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L’Asse Intestino-Cervello nel Cane e nel Gatto: Un Approccio Nutrizionale

giovedì, 06 Marzo 2025 by Gruppo Nutravet
Asse Intestino-Cervello

Negli ultimi anni, il legame tra intestino e cervello ha attirato sempre più attenzione nel mondo scientifico, non solo per gli esseri umani, ma anche per i nostri cani e gatti. Questo legame, conosciuto come “Asse Intestino-Cervello” (GBA, Gut-Brain Axis), evidenzia come la salute intestinale possa influenzare il cervello e viceversa. In questo articolo esploreremo il ruolo della nutrizione nel mantenere questo delicato equilibrio nei nostri animali domestici.

Che cos’è l’Asse Intestino-Cervello?

L’Asse Intestino-Cervello è un sistema di comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale (SNC) e il sistema nervoso enterico (SNE) presente nell’intestino. Questo significa che il cervello e l’intestino “parlano” costantemente tra loro, influenzando non solo il benessere fisico, ma anche il comportamento e l’umore. Ad esempio, uno stress emotivo può causare problemi gastrointestinali e, allo stesso modo, una disbiosi intestinale (alterazione del microbiota) può avere effetti negativi sul comportamento e sulle funzioni cognitive.

Il Ruolo del Microbiota

Il microbiota intestinale è composto da trilioni di microrganismi che abitano l’intestino. Questi microrganismi svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute generale del cane e del gatto, inclusa la salute mentale. Quando il microbiota è in equilibrio, aiuta a prevenire l’infiammazione, regola il sistema immunitario e contribuisce alla produzione di neurotrasmettitori che influenzano l’umore, come la serotonina e il GABA.

Uno squilibrio nel microbiota intestinale, noto come disbiosi, può portare a una serie di problemi, tra cui infiammazione cronica, sindrome dell’intestino irritabile e disturbi comportamentali. La nutrizione gioca un ruolo cruciale nel mantenimento di questo equilibrio, influenzando direttamente la composizione del microbiota.

L’Influenza della Nutrizione sull’Asse Intestino-Cervello

Asse Intestino-Cervello

La dieta è uno dei principali fattori che possono influenzare la salute intestinale e, di conseguenza, l’Asse Intestino-Cervello. Una dieta ricca di nutrienti specifici può favorire un microbiota equilibrato, ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere mentale. Ecco alcuni elementi chiave da considerare:

  1. Grassi Essenziali (EPA e DHA): Gli acidi grassi omega-3, come l’EPA e il DHA, non solo hanno un’azione antinfiammatoria, ma nutrono anche la mucosa intestinale e favoriscono la diversità batterica. Inoltre, possono aumentare la produzione di batteri benefici come i Bifidobatteri e i Lattobacilli.
  2. Prebiotici e Probiotici: I prebiotici sono fibre che nutrono i batteri buoni presenti nell’intestino, mentre i probiotici sono microrganismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, possono migliorare la salute intestinale e mentale. È stato dimostrato che alcuni ceppi di probiotici possono ridurre l’ansia e migliorare i sintomi depressivi nei cani e gatti con problemi comportamentali.
  3. Carboidrati e Fibre: Una dieta povera di carboidrati o che includa fibre vegetali può avere effetti benefici sul microbiota. Tuttavia, è importante scegliere attentamente le fibre, poiché alcune, come l’inulina, possono causare problemi digestivi se non gestite correttamente. Le fibre dovrebbero essere introdotte gradualmente e preferibilmente tritate, per facilitarne la digestione.
  4. Proteine: Anche le proteine giocano un ruolo cruciale. Le fonti proteiche di alta qualità, come carni bianche e pesce, possono avere un impatto positivo sulla salute intestinale. Inoltre, le diete monoproteiche, sebbene utili in caso di patologie specifiche come le enteropatie, dovrebbero essere somministrate solo per brevi periodi, per evitare un impoverimento del microbiota.

Strategie Nutrizionali per il Benessere Mentale

Quando si tratta di supportare l’Asse Intestino-Cervello nei cani e nei gatti, non esiste una soluzione universale. Ogni animale è unico e richiede un approccio personalizzato. Tuttavia, alcune strategie possono essere particolarmente utili:

  • Dieta Variata: Offrire una dieta varia è essenziale per promuovere un microbiota sano e diversificato. Più varia è l’alimentazione, maggiore è la probabilità di mantenere un microbiota equilibrato, capace di supportare la salute mentale e fisica del cane e del gatto.
  • Omega-3: Integrare la dieta con acidi grassi omega-3, come l’EPA e il DHA, può aiutare a ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere mentale. Questi grassi essenziali sono particolarmente utili nei cani e gatti che presentano disturbi comportamentali o neurologici.
  • Psicobiotici: Alcuni ceppi di probiotici, noti come psicobiotici, possono avere effetti benefici sul comportamento e sull’umore. Ad esempio, il Lactobacillus rhamnosus è stato associato a una riduzione dell’ansia nei cani.

Conclusione

L’Asse Intestino-Cervello rappresenta un’area affascinante e complessa della medicina veterinaria, che evidenzia quanto sia importante prendersi cura della salute intestinale per migliorare il benessere complessivo del cane e del gatto. Attraverso una dieta equilibrata e strategie nutrizionali mirate, possiamo supportare la salute mentale dei nostri animali e prevenire problemi comportamentali e gastrointestinali.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Snack per cani: biscotti a prova di dieta privativa

giovedì, 20 Febbraio 2025 by Gruppo Nutravet
Snack per cani: biscotti a prova di dieta privativa

Snack per cani, sono importanti? Sì, lo sono, anche quando il tuo cane segue una dieta privativa, chiamata anche dieta di eliminazione. Può essere difficile, però, trovare snack che siano sicuri e compatibili con le restrizioni alimentari imposte. In questo articolo, ti spiegherò come preparare in casa dei biscottini semplici e sani, perfetti per cani che seguono una dieta privativa, oltre a fornirti varianti che tengono conto di diverse esigenze nutrizionali.

Cos’è una dieta privativa?

La dieta privativa, o dieta di eliminazione, è uno strumento diagnostico utilizzato per identificare le reazioni avverse al cibo nei cani. A differenza delle vere e proprie allergie alimentari, che sono piuttosto rare, le reazioni avverse al cibo possono includere sintomi cutanei (come prurito o arrossamento) o intestinali (vomito, diarrea o feci molli).

In pratica, la dieta privativa consiste nell’eliminare dalla dieta del cane tutte le fonti proteiche abituali e sostituirle con proteine nuove, che il cane non ha mai consumato prima. Questo serve a evitare reazioni indesiderate e a monitorare se i sintomi migliorano o scompaiono. La dieta privativa deve essere seguita per un periodo limitato, di solito dalle 6 alle 8 settimane, per evitare carenze nutrizionali. È importante che tutti gli ingredienti della dieta siano noti e approvati dal veterinario nutrizionista per garantire un corretto apporto di nutrienti senza compromettere il percorso diagnostico.

Snack per cani: perché prepararli in casa?

Quando il tuo cane è in una dieta privativa, può risultare complicato trovare snack commerciali adatti, poiché molti contengono ingredienti nascosti o additivi che potrebbero innescare una reazione avversa. Preparare snack per cani fatti in casa offre il vantaggio di conoscere esattamente gli ingredienti utilizzati, riducendo al minimo il rischio di contaminazioni. Inoltre, permette di adattare le ricette alle esigenze specifiche del tuo cane, utilizzando solo le fonti proteiche e gli amidi indicati nella dieta.

Snack per cani: ricetta base per biscotti a prova di dieta privativa

Questa ricetta di biscotti è facile da preparare e può essere modificata in base alle esigenze della dieta del tuo cane. Ecco gli ingredienti base e alcune varianti che puoi provare:

Ingredienti:

  • 1 tazzina (125g) di yogurt bianco senza zucchero
  • 1/2 tazzina di olio (es. mais, lino o quello indicato nella dieta)
  • 1 pizzico di sale
  • 1/2 tazzina di psillio cuticole (senza semi interi)
  • 1/2 tazzina di farina (es. farina di riso, o quella scelta in base alla fonte di amido della dieta)
  • 1 cucchiaino di bicarbonato

Preparazione:

  1. Preriscalda il forno a 180°C.
  2. Mescola tutti gli ingredienti in una ciotola fino a ottenere un impasto omogeneo. Guarda il video qui della preparazione qui.
  3. Versa l’impasto negli stampi in silicone (vedi sotto quelli consigliati in base alla taglia del cane!) e inforna per circa 15-20 minuti, fino a quando i biscotti saranno dorati.
  4. Lascia raffreddare prima di offrire i biscottini al tuo cane.

Sanck per cani: varianti per diete specifiche

Se il tuo cane non può mangiare yogurt o uova, non preoccuparti! Esistono numerose varianti che puoi provare in base alla dieta privativa prescritta dal veterinario:

  • Sostituti dello yogurt: Puoi sostituire lo yogurt con un omogeneizzato per bambini, scegliendone uno senza cipolla e che contenga la fonte proteica prescritta nella dieta (es. platessa, coniglio, ecc.).
  • Sostituti delle uova: Le uova possono cross-reagire con altre proteine di origine volatile, in particolare con il pollo. Se il tuo cane non può mangiare uova, puoi sostituirle con mezza banana schiacciata o con un cucchiaio di semi di chia reidratati in 30 ml di acqua (lascia riposare fino a quando si forma un gel).

