Animali domestici e sostenibilità ambientale
Solo in Italia secondo le stime ci sono oltre 60 milioni di animali domestici, di cui circa 18 milioni sono cani e gatti.
Quando diamo loro da mangiare, somministriamo antiparassitari o farmaci dobbiamo fermarci a pensare all’impatto ambientale delle nostre azioni moltiplicate per milioni e milioni.
E dobbiamo chiederci: c’è un’alternativa valida che abbia meno conseguenze sugli ecosistemi e gli altri animali?
Possiamo fare qualcosa per ridurre, per esempio, l’impatto ecologico dell’industria degli alimenti per animali domestici?
Animali domestici e sostenibilità
Che cosa intendiamo quando parliamo di sostenibilità in relazione agli animali con cui viviamo?
La definizione più diffusa è quella secondo la quale la sostenibilità è la gestione consapevole delle risorse e dei rifiuti necessaria a soddisfare le esigenze fisiologiche degli animali. Senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze ambientali, sociali ed economiche.
Altrettanto importante non compromettere la possibilità di sopravvivere anche delle future generazioni di animali selvatici e, più in generale, degli ecosistemi.
Sono molte le criticità: dall’impiego massivo di farmaci, antibiotici e antiparassitari in testa, allo smaltimento dei rifiuti sanitari, dall’inquinamento ambientale provocato da feci e urine degli animali domestici all’impatto dell’alimentazione. Soprattutto se industriale.
Industria del pet food e sostenibilità
Uno studio pubblicato su Veterinary Clinics of North America, dal titolo Sustainability and Pet Food analizza il ciclo di vita degli alimenti industriali per cani e gatti, dalla produzione delle materie prime all’imballaggio, dal trasporto allo smaltimento.
I risultati più interessanti riguardano le conseguenze in termini ambientali e di cambiamento climatico di questo comparto dell’industria, che ha superato i duemilaquattrocentotrenta milioni di euro a giugno 2021 secondo il rapporto Assalco-Zoomark). Un settore in continua crescita.
Quello che oggi sappiamo è che i cibi umidi hanno un maggior impatto rispetto a quelli secchi, quelli per cane più ancora di quelli per gatto.
Animali e sostenibilità. Cosa si può migliorare?
Per quanto riguarda l’alimentazione industriale molti aspetti andrebbero rivisti e migliorati. La formulazione e la scelta degli ingredienti, i processi produttivi, i materiali di imballaggio, i mezzi di trasporto.
Allo stesso tempo sarebbe fondamentale evitare gli sprechi e affrontare il tema dello smaltimento dei rifiuti.
Secondo i ricercatori impegnati nello studio citato il medico veterinario deve recuperare un ruolo centrale anche da un punto di vista educativo, valutando insieme ai famigliari degli animali le alternative e le possibilità in tema di nutrizione che tengano conto di questi aspetti.
Allo stesso modo chi vive con un animale deve comprendere che ogni singola scelta, soprattutto in termini di alimentazione e di cura, moltiplicata per milioni e milioni di animali domestici, ha un enorme impatto ambientale.
Per questo è così importante informarsi, valutare le possibili alternative e chiedere all’industria di migliorare i propri processi produttivi nel rispetto degli ecosistemi e di tutti gli animali che li abitano, noi compresi.
In conclusione
Vivere con gli animali ci fa bene, da molti punti di vista sia fisici che emozionali.
Ma scegliere di accogliere individui di altre specie richiede responsabilità che vanno oltre il singolo animale.
Rispettarne le necessità fisiologiche ed etologiche è un punto di partenza imprescindibile ma oggi sappiamo che tutto quello che facciamo o non facciamo può avere conseguenze anche sugli altri animali domestici e selvatici e sul pianeta intero.
Non perdiamo l’occasione di imparare dagli errori per cambiare rotta e migliorare le nostre scelte! Anche in tema di alimentazione.
Articolo della dott.ssa Cinzia Ciarmatori, DMV (tratto dal blog dell’autrice)