Cannabis terapeutica in medicina veterinaria
La Cannabis terapeutica è una pianta ricca di proprietà medicinali, anche in Medicina Veterinaria. In questo articolo approfondiamo brevemente la parte di botanica, del sistema endocannabinoide che permette il suo utilizzo medicinale e delle proprietà terapeutiche di questa pianta.
La Cannabis terapeutica è una pianta ricca di principi attivi, tra i quali ritroviamo i Fitocannabinoidi. La Cannabis è usata da secoli per i suoi effetti terapeutici, ma il suo utilizzo in medicina è stato a lungo limitato per il timore di effetti collaterali di tipo psicotropo. Negli ultimi anni si sta però rivalutando la sua utilità per diverse patologie, sia in campo medico che medico veterinario.
La Cannabis fa parte della famiglia delle Cannabinacee, e di queste piante sono conosciute e utilizzate tre specie: la Cannabis sativa, la Cannabis indica e la Cannabis ruderalis.
È stata sfruttata fin dall’antichità, soprattutto nel continente asiatico ed in Sud America, a scopo terapeutico, ma non solo. La Cannabis infatti veniva molto utilizzata anche in Italia nell’industria del tessile, per produrre stoffe e corde utilissime durante l’espansione delle Repubbliche Marinare. Vediamo un po’ di che si tratta.
Cannabis terapeutica. Un po’ di botanica
La tassonomia ufficiale suddivide la Cannabis in tre specie: la C. sativa è la specie più coltivata in occidente, alta fino a tre metri e con foglie più strette. La C. indica, una specie selvatica proveniente dall’India, più bassa ma con un maggior numero di rami e foglie più ampie. Infine la C. ruderalis.
Gli ultimi studi però portano a pensare che esista una unica specie di Cannabis, la C. sativa, che include due sottospecie (la C. indica e la C. ruderalis) e diverse varietà.
Il sistema endocannabinoide
Perché i principi attivi della Cannabis abbiano effetto, è necessario che nell’organismo siano presenti i recettori per questi composti: e infatti, nell’organismo dei mammiferi ne sono presenti tantissimi!
La natura non ci ha fornito questi recettori appositamente per i principi attivi della Cannabis: è il nostro stesso organismo (e quello dei nostri animali) che produce molecole in grado di legarsi a questi recettori.
Queste molecole prendono il nome di Endocannabinoidi. I principi attivi della Cannabis hanno una struttura simile a queste molecole, e sono in grado perciò di combinarsi con i recettori presenti in un organismo.
Uno degli Endocannabinoidi è stato chiamato Anandamide. Un nome che deriva dal termine sanscrito Ananda, che significa beatitudine, proprio per l’effetto che è in grado di produrre.
Cannabis medicinale e fitocomplesso
Il fitocomplesso è l’insieme dei componenti chimici presenti nella pianta, responsabili della sua attività terapeutica. Nella Cannabis ritroviamo prevalentemente i Fitocannabinoidi. Ne esistono più di 140, ma i principali e più conosciuti sono il CBD (Cannabidiolo) ed il THC (Tetraidrocannabinolo). Vale la pena ricordare anche il CBG (Cannabigerolo).
La percentuale di Fitocannabinoidi varia notevolmente in base alla varietà di Cannabis interessata.
Le varietà di C. sativa, maggiormente coltivata in Europa e Nord America, hanno un basso potenziale tossico grazie alla concentrazione contenuta di THC, e all’alto tasso di CBD presente.
THC
Il THC è considerato il responsabile dell’effetto psicoattivo della Cannabis, ma nel giusto dosaggio presenta anche importanti attività terapeutiche. Il THC infatti è importante per la sua azione antidolorifica, aiuta in corso di nausea e vomito, tiene sotto controllo l’ansia e stimola l’appetito. Pensiamo a quanto possano essere utili queste azioni in alcuni pazienti, come gli oncologici, anche per tenere sotto controllo gli effetti collaterali di una chemioterapia.
CBD
Il CBD non presenta nessuna attività psicoattiva, e dunque da questo punto di vista è totalmente innocuo.
Presenta invece importanti attività antipsicotiche, rilassanti e neuroprotettive.
Ha inoltre azione anticonvulsivante, antinfiammatoria e analgesica e, secondo alcuni studi, anche antitumorale. Utilizzando varietà in cui il CBD è maggiormente presente, verranno mitigati gli effetti collaterali di tipo psicotropo che possono essere causati dal THC.
Terpeni e Flavonoidi
La Cannabis contiene anche altri principi attivi, diffusi anche in tante altre specie vegetali, che lavorano in sinergia con i Fitocannabinoidi potenziandone alcuni effetti o mitigandone altri.
I Terpeni ad esempio hanno attività analgesica, e quindi potenziano l’attività antidolorifica di THC e CBD. I Flavonoidi hanno una importante attività antiossidante e antinfiammatoria, ma anche antivirale ed antiallergica.
Le varietà terapeutiche
La Cannabis terapeutica non si trova negli shop di Cannabis light e men che meno proviene da traffici illeciti.
La resistenza che si incontra in ambito medico nasce forse da questo equivoco, ma le varietà utilizzate in medicina provengono da farmacie, che a loro volta le acquistano da fornitori autorizzati. Nel caso delle varietà coltivate in Italia ad esempio questo avviene sotto la supervisione dell’esercito. Devono rispettare precise concentrazioni di THC e CBD e se non risultano adeguate, le coltivazioni vengono direttamente distrutte.
Le varietà terapeutiche coltivate in Italia prendono il nome di FM1 ed FM2 e sono due varietà di Cannabis sativa. La nostra produzione nazionale non è purtroppo sufficiente per la richiesta di tutti i pazienti, umani e non, e dunque importiamo diverse varietà anche dall’Olanda e, in minor misura, dal Canada.
Le diverse varietà presentano concentrazioni differenti di principi attivi (THC e CBD, ma anche terpeni e flavonoidi), e possono essere utilizzate quindi per scopi diversi. Il medico veterinario potrà scegliere quale varietà prescrivere in base alla patologia e all’effetto che desidera ottenere sul paziente (ad esempio, serve più un effetto antidolorifico, o antiemetico? O magari anticonvulsivante?). Quando il medico veterinario avrà deciso quale varietà prescrivere, sarà poi compito del farmacista preparare il farmaco galenico ad hoc per ogni singolo paziente.
Un aiuto importante
Concludendo, la Cannabis terapeutica rappresenta per molti pazienti un aiuto indispensabile.
Non è certo la panacea per tutti i mali, ma i suoi molteplici effetti positivi vanno senz’altro tenuti in considerazione, nonostante la diffidenza che suscita ancora.
Articolo della dott.ssa Silvia Bernabucci, DMV