Cosa fare se il cane segue una dieta commerciale idrolizzata

Se il tuo cane è sotto una dieta privativa a base di alimenti commerciali idrolizzati, non disperare! Puoi comunque preparare degli snack, utilizzando la versione umida dello stesso alimento (se disponibile). In questo modo, eviterai di introdurre ingredienti non autorizzati nella dieta e potrai offrire uno snack gustoso e sicuro. Per aumentare l’appetibilità, puoi aggiungere un po’ di cibo umido per gatti idrolizzato, che in molti casi risulta più appetibile per i cani. Chiedi al tuo veterinario nutrizionista se questa ultima soluzione è adatta per voi!

Quanto dura una dieta privativa?

Una delle cose più importanti da ricordare è che la dieta privativa non deve essere seguita per lunghi periodi. Il suo scopo principale è diagnosticare una reazione avversa al cibo, quindi una volta completato il periodo di osservazione (di solito tra 6 e 8 settimane), sarà necessario reintrodurre gradualmente nuovi alimenti per capire quali sono ben tollerati. Prolungare la dieta privativa senza una ragione medica può portare a squilibri nutrizionali e problemi di salute.

Conclusioni

Preparare snack fatti in casa per un cane che segue una dieta privativa non è solo un modo sicuro per offrirgli una gratificazione durante il percorso diagnostico, ma è anche un modo per sentirsi più tranquilli riguardo agli ingredienti che consuma. Ricorda di consultare sempre il tuo veterinario nutrizionista prima di apportare modifiche alla dieta del tuo cane e di seguire attentamente le indicazioni per evitare errori che potrebbero compromettere i risultati della dieta.

Prova questa ricetta e fammi sapere come è andata!

Stampo per cane di taglia piccola o gatti

Stampo per cani taglia media

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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L’Olio di pesce per il cane: benefici, dosaggi e consigli utili

giovedì, 13 Febbraio 2025 by Gruppo Nutravet
Olio di Pesce per il Cane

Se sei alla ricerca di un integratore naturale per migliorare la salute del tuo cane, potresti aver sentito parlare dell’olio di pesce. Questo prodotto naturale è una ricca fonte di Omega-3, in particolare di EPA e DHA, due acidi grassi essenziali che offrono numerosi benefici per l’organismo del cane. Ma come scegliere il migliore? E quali sono i vantaggi reali di integrarlo nella dieta del tuo amico a quattro zampe? Scopriamolo insieme.

Perché l’olio di pesce è benefico per il cane

Olio di Pesce per il Cane

L’olio di pesce contiene numerosi nutrienti utili, ma gli Omega-3, in particolare l’EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico), sono i più importanti per la salute del cane. Questi grassi sono fondamentali per diverse funzioni biologiche e, dato che il cane non è in grado di sintetizzarli autonomamente, è necessario integrarli tramite l’alimentazione.

Ruolo strutturale e funzionale degli Omega-3

  • Ruolo strutturale: gli Omega-3 entrano nella composizione delle membrane cellulari del cane, rendendole più fluide e funzionali. Una membrana cellulare sana garantisce un invecchiamento migliore e funzioni cellulari ottimali.
  • Ruolo funzionale: gli Omega-3 regolano l’infiammazione, riducendola quando necessario. Questo rende l’olio di pesce un potente antinfiammatorio naturale, utile in molte condizioni cliniche.

Come integrare l’olio di pesce nella dieta del cane

Affidarsi unicamente al pesce come fonte di Omega-3 per il cane non è pratico. Per ottenere quantità terapeutiche di EPA e DHA, si dovrebbe nutrire il cane esclusivamente con pesce grasso non di allevamento, cosa impossibile e nutrizionalmente squilibrata.

Formati disponibili

L’olio di pesce si trova in due forme principali:

  • Perle: più concentrate, facili da dosare e spesso più pure.
  • Liquido: da somministrare con un cucchiaino, ma richiede dosi maggiori.

Per un cane di circa 20 kg, la dose consigliata è di 700 mg a 1 grammo di EPA e DHA al giorno, a seconda delle condizioni di salute e del tipo di dieta seguita.

Come scegliere un buon olio di pesce per il cane

La scelta del prodotto giusto è fondamentale. I pesci accumulano sia nutrienti benefici che tossine come policlorobifenili, diossina e mercurio, soprattutto se vivono in ambienti contaminati.

Cosa preferire

  • Oli derivati da pesci piccoli come sardine, aringhe o altri pesci azzurri, che hanno meno probabilità di essere contaminati.
  • Perle di olio di pesce distillato e purificato, che offrono una maggiore sicurezza e concentrazione di EPA e DHA.

Cosa evitare

  • Oli derivati da grandi pesci come tonno o pesce spada, che tendono ad accumulare più tossine.
  • Oli provenienti da salmone allevato, generalmente poveri di Omega-3.

Attenzione alla conservazione e agli ingredienti

Un buon olio di pesce dovrebbe contenere anche un antiossidante naturale, come la Vitamina E (tocoferolo), che aiuta a conservare il prodotto e ne mantiene intatte le proprietà. Questo dettaglio è spesso indicato sull’etichetta ed è un segno di qualità.

Conclusioni

Integrare l’olio di pesce nella dieta del cane può migliorare la sua salute in modo significativo, ma è importante scegliere con attenzione il prodotto giusto. Preferisci oli derivati da pesci piccoli e controlla la presenza di EPA e DHA ben dosati. In questo modo, offrirai al tuo cane un supporto naturale per una vita sana e attiva.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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I gatti possono mangiare solo croccantini? Ecco cosa sapere

giovedì, 06 Febbraio 2025 by Gruppo Nutravet
gatti possono mangiare solo croccantini

Se hai un gatto in casa, ti sarà forse capitato di notare una preferenza piuttosto marcata per i croccantini. Ma è possibile che un gatto possa mangiare esclusivamente cibo secco? La risposta breve è sì, ma non è l’ideale per la sua salute. Vediamo insieme i motivi, cosa comporta una dieta fatta solo di croccantini e come convincere il tuo gatto a variare un po’ la sua alimentazione.

I gatti possono mangiare solo croccantini? No, ecco perché.

gatti possono mangiare solo croccantini

Il cibo secco ha una percentuale di acqua molto bassa, generalmente tra l’8% e il 10%. Questa caratteristica lo rende facile da conservare e pratico da utilizzare, ma non risponde a pieno alle esigenze idriche di un gatto. I gatti discendono da animali del deserto e, a causa della loro evoluzione, hanno sviluppato uno scarso senso della sete, contando spesso sull’acqua presente nelle prede per soddisfare il proprio fabbisogno.

Quando un gatto mangia esclusivamente croccantini, rischia di andare incontro a disidratazione cronica, che può avere conseguenze gravi per la sua salute. La disidratazione porta infatti a un sangue più concentrato, aumentando lo stress su organi vitali come reni e cuore. Le cellule del corpo hanno bisogno di essere immerse in un ambiente acquoso per funzionare correttamente, quindi meno acqua significa maggior lavoro per ogni singola cellula.

Non è un caso che anche per noi umani i medici consiglino di bere tanta acqua. Lo stesso principio vale per i gatti!

I gatti possono mangiare solo croccantini? No, ma non vuole il cibo umido, perché?

Se il tuo gatto si rifiuta categoricamente di mangiare cibo umido, potresti chiederti quale sia il motivo. Le ragioni possono essere diverse:

  1. Questione di abitudine: Se il gatto ha sempre mangiato solo croccantini, potrebbe semplicemente preferire la consistenza croccante e il sapore del cibo secco.
  2. Preferenze personali: I gatti hanno gusti particolari e potrebbero non gradire il sapore di certi alimenti umidi.
  3. Forma e consistenza: Anche il tatto gioca un ruolo importante nella scelta del cibo. Alcuni gatti preferiscono straccetti, altri paté, altri ancora cubetti.
  4. Marca e additivi: Gli additivi usati in certi alimenti possono influenzare il gusto globale di un’intera linea commerciale, rendendola poco gradita al gatto.

Se invece il gatto di solito mangia umido ma in un particolare giorno rifiuta tutto, compresi i croccantini, è importante consultare il veterinario. Potrebbe trattarsi di un problema di salute, come un raffreddore che impedisce di percepire gli odori o qualcosa di più serio.

Trucchi per far accettare il cibo umido al gatto

Se il tuo gatto è restio al cibo umido, ecco alcuni consigli utili per convincerlo:

  • Cambia gusto e marca: Se il gatto non gradisce una certa varietà di cibo umido, prova con altre opzioni. A volte è necessario cambiare anche marca, poiché alcuni gatti rifiutano completamente una determinata linea commerciale.
  • Sperimenta diverse consistenze: Prova paté, straccetti o cubetti per vedere quale forma risulta più gradita. Ogni gatto ha preferenze uniche.
  • Aggiungi croccantini come esca: Un trucco efficace è triturare i croccantini preferiti del gatto e spolverarli sul cibo umido senza mescolare. Questo aiuta a rendere il nuovo alimento più familiare e appetibile.
  • Riscalda leggermente il cibo: Scaldare il cibo umido può esaltarne l’aroma e renderlo più invitante.

