Gatti e dieta Barf un’accoppiata vincente!
Il gatto è un grande cacciatore e carnivoro obbligato.
Se vi state chiedendo qual è dunque la dieta che più si avvicina alla sua vera natura e che più soddisfa i suoi bisogni, la risposta è: la dieta Barf!
Gatti e dieta Barf
La dieta Barf, ovvero Bones and raw food ma anche Biologically appropriated raw food (ne abbiamo parlato in questo articolo per il cane) è la dieta che più rispecchia la natura di un animale carnivoro.
Cerca infatti di imitare il più possibile quella che in natura è l’alimentazione degli animali predatori, dando quindi tutte le componenti di una preda come carne, ossa e organi.
In questo modo, soddisferemo al meglio i bisogni di un animale carnivoro obbligato come il gatto. Dandogli esattamente quello che mangerebbe cacciando!
Il nostro gatto domestico è appunto un carnivoro obbligato. Ovvero un animale che si deve nutrire solo ed esclusivamente di carne (proteine e grassi), nonché grande cacciatore e predatore.
In natura si nutre di piccole prede nel corso della giornata, specialmente dal tramonto all’alba, arrivando a mangiare fino a 20 volte al giorno piccoli animali come lucertole, roditori e uccellini.
Ecco perché con la dieta Barf possiamo rispettare il più possibile la sua dieta ideale.
Barf per gatti
Di cosa si compone esattamente una dieta Barf per gatti?
Principalmente di carne (intesa come polpa), ossa e organi. A differenza del cane, nel gatto non è indicato l’utilizzo della trippa verde.
Vediamo insieme le singole componenti di questa affascinante dieta!
Come carne senza osso, definita CSO, possiamo dare carne in pezzi o macinata di coniglio, pollo, tacchino, anatra, vitello, manzo (un po’ di carne rossa serve sempre, insieme agli organi, per garantire il giusto apporto di ferro).
Insomma, tutto quello che il nostro gatto avrà voglia di mangiare e che sarà di suo gradimento.
Una nota: anche per il gatto, come per il cane, vale la regola di dare il maiale solo se cotto a cuore, per scongiurare il rischio del morbo di Aujezsky.
Importantissimi saranno gli organi, fonte naturale di vitamine e sostanze nutritive.
Potremo dare fegato (attenzione che sia sempre nelle giuste quantità onde evitare un’ipervitaminosi A), reni, milza e soprattutto cuore.
A differenza del cane, il gatto necessita quasi sempre di un’integrazione di taurina, nonostante la presenza di organi nella dieta. Questo amminoacido è importantissimo per la sua salute, ed è normalmente presente in tutte le carni crude.
Perché integrarlo, quindi? Perché il congelamento della carne può diminuire la sua concentrazione, e quindi saranno necessarie delle aggiunte per avere il giusto bilanciamento.
Le ossa polpose, note come OP, saranno fondamentali per garantire il giusto apporto di calcio e il bilanciamento della dieta. Oltre che per favorire la pulizia dei denti attraverso la masticazione.
Si chiamano ossa polpose perché non sono mai “nude” ma ricoperte di carne. Le ossa “nude” infatti possono essere molto pericolose per i nostri animali!
Si possono dare ossa polpose intere oppure macinate. I preparati di ossa polpose macinate sono una validissima alternativa per quei gatti che faticano a masticare (o che sono semplicemente più pigri) o per chi proprio non se la sente ancora di dare ossa intere!

Fibre e integrazioni
Una piccola parte di fibre è sempre raccomandata: una dieta prevalentemente proteica e con l’utilizzo di ossa può infatti dar luogo a feci dure, stitichezza e costipazione.
Possiamo utilizzare tutte le verdure che piacciono al nostro gatto frullandole crude con poca acqua. Eccetto ovviamente quelle tossiche (aglio, cipolla, melanzane, porri, attenzione anche a pomodori e peperoni o alle verdure che creano troppa fermentazione come broccoli e cavoli).
E se al mio gatto le verdure non piacciono? Nessun problema, capita spesso!
In questi casi si possono sostituire con le cuticole di psillio, generalmente bene accette. Sempre nella giusta dose per il singolo animale.
Per i proprietari più audaci e i gatti più esperti, si può anche fare la cosiddetta Barf Whole Prey, ovvero preda intera, dando direttamente l’equivalente di piccole prede come quaglie intere o pulcini.
In questo modo, forniremo al nostro micio un pasto completo proprio come otterrebbe in natura cacciando le sue prede.
Altre integrazioni importanti saranno l’olio di mais o di girasole, per garantire il giusto apporto di acido linoleico (un acido grasso essenziale per i nostri animali) e gli omega 3.
Conclusione
A volte può essere difficile far abituare il gatto al cibo crudo, soprattutto se viene da una dieta commerciale (umida o secca).
Si può fare quindi un passaggio graduale da una dieta casalinga cotta con organi (senza ovviamente carboidrati), cuocendo sempre meno la carne fino a far abituare il gatto ai nuovi sapori.
Esistono poi molti altri trucchetti per far passare il gatto alla dieta Barf. In ogni caso armatevi di tanta pazienza e vedrete che con il tempo la apprezzerà moltissimo!
Articolo della Dott.ssa Camilla Marchetti, DVM