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Leishmaniosi: aiutare con l’alimentazione e un approccio integrato

La Leishmaniosi è una malattia che affligge diversi animali, ancora purtroppo troppo presente sul nostro territorio. Chi vive con un malato di Leishmaniosi sa quanto può essere difficile e a volte frustrante avere il proprio compagno di vita a 4 zampe positivo a questa malattia.

In questo articolo farò un piccolo excursus sul mondo della Leishmaniosi, soffermandomi maggiormente su quanto una corretta alimentazione e un approccio integrato possano essere di grande supporto per i nostri animali. 

Cos’è la Leishmaniosi?

La Leishmaniosi è una malattia parassitaria causata da un protozoo, generalmente il responsabile è Leishmania infantum.
Questo protozoo viene trasmesso dalla puntura del pappatacio, un piccolissimo flebotomo che agisce principalmente dopo il tramonto, perché è un ematofago notturno. 

La malattia ha un decorso molto lento, i sintomi clinici possono essere svariati, magrezza, letargia, pallore delle mucose, problemi cutanei come presenza di scaglie, forfora e ulcere, onicodistrofia, epistassi, zoppia, epatomegalia, splenomegalia, glomerulonefrite, uveite ecc. 

Anche gli esami di laboratorio possono rilevare diverse anomalie come anemia, leucopenia, iperproteinemia, aumento degli enzimi epatici, e presenza di proteine nelle urine.

Questa moltitudine di sintomi clinici e di alterazione ematologiche, possono portare ahimè ad una diagnosi tardiva.

Il pappatacio è un piccolissimo flebotomo che agisce principalmente dopo il tramonto, perché è un ematofago notturno. 

Perché la Leishmaniosi non si manifesta sempre nello stesso modo?

Una piccola premessa importante, non tutti i cani infetti si ammalano, il parassita può rimanere in forma latente e non provocare segni clinici né alterazioni ematobiochimiche, a meno che i titoli anticorpali non crescano. 

Altri cani invece una volta entrati in contatto con questo protozoo, vanno incontro alla sua proliferazione sviluppando la malattia.
Le diverse reazioni dell’organismo dipendono dal tipo di risposta immunitaria e dalla sua efficienza.

Il sistema immunitario potrà rispondere in due modi:

  • Con una risposta umorale, che è responsabile della progressione della malattia a causa della formazione di Immunocomplessi.
  • Con una risposta cellulo-mediata attraverso la quale l’animale rimarrà infetto ma non svilupperà la malattia.

Come scegliere il giusto apporto nutrizionale e le integrazioni?

Quando un veterinario nutrizionista deve formulare una dieta per un cane affetto da Leishmania, dovrà prendere in considerazione la sintomatologia clinica e le alterazioni ematobiochimiche, per poterla cucire così in modo sartoriale.
Sarà importantissimo utilizzare una dieta ad elevata digeribilità che conterrà delle proteine ad alto valore biologico, queste oltre ad essere la fonte principale di sostentamento nel cane, aiuteranno a rafforzare il sistema immunitario.

Per quanto riguarda la quantità di proteine da usare sarà necessario basarsi sulle analisi e valutare il grado, se presente, di nefropatia. Inoltre sarà necessario valutare anche lo stato di cachessia dell’animale e valutare il possibile rischio di urolitiasi in corso di terapia con allopurinolo. 

Sarà importante anche rendere i pasti appetibili, in quanto la maggior parte dei soggetti affetti da Leishmania sono anoressici ed hanno anche tanta nausea. Un’arma vincente potrebbe essere utilizzare dei grassi animali, come il ghee o lo strutto, che sono sempre molto apprezzati. 

Nella nostra dieta non potranno mai mancare Vitamina C, Vitamina E ed Omega-3.
Vitamina C e Vitamina E, sono gli antiossidanti per eccellenza, usati spesso in associazione. 

  • La vitamina C: Potente antiossidante, adatta soprattutto per contrastare stress ossidativi, inoltre è un aiuto essenziale per il sistema immunitario.
  • La Vitamina E: Anche questa ottimo antiossidante, adatta soprattutto in corso di problemi legati al fegato, al cervello e alla cute.
  • Omega Tre (EPA e DHA): hanno una potente azione antinfiammatoria, oltre ad avere un’azione benefica sulla cute, sui reni e a livello cardiaco. 

E lo Zinco?

Lo zinco è un oligoelemento essenziale, è infatti responsabile di una lunga serie di reazioni ed interazioni con l’organismo che si possono considerare “terapeutiche”. 
In medicina umana è stata dimostrata la sua efficacia in malattie infiammatorie croniche, compresa la Leishmaniosi. 

Ha una azione Leishmanicida in quanto inibisce alcuni enzimi necessari per il metabolismo del parassita ed ha anche una azione immunomodulante, infatti sembra essere in grado di stimolare maggiormente la risposta immunitaria cellulo-mediata, che come abbiamo spiegato prima è essenziale affinchè non si instauri la malattia. 

Da non sottovalutare anche l’effetto positivo della sua integrazione sulle dermatopatie, purtroppo spesso presenti in corso di Leishmania. 

Esistono anche dei funghi medicinali con azione immunomodulante, quindi capaci di orientare verso la risposta immunitaria corretta, come ad esempio L’Agaricus Blazei Murril (ABM) e il Cordyceps Sinensis.

In Fitoterapia invece di particolare interesse risulta essere La Genziana Lutea, per il suo potere Leishmanicida.
La Genziana Lutea è una pianta officinale di antico utilizzo.

I principali componenti del fitocomplesso sono amarogentina e genziopicroside. La Amarogentina è capace di bloccare la replicazione del protozoo, agisce inibendo l’azione della DNA Topoisomerasi I.

In conclusione

Per concludere possiamo affermare che con l’alimentazione e le giuste integrazioni riusciamo a potenziare l’azione dei farmaci tradizionali, agendo così in sinergia.

Affidatevi sempre ad un medico veterinario esperto, per essere seguiti nel miglior modo possibile riducendo al minimo i possibili effetti collaterali.  

Articolo della dott.ssa Francesca Parisi, DMV

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