Conclusione

Anche se un gatto può mangiare solo croccantini, non è la scelta migliore per la sua salute. La varietà nella dieta e l’assunzione di cibo umido aiutano a prevenire problemi di disidratazione e a mantenere il gatto in forma. Con un po’ di pazienza e qualche trucco, puoi convincere anche il gatto più testardo a variare la sua alimentazione. E se incontri difficoltà persistenti, il consiglio del veterinario è sempre prezioso!

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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L’alimentazione per un cane con insufficienza renale

giovedì, 30 Gennaio 2025 by Gruppo Nutravet
L'alimentazione per un cane con insufficienza renale

Quando un cane soffre di insufficienza renale, la gestione dell’alimentazione diventa una sfida cruciale. Questa condizione non solo influisce sul benessere generale del cane, ma rende anche il momento del pasto complicato, specialmente nei casi più avanzati. In questo articolo vedremo come impostare una dieta adeguata, quali alimenti sono consigliati e quali evitare, con un occhio di riguardo per i consigli pratici utili a migliorare la qualità di vita del cane.

Capire la stadiazione della patologia renale

Non tutti i cani con insufficienza renale hanno le stesse esigenze alimentari. Prima di decidere cosa dargli da mangiare, è essenziale che la malattia sia correttamente “stadiata”. Secondo le linee guida IRIS 2019, si possono distinguere quattro stadi della patologia:

  • Stadio 1 e 2: fasi iniziali, spesso senza sintomi evidenti.
  • Stadio 3 e 4: fasi avanzate, con sintomi più gravi e una gestione più complessa.

La stadiazione si basa su parametri come la creatinina ematica, l’urea, il peso specifico delle urine e la presenza di proteine urinarie. Inoltre, vengono valutati valori come il fosforo ematico, l’SDMA e la pressione arteriosa.

Perché è importante questa analisi? Perché i fabbisogni nutrizionali cambiano a seconda dello stadio della malattia. Ad esempio, un cane in stadio IRIS 1 o 2 avrà necessità diverse rispetto a uno in stadio IRIS 3 o 4.

Alimentazione per un cane con insufficienza renale: Cosa deve mangiare?

L'alimentazione per un cane con insufficienza renale

Un cane nei primi stadi della malattia dovrebbe seguire una dieta:

  • Ricca di proteine ad alto valore biologico: derivano da fonti animali e producono meno scarti azotati.
  • A basso contenuto di fosforo: il fosforo è un nemico per i reni già compromessi.
  • Arricchita con Omega-3: questi acidi grassi essenziali aiutano a rallentare la progressione della malattia e supportano la funzionalità renale.

Quando la malattia progredisce agli stadi IRIS 3 o 4, il cane potrebbe manifestare disappetenza e perdere rapidamente massa muscolare. In questi casi, la dieta deve:

  • Garantire un adeguato apporto proteico, evitando eccessi di fosforo.
  • Essere energeticamente densa, sfruttando grassi sani per compensare il basso volume di cibo ingerito.
  • Includere fibre e probiotici, per aiutare l’intestino a smaltire le tossine uremiche.
  • Prevedere integratori utili, come il complesso di vitamine B, potassio o vitamina D.

Cosa evitare nella dieta

Alcuni alimenti sono assolutamente da evitare per un cane con insufficienza renale:

  • Cibo commerciale generico non prescritto dal veterinario. Potrebbe contenere livelli di fosforo o proteine non adeguati.
  • Fosforo inorganico: presente in molti integratori e alimenti lavorati.
  • Eccesso di sale: anche se una piccola quantità non è dannosa, un eccesso può peggiorare la condizione.

Un falso mito è che il pesce sia completamente sconsigliato. In realtà, se bilanciato nelle giuste dosi, può essere una buona fonte di proteine e Omega-3, purché il fosforo sia controllato.

Cosa fare se il cane non mangia?

La perdita di appetito è comune nei cani con insufficienza renale, soprattutto negli stadi avanzati. Ecco alcuni consigli utili:

  • Consultare il veterinario: potrebbero essere necessari esami per verificare la presenza di complicazioni, come un eccesso di fosforo, e decidere se utilizzare farmaci anti-nausea o procinetici.
  • Reidratazione: la fluidoterapia può alleviare i sintomi e migliorare l’appetito.
  • Stimolanti dell’appetito: la cannabis medicinale è una delle opzioni più innovative, ma deve essere prescritta da un veterinario esperto.

Trucchi per rendere il pasto più appetibile

Se il cane rifiuta il cibo, si possono adottare alcuni accorgimenti:

  • Cibo umido: è più appetibile rispetto alle crocchette.
  • Brodo di carne: aggiungerlo al cibo può renderlo più saporito e aumentare l’assunzione di liquidi.
  • Parmigiano: una leggera spolverata non solo migliora il gusto, ma aiuta anche a chelare il fosforo grazie al calcio.

Supporto avanzato: dialisi e purificazione extracorporea

Nei centri veterinari specializzati è possibile eseguire la dialisi, una procedura che migliora significativamente la qualità della vita del cane negli stadi più avanzati della malattia. Questa opzione è particolarmente utile quando la gestione tradizionale non è più sufficiente.

Conclusioni

Gestire l’alimentazione di un cane con insufficienza renale richiede impegno e collaborazione con il veterinario. Una dieta bilanciata, integrata con i nutrienti giusti e adattata allo stadio della malattia, può fare una grande differenza nel migliorare la qualità di vita del cane. Con i giusti accorgimenti, anche una patologia complessa come l’insufficienza renale può essere affrontata con serenità.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Che succede se il cane mangia solo cibo umido?

giovedì, 23 Gennaio 2025 by Gruppo Nutravet
il cane mangia solo cibo umido

Quando un cane mangia esclusivamente cibo umido, è importante considerare vari aspetti, sia dal punto di vista nutrizionale che pratico. Se anche il tuo cane preferisce l’umido alle crocchette, non sei solo. Ma è davvero una scelta ottimale? Scopriamolo insieme.

Il primo punto: l’alimento è completo?

Se il tuo cane mangia solo cibo umido, la prima cosa da verificare è che si tratti di un alimento completo. Molti prodotti in commercio, infatti, sono solo complementari: non contengono tutti i nutrienti necessari e possono causare carenze nel lungo periodo. Come riconoscerli?

  • Controlla l’etichetta: se non trovi la dicitura “alimento completo”, è meglio evitarlo.
  • Presta attenzione alla lista degli ingredienti: se è troppo corta o generica, potrebbe non essere adatta a un’alimentazione esclusiva.

Un alimento completo è formulato per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali del tuo cane, evitando problemi legati a squilibri o carenze.

Cibo umido e salute dentale

il cane mangia solo cibo umido

Attenzione all’umido perché i denti potrebbero essere a rischio, soprattutto con gli alimenti umidi di bassa qualità, molto ricchi di zuccheri, che sembrano facilitare l’accumulo di placca e tartaro.

Se non siete sicuri del vostro umido, è fondamentale:

  • Spazzolare i denti regolarmente con uno spazzolino apposito.
  • Far controllare la bocca dal veterinario per valutare la necessità di una pulizia dentale professionale (detartrasi).

Non trascurare la salute orale: una bocca infiammata o piena di tartaro può causare dolore e complicazioni, influendo negativamente sulla qualità della vita del tuo cane.

Il rischio degli interferenti endocrini

Un altro potenziale problema legato all’alimentazione esclusiva con cibo umido è l’esposizione a interferenti endocrini, come il bisfenolo A (BPA).

Il BPA è una sostanza presente in alcune plastiche, incluse quelle utilizzate per confezionare gli alimenti. Questo composto può trasferirsi al cibo, alterando il metabolismo del cane e interferendo con il funzionamento della tiroide.

Cosa puoi fare per limitare questo rischio?

  • Preferisci cibi confezionati in materiali privi di BPA.
  • Alterna il cibo umido con altre soluzioni, come alimenti freschi o crocchette, per ridurre l’esposizione.

Perché alcuni cani non mangiano le crocchette?

Se il tuo cane rifiuta le crocchette, le ragioni possono essere molteplici. Ecco le più comuni:

  1. Problemi di salute: Un cane disoressico potrebbe sperimentare nausea o avere condizioni che rendono sgradevole il cibo secco.
  2. Preferenze alimentari: Alcuni cani sviluppano gusti ben precisi e rifiutano categoricamente ciò che non gradiscono.

A volte è difficile distinguere tra un problema medico e una semplice preferenza. In caso di dubbi, è sempre consigliabile consultare un veterinario esperto in nutrizione o un gastroenterologo.

Ricorda: non esistono “capricci” nel senso umano del termine. Se il tuo cane rifiuta un cibo, sta cercando di comunicare un disagio o una preferenza reale.

Alternative al cibo umido

Se il tuo cane non vuole mangiare crocchette, ci sono alternative valide:

  1. Cibo umido commerciale completo: Come già detto, assicurati che sia equilibrato e adatto per un’alimentazione esclusiva.
  2. Alimentazione fresca: Una dieta casalinga, preparata con ingredienti freschi e bilanciati, rappresenta una scelta eccellente.

