato un difetto nell’assorbimento intestinale della vitamina B12 (cianocobalamina) conosciuta come sindrome di Imerslund-Grasbeck. Nei cani colpiti può causare perdita di appetito, scarso accrescimento, letargia e malessere che si intensifica dopo il pasto.
Predisposizione ai calcoli e accumulo di rame
Il Dalmata, come è noto, ha una predisposizione genetica a formare calcoli da urati di ammonio.
Studi hanno evidenziato come in alcuni cani di questa razza, la trasformazione dell’acido urico (derivante dal catabolismo delle purine) in allantoina non avvenga in maniera adeguata a causa di un difetto autosomico recessivo. L’eccessivo accumulo di acido urico si riflette in un’eccessiva eliminazione di questa molecola con le urine e, di conseguenza, con un’aumentata probabilità di sviluppare calcoli da urati.
Oltre al Dalmata, ci sono altre razze come lo Yorkshire terrier, il Bulldog francese o lo Schnauzer nano che sembrano essere predisposte allo sviluppo di questa patologia.
Tra le altre urolitiasi anche in quelle causate dalla cistina sembra esserci una predisposizione di razza. In particolar modo nel Basset Hound, nel Bulldog inglese, nel Bassotto e nell’Irish terrier. Alcune forme di cistinuria ereditaria con un’elevata concentrazione di cistina nelle urine non sono infrequenti in queste razze.
Infine, ricordiamo l’epatopatia ereditaria da accumulo di rame del Bedlington Terrier, trasmessa da un carattere autosomico recessivo, in cui il rame si accumula nel fegato a causa di un difetto metabolico della sua escrezione biliare. Oltre a questa razza sembrano essercene altre predisposte a epatopatie con accumulo di rame, sempre per cause ereditarie, come il West Highland white terrier, lo Skye Terrier, il Dobermann, il Dalmata e il Labrador retriever.
Per concludere
In conclusione come abbiamo visto, molte malattie associate ad una predisposizione di razza sono correlate all’alimentazione e la loro gestione ottimale richiede un’attenta valutazione da parte del medico veterinario esperto in nutrizione che apporterà quando necessario delle modifiche alla dieta dei nostri amici a quattro zampe.
Articolo della dott.ssa Laura Mancinelli, DMV