Dieta fresca nel cane e gatto con gravi patologie
In questo articolo tratteremo in chiave nutrizionale la gestione di un paziente malato con dieta fresca.
Daremo la definizione di paziente gravemente malato e parleremo delle differenze tra cane e gatto.
Affronteremo infine le diverse strategie per cercare di stimolare l’assunzione di cibo.
Molto probabilmente a chi da sempre condivide la propria vita con degli animali sarà capitato di dover gestire il suo pet in una situazione critica. Sia che si tratti di una malattia legata all’invecchiamento che di una patologia in particolare sentirsi incapaci di aiutare genera molta preoccupazione ed ansia.
Se ci pensiamo, proprio in questi momenti, il cibo diventa la chiave principale per accudire il proprio animale.
II paziente gravemente malato e la dieta fresca
Per paziente gravemente malato possiamo intendere un animale che progressivamente va incontro ad un peggioramento causato da una malattia che avanza (come un processo tumorale, una grave insufficienza renale, invecchiamento ecc ).
Oppure si parla di una malattia grave che potrebbe pian piano risolversi (ad esempio un soggetto che ha subito un trauma, ecc).
Infine possiamo parlare di animali che hanno una malattia cronica con forti ricadute (patologie cardiache, problemi intestinali cronici, ecc). Sono animali che potrebbero alimentarsi da soli ma che fanno fatica a farlo, perché magari hanno nausea. Oppure hanno fame ma non riescono ad arrivare da soli alla ciotola come nel caso di animali molto anziani o traumatizzati.
Alcune differenze tra cane e gatto in corso di patologia
Ricordiamoci che abbiamo davanti a noi due specie molto diverse.
Il cane malato molto spesso mostra una compliance alimentare molto più ampia, permettendoci spesso di imboccarlo e di provare a somministrare nuovi alimenti.
In molti casi offrire al proprio cane un nuovo cibo potrebbe essere lo stimolo giusto per farlo alimentare.
Il cambio di alimentazione va però sempre ponderato con il proprio medico curante, valutando rischi e benefici.
Spesso, anziché passare ad un cibo commerciale medicato per una specifica patologia (che sia gastrointestinale, renale ecc), buoni risultati possono essere ottenuti fornendo un pasto fresco, meglio ancora una proteina fresca.
Un cane difficilmente non apprezzerebbe della carne fresca.
Nel gatto malato la compliance alimentare è molto ridotta. Come spiegato in precedenti articoli, sono molti i fattori che influenzano l’assunzione di cibo nel gatto, come la consistenza dell’alimento, l’abitudine sin da piccolo a mangiare cibo fresco e il suo svezzamento. Sicuramente, sia per il cibo commerciale umido che per quello fresco, utile per il gatto è riscaldare l’alimento, per esaltare gli odori e stimolare l’appetito.
Quando parliamo del gatto non dimentichiamo l’effetto Garcia: l’associazione del cibo ad un evento sgradevole è molto accentuata nel gatto.
Quindi, se abbiamo in mente uno specifico alimento da utilizzare nel nostro gatto dopo la possibile guarigione, non utilizziamolo quando sta male. Altra cosa importante è non esagerare con l’alimentazione forzata.

Che proteina scegliere per la dieta fresca
Sicuramente una proteina digeribile ed appetibile potrebbe aiutarci. Anche selezionare un cibo mai mangiato o assunto raramente dal nostro animale, potrebbe giovare non solo sul suo appetito ma anche sull’intero organismo.
Le carni bianche come il tacchino (intolleranze ed allergie a parte) potrebbero essere utili al cane, mentre tagli più grassi come quelli di bovino nel gatto hanno più probabilità di successo.
Ricordiamoci di idratare l’alimento. Per i soggetti completamente immobili, cercare di :
- favorire lo svuotamento gastrico attraverso un aumento della frequenza dei pasti
- aggiungere in modo ponderato le fibre (giusto mix tra fibre solubili ed insolubili)
- fornire piccoli pasti ma molto energetici (in questo l’olio di cocco può darci una mano)
Come stimolare l’assunzione del cibo?
Compatibilmente con la patologia in atto, oltre a sostenere il paziente con terapie mirate (la cannabis medicinale ad esempio, antiemetici o altro) quando la condizione clinica lo permette, possiamo adottare diverse strategie alimentari, sfruttando proprio una dieta fresca:
- Cerchiamo di non cucinare eccessivamente la carne rendendola molto secca (il maiale invece deve avere sempre una cottura” a cuore”, ma questo ovviamente non significa stracotto!)
- Per il gatto può contare anche la forma e la consistenza del cibo (o meglio della proteina) che stiamo somministrando: cubetti, intera, a mousse, scottata, cruda, ecc
- Facciamo a parte un brodo di carne (in casi estremi anche con il dado pronto) e lo usiamo per condire il pasto (si può congelare in cubetti, scongelarlo e riscaldarlo ed utilizzarlo quando diamo il cibo)
- Utilizziamo sedano, origano, ed altre spezie (eccetto il prezzemolo, aglio e cipolla)
- Proviamo ad utilizzare lo snack preferito da polverizzare come parmigiano sul cibo
- In patologie come l’insufficienza renale, cerchiamo di ridurre la quantità di cibo aumentando le sue chilocalorie: molto apprezzato può essere il ghee o il burro chiarificato. Riesce a stimolare l’appetito ed a fornire molta energia senza rallentare lo svuotamento dello stomaco
- Non sovralimentare l’animale, ma stimare sempre le kcal complessive che deve mangiare. Se esageriamo, non sarà mai indotto a riprendere a mangiare spontaneamente
Possiamo concludere che la gestione alimentare di un paziente malato è strettamente correlata alla specie animale che stiamo andando ad aiutare. L’utilizzo di una dieta fresca in molti casi ci può essere d’aiuto.
Sapere come fornire una dieta diventa ancora più importante.
In corso di gravi tossicosi metaboliche o patologie gravi, difficilmente l’alimentazione da sola può aiutarci ma, applicare diverse strategie alimentari, potrebbe fornire al nostro animale una possibilità in più.
Articolo del dott Carmine Salese, DMV