Le diete casalinghe possono essere:

  • Cotte o crude (BARF), a seconda delle esigenze del cane.
  • Bilanciate da un professionista per garantire l’apporto corretto di nutrienti.

Un’alimentazione fresca è spesso più appetibile, più naturale e benefica per la salute generale del cane, purché sia correttamente formulata.

Conclusioni

Se il tuo cane mangia solo cibo umido, presta attenzione alla qualità dell’alimento, alla salute dentale e al rischio di esposizione agli interferenti endocrini. Considera alternative come una dieta fresca e varia, che può migliorare la sua salute e la sua felicità.

Ricorda, ogni cane è diverso e ha esigenze specifiche. Consulta sempre un veterinario per assicurarti di fare la scelta migliore per il tuo compagno a quattro zampe.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Sai capire se il tuo cane è allergico a determinati alimenti?

giovedì, 16 Gennaio 2025 by Gruppo Nutravet
Sai capire se il tuo cane è allergico a determinati alimenti?

Negli ultimi anni, le allergie alimentari nei cani sono diventate sempre più comuni. Se hai un cane, probabilmente avrai sentito parlare di cani allergici a determinati alimenti, magari da altri proprietari al parco. Ma come si riconoscono queste allergie e come possiamo aiutare il nostro cane? Scopriamolo insieme.

Allergia alimentare o reazione avversa al cibo?

È importante chiarire che non tutte le reazioni agli alimenti sono vere e proprie allergie. Quando parliamo di allergia alimentare, ci riferiamo a una risposta anomala del sistema immunitario. Tuttavia, nel cane le allergie alimentari autentiche sono piuttosto rare. Più spesso, ci troviamo di fronte a reazioni avverse al cibo, un termine generico che include sia allergie sia intolleranze.

Nonostante la distinzione tecnica, i sintomi e il percorso diagnostico sono simili, perciò in questo articolo useremo il termine “allergia” per semplicità.

Il cane è allergico a determinati alimenti: i sintomi delle allergie alimentari nel cane

I sintomi più comuni sono di natura cutanea e/o gastrointestinale:

Sintomi cutanei

  • Prurito intenso, spesso accompagnato da eritema (pelle arrossata).
  • Microlesioni causate dal grattarsi, che possono portare a infezioni batteriche secondarie.
  • Pomfi (piccole aree rilevate della pelle) o zone senza pelo (alopecia).

Questi sintomi possono essere confusi con altre patologie cutanee. È quindi fondamentale consultare un veterinario dermatologo per una diagnosi precisa.

Sintomi gastrointestinali

  • Vomito e/o diarrea.
  • Disappetenza o abbattimento.
  • Nei casi più gravi, malassorbimento intestinale o perdita di nutrienti, con conseguente dimagrimento grave.

Anche in questo caso, i sintomi sono aspecifici e richiedono il supporto di un veterinario esperto in nutrizione e/o gastroenterologia.

Il cane è allergico a determinati alimenti: gli alimenti più comunemente allergenici

Le proteine sono spesso i principali responsabili delle allergie alimentari. Tra gli allergeni più comuni troviamo:

  • Pollo, bovino e uova, spesso presenti negli alimenti commerciali.

È importante notare che non tutti i cani sviluppano allergie agli stessi alimenti. Ad esempio, un cane che ha sempre mangiato alimenti a base di pesce potrebbe essere più suscettibile a questo tipo di proteine rispetto al pollo.

Come si diagnostica l’allergia alimentare

La diagnosi è un processo lungo e richiede pazienza. Si parte con l’esclusione di altre cause, come parassiti, e si procede con una dieta di eliminazione. Questo metodo consiste nell’escludere tutti gli alimenti potenzialmente allergenici per un periodo di tempo e successivamente reintrodurli gradualmente. Vediamo le opzioni disponibili:

  1. Cibo commerciale monoproteico: preparato con una sola fonte proteica nuova per il cane. Tuttavia, alcuni prodotti possono essere contaminati da proteine non dichiarate.
  2. Cibo commerciale idrolizzato: le proteine sono scomposte in frammenti talmente piccoli da non essere riconosciuti dal sistema immunitario.
  3. Dieta casalinga monoproteica: la scelta più sicura. Permette di controllare con precisione gli ingredienti utilizzati, eliminando il rischio di contaminazione.

Durante la dieta di eliminazione è essenziale evitare qualsiasi alimento extra non approvato dal veterinario, poiché anche un piccolo errore può compromettere i risultati.

La dieta deve essere seguita per almeno 3 settimane (in caso di sintomi gastrointestinali) o fino a 2 mesi (in caso di sintomi cutanei). Successivamente, si procede con la reintroduzione graduale degli alimenti per confermare la diagnosi e garantire una maggiore varietà nella dieta del cane.

Alternative alla dieta di eliminazione

Sfortunatamente, non esistono alternative affidabili alla dieta di eliminazione. Sebbene esistano test allergici per i cani, questi non sono sufficientemente accurati e possono produrre falsi positivi o negativi.

Come trattare le allergie alimentari

Il trattamento è diviso in due fasi principali:

A breve termine

  • Evitare gli alimenti allergenici identificati.
  • Prestare attenzione alle etichette dei cibi commerciali per evitare contaminazioni.

A lungo termine

  • Tornare gradualmente a una dieta variata, reintroducendo uno alla volta gli alimenti eliminati.
  • Lavorare sulla modulazione della microflora intestinale e del sistema immunitario per migliorare la tolleranza e ridurre le infiammazioni.

Prevenzione e cura

Non esistono strategie certe per prevenire le allergie alimentari nei cani. Tuttavia, alcuni studi suggeriscono che somministrare cibo fresco fin dalla giovane età potrebbe ridurre il rischio di reazioni anomale. Al contrario, nutrire il cane con un solo tipo di alimento commerciale per tutta la vita potrebbe aumentare il rischio di sviluppare allergie.

Per quanto riguarda la cura, è importante evitare di somministrare sempre lo stesso cibo, poiché una dieta monotona può ridurre la variabilità intestinale, aumentando l’infiammazione. La soluzione migliore è seguire una dieta variata e personalizzata, monitorando eventuali reazioni negative.

Conclusioni

Le allergie alimentari nel cane sono un problema complesso, ma con la giusta attenzione e il supporto di un veterinario è possibile gestirle in modo efficace. Una diagnosi accurata, una dieta controllata e un approccio personalizzato sono fondamentali per migliorare la qualità della vita del tuo cane.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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La taurina nell’alimentazione del gatto: perché è essenziale

giovedì, 02 Gennaio 2025 by Gruppo Nutravet
La taurina nell'alimentazione del gatto

La taurina nell’alimentazione del gatto: se hai un gatto, probabilmente sai quanto sia importante offrirgli una dieta equilibrata. Ma hai mai sentito parlare della taurina? Questo aminoacido è fondamentale per la salute del gatto, al punto che una sua carenza può causare seri problemi di salute. Scopriamo insieme perché è così importante e come assicurarti che il tuo gatto ne assuma abbastanza.

Cos’è la taurina e perché il gatto ne ha bisogno?

La taurina è un aminoacido essenziale per il gatto, il che significa che il suo organismo non è in grado di produrla in quantità sufficienti. Deve quindi assumerla attraverso la dieta. Questo accade perché il gatto, in quanto carnivoro stretto, ha evoluto un metabolismo che dipende strettamente dai nutrienti presenti nelle prede animali.

La taurina è presente in tutti i tessuti animali, in particolare nei muscoli e negli organi interni dei mammiferi. Le prede naturali dei gatti, come i topi, ne sono ricche, ma nei cibi industriali può essere degradata dalla cottura e quindi deve essere aggiunta artificialmente.

La taurina nell’alimentazione del gatto: a cosa serve?

La taurina nell'alimentazione del gatto

La taurina svolge funzioni vitali per l’organismo del gatto:

  • Salute della vista: è essenziale per la retina. Una carenza può portare a atrofia retinica progressiva e cecità.
  • Funzione cardiaca: è necessaria per il muscolo cardiaco. La sua mancanza può causare una miocardiopatia dilatativa, una condizione grave che può portare al decesso.
  • Digestione dei grassi: contribuisce alla formazione degli acidi biliari, fondamentali per digerire correttamente i grassi.
  • Riproduzione e sviluppo: nelle gatte in gravidanza, una carenza può portare a malformazioni nei cuccioli.

Come riconoscere una carenza di taurina

La carenza di taurina non si manifesta subito, ma quando i sintomi diventano evidenti, i danni possono essere irreversibili. Ecco alcuni segnali di cui fare attenzione:

  • Problemi di vista: il gatto potrebbe apparire disorientato o urtare contro gli oggetti.
  • Letargia: una stanchezza eccessiva può indicare problemi cardiaci.
  • Problemi riproduttivi: nelle femmine, difficoltà durante la gravidanza o cucciolate deboli possono essere legati alla mancanza di taurina.

Prevenire la carenza di taurina

Evitare una carenza di taurina è relativamente semplice, ma richiede attenzione alla dieta del gatto:

  • Alimenti completi e bilanciati: scegli cibi industriali di buona qualità che dichiarino chiaramente sulla confezione “alimento completo“. Il cibo umido è spesso “complementare” e può succedere che i gatti iper-selezionatori scelgano solo il cibo umido.
  • Attenzione alle diete vegetariane o vegane: queste diete sono assolutamente sconsigliate per i gatti, poiché prive di taurina naturale. Anche se alcuni produttori integrano i loro prodotti, è meglio evitare rischi.
  • Diete casalinghe: se prepari il cibo per il tuo gatto, assicurati di integrare la taurina soprattutto se il cibo è cotto, poiché il calore la distrugge facilmente.

Conclusione

La taurina è un pilastro essenziale nella dieta del gatto. Conoscere le sue funzioni e l’importanza di un’alimentazione bilanciata può fare la differenza tra un gatto sano e uno che rischia seri problemi di salute. Leggi sempre le etichette, consulta il medico veterinario esperto in nutrizione e non sottovalutare l’importanza di questo aminoacido prezioso!

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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L’alimentazione della cagna dopo il parto: tutto ciò che devi sapere

giovedì, 19 Dicembre 2024 by Gruppo Nutravet
L’alimentazione della cagna dopo il parto

L’arrivo di una cucciolata è un’esperienza straordinaria, ma anche un momento che richiede grande attenzione, soprattutto per la madre. Dopo il parto, la cagna affronta un periodo di intenso impegno fisico e metabolico. Fornire un’alimentazione adeguata è fondamentale per la sua salute e per quella dei cuccioli. Vediamo insieme come nutrire al meglio una cagna che sta allattando.

L’alimentazione della cagna dopo il parto: tutto ciò che devi sapere: i bisogni nutrizionali

L’allattamento è una delle fasi più impegnative per l’organismo della cagna. Non solo deve produrre latte per i cuccioli, ma anche recuperare energie dopo il parto. I suoi bisogni nutrizionali aumentano notevolmente, specialmente se la cucciolata è numerosa.

  • Acqua: il latte è composto all’80% di acqua, perciò è essenziale che la cagna abbia sempre a disposizione acqua fresca e pulita. Se mangia alimenti secchi, come crocchette, il bisogno di idratazione sarà ancora maggiore.
  • Proteine e grassi: per sostenere la produzione di latte e fornire energia, la dieta della cagna deve essere ricca di proteine di alta qualità (carne, pesce, uova) e grassi.
  • Carboidrati: i cereali facilmente digeribili possono fornire un apporto energetico utile, ma è importante scegliere fonti di alta qualità.

In molti casi, il cibo per cuccioli è l’opzione ideale. Questo tipo di alimentazione contiene i nutrienti di cui la cagna ha bisogno, come proteine, grassi e una dose bilanciata di calcio.

Alimentazione casalinga: sì o no?

L’alimentazione della cagna dopo il parto

Un’alimentazione fresca e bilanciata è una valida alternativa, ma richiede una pianificazione accurata. Non si può improvvisare: è fondamentale rivolgersi a un medico veterinario esperto in nutrizione per animali, che possa formulare una dieta su misura.

Tra gli alimenti freschi che si possono includere ci sono carne magra, pesce e verdure cotte, ma sempre seguendo le indicazioni di un professionista. Evitare il fai da te è essenziale per non rischiare carenze o squilibri.

Cibi che favoriscono la produzione di latte

Non esistono alimenti miracolosi per aumentare la produzione di latte, ma alcune piante, come la borragine, possono avere un leggero effetto galattagogo. Al contrario, la salvia può ridurla. Tuttavia, l’aspetto più importante è garantire una dieta completa e bilanciata: se la cagna riceve tutti i nutrienti di cui ha bisogno, il latte sarà sufficiente per i cuccioli.

Quanto e quante volte deve mangiare?

Durante l’allattamento, le necessità caloriche della cagna aumentano in modo significativo. Al picco della lattazione (3-4 settimane dopo il parto), una cagna può mangiare 3 o 4 volte la quantità di cibo che consumava prima.

Per cucciolate molto numerose (oltre 10 cuccioli), le quantità possono essere ancora più elevate. È consigliabile dividere il cibo in almeno cinque pasti giornalieri: tre pasti principali e due spuntini. Questo aiuta la cagna a digerire meglio e a sfruttare al massimo i nutrienti.

L’alimentazione della cagna dopo il parto e integratori: quali sono utili?

Non tutti gli integratori sono necessari o sicuri. Ad esempio:

  • DA NON DARE il Calcio: è importante non somministrarlo senza indicazioni del veterinario. Un eccesso può causare problemi come l’eclampsia. La quantità presente nel cibo per cuccioli è solitamente sufficiente.
  • DA DARE gli Omega-3: gli acidi grassi, in particolare il DHA e l’EPA, possono supportare la salute della madre e lo sviluppo neuronale dei cuccioli.
  • DA DARE gli Antiossidanti: vitamine C ed E possono aiutare a contrastare i radicali liberi prodotti durante l’allattamento.
  • DA DARE le Fibre: utili nei giorni vicini al parto per prevenire la costipazione.

Piccole quantità di fegato possono essere somministrate per stimolare l’appetito, ma con moderazione, per evitare problemi gastrointestinali.

Cosa fare se la cagna non mangia

È normale che una cagna mostri disappetenza nei giorni immediatamente successivi al parto. Questo può essere dovuto alla fatica del parto o al desiderio di rimanere vicino ai cuccioli.

Un trucco per invogliarla a mangiare è offrire alimenti particolarmente appetibili, come una piccola quantità di gelato alla vaniglia. Questo alimento, ricco di proteine, grassi e zuccheri, può aiutare a ricaricarla. Tuttavia, è importante non abusarne.

Se la cagna continua a rifiutare il cibo oltre 4-5 giorni dopo il parto, o se mangia troppo poco rispetto alle sue necessità, è essenziale consultare un veterinario. La mancanza di appetito potrebbe indicare problemi di salute.

Conclusioni

L’alimentazione della cagna dopo il parto è un aspetto cruciale per garantire il suo benessere e quello dei cuccioli. Offrire una dieta ricca di nutrienti, acqua a volontà e pasti frequenti permette alla madre di affrontare al meglio questa fase impegnativa.

Ricordati di monitorare sempre il suo stato di salute e di non esitare a chiedere consiglio al veterinario in caso di dubbi. Una cagna ben nutrita sarà più forte e in grado di prendersi cura al meglio dei suoi cuccioli, regalando a te la gioia di vederli crescere sani e felici.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Artrosi nel cane, come gestirla con la nutrizione

giovedì, 28 Novembre 2024 by Gruppo Nutravet
Artrosi nel cane, come gestirla con la nutrizione

L’artrosi è una patologia che colpisce le articolazioni causando dolore e progressiva difficoltà nel movimento. Per gestirla è necessario un approccio multimodale che comprenda terapia farmacologica, corretta gestione del movimento, fisioterapia e non da ultimo nutrizione con opportune integrazioni. In questo articolo vedremo alcuni consigli per gestire al meglio l’alimentazione del cane affetto da artrosi. 

Cos’è l’artrosi 

L’artrosi è una patologia cronica che causa degenerazione della cartilagine articolare con conseguente infiammazione e dolore. Si manifesta con zoppia, riluttanza al movimento o a volte con sintomi talmente lievi che spesso si pensa che il cane sia solo diventato “più pigro”. In realtà il dolore cronico lo porta ad essere meno attivo e di conseguenza ad avere meno motivazione ad uscire in passeggiata o a giocare con noi.

Colpisce soprattutto i cani anziani ma anche cani più giovani nel caso ad esempio, di concomitante displasia di anca o di gomito.

Come gestire l’artrosi

L’artrosi è purtroppo una patologia cronica da cui non è possibile “guarire” ma si può rallentarne la progressione e gestire il dolore, offrendo una migliore qualità di vita al proprio cane. La gestione del cane con artrosi prevede movimento mirato associato ad eventuale fisioterapia, terapie farmacologiche e nutrizione specifica.

La gestione nutrizionale dell’artrosi

Artrosi nel cane, come gestirla con la nutrizione

Dal punto di vista della nutrizione è innanzitutto fondamentale la gestione del peso. Ogni chilo “in più” andrà a gravare su articolazioni già infiammate aumentando il dolore. E’ quindi fondamentale mantenere il peso forma.

Se il cane è in sovrappeso o addirittura obeso sarà necessario rivolgersi a un Medico Veterinario per formulare una dieta ipocalorica che tenga conto anche di eventuali altre patologie concomitanti, dato che spesso si tratta anche di pazienti anziani. Non è consigliato un dimagrimento troppo repentino, tra l’1-2% in meno di peso corporeo a settimana è l’andamento suggerito. Per monitorare di essere sulla strada giusta consiglio di pesare il proprio cane ogni due settimane, sempre sulla stessa bilancia. Questo è fondamentale soprattutto in cani di piccola taglia dove una differenza di pochi etti tra una bilancia e l’altra può fare la differenza.

Una volta raggiunto il peso ideale si potrà poi passare ad una dieta di mantenimento riaumentando gradualmente le kcal in modo da trovare la dieta bilanciata che permetta di mantenere il peso raggiunto.

Integrazioni specifiche

Nel cane colpito da artrosi indubbiamente è sempre consigliabile integrare gli omega 3, in particolare EPA e DHA, per la lora azione antinfiammatoria.

La PEA (pamitoiletanolamide) è una molecola con azione antinfiammatoria prodotta dal nostro organismo e da quello dei nostri cani in corso di infiammazione acuta. Nei casi di infiammazione cronica come quella dell’artrosi tende però ad esaurirsi per questo è indicato integrarla sotto forma di PEA micro-ionizzata per contrastare lo stato infiammatorio e il dolore.

Si possono inoltre inserire a seconda dei casi fitoterapici come curcuma, boswelia, artiglio del diavolo. Attenzione però agli integratori ad uso umano che possono contenere sostanze mal tollerate dai nostri cani come la piperina, fatevi sempre consigliare dal vostro Medico Veterinario.

Fortemente indicati soprattutto nei casi più gravi CBD e Cannabis medicinale galenica. Hanno un’azione antidolorifica che permette in molti cani con artrosi di ridurre significativamente l’utilizzo di farmaci come antinfiammatori e cortisonici, il cui utilizzo sul lungo periodo può portare a diversi effetti collaterali.

E i condro protettori? Per anni sono stati alla base delle integrazioni per l’artrosi. Ad oggi la loro efficacia a livello articolare è controversa in medicina umana mentre in veterinaria sono ancora largamente utilizzati. Possono quindi essere indubbiamente inseriti, non li consiglio però come unica integrazione ma sempre affiancati dalle altre molecole che ho citato prima.

Articolo della dott.ssa Denise Pinotti, DVM

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Cosa vuol dire AAFCO nelle crocchette del cane e del gatto?

giovedì, 21 Novembre 2024 by Gruppo Nutravet
Cosa vuol dire AAFCO nelle crocchette del cane e del gatto?

Cosa vuol dire AAFCO: leggere le etichette del cibo per animali è una pratica fondamentale per chiunque abbia un gatto o un cane. Tra le diciture riportate sulle confezioni, una delle più comuni ma meno comprese è la sigla AAFCO. Ma cosa significa davvero e in che modo influisce sulla qualità del cibo che scegliamo per i nostri animali?

Cosa vuol dire AAFCO?

Ecco cosa vuol dire AAFCO: Association of American Feed Control Officials ed è un’associazione nordamericana che stabilisce le linee guida per il pet food, ossia il cibo per cani e gatti. Questa organizzazione, che include rappresentanti da agenzie governative di Stati Uniti, Canada, Costa Rica e Porto Rico, non emette leggi, ma definisce standard nutrizionali che i produttori possono seguire per garantire alimenti equilibrati.

Quando vediamo il marchio AAFCO sulle confezioni, significa che il prodotto risponde a determinati requisiti nutrizionali stabiliti dall’associazione. Sebbene l’AAFCO non sia un’ente legislativo, le sue linee guida sono un punto di riferimento in molti paesi, anche se in Europa si fa riferimento principalmente alle norme stabilite dalla FEDIAF (Federazione Europea dell’Industria del Pet Food). I due standard sono simili, ma non sono del tutto identici.

L’importanza di AAFCO e della conformità nutrizionale

Cosa vuol dire AAFCO nelle crocchette del cane e del gatto?

L’AAFCO fornisce linee guida che determinano il profilo nutrizionale adeguato per cani e gatti in diverse fasi della loro vita, come crescita, mantenimento e gravidanza. Questo è importante, perché ogni specie e ogni età richiedono nutrimenti diversi. Ad esempio, i gattini in crescita necessitano di più proteine rispetto ai gatti anziani, mentre un cibo destinato ai cani non andrà bene per i gatti e viceversa. Il gatto, infatti, è un carnivoro stretto, quindi ha bisogno di un livello proteico più elevato, mentre il cane è onnivoro.

Quando un alimento segue le linee guida AAFCO, sappiamo che contiene almeno i livelli minimi dei nutrienti considerati essenziali per mantenere in salute un gatto o un cane. Ma attenzione: anche se il cibo segue queste linee guida, potrebbe non essere ottimale per il nostro specifico animale, per cui è sempre importante leggere l’etichetta con cura e, se in dubbio, consultare il medico veterinario esperto in nutrizione.

Come Leggere l’Etichetta del Cibo

L’etichetta è la nostra migliore amica quando scegliamo le crocchette per il nostro cane o gatto. Ecco alcuni aspetti chiave a cui prestare attenzione:

1. Specie di Destinazione: assicuratevi che l’alimento sia formulato specificamente per cane o per gatto. Sembra scontato, ma nutrire un gatto con cibo per cani può causare gravi problemi di salute, e viceversa, poiché i fabbisogni nutrizionali delle due specie sono molto diversi.

2. Età del cane o del gatto: le esigenze nutrizionali variano anche in base all’età. Assicuratevi che il cibo sia adatto alla fascia d’età del vostro cane o gatto, specialmente se avete un cucciolo o un cane/gatto anziano.

3. Tipo di Cibo: Completo o Complementare. Il cibo completo contiene tutti i nutrienti essenziali per una dieta bilanciata, mentre quello complementare deve essere somministrato insieme ad altri alimenti. Leggere attentamente questa dicitura è fondamentale per evitare squilibri nutrizionali.

4. Tenore Proteico: se la lista degli ingredienti include legumi come ceci, lenticchie o soia, il contenuto proteico indicato potrebbe includere proteine vegetali, meno utili per gatto e cane rispetto alle proteine animali.

5. “Carne Fresca”: se l’etichetta riporta “carne fresca”, bisogna considerare che il peso include anche l’acqua contenuta, spesso circa l’80%. Questo può far sembrare l’ingrediente più presente di quanto non sia in realtà.

L’AAFCO e la Legislazione Europea

Come detto, in Europa si fa riferimento alla FEDIAF per stabilire le norme sul pet food, e i prodotti in commercio devono rispettare la legislazione europea. Tuttavia, le linee guida AAFCO restano un’indicazione importante della qualità, e possono essere considerate un’ulteriore garanzia di attenzione nella produzione del cibo per animali.

Conclusione

L’AAFCO è uno strumento utile per orientarsi nella scelta del cibo per gatti, ma non è l’unico aspetto da valutare. Leggere attentamente le etichette e comprendere cosa significano le varie diciture è essenziale per scegliere un prodotto adatto al nostro cane o gatto. Inoltre, consultare il medico veterinario esperto in nutrizione e affidarsi a marchi trasparenti sono accorgimenti utili per assicurarci di dare il meglio al nostro cane o gatto.

Speriamo che queste informazioni vi aiutino a scegliere con consapevolezza il cibo migliore per il vostro cane o gatto!

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Cani e grassi: vanno inseriti nella dieta, ma con moderazione

giovedì, 14 Novembre 2024 by Gruppo Nutravet
Cani e grassi: vanno inseriti nella dieta, ma con moderazione

Molti proprietari di cani si preoccupano della quantità di grassi nella dieta dei propri animali, temendo che un consumo eccessivo possa essere dannoso. In realtà, i grassi sono un elemento essenziale per la salute del cane, purché vengano somministrati nelle giuste dosi e con attenzione alla loro qualità. Vediamo insieme i motivi per cui i cani hanno bisogno di grassi nella dieta, quali sono le fonti migliori e i rischi di una dieta troppo povera o troppo ricca di lipidi.

L’importanza dei grassi nella dieta del cane

I grassi (o lipidi) svolgono funzioni fondamentali nell’organismo di un cane. La loro funzione primaria è quella di fornire energia, ma non è tutto. I grassi infatti aiutano a formare le membrane cellulari, contribuiscono alla produzione di alcuni ormoni e supportano la salute del sistema nervoso. Per questo motivo, una dieta priva di grassi sarebbe molto dannosa per il cane, portando a carenze nutrizionali e problemi di salute.

Non tutti i grassi, però, sono uguali. Alcuni tipi sono essenziali per il cane perché il suo organismo non è in grado di produrli autonomamente. Tra questi, troviamo gli acidi grassi essenziali come l’acido linoleico e gli Omega-3 (EPA e DHA), fondamentali per il benessere del cane e spesso presenti in oli di pesce o di semi di lino.

Le fonti di grassi per il cane: quali scegliere?

Cani e grassi: vanno inseriti nella dieta, ma con moderazione

La qualità dei grassi è importante quanto la quantità. Nella dieta dei cani, i grassi possono provenire da diverse fonti:

  1. Carne e pesce: Nelle diete casalinghe o nei prodotti industriali per cani, molti grassi provengono naturalmente dalle proteine animali. Tuttavia, alcuni grassi di origine animale possono contenere più acidi grassi saturi e possono essere meno salutari, specie se in eccesso.
  2. Oli vegetali: Oli come quelli di mais, girasole e semi di lino sono ottime fonti di acido linoleico, un acido grasso essenziale per i cani. Gli Omega-3, come EPA e DHA, si trovano soprattutto nei pesci e nei prodotti marini, utili per la salute della pelle e delle articolazioni del cane.
  3. Olio di cocco e ghee: Ricco di trigliceridi a catena media, l’olio di cocco è facilmente digeribile e ha effetti positivi sul metabolismo. Il ghee (burro chiarificato) è invece fonte di acido butirrico, con proprietà benefiche per la salute intestinale.

Cani e grassi: I benefici dei grassi per i cani

I grassi apportano numerosi benefici alla salute dei cani, soprattutto quando sono presenti in una dieta bilanciata. Tra i principali effetti positivi:

  • Supporto energetico: I grassi forniscono energia di lunga durata, utile in particolare per cani molto attivi o per quelli che necessitano di maggiore supporto in alcune fasi della vita, come cuccioli, cani anziani o femmine in gravidanza.
  • Salute della pelle e del pelo: Una dieta con adeguati livelli di grassi contribuisce a mantenere pelo lucido e pelle sana. Gli acidi grassi Omega-3, per esempio, sono noti per le proprietà antinfiammatorie e possono aiutare a ridurre il prurito o la secchezza cutanea.
  • Funzione cerebrale e salute neurologica: Alcuni acidi grassi hanno effetti benefici anche sul sistema nervoso del cane. I grassi buoni sono coinvolti nel funzionamento delle cellule cerebrali e possono essere utili per cani in età avanzata o con problemi neurologici.

Quanti grassi dovrebbe assumere un cane?

Non esiste una quantità unica di grassi consigliata per tutti i cani. La quantità ideale dipende da vari fattori, come età, razza, livello di attività e stato di salute. Per soddisfare le necessità di base, bastano piccoli quantitativi: ad esempio, un cucchiaino di olio di mais per un cane di piccola taglia o un cucchiaio per uno di taglia grande. Se si opta per un petfood commerciale, è bene controllare che sia un prodotto completo, che copra tutti i fabbisogni nutrizionali del cane.

Cani e grassi: I rischi di un’alimentazione sbilanciata

Anche se i grassi sono importanti, un eccesso o un difetto di questi nutrienti può avere effetti negativi:

  1. Dieta troppo povera di grassi: Un’insufficienza di grassi porta spesso a problemi cutanei, con sintomi come pelo secco, pelle arrossata o cute screpolata. Senza grassi, il cane potrebbe anche manifestare carenze energetiche e problemi al sistema immunitario.
  2. Dieta troppo ricca di grassi: Un eccesso di grassi, specie se di origine animale e saturi, può risultare difficile da digerire e provocare infiammazioni a lungo termine. Contrariamente a quanto si pensi, non sono necessariamente i grassi in sé a causare sovrappeso, ma la qualità e l’equilibrio complessivo della dieta.
  3. Il mito della pancreatite: Molti pensano che un eccesso di grassi possa causare pancreatite nel cane. Tuttavia, recenti studi suggeriscono che il rischio è maggiore in caso di “abbuffate” improvvise o pasti eccezionalmente abbondanti piuttosto che in una dieta regolare e bilanciata. Un cane abituato gradualmente a una dieta ricca di grassi buoni non dovrebbe riscontrare problemi.

Conclusioni

In conclusione, i grassi sono un elemento fondamentale per il benessere del cane, ma è importante scegliere con cura le fonti e le quantità da somministrare. Optare per grassi di qualità, come oli ricchi di acidi grassi essenziali e Omega-3, e bilanciare correttamente la dieta del cane permette di sfruttare al meglio tutti i benefici di questi nutrienti, riducendo i rischi di problemi di salute.

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Premietti fatti in casa: come premiare in maniera sana e golosa i nostri pet

giovedì, 24 Ottobre 2024 by Gruppo Nutravet
Premietti fatti in casa: come premiare in maniera sana e golosa i nostri pet

I premietti fatti in casa a cosa servono? Chi possiede un cane sa quanto sia bello premiarlo, quanto sia appagante creare questo momento di condivisione delle risorse. A proposito di premio o di gratificazione vi siete mai chiesti come si può premiare un cane?

Il quadrifoglio della gratificazione

Premietti fatti in casa

Ci sono diversi modi per farlo: con il cibo, con il gioco, con la carezza o con una frase carina, infatti si parla del quadrifoglio della gratificazione. Ogni petalo del quadrifoglio va utilizzato con dovizia, nel momento giusto e con criterio in particolare nelle prime fasi della vita e dell’apprendimento. Ogni cane ha le sue preferenze. Per molti cani il gioco è il jackpot, per altri lo è il cibo, dobbiamo quindi imparare ad osservare e a capire il nostro cane.

Premietti fatti in casa: a cosa servono?

Il premio, qualunque esso sia, serve per fissare un comportamento richiesto o serve a far capire al cane, in fase di apprendimento, che sta lavorando nel modo corretto. Tutte le ricompense sono da utilizzare con sapienza in modo da capire l’ordine di importanza che avranno per quel cane.

Quindi non solo il cibo gratifica ma, il cibo è per la maggior parte dei cani una vera delizia, comoda per il proprietario da
portare in tasca e reperibile in qualsiasi supermercato o negozio specializzato.
Durante il mio lavoro di medico veterinario nutrizionista chiedo sempre ai proprietari se somministrano premietti industriali ai cani, questo perché prima di tutto
apportano parecchie calorie e secondo potrebbero contenere ingredienti magari non indicati per quel soggetto. Ad esempio i wurstel, che ai cani piacciono tantissimo e che sono usatissimi, sarebbero assolutamente da evitare sia per gli ingredienti diciamo poco nobili e sia per le possibili implicazioni sanitarie in particolare se dati crudi.

Oggi vorrei con voi approfondire questo discorso perché lo ritengo importante e inoltre vi vorrei
condurre verso la scelta di questi alimenti gratificanti aiutandoli ad acquistarli o meglio ancora
vorrei dirvi come produrli in casa.

Premietti fatti in casa: come sceglierli

Per quello che riguarda i prodotti industriali il primo consiglio è quello di leggere bene l’etichetta e
di non soffermarsi al solo packaging frontale che spesso può trarre in inganno. Pensate che se
trovate scritto “con anatra”, la legge permette di inserirne solo il 4%, viene da se che i restanti
ingredienti siano da ricercare nell’etichetta sul retro della confezione. Questi prodotti inoltre
contengono molti cereali e zuccheri nascosti che possono non essere indicati.

Detto questo credo che la carne essiccata pura al 100% sia in assoluto la migliore opzione, la si trova di tanti tipi diversi in particolare nei negozi specializzati. Questa tipologia di premio consente anche ai cani che fanno diete ad eliminazione o simil-chetogeniche di sgranocchiare qualcosa di sicuro, nutriente, che si può spezzettare in piccoli pezzi ed è inoltre facile da trasportare. Il processo di essiccazione è un metodo molto antico di conservazione della carne che consiste nell’eliminazione della maggior parte dell’acqua libera, quindi nel blocco dell’attività enzimatica, vien da se che non è quindi una cottura.

Possiamo produrre in casa la carne essiccata?

Certamente! La cosa migliore è munirsi di un essiccatore, ma non è l’unico metodo vediamo come fare:

Premietti fatti in casa: Metodo con l’essiccatore

Prima di tutto servono tagli di carne magra o comunque carne privata dal grasso perché il grasso trattiene acqua e non si secca. Acquistate carne di buona qualità e lavoratela velocemente in modo da ridurre al minimo la contaminazione e la proliferazione batterica.

La carne va tagliata a cubetti o a striscioline larghe circa 1 centimetro e spesse mezzo centimetro, vanno disposte distanziate, meglio su carta forno, nei cestelli dell’essiccatore in modo che l’essiccazione sia uniforme.

Si imposta un ciclo a 68 gradi per circa 8 ore. Una volta che si sono raffreddate e ben asciugate queste striscioline si possono conservare in un vaso di vetro per circa 30 giorni al riparo dalla luce e, cosa importante, NON in frigorifero perché si potrebbero ammorbidire e ammuffire.

Per una migliore conservazione possiamo metterle sottovuoto e in freezer. Vi ricordo che questa carne non è cotta ma è solo privata dell’acqua e che, per una migliore sanificazione, la si può mettere dopo averla essiccata qualche minuto nel forno a 100 gradi. Si possono essiccare anche i pesci di piccole dimensioni dopo averli eviscerati, vanno acquistati freschissimi in modo che il contenuto di istamina sia molto basso, disposti nell’essiccatore sopra la carta forno, impostando la funzione pesce o avviando un ciclo a 60 gradi per 10 ore.

Premietti fatti in casa: Metodo con il forno

Se non abbiamo un essiccatore possiamo tagliare la carne e disporla nel forno di casa sulla carta forno. Se si possiede un forno statico impostarlo a 100 gradi per 2 ore girando i pezzi a metà cottura e tenendo leggermente aperto lo sportello, se si possiede quello ventilato si imposta a 60 gradi per 6-8 ore sempre tenendo leggermente aperto lo sportello.

Consigli generali

Offriamo al nostro pet la carne essiccata senza esagerare perché ha una notevole densità calorica cioè contiene dalle 300 alle 400 kcal per 100 grammi. Nei cani in sovrappeso o di piccola taglia, soprattutto, dobbiamo considerarla e dosarla quando si formula una dieta. È un ottimo alimento utilizzabile come premietto gratificante, come snack, per i cani da lavoro, per gli sportivi e anche nei cuccioli.

Articolo della dott.ssa Monica Serenari, DVM

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I cani possono mangiare le patate?

giovedì, 17 Ottobre 2024 by Gruppo Nutravet
patate

Se ti sei mai chiesto se puoi condividere con il tuo cane le patate che hai nel piatto, sei nel posto giusto! Sono un alimento comune nelle nostre cucine, ma possono essere date anche ai cani? La risposta è sì, ma con alcune importanti precauzioni. Vediamo insieme quali sono i benefici, i rischi e i metodi giusti per includere questo tubero nella dieta del tuo cane.

Le patate e le loro proprietà nutrizionali

Le patate, originarie dell’America, appartengono alla stessa famiglia botanica di pomodori, peperoni e melanzane: le Solanaceae. Ne esistono tantissime varietà, e solo in Italia se ne coltivano oltre 30 tipi! Questi tuberi sono noti soprattutto per il loro alto contenuto di amido e fibre, in particolare nella buccia.

Una delle caratteristiche principali di questo alimento è l’elevato contenuto energetico. Infatti, 100 grammi di patate forniscono tra le 70 e le 85 calorie, rendendole un alimento molto più calorico rispetto a molte altre verdure. Questo le rende simili a cibi come la pasta e il pane per quanto riguarda l’apporto energetico, ma con una differenza: sono anche ricche di fibre.

Quando cotte correttamente, le patate risultano facilmente digeribili per i cani e possono offrire anche alcuni importanti benefici nutrizionali. Oltre all’energia, forniscono vitamine come la vitamina C, provitamina A, niacina (vitamina PP), oltre a minerali come potassio e zinco. Tuttavia, è essenziale prestare attenzione al modo in cui vengono preparate.

I rischi delle patate per i cani

Nonostante i benefici, ci sono anche alcuni rischi legati all’alimentazione dei cani con questo tipo di Solanaceae, soprattutto se non vengono preparate nel modo corretto.

  1. Apporto calorico eccessivo: Se dai al tuo cane le patate senza prestare attenzione alla quantità, il rischio è di farlo ingrassare. Esse sono infatti molto ricche di calorie e se offerte come snack o fuori pasto, possono contribuire all’aumento di peso. È sempre una buona idea consultare un veterinario o un esperto in nutrizione animale per inserire correttamente questo alimento nella dieta del tuo cane.
  2. Solanina: Uno dei rischi più importanti delle patate crude o mal cotte è la presenza di solanina, un alcaloide tossico che può causare problemi seri nei cani, come vomito o addirittura disturbi neurologici. La solanina si trova principalmente in quelle verdi o germogliate, perciò è fondamentale cuocerle bene prima di offrirle al tuo cane. La cottura elimina la maggior parte della solanina, rendendo le patate sicure.
  3. Indice glicemico: Se il tuo cane è diabetico, le patate potrebbero non essere l’alimento ideale. Questo perché hanno un indice glicemico elevato, il che significa che aumentano rapidamente i livelli di zuccheri nel sangue, un effetto da evitare nei cani con problemi di diabete. In questi casi, è meglio evitarle o inserirle in una dieta bilanciata e studiata appositamente da un esperto.

Come preparare le patate per il cane

patate

Ora che sappiamo che le patate possono essere sicure per i cani, come possiamo prepararle in modo corretto?

  1. Cuocile sempre: Mai dare al tuo cane patate crude. La cottura è essenziale per inattivare la solanina. Le patate possono essere cotte in vari modi: bollite, al vapore o al forno. Un metodo semplice e sicuro è bollirle in poca acqua e poi ridurle in purea con un frullatore, così da renderle più digeribili.
  2. Con o senza buccia?: Le patate possono essere date con la buccia, soprattutto se sono state cotte al vapore o bollite. La buccia è ricca di fibre, utili per il sistema digestivo del cane. Tuttavia, assicurati sempre che la buccia sia ben pulita.
  3. Patate al forno: Le patate al forno sono un’ottima opzione per il tuo cane, purché siano preparate in modo semplice. Puoi cuocerle con un po’ di rosmarino per dare sapore. Anche le patate arrosto sono una buona alternativa, purché non siano fritte.
  4. Cosa evitare assolutamente: Evita di dare al tuo cane patate fritte, chips o altri snack industriali. Questi alimenti sono troppo grassi e pesanti per il loro fegato, oltre ad essere poco salutari in generale. Quelle fritte, in particolare, possono causare problemi digestivi e sono sconsigliate per i cani.

Conclusioni

In definitiva, sì, i cani possono mangiare le patate, ma sempre con alcune accortezze. Se cotte e preparate correttamente, possono essere un’aggiunta gustosa e nutriente alla dieta del tuo cane. Tuttavia, è importante tenere a mente i rischi legati alla solanina, all’eccesso di calorie e all’indice glicemico, specialmente se il tuo cane soffre di determinate condizioni di salute come il diabete.

Ricorda sempre di consultare il veterinario prima di introdurre nuovi alimenti nella dieta del tuo cane, e fai attenzione a non esagerare con le quantità. Un po’ di patate cotte ogni tanto possono fare felice il tuo cane senza causare danni!

Articolo della dott.ssa Maria Mayer, DVM

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Il primo vero alimento dei cuccioli è il colostro?

giovedì, 10 Ottobre 2024 by Gruppo Nutravet

Sembra una domanda banale ma non lo è, certamente il colostro è fondamentale per la sopravvivenza del neonato ma andiamo con ordine.

Cos’è il colostro?

Iniziamo questo viaggio dai primi momenti di vita e parliamo dell’alimento COLOSTRO. Il colostro è prodotto dalle ghiandole mammarie negli ultimi giorni di gravidanza fino ai primi 2 giorni dopo il parto. Apporta nutrienti importantissimi come: acqua, lipidi, carboidrati (lattosio e altri oligosaccaridi), proteine (caseine), enzimi digestivi, immunoglobuline materne e fattori di crescita che, pensate, fanno raddoppiare di peso l’intestino tenue del cucciolo nelle prime 24 ore di vita. La composizione esatta del colostro non è ancora del tutto conosciuta e nei vari studi mostra una certa variabilità. Questo importante alimento contiene inoltre una notevole quantità di vitamina E, A e D.

Le immunoglobuline contenute in questo importante alimento sono prevalentemente IgA, IgM, IgG e vengono assorbite passivamente dall’intestino del cucciolo solo per poche ore dopo la nascita. Nel cane il massimo assorbimento si ha nelle prime 15 ore, nel gatto è invece importantissimo che venga assunto nelle prime 12 ore perché le immunoglobuline colostrali successivamente diminuiscono molto.

La natura ha escogitato questo sistema per immunizzare passivamente i neonati visto che il passaggio delle immunoglobuline dal sangue materno al feto nei carnivori è molto scarso.  

Altra funzione importantissima del colostro è la funzione blandamente lassativa utile all’emissione del meconio (prime feci del neonato), aiuta l’escrezione della bilirubina e previene l’ittero neonatale. 

Il lattosio presente nel colostro è in assoluto la fonte di energia più importante per il neonato anche perché questo è l’unico carboidrato che riesce a digerire, gli altri oligosaccaridi presenti inoltre nel colostro servono per modulare il microbiota intestinale, impediscono la crescita dei patogeni e favoriscono lo sviluppo dei bifido batteri.

La barriera intestinale del neonato è incompleta e permeabile, questo consente l’assorbimento di tutti i nutrienti e dei fattori di crescita per i vari tessuti dell’organismo. 

Il colostro è sempre presente?

Il colostro può mancare per problemi materni come può succedere nelle cagne primipare stressate, nelle cagne con patologie sistemiche, in caso di distocia e nelle infiammazioni del tessuto mammario. I fattori legati ai cuccioli sono invece dovute a malformazioni che impediscono la normale suzione come la palatoschisi.

I neonati che non assumono colostro perdono calore e peso rapidamente, si indeboliscono, si disidratano, sono ipoglicemici, vanno incontro rapidamente ad infezioni, ad insufficienza cardiaca e a morte. 

Il colostro quindi è un prodotto non sostituibile se non somministrando il colostro di una cagna donatrice, in poche parole il latte artificiale non è assolutamente sufficiente in queste prime fasi della vita. L’assunzione o meno di questo importante nutriente ha un impatto significativo sullo sviluppo a lungo termine e sulla sopravvivenza  del neonato anche dopo lo svezzamento perché stimola lo sviluppo di molti organi oltre del tratto gastroenterico.

Conclusioni: il colostro è il primo alimento del cucciolo?

colostro

La risposta è no: il primo alimento è il LIQUIDO AMNIOTICO. 

Il liquido amniotico circonda e protegge il feto durante la gestazione, permette il normale sviluppo degli arti del feto consentendone i movimenti, permette lo sviluppo del polmone, garantisce al feto una temperatura costante, protegge il cordone ombelicale e ha proprietà antinfettive. Ma come dicevamo prima, è anche il primo alimento del feto. Appena il feto completa l’organogenesi dell’apparato digerente e inizia  a deglutire, inghiotte il liquido amniotico che va a controbilanciarne la produzione, pensate che un feto umano ne ingerisce 500 ml al giorno.

L’ingestione del liquido amniotico attiva l’apparato digerente del cucciolo, apporta nutrienti in particolare sali minerali, acidi grassi e proteine consente l’idratazione e la produzione di urine.

Articolo del Dr.ssa Monica Serenari, DMV

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